domenica 25 novembre 2018

Widows: Eredità criminale (2018)

Spinta da un trailer a dir poco intrigante, giovedì sono andata a vedere Widows: Eredità criminale (Widows), diretto e co-sceneggiato dal regista Steve McQueen.


Trama: rimasta vedova, Veronica decide di mettere su una banda di donne per procurarsi il denaro necessario a riparare all'ultimo furto del defunto marito.


Enrico Ruggeri cantava "mondo di uomini, fatto di uomini soli", Steve McQueen, coadiuvato da Gillian Flynn nell'adattare una serie TV degli anni '80, declina questo verso al femminile e ci presenta una storia di donne sole. Donne sole perché senza mariti, come da titolo, ma anche perché abbandonate da una società spietata con chi è di sesso femminile, relegate a ruoli di sposa, madre, amante, "segretaria", con qualche contentino alle imprenditrici donne in piena campagna elettorale. Quando i mariti se ne vanno, queste donne si ritrovano schiacciate dal peso delle colpe degli uomini e dai debiti, prive magari non solo del lavoro, ma anche delle amicizie messe da parte nel corso degli anni per assolvere al ruolo imposto; intrecciano, se hanno fortuna, legami con altre donne sole, o con le madri, zie, parenti, così da riuscire magari ad affidare a qualcuno i figli mentre si spaccano la schiena con lavori poco gratificanti e mal pagati. Mentre gli uomini, appunto, fanno cose da uomini: si mettono in politica senza averne né la voglia né la capacità, spinti dal desiderio di pecunia e di potere o per un semplice reiterarsi dell'eredità patriarcale, risolvono i loro problemi con una violenza che alle donne non dev'essere concessa (se non come vittime o spettatrici, sia chiaro), tramano e vivono la propria esistenza egoista, senza badare al dolore delle loro donne o men che meno ai loro bisogni, si limitano ad offrire sesso, soldi e l’illusione di aver coronato così i loro sogni. Sono i burattinai, all’interno di una Chicago divisa tra bianchi ricchi e neri poveri (o divenuti ricchi grazie ai bianchi), mentre le donne sono i silenziosi burattini che hanno solo il dovere di essere belle, silenziose e servizievoli. Ma Veronica non ci sta. Minacciata senza capire perché, quando si ritrova per le mani il quaderno di appunti che le ha lasciato il marito, zeppo di informazioni su furti, intrallazzi e quant’altro, invece di venderlo al migliore offerente decide di usarlo per diventare ladra a sua volta e prendersi la rivincita su una vita che le ha dato molto ma le ha tolto troppo, le due cose più importanti per lei. E coinvolge, ovviamente, anche le altre vedove, incazzate quanto lei con i mariti che, morendo, le hanno lasciate nella bratta. Ognuna di loro, neanche a dirlo, arriverà ad affrontare un percorso non facile ma che, forse, consentirà di rifiorire come donne e come esseri umani, ritrovando un’indipendenza necessaria per sopravvivere… e anche per tornare a “sentire” qualcosa, un sentimento umano di fiducia, speranza e amicizia.


Tutti questi aspetti rendono Widows un film splendido. Più ben girato che ben sceneggiato, nonostante questo, perché accanto a personaggi scritti benissimo, tratteggiati con inaspettate sfumature, ci sono delle forzature e dei cliché che fanno storcere un po’ il naso (la tragedia che colpisce Veronica è incredibilmente gratuita). Invece, la regia di McQueen non sbaglia un colpo e se le scene d’azione sono pulite e credibili anche quando sono concitate, dove il regista da il meglio di sé è in quei primi piani dolorosi, nei gesti reiterati d’affetto, nell’attenzione ai dettagli, nel modo in cui la macchina da presa si allontana dall’unica scena di violenza davvero insostenibile, nei piani sequenza ripresi da un punto di vista tutto particolare in cui la città pare volere inghiottire lo small talk di uno dei protagonisti più “sciocchi” e per questo incredibilmente reale. E poi, ovviamente, ci sono gli attori. Viola Davis incarna tutta la dignità spaventata di una donna ricca ma non viziata, segnata dalla vita al punto da scegliere di sfidarla quando la morte minaccia di portarla via come il marito, un ruolo che le meriterebbe un Oscar; altra punta di diamante del cast è Elizabeth Debiki, quella che forse evolve maggiormente nel corso del film passando dall’essere un personaggio caricaturale ed insipido a cuore pulsante della vicenda con invidiabile coerenza. Ai margini, svetta la caratura di Robert Duvall il quale, assieme a Colin Farrell, da vita ad alcuni dei duetti più memorabili che potrete sentire quest’anno al cinema, talmente realistici nella loro gretta e testarda ignoranza che ho più volte avuto l’impressione di trovarmi davanti le persone per cui lavoro, con la differenza che la performance di coppia dei due attori è da applausi. Insomma, Widows è un film bellissimo, che merita di essere visto al cinema con tutta la concentrazione e la tranquillità che potrete trovare in una sala sicuramente poco affollata: è grande sfoggio di ciò che rende potente una pellicola e riconferma, ancora una volta, il talento di McQueen come regista, sceneggiatore e direttore di grandissimi cast.


Del regista e co-sceneggiatore Steve McQueen ho già parlato QUI. Viola Davis (Veronica), Liam Neeson (Harry Rawlings), Jon Bernthal (Florek), Michelle Rodriguez (Linda), Elizabeth Debicki (Alice), Carrie Coon (Amanda), Robert Duvall (Tom Mulligan), Colin Farrell (Jack Mulligan), Daniel Kaluuya (Jatemme Manning) e Lukas Haas (David) li trovate invece ai rispettivi link.

Jacki Weaver interpreta Agnieszka. Australiana, ha partecipato a film come Picnic ad Hanging Rock, Stoker, Parkland, Equals e The Disaster Artist. Ha 71  anni e cinque film in uscita.


Cynthia Erivo, che interpreta Belle, aveva già partecipato a 7 sconosciuti a El Royale. Il film è tratto dalla serie TV inglese Le vedove, del 1983, seguita da Widows 2 e She's Out e già riproposta in un'altra serie TV dal titolo Widows, del 2002. Se Widows: Eredità criminale vi fosse piaciuto potete provare a recuperarle, giusto per curiosità! ENJOY!

13 commenti:

  1. Nuovo film di Steve McQueen? Mi ci butto in direttissima!

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  2. Mi è piaciuto molto. Film potente e evocativo, nonostante qualche buco di sceneggiatura. McQueen, come tutti i grandi registi, prende un film di genere per raccontare altro, nella fattispecie la crisi del sistema americano, ucciso dal capitalismo. Grandissime le attrici, tutte. Io poi ho un debole per la Debicki, l'avevo adorata già ne "Il Grande Gatsby" :)

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    1. Vedi, io da donna ho percepito altre tematiche :) Film simili, con così tanti "strati" e modi di venire interpretati, fanno bene al cuore.

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    2. Strano che manchi Fassbender che fa il pazzo sessualmente aperto!

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    3. Da donna, posso dire che non se n'è sentita la mancanza :)

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  3. Su carta, con quella trama vista e rivista, non ispirava, ma da McQueen e da un cast simile mi aspettavo in realtà solo cose belle. E tu me lo confermi, grazie.
    Spero di vederlo entro l'anno ;)

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    1. Di nulla ^_* Spero tu possa vederlo presto, davvero!

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  4. Gran film, sono d'accordo.
    (perché dici che la tragedia di Veronica è gratuita?)

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    1. Perché l'avrei capita in un quartiere malfamato, non su un ponte. Cioé, va bene " è neCro" però sparagli senza nemmeno un avvertimento solo perché ha infilato le mani nel cruscotto m'è sembrato un po' eccessivo.

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  5. Il problema è che quando ti ferma la polizia in america dovresti restare immobile e con le mani sul volante. Per questo io l'ho trovata plausibile. Purtroppo.

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    1. Allora il poveraccio è stato anche troppo peerla ç_ç

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  6. Ammetto che mi ha deluso. Non è un brutto film, ma visto che non riesce a scavare veramente a fondo nei suoi personaggi (il punto di riferimento per questo genere rimane sempre "Heat"), risulta in più punti inutilmente prolisso

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