Eccoci arrivati ad un altro appuntamento col
BollOspite, che oggi presenta una recensione in tandem con
Arwen Lynch (la potete trovare ovviamente anche sul suo blog,
La fabbrica dei sogni). Il film stavolta lo ha scelto
Arwen e trattasi dell'italianissimo
The Butterfly Room - La stanza delle farfalle, diretto e sceneggiato nel 2012 dal regista
Jonathan Zarantonello. Contiene qualche
SPOILER!
Trama:
Ann è una donna solitaria ed educata che ama collezionare farfalle, tenute in una stanza misteriosa. La figlioletta di una vicina di casa scopre a poco a poco che Ann nasconde un oscuro segreto...
Il punto di vista di Arwen....
Guardando questo film ho avuto l'impressione che il regista abbia riunito alcuni nomi del cinema horror del passato, senza dubbio si tratta di un opera cinefila e come spesso accade c'è il modus operandi toccato persino da grandi registi come
Tarantino ad esempio.
Barbara Steele è unica, per chi come me ha visto le opere di
Mario Bava sa a cosa mi riferisco, anche in questo film è inquietante da morire, avete notato il suo sguardo allucinante? E' da pelle d'oca che se ci penso ancora mi vengono i brividi. Il film si costruisce su un piano molto comune, la madre che passa un weekend con il suo nuovo compagno e deve lasciare la sua figlioletta, ma a chi la lascia? Alla vicina dall'aspetto rassicurante, senza contare che spesso sono le persone rassicuranti le più pericolose.Il film è costruito come se lo spettatore guardasse tutto con gli occhi di un bambino, in questo caso Julie, che entra in una storia più grande di lei che non può affrontare da sola, il regista
Gionata Zarantorello è capace anche di parlare del passato di Ann, attraverso dei
flashback intelligentissimi e mirati nei momenti giusti. Si scopre per esempio la presenza di una bambina che non vedremo mai, tranne quando sarà Julie a scoprirla nella stanza delle farfalle, si scopre il mistero legato alla psicosi di Ann e tanti altri misteri. A questo si aggiungono gli omicidi commessi per nascondere il suo oscuro passato dietro la patina di persona rassicurante accrescendo l'ansia dello spettatore. Da sottolineare la presenza del per me mitico
Ray Wise - il Leland Palmer di
Twin Peaks - uno degli attori che meriterebbero avere maggior risalto nel cinema. La regia è efficace e per nulla scontata, gli attori ben utilizzati, tranne alcuni che rimangono comprimari, il perno ovviamente è
Barbara Steele, ritornata al cinema dopo il suo ritiro e si mangia ovviamente tutti quanti come dice Bollicina. L'orrore spesso risiede nelle cose rassicuranti, quelle che ci ispirano fiducia. La madre della bambina poi l'avrei menata pure io, ma come lasci la tua piccola nelle mani di una sconosciuta e te ne vai col tuo amante? Ma dico si può essere così superficiali? SI perchè il film è anche molto realistico oltre che essere un opera di fiction, e questa è una grande abilità del regista lo dobbiamo dire. Niente male come film italiano avere delle
guest star americane che hanno fatto film horror. Sul finale invece mi trovo in disaccordo con Bollicina, non è scontato perchè se tu subisci degli abusi, un giorno potresti rimanerne vittima, quindi la storia si ripete e va avanti...non c'è un happy end consolatorio, quello si sarebbe stato fuori luogo. Il regista non fa un semplice horror, ma cerca di far capire agli spettatori che la follia una volta toccata ti segna per la vita e non ne puoi uscire, che la crudeltà e l'orrore si nascondono sempre in persone di cui in apparenza ti puoi fidare, anche se poi le conseguenze saranno devastanti.
Zarantonello dirige un film che scava con una storia abbastanza semplice nel passato del glorioso cinema horror, e lo sa rappresentare in maniera fluida e sincera, e questo per il cinema italiano è già qualcosa di eccezionale non credete?
... E quello della Bolla!
Quando, all'inizio dei titoli di testa, ho visto la dedica in italiano e la scritta "prodotto in associazione con
RaiCinema" il mio primo istinto è stato quello di spegnere il televisore, il secondo quello di mandare un messaggio ad
Arwen per chiederle se non le avesse dato di volta il cervello viste le mie ultime, orrende esperienze col thriller-horror moderno nostrano (
Mandare un messaggio a me? Nooo, Bollicina abbi fede, lo sai che quando tocca a me scelgo sempre delle chicche, e come vedi il film t'è piaciuto, hehehe mai spegnere la tv anche se ci vedi RaiCinema all'inizio N.D.
Arwen). Poi ho visto il nome di
Barbara Steele e di un altro paio di signore avvezze all'horror (nonché di
Ray Wise, ovviamente!) e ho deciso di dare comunque una chance a
The Butterfly Room, aggiungerei anche per fortuna. La pellicola di
Zarantonello infatti, pur non essendo priva di un paio di forzature, è uno dei thriller più intriganti che mi sia capitato di vedere recentemente, una sorta di ritorno alle atmosfere anni '80-'90 in perfetto stile
Il patrigno o
La mano sulla culla: la protagonista Ann, infatti, è semplicemente una pazza psicopatica
tout-court e uno degli enormi pregi del film è quello di non stare a ricamare troppo su eventuali spiegoni legati al suo passato o a traumi ancora irrisolti. Ann, come nelle migliori favole, è "semplicemente" una strega cattiva, in grado di infliggere le peggiori torture psicologiche ai bambini per puro scopo educativo, egoista al punto da non fermarsi di fronte a nulla pur di ottenere l'oggetto delle sue brame. Tale "oggetto", c'è da dire, conferisce un che di morbosetto alla trama di
The Butterfly Room, un perfetto esempio di "innocenza del demonio" che purtroppo rappresenta alla perfezione la mentalità di tante ragazzine (e di tante, indegne madri), disposte a fare qualunque cosa per soldi; anzi, a questi punti mi chiedo se
Zarantonello non abbia qualche problema con la figura materna o con quella femminile perché, a parte la piccola Julie, delle donne rappresentate non se ne salva una, tutte pazze, sgualdrine, profittatrici e quant'altro. Qui mi fermo nel raccontare trama e personaggi che, ovviamente, vanno scoperti e gustati a poco a poco.
Il pregio della regia di
Zarantonello, invece, è la sua capacità innanzitutto di creare immagini assai eleganti ed evocative (la scoperta del "segreto" della
butterfly room del titolo è scioccante e meravigliosa allo stesso tempo) poi quella di sfruttare un montaggio fatto di dissolvenze particolari e ancor più particolari "
rewind" che introducono ai pochi, necessari
flashback necessari per comprendere la vicenda; i
flashback in questione, peraltro, sono frammentari e mescolati al normale scorrere del tempo narrativo, cosa che spinge lo spettatore a guardare
The Butterfly Room con particolare attenzione. La fotografia inoltre è molto curata e ciò, assieme agli elementi di cui ho già parlato, concorre ad elevare di molto la pellicola rispetto allo standard italiano moderno dei film di genere. Passiamo ora a quello che più mi ha attratto del film, ovvero l'abbondanza di
guest star horror! Come spesso accade, alcune di esse sono ben utilizzate, altre meno. La grandiosa
Barbara Steele non ha bisogno di presentazioni: elegante, con quel raffinatissimo accento inglese e quei profondi, inquietanti occhi neri, è la perfetta incarnazione del male e ruba la scena a chiunque le stia accanto, senza caricare un personaggio che, se messo in mano ad un'attrice meno esperta, avrebbe rischiato di trasformarsi in macchietta.
Ray Wise, Camille Keaton ed
Heather Langenkamp fanno giusto delle comparsate (a parte l'ex Nancy che ha un ruolo più consistente) e, obiettivamente, avrebbe fatto piacere vederli un po' di più, mentre la povera
Erica Leerhsen interpreta un personaggio così irritante che verrebbe voglia di vederla morta dopo i primi fotogrammi. Molto brave anche le giovani protagoniste, ognuna a modo suo, in particolare i glaciali sguardi di disprezzo che
Julia Putnam lancia nei confronti di chicchessia sembrano proprio veri mentre la piccola
Ellery Sprayberry è di una tenerezza disarmante e sul finale spezza il cuore. A proposito del finale, forse giusto quello ho trovato un po' forzato, non tanto per l'"evoluzione" del personaggio della
Langenkamp ma piuttosto per una situazione familiare a dir poco improbabile. Ciò non toglie, ovviamente, che
The Butterfly Room è un film pregevolissimo che vi consiglio assolutamente di recuperare!!
Di
Barbara Steele (Ann),
Ray Wise (Nick) e
P.J. Soles (Karen) ho già parlato ai rispettivi link.
Jonathan Zarantonello (vero nome Gionata Zarantonello) è il regista e sceneggiatore della pellicola. Nato a Vicenza, ha diretto film come
Medley - Brandelli di scuola e il corto
Alice dalle 4 alle 5. Anche attore, responsabile degli effetti speciali e produttore, ha 35 anni.
Erica Leerhsen interpreta Claudia. Americana, ha partecipato a film come
Il libro segreto delle streghe: Blair Witch 2, Non aprite quella porta e a serie come
I Soprano, Alias, Ghost Whisperer e
CSI: Miami. Anche produttrice, ha 38 anni.
Heather Langenkamp interpreta Dorothy. Indimenticabile Nancy in
Nightmare - Dal profondo della notte, Nightmare 3 - I guerrieri del sogno e interprete di sé stessa in
Nightmare - Nuovo incubo, la ricordo anche per film come
Sotto shock; inoltre, ha partecipato a serie come
Genitori in blue jeans. Anche produttrice e regista, ha 50 anni e due film in uscita.
Camille Keaton interpreta Olga. Americana, ha partecipato a film come
Cosa avete fatto a Solange?, Non violentate Jennifer e
Le streghe di Salem. Ha 67 anni e quattro film in uscita.
Nel film a un certo punto compare anche
Joe Dante, ovvero il tassista a cui Claudia chiede se è davvero troppo vecchia per indossare certi abiti.
The Butterfly Room non è, come si dice nei credits, basato sul romanzo
Alice dalle 4 alle 5 (che, di fatto, non esiste) bensì sul corto che porta lo stesso titolo, sempre diretto da
Jonathan Zarantonello. Se il film vi fosse piaciuto magari recuperatelo! ENJOY!