Dopo essermi occupata per un paio di post di film recentissimi, torno ora a parlare di qualche sano horror “vintage” e per certi versi storico. Premesso che non amo molto Dario Argento, tra i suoi film comunque il mio preferito in assoluto rimane non già il più famoso Profondo Rosso ma l’horror Suspiria, da lui diretto nel lontano 1977.
La trama: Suzie Tanner è una promettente ballerina americana, che decide di iscriversi ad una prestigiosa accademia di danza in Germania. Lì, a mano a mano che i cadaveri e le sparizioni aumentano, scopre che un mistero molto pericoloso si cela tra le mura della scuola.
Suspiria è il primo film della cosiddetta “trilogia delle tre Madri”, continuata poi nel 1980 con Inferno e conclusasi nel 2007 con La terza madre, appunto. Le tre pellicole rappresentano la principale incursione nell’horror di un regista che, nonostante i luoghi comuni, è sempre stato specializzato in sanguinolenti thriller, a volte contaminati da qualche sprazzo “sovrannaturale”. E senza dubbio Suspiria è il più bello dei tre: Inferno lo vidi ormai un sacco di anni fa, almeno dieci, e ammetto che non mi è rimasto molto impresso, mentre Suspiria ho sempre avuto voglia di rivederlo. Il motivo credo sia da ricercare (oltre che nella mia innata perversione) nel fatto che il film riunisce delle splendide immagini, una trama inquietante e una musica che ti entra nella testa e non ti lascia più.
Partiamo dalla prima cosa che colpisce, ovvero le immagini. A differenza degli ultimi, orrendi film del nostro, Suspiria è curato da morire, e la mano dell’Autore si vede benissimo, fin dall’inizio. Le luci e i colori sono importantissimi e predominano quelli forti come il rosso sangue, il verde acceso, il blu elettrico, che possono essere scorti nell’illuminazione di ogni corridoio o finestra delle stanze dell’Accademia, ma anche all’Aereoporto, quando Suzy arriva per la prima volta in Germania. Ogni omicidio, per quanto assurdo potrebbe sembrare, è preceduto o seguito da immagini che sembrano fatte ad arte, delle piccole, macabre tele; un esempio eclatante è la morte dell’amica di Suzy, che richiama molto la passione di Cristo e la Sua corona di spine, quando la povera ragazza rimane impigliata in enormi matasse di filo di ferro. Altre immagini inquietanti ed indimenticabili sono le ombre che si stagliano contro una piazza vuota, i terribili occhi che compaiono dal nulla, attraverso un vetro oscurato, la doppia morte iniziale, che si conclude in una macabra pioggia di vetri infranti. Senza contare ovviamente il confronto finale con la strega, dove gli scenografi si sono dati particolarmente da fare per creare un ambiente claustrofobico e al contempo misterioso, prima delle spettacolari deflagrazioni finali.
Come ho detto, quello che concorre a rendere il film inquietante e che completa degnamente le immagini è la colonna sonora dei Goblin. Ora, io di musica non me ne intendo, quindi perdonatemi se non mi saprò spiegare al meglio, ma non sono nemmeno così arrogante da pensare che, nonostante il pezzo più famoso di Suspiria stia venendo da tempo utilizzato nel gioco di Rai Uno Affari Tuoi, lo conoscano tutti. Immaginatevi quindi tutto il film percorso da un inquietante suono di carillon unito a dei sospiri, al respiro roco di una strega… aggiungeteci un’altra musica incalzante, composta da urla spettrali accompagnate da rulli di tamburi e colpi (si dice così??) di piatti. No, non potete immaginarla perché io mi spiego da cani, ma almeno vi costringerò a guardare il film o a cercarne la colonna sonora! Vi assicuro che è molto efficace e tiene davvero col fiato sospeso.
Ultima cosa, per una volta la trama non è insensata e piena di buchi logici, e gli attori sono molto bravi, soprattutto la protagonista, delicata e forte allo stesso tempo (i bei tempi in cui Argento non infilava ancora la figlia Asia dappertutto…). Il film scorre senza intoppi dall’inizio alla fine, lasciando intatta la suspence e fornendo allo spettatore delle spiegazioni plausibili, nonostante alcuni ovvi picchi di trash forniti dalla presenza delle due “tate” o badanti, o quel che sono, senza dimenticare la comparsata di Miguel Bosé nei panni di un ballerino che concupisce timidamente la protagonista. Anche i dialoghi sono a volte altrettanto trash, come per esempio il litigio tra due ballerine basato sul fatto che i nomi che iniziano per “S” sono nomi di serpenti (…no comment), mentre invece alcuni personaggi avrebbero potuto essere sfruttati meglio, come per esempio il demoniaco bimbetto che deambula per tutto il film senza che venga mai chiarita la sua origine o la sua funzione. Comunque, Suspiria è un film che in generale consiglio, in primis agli appassionati di horror ovviamente, ma anche a chi ne è digiuno e vuole vedere un bell’esempio di horror italiano.
Di Udo Kier, che compare come psicologo esperto di esoterismo, e che tornerà come prete ne La Terza Madre, ho già parlato nel post dedicato all’omonimo film, dove ovviamente troverete anche notizie sul regista Dario Argento.
Jessica Harper interpreta la protagonista, Suzie. L’attrice americana, che è anche cantante e compositrice, ha ripreso il ruolo storico di Janet Weiss nel “seguito” del Rocky Horror Picture Show, Shock Treatment, e ha inoltre recitato in Minority Report, mentre per la TV la troviamo in episodi di Moonlighting, Racconti di mezzanotte, Ally McBeal e Settimo cielo. Ha 61 anni.
Alida Valli interpreta l’ambigua miss Tanner, la direttrice. Attrice italiana diventata assai famosa per la sua interpretazione in Senso, di Luchino Visconti, e attiva fin dagli anni ’30, possiamo ritrovarla in tutta la sua grazia ne Il caso Paradine di Hitchcock, Lisa e il Diavolo di Mario Bava, Novecento, l’altro film della Trilogia delle Madri ovvero Inferno e in Sogni mostruosamente proibiti. L’attrice è morta nel 2006 all’età di 85 anni.
Di questo film pare che sia in produzione un remake previsto entro la fine dell’anno e diretto da un certo David Gordon Green. Ho già paura, ma non in senso buono. Una piccola curiosità: Daria Nicolodi, storica compagna del regista nonché cosceneggiatrice del film da la voce alla malvagia strega Elena Markos. Inoltre, non so se è una citazione o meno, ma la scena del cane che si rivolta contro il suo padrone cieco è praticamente identica a quella girata da Fulci nel suo E tu vivrai nel terrore... l'Aldilà. E ora vi lascio con l'inquietante colonna sonora dei Goblin e i terribili versi di Claudio Simonetti.. ENJOY!!