Trama: dopo un incidente, un prete già non proprio sano di mente si trasforma in un mostro con un solo obiettivo, eliminare i metallari senza Dio...
La cosa che mi dispiace di più dell'essere incappata in Death to Metal è che Lucia, una delle fondatrici di Nuovi Incubi, ha giurato che non avrebbe mai più parlato di film brutti sul suo blog e nel podcast, perché ogni opera, anche la più inguardabile, ha dietro comunque il lavoro di persone che ci hanno messo dentro cuore e anima. La co-fondatrice del podcast, Marika, si è invece ritrovata spesso a fare da avvocato del diavolo a film distrutti da pubblico e critica, e anche se Death to Metal sarebbe un osso duro persino per lei, mi pare comunque di tradirla a parlarne male. Quindi, per venire incontro a loro e alla mia pignoleria, la quale esige che io non salti un giorno né una settimana di challenge, qualora sia riuscita a guardare il film richiesto, sarò molto breve e partirò da un punto fondamentale. SICURAMENTE non faccio parte del pubblico a cui Death to Metal è rivolto. Del metal non me ne frega una mazzafionda, non conosco la scena indipendente delle zone in cui il film è stato girato (probabilmente Death to Metal è zeppo di riferimenti, inside joke e guest star che avranno mandato in sollucchero i fan di Bifolcolandia, Iowa, ma con me mancavano proprio il bersaglio) e sono troppo anziana per apprezzare la roba low budget e recitata coi piedi. Non è vero, sto mentendo, non la apprezzavo nemmeno a 20 anni, tant'è che ho ancora gli incubi al ricordo di avere guardato Bone Sickness ma, se non altro, quel film era l'apoteosi del morboso, del malato, del disgustorama, l'espressione dello stile unico del regista, e quasi quasi posso arrivare a capirlo. Death to Metal invece è innocuo, la versione metallozza del Toxic Avenger della Troma, solo con un prete stronzo al posto del povero Melvin. Quest'ultimo era un buono, i rifiuti tossici gli davano la forza di contrastare i soprusi di gente orribile, mentre padre Milton è una merda, un prete dalle idee talmente estremiste e zeppe d'odio verso il diverso da mettere paura ai suoi parrocchiani e spingere i suoi superiori ai ripari. Ecco, una delle cose che ho apprezzato di Death to Metal è il modo equilibrato in cui sottolinea pregi e difetti di entrambe le "fazioni", nonostante la simpatia di Connery vada ovviamente ai metallari. Certo, padre Milton è deprecabile (anche a causa di un trauma infantile davanti al quale, mi spiace, ma ho riso parecchio), però il suo diretto superiore riconosce il valore indispensabile della tolleranza e della comunicazione; allo stesso modo, i metallari non sono tutti simpatici e "cool", anzi, alcuni sono rappresentati come la squallida feccia della società, e diciamo che di fronte a un paio di mattanze del Prete Tossico, un bel "good riddance" ci sta tutto. Un' altra cosa geniale è che il film sia ambientato sotto Pasqua, una festività che, solitamente, non viene molto sfruttata negli horror, nonostante tutto il suo potenziale.
Oltre a questo, c'è da dire che Death to Metal è più una horror comedy che uno slasher, quindi ammetto che qualche risata me la sono fatta (però se a fronte di una durata di un'ora e poco più uno comincia ad annoiarsi ugualmente, bisognerebbe farsi delle domande...) e ho apprezzato un paio di effettacci splatter e una cattiveria che, con un budget più alto, forse avrebbero potuto anche farmi rivoltare lo stomaco, perché di potenziale per un'opera in stile Troma oppure Peter Jackson degli esordi ce ne sarebbe stato. Purtroppo, a Tim Connery manca la visione d'insieme, la capacità di andare oltre un "vorrei ma non posso", cercando qualche soluzione originale e d'impatto, quindi nel complesso Death to Metal risulta piatto e amatoriale anche quando si spinge a mescolare non solo i generi, ma anche le tecniche (per esempio, all'interno del film c'è una sequenza animata. Di sicuro è stata realizzata per aggirare dei limiti economici, ma avrebbe comunque potuto funzionare benissimo, non fosse che è abbastanza banale. Personalmente, avrei puntato a realizzare un flashback più "estremo", sfruttando le mille possibilità del mezzo animato). Infine, c'è la nota dolente degli attori. Anche in questo caso, mi dispiace sparare sulla croce rossa, quindi cercherò di trovare almeno un pregio, che potrebbe essere la scelta di due protagonisti di bellezza "media", coi quali chiunque potrebbe identificarsi, ed una final girl che mi ha ricordato moltissimo, per indole e prontezza di risposte sagaci, la Willow di Buffy the Vampire Slayer. Il resto del cast fa abbastanza pena, quanto potrei farlo io se mai decidessi di partecipare a un film diretto da qualche amico, e si salvano giusto l'attore che interpreta il prete (ma solo perché gli è richiesto un discreto overacting) e il tenerissimo pargolotto metallozzo dotato del padre migliore del mondo. Per il resto, non consiglierei Death to Metal nemmeno al mio peggior nemico e, contrariamente a quanto premesso, ne ho parlato anche troppo. Se siete interessati, lo trovate su Tubi, ma la vita è troppo breve per dedicarsi a film mediocri. Ci penso io per voi!
Se vi piace il genere "commedia horror con musicisti", molto meglio Deathgasm, Studio 666 e Destroy All Neighbors. ENJOY!