Dopo The Social Network, un altro dei tre film scelti da Mirco su Chili è stato Captain Phillips - Attacco in mare aperto (Captain Phillips), diretto nel 2013 dal regista Paul Greengrass e tratto dal saggio autobiografico Il dovere di un capitano di Richard Phillips.
Trama: Nelle acque somale la nave Maersk Alabama viene attaccata da un gruppo di pirati e il capitano Richard Phillips viene preso in ostaggio.
Captain Phillips era un altro di quei film a cui non avrei dato un euro al momento della sua uscita, poco invogliata da un trailer in cui spiccava la faccetta bolsa ma rassicurante di Tom Hanks. Arrivata alla fine senza addormentarmi, nonostante un paio di incidenti di percorso che avrebbero dovuto condurmi tra le braccia di morfeo, mi viene anche da dire che Captain Phillips è un film dinamico che tiene alta la tensione dall'inizio alla fine nonostante, di base, non succeda nulla. Per "non succede nulla", intendo dire che succede molto meno rispetto a un film d'azione col coraggio di chiamarsi tale, magari uno dove il Captain Phillips del titolo viene interpretato, che so, da un Russell Crowe o un Bruce Willis e dove i pirati somali sono interpretati da caratteristi esperti di qualche arte marziale assortita. Qui invece c'è l'apologia della normalità: il capitano ha il volto di Tom Hanks mentre i pirati hanno le fattezze smunte e vinte di un branco di disperati che farebbero stringere il cuore persino a Salveenee e vengono gabbati così tante volte e in così tanti modi diversi da mettere quasi tenerezza. Potere della grande macchina hollywoodiana, che ha utilizzato la vicenda reale di un capitano (a quanto si dice) irresponsabile e anche un po' stronzo per creare una storia atta a dimostrare il solito cazzodurismo USA ai danni delle popolazioni svantaggiate che credono di poter fare i comodi loro e invece si ritrovano in tre a fronteggiare navi zeppe di marines e plotoni di Navy Seals solo per aver osato rapire il povero capitano che, nel film, è buono come il pane e sul finale ti spezza anche un po' il cuore.
La tensione, di conseguenza, sebbene innegabile, non saprei dirvi bene da dove nasca. Certo, all'inizio probabilmente si teme per l'equipaggio della Alabama Maersk, condannato ad andare in acque somale senza nemmeno un'arma a bordo (e se vi sembra una cretinata, pare invece che per questioni di leggi internazionali non si possa effettivamente avere sorveglianza armata a bordo di queste navi), anche perché i pirati invece pistole eccetera le hanno eccome. Poi subentra la consapevolezza che questi pirati siano dei poveri pirla e allora rimane solo da capire se ammazzeranno o meno il capitano Phillips, confondendo magari l'affanno di quest'ultimo con quello di tutti i militari in corsa contro il tempo per liberarlo, tanto visto lo spiegamento di forze sarebbe comunque impensabile credere che, alla fine, vincerà qualche supervillain somalo. O, meglio, quello sicuramente vincerà nel suo piccolo, ma i suoi minion faranno, poveracci, una brutta fine. Detto questo, se si è nella disposizione d'animo di lasciarsi coinvolgere dalla "magia" del cinema aMMeregano senza troppe pretese, magari coadiuvato da alcune riprese dal vero e un po' ballonzolanti e da attori, salvo Hanks, sconosciuti e anonimi ma comunque "freschi", Captain Phillips funziona ed è un film che mi sento di consigliare a chi ama il genere.
Del regista Paul Greengrass ho già parlato QUI. Tom Hanks (Capitano Richard Phillips), Catherine Keener (Andrea Phillips) e Chris Mulkey (John Cronan) li trovate invece ai rispettivi link.
Barkhad Abdi, che interpreta Muse, era il figlio adottivo di Pop Merril nella serie Castle Rock, dove era affiancato anche da Faysal Ahmed, qui nei panni di Najee. Ron Howard avrebbe dovuto dirigere il film ma alla fine ha preferito dedicarsi a Rush. ENJOY!