Trama: sorella Barnes e sorella Paxton, giovani missionarie metodiste, bussano alla porta del gioviale Mr. Creed, senza sapere di essersi appena condannate a vivere un incubo...
Di Heretic avevo giusto visto un teaser o poco più, ma poiché ho sviluppato una passione per l'ultima evoluzione di Hugh Grant, pronto ad addentrarsi nel terreno scivoloso dei ruoli sgradevoli, me l'ero segnato come uno dei film da guardare assolutamente. Ci ho visto giusto, per fortuna, anche se non mi sarei aspettata un film così "ragionato". Più che un horror, infatti, Heretic è un thriller psicologico, che entra nel vivo dopo un'introduzione molto lunga che serve non solo a presentarci i personaggi, ma anche a mettere sul tavolo le dinamiche di potere tra gli stessi. Senza addentrarsi troppo in spoiler, sorella Barnes e sorella Paxton sono due anacronistiche ragazze mormone, che troviamo in procinto di compiere la loro missione di diffusione della parola di Cristo, atta a fare proseliti tra i cosiddetti "investigators", ovvero coloro che sono interessati a capire di più della dottrina della loro Chiesa. Diversamente da quanto accade in opere simili, Barnes e Paxton non sono caratterizzate come delle matte invasate, ma come ragazze normali, motivate da una fede profonda e consapevoli di essere considerate delle reiette dalle loro coetanee; la trama sposa, fin dall'inizio, il loro punto di vista innocente e talvolta ottuso, tanto che è difficile provare antipatia nei loro confronti. Allo stesso modo, almeno nel corso delle prime sequenze di "confronto", è difficile non rimanere affascinati da Mr. Reed, colto gentiluomo per nulla disposto a farsi prendere per il naso da quella che è, fondamentalmente, una setta, e ben disposto ad inculcare un po' di sale in zucca alle due ragazzine con stoccate ironiche e pungenti. Solo che, andando avanti, il registro cambia e si chiarisce il focus di un'operazione come Heretic, che sfrutta la religione per parlare, come ho scritto sopra, di dinamiche di potere e prevaricazione. Di fronte al titolo, mi sarei aspettata che l'incontro col ciarliero, talvolta buffo Mr. Reed, si sarebbe tradotto in qualcosa di satanico, oppure in uno scontro tra invasati religiosi come molto spesso si incontrano all'interno di questo genere di film. In realtà, "Heretic" si fonda sull'etimologia stessa di questa parola ed è interamente basato sulle "scelte" delle protagoniste, condizionate (sin dagli innocenti dialoghi dell'inizio) da fede, credenze, preconcetti e, soprattutto, iterazioni, tutti elementi sapientemente manipolati da un affabulatore nato come Mr. Reed e atti a torturare il prossimo non tanto per diletto, quanto per una patologica mania di controllo.
Il set dove si svolge quasi interamente Heretic, un capolavoro di architettura ed ingegneria "sbagliato" sin dalle prime immagini, è lo specchio della mentalità contorta del suo padrone e uno degli aspetti più interessanti ed originali del film. Scott Beck e Bryan Woods avevano già dimostrato, con Haunt, di saper giocare con le percezioni dello spettatore e dei protagonisti, trasformando un banale horror a tema "case stregate di Halloween" in un gioiellino di tensione; qui, secondo me, alzano ulteriormente il tiro sfruttando alla perfezione il montaggio (una particolare sequenza Kubrickiana si distingue per il gusto finissimo), il sonoro e le musiche, inoltre anche il graduale cambio di registro da commedia grottesca a dramma disperato funziona alla grande e i dialoghi contengono tante di quelle informazioni che servirebbe una vita per confutarle tutte, il che contribuisce ad alimentare l'incertezza dello spettatore relativamente al personaggio di Mr. Reed. Riguardo a quest'ultimo, se Hugh Grant si portasse a casa il Golden Globe festeggerei per giorni. Come ho detto, l'ex eroe delle rom com raffinate è diventato un vecchio bastardo sia nelle interviste che nei ruoli che sceglie, e questa sua nuova natura lo rende, ai miei occhi, molto più interessante che in passato. Pur gigioneggiando come se non ci fosse un domani, Grant non si mangia però tutto il film, perché i realizzatori di Heretic hanno avuto l'intelligenza di affiancargli due giovani attrici dal fascino diametralmente opposto, capaci di completarsi come il giorno e la notte. Da una parte, abbiamo Sophie Thatcher, bellezza crepuscolare e dotata di uno sguardo profondo, fin da subito connotata come l'elemento carismatico della coppia di missionarie; dall'altra abbiamo Chloe East, ingenua e timorosa eppure sempre più importante col proseguire della storia. L'interazione tra i tre, fatta di dialoghi, sguardi e silenzi, svia continuamente lo spettatore, spingendolo in direzioni inaspettate che rendono la visione di Heretic, nonostante la sua natura di slow burn, un viaggio continuo sulle montagne russe, pieno di twist inaspettati (se vi va, nei commenti, vi racconto tutti i castelli mentali che mi sono fatta a un certo punto, perché c'è da ridere). Arrivato alla fine di questo ricchissimo 2024, Heretic è uno dei film più originali che vedremo in Italia l'anno prossimo, e il mio consiglio è di non farselo scappare per niente al mondo!
Dei registi e sceneggiatori Scott Beck e Bryan Woods ho già parlato QUI. Hugh Grant (Mr. Reed), Sophie Thatcher (Sister Barnes) e Topher Grace (Elder Kennedy) li trovate invece ai rispettivi link.