A distanza di pochi giorni dall'Helena Bonham Carter Day eccomi a festeggiare, in questo mese zeppo di nascite importanti, nientemeno che il Texano dagli occhi di ghiaccio, alias Clint Eastwood, che oggi compie ben 83 anni. Ci sarebbero molti modi di celebrare quest'uomo tutto d'un pezzo, nato come attore di western conosciutissimi: io ho scelto di celebrarlo attraverso l'attività in cui più si è distinto in questi ultimi anni, quella di regista, che gli ha fruttato già due Oscar (per Gli spietati e Million Dollar Baby) e innumerevoli nomination. Mezzanotte nel giardino del bene e del male (Midnight in the Garden of Good and Evil), da lui diretto nel 1997, non ha mai portato a casa premi importanti, ma si è trovato un posto saldo tra i miei film preferiti.
Trama: nella pittoresca cittadina di Savannah, il famoso ed esclusivo party natalizio del milionario Jim Williams finisce con l'omicidio del suo giovane amante Billy. Un giornalista di New York, chiamato a scrivere un articolo sulla festa, si trova così costretto a scagionare l'eccentrico collezionista di oggetti d'arte...
Cominciando a scrivere la recensione di Mezzanotte nel giardino del bene e del male mi sono accorta che non è facile parlare del lavoro di un regista, soprattutto quando il film in questione ha un impianto classico che più classico non si può. Ma forse è proprio questo che mi piace di Clint Eastwood, il suo modo di prendere le storie e raccontarle senza troppi fronzoli, in maniera assai dettagliata ma comunque lineare, riuscendo a gestire miriadi di personaggi garantendo ad ognuno lo spazio necessario per essere ricordati dal pubblico e cercando di ottenere dagli interpreti delle interpretazioni valide ma mai eccessive. Mezzanotte nel giardino del bene e del male è tratto dall'omonimo romanzo di John Berendt, un esempio di cosiddetta non-fiction, quindi basato su eventi assolutamente reali ma trattati in modo da diventare più "appetibili" per il pubblico. Non l'ho mai letto ma, da quel che ho potuto capire, Eastwood è riuscito a coglierne gli aspetti salienti, mantenendo intatta l'atmosfera weird e al contempo ospitale e familiare che si respira all'interno della cittadina di Savannah, dove convivono realtà sociali apparentemente inconciliabili (pregiudizi a dir poco puritani e voodoo, travestiti e borghesucci omofobi): nelle mani di un John Waters il film si sarebbe trasformato probabilmente in un delirante teatrino trash mentre in qualche modo Eastwood riesce a mantenere in equilibrio la parte seria e "realistica" relativa al processo, alle indagini, ai mille misteri che circondano Jim e quella più surreale e volutamente ironica, legata soprattutto a personaggi pittoreschi come il travestito Lady Chablis, la sacerdotessa voodoo Minerva, "l'uomo delle mosche" Luther e chi più ne ha più ne metta. Questa mescolanza di generi è assai gradevole e per nulla straniante, così che anche le sequenze che rischierebbero di annoiare a morte il pubblico, come quelle del processo, vengono trattate con piglio brioso e intervallate da avvenimenti in grado di spezzare il ritmo monotono del dramma legale.
Come immagini, Eastwood purtroppo non riesce a sbizzarrirsi troppo o a regalare momenti particolarmente memorabili: io trovo sempre bellissimo l'inizio, con la statua che vigila sul cosiddetto Giardino del bene e del male con una malinconica canzone in sottofondo, tuttavia anche i due diversi modi in cui viene mostrata la morte di Billy e tutte le sequenze che hanno per protagonista le feste dell'alta società di Savannah sono ben coreografate. Vero punto di forza della pellicola sono però gli attori, a cominciare da un grandissimo Kevin Spacey, sempre caratterizzato da quel tocco di ambiguità che ha reso indimenticabili molti dei suoi personaggi, e da un giovane ma validissimo John Cusack nei panni dello spaesato scrittore di città, per continuare poi con tutti gli altri particolarissimi interpreti coinvolti, alcuni dei quali davvero presenti durante la vicenda: la mia preferita (o il mio preferito?) rimane THE Lady Chablis, peculiarissimo, sboccato transessuale che si atteggia comunque a donna d'altri tempi, facilmente conquistabile con un po' di sana galanteria, ma anche l'avvocato difensore di Jim è un bel personaggione, soprattutto per il modo pittoresco in cui si rivolge a Cusack. A maggior ragione, Mezzanotte nel giardino del bene e del male andrebbe visto esclusivamente in lingua originale per poter godere della parlata quasi antiquata della maggior parte dei personaggi, ma anche se non masticate bene l'inglese è un film che consiglio spassionatamente, soprattutto per conoscere un lato un po' diverso del festeggiato. Se però vi va di guardare film più recenti e famosi, ecco qualche altra pellicola di Clint Eastwood che potete trovare sul Bollalmanacco:
Hereafter (2010), il film che mi ha fatto beccare parecchie bottigliate da Mr. Ford, che lo adora. Io l'ho trovato ben girato, ma noioso e banale come pochi. Ahi!
J. Edgar (2011), biografia di un presidente gerbera. Particolare, non per tutti, ma sicuramente fulgido esempio di grande cinema!
E il Clint Eastwood Day non finisce qui. Ecco tutti i post realizzati dai blogger che hanno aderito ai festeggiamenti!
50/50 Thriller - Fino a prova contraria
500 film insieme - I ponti di Madison County
Bette Davis Eyes - J. Edgar
Combinazione Casuale - Per un pugno di dollari
Director's cult - Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo
Era meglio il libro - Assassinio sull'Eiger
Ho voglia di cinema - Mystic River
Il cinema spiccio - La recluta
In central perk - Invictus
Montecristo - Cacciatore bianco cuore nero
Movies Maniac - Gran Torino
Pensieri Cannibali - Changeling
Scrivenny - Gli spietati
Triccotraccofobia - Un mondo perfetto
White Russian Cinema - Space Cowboys
Viaggiando (meno) - Fuga da Alcatraz
La Fabbrica dei Sogni - Million Dollar Baby