Spinta da un trailer a dir poco intrigante, giovedì sono andata a
vedere Widows: Eredità criminale (Widows), diretto e co-sceneggiato dal regista
Steve McQueen.
Trama: rimasta vedova, Veronica
decide di mettere su una banda di donne per procurarsi il denaro necessario a
riparare all'ultimo furto del defunto marito.
Enrico Ruggeri cantava "mondo
di uomini, fatto di uomini soli", Steve McQueen, coadiuvato da Gillian
Flynn nell'adattare una serie TV degli anni '80, declina questo verso al
femminile e ci presenta una storia di donne sole. Donne sole perché senza
mariti, come da titolo, ma anche perché abbandonate da una società spietata con
chi è di sesso femminile, relegate a ruoli di sposa, madre, amante,
"segretaria", con qualche contentino alle imprenditrici donne in
piena campagna elettorale. Quando i mariti se ne vanno, queste donne si ritrovano
schiacciate dal peso delle colpe degli uomini e dai debiti, prive magari non
solo del lavoro, ma anche delle amicizie messe da parte nel corso degli anni
per assolvere al ruolo imposto; intrecciano, se hanno fortuna, legami con altre
donne sole, o con le madri, zie, parenti, così da riuscire magari ad affidare a
qualcuno i figli mentre si spaccano la schiena con lavori poco gratificanti e
mal pagati. Mentre gli uomini, appunto, fanno cose da uomini: si mettono in
politica senza averne né la voglia né la capacità, spinti dal desiderio di
pecunia e di potere o per un semplice reiterarsi dell'eredità patriarcale,
risolvono i loro problemi con una violenza che alle donne non dev'essere
concessa (se non come vittime o spettatrici, sia chiaro), tramano e vivono la
propria esistenza egoista, senza badare al dolore delle loro donne o men che
meno ai loro bisogni, si limitano ad offrire sesso, soldi e l’illusione di aver
coronato così i loro sogni. Sono i burattinai, all’interno di una Chicago
divisa tra bianchi ricchi e neri poveri (o divenuti ricchi grazie ai bianchi),
mentre le donne sono i silenziosi burattini che hanno solo il dovere di essere
belle, silenziose e servizievoli. Ma Veronica non ci sta. Minacciata senza capire perché, quando si ritrova per le mani il quaderno di appunti che le ha lasciato
il marito, zeppo di informazioni su furti, intrallazzi e quant’altro, invece di
venderlo al migliore offerente decide di usarlo per diventare ladra a sua volta
e prendersi la rivincita su una vita che le ha dato molto ma le ha tolto
troppo, le due cose più importanti per lei. E coinvolge, ovviamente, anche le
altre vedove, incazzate quanto lei con i mariti che, morendo, le hanno lasciate
nella bratta. Ognuna di loro, neanche a dirlo, arriverà ad affrontare un
percorso non facile ma che, forse, consentirà di rifiorire come donne e come
esseri umani, ritrovando un’indipendenza necessaria per sopravvivere… e anche
per tornare a “sentire” qualcosa, un sentimento umano di fiducia, speranza e
amicizia.
Tutti questi aspetti rendono Widows un film splendido. Più ben
girato che ben sceneggiato, nonostante questo, perché accanto a personaggi
scritti benissimo, tratteggiati con inaspettate sfumature, ci sono delle forzature
e dei cliché che fanno storcere un po’ il naso (la tragedia che colpisce
Veronica è incredibilmente gratuita). Invece, la regia di McQueen non sbaglia
un colpo e se le scene d’azione sono pulite e credibili anche quando sono
concitate, dove il regista da il meglio di sé è in quei primi piani dolorosi,
nei gesti reiterati d’affetto, nell’attenzione ai dettagli, nel modo in cui la
macchina da presa si allontana dall’unica scena di violenza davvero
insostenibile, nei piani sequenza ripresi da un punto di vista tutto
particolare in cui la città pare volere inghiottire lo small talk di uno dei
protagonisti più “sciocchi” e per questo incredibilmente reale. E poi,
ovviamente, ci sono gli attori. Viola Davis incarna tutta la dignità spaventata
di una donna ricca ma non viziata, segnata dalla vita al punto da scegliere di
sfidarla quando la morte minaccia di portarla via come il marito, un ruolo che le meriterebbe un Oscar; altra punta
di diamante del cast è Elizabeth Debiki, quella che forse evolve maggiormente
nel corso del film passando dall’essere un personaggio caricaturale ed insipido
a cuore pulsante della vicenda con invidiabile coerenza. Ai margini, svetta la
caratura di Robert Duvall il quale, assieme a Colin Farrell, da vita ad alcuni
dei duetti più memorabili che potrete sentire quest’anno al cinema, talmente realistici
nella loro gretta e testarda ignoranza che ho più volte avuto l’impressione di
trovarmi davanti le persone per cui lavoro, con la differenza che la performance
di coppia dei due attori è da applausi. Insomma, Widows è un film bellissimo,
che merita di essere visto al cinema con tutta la concentrazione e la
tranquillità che potrete trovare in una sala sicuramente poco affollata: è
grande sfoggio di ciò che rende potente una pellicola e riconferma, ancora una
volta, il talento di McQueen come regista, sceneggiatore e direttore di
grandissimi cast.
Jacki Weaver interpreta Agnieszka. Australiana, ha partecipato a film come Picnic ad Hanging Rock, Stoker, Parkland, Equals e The Disaster Artist. Ha 71 anni e cinque film in uscita.
Cynthia Erivo, che interpreta Belle, aveva già partecipato a 7 sconosciuti a El Royale. Il film è tratto dalla serie TV inglese Le vedove, del 1983, seguita da Widows 2 e She's Out e già riproposta in un'altra serie TV dal titolo Widows, del 2002. Se Widows: Eredità criminale vi fosse piaciuto potete provare a recuperarle, giusto per curiosità! ENJOY!
Nuovo film di Steve McQueen? Mi ci butto in direttissima!
RispondiEliminaE fai benissimo :)
EliminaMi è piaciuto molto. Film potente e evocativo, nonostante qualche buco di sceneggiatura. McQueen, come tutti i grandi registi, prende un film di genere per raccontare altro, nella fattispecie la crisi del sistema americano, ucciso dal capitalismo. Grandissime le attrici, tutte. Io poi ho un debole per la Debicki, l'avevo adorata già ne "Il Grande Gatsby" :)
RispondiEliminaVedi, io da donna ho percepito altre tematiche :) Film simili, con così tanti "strati" e modi di venire interpretati, fanno bene al cuore.
EliminaStrano che manchi Fassbender che fa il pazzo sessualmente aperto!
EliminaDa donna, posso dire che non se n'è sentita la mancanza :)
EliminaSu carta, con quella trama vista e rivista, non ispirava, ma da McQueen e da un cast simile mi aspettavo in realtà solo cose belle. E tu me lo confermi, grazie.
RispondiEliminaSpero di vederlo entro l'anno ;)
Di nulla ^_* Spero tu possa vederlo presto, davvero!
EliminaGran film, sono d'accordo.
RispondiElimina(perché dici che la tragedia di Veronica è gratuita?)
Perché l'avrei capita in un quartiere malfamato, non su un ponte. Cioé, va bene " è neCro" però sparagli senza nemmeno un avvertimento solo perché ha infilato le mani nel cruscotto m'è sembrato un po' eccessivo.
EliminaIl problema è che quando ti ferma la polizia in america dovresti restare immobile e con le mani sul volante. Per questo io l'ho trovata plausibile. Purtroppo.
RispondiEliminaAllora il poveraccio è stato anche troppo peerla ç_ç
EliminaAmmetto che mi ha deluso. Non è un brutto film, ma visto che non riesce a scavare veramente a fondo nei suoi personaggi (il punto di riferimento per questo genere rimane sempre "Heat"), risulta in più punti inutilmente prolisso
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