Trama: Alice vive una vita idilliaca da casalinga assieme al marito Jack finché, un giorno, non scopre delle crepe nel suo mondo perfetto...
Don't Worry Darling è un film che, tra qualche mese, verrà ricordato più per tutti i gossip che ne hanno accompagnato l'uscita veneziana che per le sue qualità, questo nonostante sia un'opera assolutamente godibile, con qualche difettuccio qua e là. Purtroppo, il primo di questi difetti (che probabilmente allo spettatore "casuale" interesserà poco ma che rende inevitabilmente l'appassionato come la sottoscritta una bella pigna in c**o) è la sua natura di collage di opere che già prima, in maniera più concisa, originale e profonda, hanno trattato argomenti simili sfruttando topoi distopici o fantascientifici quasi identici; poco danno, mi direte, ormai il cinema è un copia-incolla di idee già sviscerate, l'importante è copiaincollare bene e rielaborare con originalità. Il problema di Don't Worry Darling è che, a livello di messa in scena (poi ci torniamo) è uno spettacolo, tuttavia risulta un po' superficiale a livello non solo di temi, ma anche di utilizzo dei topoi citati in precedenza. L'intera operazione è, palesemente, una critica al patriarcato tossico, ma le implicazioni del film potrebbero andare ben oltre questa critica, se solo fosse stata data voce a tutte le varie anime che abitano nel mondo perfetto di Alice e se solo si fosse insistito maggiormente su quello che si nasconde fuori da quell'universo idilliaco, di cui possiamo scorgere giusto pochi sprazzi e che, onestamente, mi ha messo addosso un orrore indicibile (SPOILER: Jack ha fatto una cosa orribile alla moglie, quest'ultima "pensa ai bambini", d'accordo, ma da quanto mi è parso di capire ci sarebbe anche la possibilità di vivere nella realtà virtuale costruita da Frank con persone che non siano nostre compagne, o comunque dotate di altri avatar, il che è anche peggio). Altro appunto, il film si concentra, come del resto i suoi protagonisti, più sull'apparenza che sulla sostanza, indugiando in sequenze infinite che poco aggiungono alla trama e sembrano messe lì solo per allungare il metraggio. Va bene mostrare le feste interminabili, le scopate di Jack e Alice e le abilità di ballerino di Harry Styles, tuttavia, a mio avviso, sarebbe stato meglio fornire motivazioni un po' più consistenti al villain Frank, connotato giusto da un paio di deliri psicotici che rendono la popolazione maschile descritta nel film ancora più triste e inconsistente.
Ciò che invece Don't Worry Darling fa benissimo è essere un balsamo per gli occhi. La messa in scena è sopraffina, curata in ogni minimo dettaglio. Gli anni '50, colorati e nostalgici, sono ricreati come se l'American Dream che li ha consegnati alla memoria degli spettatori non fosse mai finito, tra casette arredate con gusto e dotate di ogni comfort, auto d'epoca tirate a lucido, abiti vezzosi che mi hanno fatto palpitare il cuore in più di un'occasione, make up e unghie perfetti, e cocktail preparati ad arte. La quotidianità di Alice e Frank è dapprima baciata e poi bruciata dal sole, immortalata in una fotografia nitida e coloratissima che si incupisce nelle sequenze più oniriche, conferendo ulteriore inquietudine alle visioni di Alice, caratterizzate anche da una simmetria perfetta che mette ancora più ansia, e se all'inizio le feste immortalate con sfarzo dalla Wilde fanno simpatia per la loro grandeur Gatsbyana (e per la bellissima colonna sonora zeppa di oldies), verso la fine diventano soffocanti e pacchiane, assecondando lo sguardo di una Florence Pugh sempre più terrorizzata. Quest'ultima, ovviamente, è la punta di diamante del cast e regge da sola l'intero film con la sua bellezza non convenzionale e bravura indiscutibile, anche perché le controparti maschili, in tutta sincerità, sono equiparabili a due bietole piazzate lì. A onor del vero, inaspettatamente Harry Styles è meglio di Chris Pine, almeno nella versione doppiata che ho visto io, anche perché quest'ultimo non ha il carisma necessario per interpretare una machiavellica eminenza grigia, mentre il primo è abbastanza calzante nel ruolo di minchietta tutto mogliettina e lavoro (poi vabbé, quando la cosa si fa un po' più seria sembra più un ragazzino strillante... cosa ci ha visto la Wilde rispetto a Sudeikis lo sa soltanto lei), mentre il resto del cast non è affatto male. In definitiva, mi sarei aspettata qualcosa di più da Don't Worry Darling, ma non è affatto il film orribile che molti dipingono e ritengo che la Wilde debba ancora un po' trovare la sua strada persa nel glamour e ritentare con qualcosa di più "centrato". Aspetto con fiducia!
Della regista Olivia Wilde, che interpreta anche Bunny, ho già parlato QUI. Florence Pugh (Alice), Chris Pine (Frank), Gemma Chan (Shelley), Nick Kroll (Dean) e Douglas Smith (Bill) li trovate invece ai rispettivi link.
Harry Styles interpreta Jack. Inglese, ex membro degli One Direction nonché attuale compagno di Olivia Wilde, ha partecipato a film come Dunkirk ed Eternals. Anche compositore, produttore, regista e sceneggiatore, ha 28 anni.
Kiki Layne interpreta Margaret. Americana, ha partecipato a film come Se la strada potesse parlare e Il principe cerca figlio. Ha 31 anni e un film in uscita.
Kiki Layne ha sostituito Dakota Johnson, impegnata nelle riprese de La figlia oscura, mentre ormai è risaputa la "querelle LaBeouf"; l'attore avrebbe dovuto interpretare Jack ma ancora non si capisce se è stata la regista a cacciarlo dal set vista la fama di viscido che si è conquistato nel corso degli anni, oppure se se n'è andato via per i fatti suoi, costringendo la Wilde a pregarlo di tornare, invano. Ciò detto, se Don't Worry Darling vi è piaciuto recuperate La fabbrica delle mogli (e La donna perfetta), Vivarium e Midsommar. ENJOY!