martedì 1 luglio 2025

M3GAN 2.0 (2025)

Per vari motivi, sono riuscita ad andare già venerdì a vedere M3GAN 2.0, diretto e co-sceneggiato dal regista Gerard Johnstone.


Trama: Gemma e Cady vivono una vita abbastanza serena, e cercano di limitare i danni causati dall'AI qualche anno prima. L'arrivo di un nuovo robot omicida le costringe però a ricorrere all'aiuto di M3gan...


Tre anni fa, M3GAN era stato una hit inaspettata, un divertente mix tra horror e fantascienza avente per protagonista un robot dalla personalità fortissima, capace di accattivarsi le simpatie del pubblico. Subito dopo l'uscita era già stato confermato un seguito e, finalmente, M3GAN 2.0 è arrivato. Il sequel si spoglia subito di ogni elemento horror, per diventare un thriller-action altamente tecnologico fin dalle prime scene. Se, infatti, nel primo film si parlava di fabbriche di giocattoli pronte a fare il passo più lungo della gamba nel tentativo di avere successo commerciale, anche a costo di monetizzare sulle tragedie dei piccoli acquirenti, qui i protagonisti sono entità governative, segreti militari, minacce alla sicurezza nazionale mondiale, e il nume tutelare dell'operazione è nientemeno che Steven Seagal. Nel corso del film ci sono due punti di riflessione fondamentali. Il primo è, ovviamente, un discorso sull'Intelligenza Artificiale e sui pericoli che essa comporta; Gemma, scottata dall'esperienza con M3gan, è impegnata anche socialmente per evitare che l'IA venga sviluppata e utilizzata ulteriormente ma, pur predicando bene, razzola molto male, affidando all'IA segreti e speranze di ricchezza. Il film presenta, assai realisticamente (salvo, ovviamente, quando si parla di impianti neurali e robot, per carità), un mondo completamente governato dalla tecnologia, dove basterebbe uno schiocco di dita per renderci impotenti e rimandarci all'età della pietra. M3GAN 2.0, però, non demonizza le nuove tecnologie; piuttosto, sottolinea l'importanza di un elemento umano consapevole e razionale pronto a gestirle per il bene comune (un'idea anche troppo ingenua ma, come direbbe mio padre, "sun propriu cini"). Da qui, parallelamente, si sviluppa il secondo punto di riflessione, che si traduce nell'ironico coming of age di una creatura che deve imparare a controllare le proprie emozioni e realizzare gli obiettivi imposti dalla sua programmazione nel modo più umano possibile. Un percorso di crescita che, anche questa volta, toccherà Gemma in primis, che da zia "svogliata" si è trasformata in mamma apprensiva, abbracciando l'estremo opposto senza smettere di fare danni, e la povera Cady, traumatizzata non tanto dal tentato omicidio da parte di M3gan, quanto piuttosto dal tradimento ai danni di un'"amica" considerata meno che umana. Insomma, c'è tanta carne al fuoco, e la sceneggiatura scritta a quattro mani da Gerard Johnstone e Akela Cooper non sempre riesce a tenere il filo del discorso, perdendosi in tanti piccoli dettagli apparentemente importanti che vengono lasciati cadere nel corso del film, col risultato di due ore non proprio scorrevolissime, anche per colpa di personaggi logorroici. 


Se si prende però M3GAN 2.0 come un film d'azione zeppo di omaggi alle storiche pellicole anni '80-'90, personaggi tagliati con l'accetta compresi (il robot Amelia è la tipica, fredda bellezza "sovietica" tutta sesso e omicidi, ottimo contraltare all'emancipata, "femminista" M3gan), allora c'è la seria possibilità di divertirsi. Tra surreali montaggi di geni all'opera, scantinati pieni di gadget tecnologici, corpo a corpo PG-13 ma in qualche modo ben fatti, balletti al neon e quelle canzoni cringe che già accompagnavano il primo capitolo, M3GAN 2.0 non si prende mai eccessivamente sul serio e punta più sull'ironia rispetto al suo predecessore, una scelta stilistica che tocca in primis la stessa M3gan. Come dichiarato durante uno dei dialoghi, la sua versione precedente era una bambina senza grande controllo delle proprie emozioni, un robottino pedante ed inquietante che diventava più caustico solo sul finale; la versione 2.0 punta invece molto su un'attitudine sassy, su confronti adulti ed infuocati con Gemma e sulla natura di "bitch" già palesata durante i trailer. Non ci mette molto la combo Amie Donald e Jenna Davis (la prima presta il corpo a M3gan, la seconda la voce) ad eclissare il resto del cast femminile e buona parte di quello maschile, anche se si vede che gli attori si sono divertiti a tornare nei ruoli che hanno donato loro buona parte della fama attuale. Gli unici che spiccano nel mucchio, oltre alla già citata Ivanna Sakhno nei panni di Amelia, soprattutto in virtù della sua particolare bellezza, sono Brian Jordan Alvarez, il cui ruolo di nerd goffo e un po' profittatore è stato molto gonfiato rispetto al primo capitolo, e un Jemaine Clement al quale bastano 10 minuti di screentime per bucare lo schermo con un disgustoso mix di Elon Musk, Jeff Bezos e Quagmire (ma, d'altronde, Clement ha una tale presenza scenica che potrebbe anche stare lì zitto. Sarebbe fantastico ugualmente). L'unico problema di M3GAN 2.0 è la sua natura ibrida. Come Balto, "non è horror, non è action, non è sci-fi, sa soltanto quello che non è", ma in tempi bui di spettatori che vogliono essere rassicurati e vedere sempre la stessa minestra riscaldata, non c'è spazio per le incertezze di film che nascono come matte supercazzole. Io mi sono divertita parecchio, ed è quanto mi basta per essere contenta di averlo guardato, ma se già non vi aveva convinto l'horror blando di M3GAN, consiglio di aspettare un'uscita in streaming, o rischiate di uscire dalla sala inviperiti. 


Del regista e co-sceneggiatore Gerard Johnstone ho già parlato QUI. Allison Williams (Gemma), Jemaine Clement (Alton Appleton) e Violet McGraw (Cady) li trovate invece ai rispettivi link.


Se M3GAN 2.0 vi fosse piaciuto, consiglio il recupero di M3GAN, che vi converrebbe guardare prima, o rischiate di non capire nulla del sequel. ENJOY!

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