Per dovere di completezza, la settimana scorsa sono andata a vedere Wicked: For Good, diretto dal regista John M. Chu e tratto dal musical Wicked, a sua volta ispirato dal romanzo Wicked: The Life and Times of the Wicked Witch of the West di Gregory Maguire.
Trama: elevata al rango di nemico pubblico di Oz, Elphaba cerca di usare i suoi poteri e l'orribilario rubato al Mago per migliorare la condizione degli animali, mentre Glinda è diventata il volto buono del reame...
Siccome in mezzo ci si è messo il recupero della prima parte di Stranger Things, è passata una settimana prima che riuscissi a buttare giù due righe su Wicked: For Good e giuro che ho fatto fatica persino a pensare a cosa dire nel breve accenno di trama iniziale. Se dovessi usare una metafora per definire Wicked: For Good, "aria fritta" sarebbe la migliore. Non conosco il musical ma, documentandomi qui e là, ho scoperto che il film ne coprirebbe gli ultimi 50 minuti, a detta dei fan già non molto interessanti in partenza; il fatto che la sceneggiatura li allunghi fin quasi ad arrivare a due ore e mezza, aggiungendo due canzoni non particolarmente memorabili, ovvero No Place Like Home (cantata da Elphaba come rimando a Il mago di Oz, mentre cerca di spronare gli animali a non abbandonare il regno che dovrebbero considerare casa propria) e The Girl in the Bubble ("monologo" cantato in cui Glinda si rende conto, finalmente, di quanti danni abbia fatto la sua smania di apparire), è un'ottima misura della pesantezza del film. Ancor peggio, nonostante il metraggio sia stato allungato a dismisura, i pochi snodi fondamentali della trama vengono sbrigati in quattro e quattr'otto, mentre il legame di amore/odio, amicizia e reciproco arricchimento di Elphaba e Glinda è sviscerato in mille modi, in particolare per quel che riguarda la lenta maturazione della Fata Buona, che diventa il fulcro dell'intero film. Non è che Elphaba venga messa da parte, però la sua decisione finale salta tutta una serie di passaggi che, a mio avviso, avrebbero dovuto concretizzarsi in azioni più feroci ed estreme dopo la canzone No Good Deeds, invece la poveraccia si accontenta di imprigionare Dorothy reclamando (inutilmente) le scarpette d'argento della sorella. A tal proposito, l'apice della serie di risate involontarie che mi sono fatta guardando il film (almeno il capitolo precedente mi aveva commossa!) è stata la repentina trasformazione di Nessarose in Annie Wilkes, l'autogaslighting che la spinge ad odiare la sorella quando la vera pazza è proprio lei, e il terrificante, deludente catfight tra Glinda ed Elphaba davanti al cadavere invisibile di Nessarose. Probabilmente, mostrare due gambe che uscivano da sotto le fondamenta della casa sarebbe stato ancora più grottesco, ma due sgallettate che si prendono a schiaffi non si possono proprio vedere. E mi taccio anche sulla ridicola scena d'amore tra Elphaba e Fiyero, con lei che canta al vento in body nero e golfino di lana mentre lui, lentamente, si leva le bretelle: quando Elphaba alla fine dice una cosa tipo "adesso mi sento davvero cattiva" (con un adattamento che, ovviamente, sorvola sul doppio significato di "wicked" in inglese, ma lasciamo perdere) ho riso sguaiatamente in sala.
Questo continuo utilizzo di registri sbagliati, il cozzare della messinscena con ciò che la situazione contingente dovrebbe veicolare, era già un problema di Wicked, tuttavia il primo film riusciva ad azzeccare alcune sequenze, in primis quella del ballo che segna l'inizio della vera amicizia tra Elphaba e Glinda. Qui non c'è una sola scena memorabile (d'altronde, come scrivevo nella recensione di Wicked, John M. Chu è un cane arrabbiato maledetto) e, oltretutto, la saturazione dei colori e la post-produzione continuano ad essere un problema enorme, perché lo spettatore è sottoposto a tre alternative: o vedere tutto smarmellato da un alone lattiginoso, o perdere la vista davanti a colori carichissimi, oppure non vedere una mazza, tanto sono scure le immagini. Il risultato di questa pessima gestione delle luci e dei colori è che tutto ciò che di artigianale esiste all'interno del film, come i bellissimi costumi e qualche set, appare posticcio, di bassa qualità, leggermente superiore allo schifo che si vede in roba come Descendants, ma non è un complimento di cui andare fieri. Peccato, neanche a dirlo, per Cynthia Erivo e, soprattutto, per Ariana Grande, vero fulcro del film. Finalmente, i responsabili dell'edizione italiana hanno capito che doppiare le canzoni era un delitto perseguibile per legge, e hanno scelto di lasciarle in originale coi sottotitoli. In questo modo, anche il pubblico italiano ha potuto godere della bellissima voce delle due attrici e della loro interpretazione (nonostante sarebbe stato meglio far funzionare il cervello già in occasione del primo film, che aveva una colonna sonora molto più bella ed iconica), e capire quanto le due credano davvero nell'intero progetto. Peccato, ripeto, che il contorno sia sciapo e che tutto l'impegno profuso dalle due attrici non sia abbastanza per salvare Wicked: For Good dall'essere un'opera mediocre e con enormi problemi di ritmo. Qualora il musical arrivasse in Italia, ovviamente in versione originale, mi piacerebbe dargli una chance e capire di preciso cosa sia andato storto nella trasposizione da un medium all'altro, ma per il momento mi limito a tremare all'idea di quante nomination immeritate porterà a casa 'sta baracconata e giuro solennemente di non riguardarlo mai più.
Del regista Jon M. Chu ho già parlato QUI. Cynthia Erivo (Elphaba), Jeff Goldblum (Il fantastico Mago di Oz), Michelle Yeoh (Madame Morrible), Colman Domingo (voce originale del Leone Codardo) li trovate invece ai rispettivi link.
Ariana Grande interpreta Glinda. Americana, la ricordo per film come Zoolander 2, Don't Look Up, Wicked e serie quali Scream Queens; come doppiatrice ha lavorato ne I Griffin. Anche cantante, sceneggiatrice, produttrice e regista, ha 32 anni e un film in uscita, l'ennesimo seguito di Ti presento i miei, dal titolo Focker In-Law, e dovrebbe partecipare anche alla prossima stagione di American Horror Story.
Il film, ovviamente, è il seguito di Wicked e oltre a consigliarvi di leggere l'omonimo libro da cui il musical è tratto, magari senza regalarlo alle vostre figlie/parenti minorenni che si troverebbero davanti qualcosa di ben diverso da questo trionfo di buoni sentimenti, vi invito a recuperare Il mago di Oz e Nel fantastico mondo di Oz. ENJOY!




