sabato 31 dicembre 2011

I predatori del Bollalmanacco perduto: Tropic Thunder (2008)

Siamo finalmente arrivati all'ultimo appuntamento con questa rubrica. Tropic Thunder è stato l'ultimo film che ho recensito nell'ottobre del 2008 quindi Il Bollalmanacco è stato recuperato nella sua interezza. Anche per questa volta, sopportate Orrori di ortografia e di stile, sopportate anche le biografie non aggiornate, ricordate che questa recensione è già comparsa anche su The Ed Wooder e... BUON CAPODANNO!! Ci si risente nel 2012!

La scorsa sera sono andata a vedere un film che aspettavo da parecchio, Tropic Thunder di Ben Stiller. Inutile dire che l’aspettativa era alle stelle… Jack Black, Ben Stiller e Robert Downey Jr. nello stesso film… ma è anche vero che parecchi mi avevano detto che come pellicola era deboluccia e maffina. Ma andiamo con ordine.


La trama è questa: nel Vietnam una troupe cinematografica formata da primedonne sta cercando di girare l’ennesimo film di guerra tratto da un libro scritto da un veterano. Il regista, stufo delle scene da drama queen dei suoi attori e vessato dal bastardissimo produttore decide di abbandonare i cinque attori nella jungla per girare un film più realistico e anche per dar loro una lezione. Peccato che la jungla pulluli di guerriglieri e signori della droga, decisamente reali.


Che dire, questo film mi ha soddisfatta per un senso e mi ha abbattuta in un altro. Cominciamo con le pecche. Innanzitutto, e mi sento male a dirlo: Jack Black. La parodia di sé stesso, un ruolo completamente inutile in un film che alla fin fine è molto acuto e intelligente, come già lo era The Cable Guy, sempre di Ben Stiller. Certo, il personaggio del ciccione simpaticone idolo delle famiglie ma strafatto di droga è molto vicino alla realtà, così come bastarda è la parodia dei film di un Eddie Murphy al suo peggio, ma Jack ha fatto MOLTO meglio. Così è davvero sprecato. Altra pecca del film, che ahimé diventa pesante difetto in un film comico è che fa ridere solo a tratti. Le gag ben riuscite sono davvero poche e in un film pieno di potenziale come questo sembra addirittura strano.


Nonostante tutto Tropic Thunder è un film che mi è piaciuto. La cosa migliore sono i finti trailer che lo accompagnano, uno su tutti: Satan’s Alleys, ipotetica pellicola sull’amore omosessuale, impossibile e proibito tra due frati, con uno strepitoso Robert Downey Jr. “cherubinizzato” e Tobey Maguire. Nella presa in giro dei clichè, dai più evidenti e recepibili dal pubblico generico (la critica a gente come Stallone, che a 60 anni continua a portare avanti gli stessi triti film d’azione, piuttosto che alle superstar miliardarie che fanno i film “tanto per”, forti della loro riconosciuta bravura) a quelli un po’ più cinefili (i dialoghi sul meccanismo di assegnazione degli Academy Awards, per cui solo gli stupidi “dotati” possono vincere gli Oscar sono esilaranti, così come le ferite riportate dal tecnico degli FX su commedie che ne sono prive, ecc. ecc.) sta la forza del film. Gag parlate più che visive, una comicità su cui bisogna un po’ ragionare, una critica impietosa su ciò che è il cinema oggi: stereotipi, sequel, remake, registi “cool” che durano una stagione, cantanti usati come attori, freddi premi oscar che nel film mettono solo la bravura e non l’anima (Daniel Day Lewis? Tom Hanks?), scene fatte per i trailer, che spesso sono più belli della pellicola stessa e, soprattutto, milioni di dollari ed effetti speciali. Il tutto per un pubblico di gonzi, non molto diversi da quei poveri Vietnamiti che si inginocchiano in adorazione davanti a Simple Jack. Semplicità e idee, soprattutto idee, questo manca a cinema e pubblico.


Innumerevoli le guest appearence: in primis Tom Cruise, in assoluto il migliore di tutto il film, nei panni del laido, volgare e ballerino produttore, che ipnotizza a son di musica e non si fa scrupolo a sacrificare la vita degli attori per soldi. Poi ci sono anche Nick Nolte, Matthew McConaughey, Tyra Banks, Jennifer Love Hewitt, John Voight, Alicia Silverstone, e altri a me sconosciuti.

Ben Stiller è regista della pellicola e attore, nel ruolo della stella dei film d’azione Tugg Speedman. Come regista ha girato Giovani, carini e disoccupati, Il rompiscatole e Zoolander ( ai quali ha anche partecipato come attore). Ha recitato in L’Impero del Sole, Tutti pazzi per Mary, Ti presento i miei, I Tenenbaum, E alla fine arriva Polly!, Starsky e Hutch, Dodgeball, The Anchorman, Tenacious D and The Pick of Destiny e ha dato la voce al leone Alex di Madagascar. Ha 43 anni e tre film in uscita.


Jack Black interpreta il fattissimo Jeff Portnoy. Costui è il comico che più si avvicina ad essere erede del compianto John Belushi… ha carisma da vendere, bravo sia in ruoli comici che drammatici e cantante eccellente, con una voce splendida e uno stile invidiabile. A partire dai primi film dove la sua faccia, seppur appena intravista, non può venire dimenticata, fino ad arrivare ai Cult, ecco l’elenco di quelli che ho visto: Una vita al massimo, Rollerblades – Sulle ali del vento, La storia infinita 3, Waterworld, Dead Man Walking – Condannato a morte, Il rompiscatole, The Fan – Il mito, Mars Attacks!, The Jackal, Incubo finale, Nemico Pubblico, Alta Fedeltà, Amore a prima svista, School of Rock, The Anchorman, King Kong, Nacho Libre, Tenacious D and The Pick of Destiny, Be Kind Rewind. Ha lavorato come doppiatore ne L’era glaciale, Shark Tale, I Simpson, Kung Fu Panda e ha partecipato alle serie televisive X-Files e Will e Grace. Ha 39 anni e due film in uscita.


Robert Downey Jr. interpreta il pluripremiato divo Kirk Lazarus. Al di là del fatto che è un fico pauroso anche da nero, da biondo cherubino e persino verde, quest’attore è forse uno dei più bravi e particolari in circolazione, e lo è da tempo. Tra i suoi film: Charlot, America oggi, Assassini nati, In Dreams, Gothika, A Scanner Darkly, Zodiac e ha doppiato il padre di Lois ne I Griffin. Ha 43 anni e quattro film in uscita.


E ora… io vi dico solo: AMATELO, come ho fatto io…. ENJOY!

venerdì 30 dicembre 2011

Il Bollalmanacco in trailer #4

Ultimamente ho un po' trascurato la rubrica in questione, ma siccome questa settimana i film che danno al Multisala sono gli stessi della settimana scorsa, vi faccio un sunto dei trailer che sono riuscita a vedere di recente al cinema. ENJOY!!

#1. Hunger Games

Mi chiedo perché, nonostante io sia un'avida lettrice, non conosca praticamente nulla di quello che è stato scritto negli ultimi anni. Il trailer di questo Hunger Games recita "tratto dal bestseller mondiale", e io rimango basita. Fino a qualche giorno fa infatti non ne sapevo assolutamente nulla, sono sincera. Il trailer del film però non mi è dispiaciuto, anche se non ho colto bene la storia... una sorta di distopia dove i ragazzi vengono condannati ad uccidersi per il bene di non si sa quale entità superiore? Mboh. Il regista promette bene, è lo stesso Gary Ross di Pleasantville, e tra gli attori spuntano Woody Harrelson, Donald Sutherland, Stanley Tucci e (avevi ragione tu, Toto, scusami!!) Lenny Kravitz. In Italia dovrebbe uscire nella primavera del 2012. Attendiamo con fiducia, intanto guardatevi il trailer.



#2. Millenium: Uomini che odiano le donne
La settimana scorsa è uscito negli USA, ne avevo parlato qui, ed è già al terzo posto nella classifica dei film più visti in America, superato solo da due blockbuster come Sherlock Holmes - Gioco di ombre e il trionfatore Mission Impossible - Protocollo fantasma. La critica statunitense magnifica sia la regia di Fincher sia l'interpretazione di Rooney Mara, che sembra totalmente assorbita dal ruolo di Lisbeth Salander. Tre giorni fa ho visto il trailer italiano e posso solo ben sperare. E aspettare che arrivi febbraio, magari rileggendomi il primo libro della trilogia.

giovedì 29 dicembre 2011

Sherlock Holmes - Gioco di ombre (2011)

Finalmente il momento è giunto, martedì sono riuscita ad andare a vedere Sherlock Holmes - Gioco di ombre (Sherlock Holmes: A Game of Shadows) dopo un'attesa anche troppo lunga, che è stata ricompensata proprio da quel che mi aspettavo: un bellissimo film con un Guy Ritchie ancora in formissima.


Trama: mentre Watson convola a nozze, l'Europa viene scossa da una serie di attentati e le nazioni sono sull'orlo di una guerra. Solo Sherlock Holmes riesce a capire che dietro ogni attentato c'è lo zampino del Dr. Moriarty... e questo significa che il buon investigatore non esiterà a mandare a monte il viaggio di nozze di Watson per cercare di sconfiggere la sua nemesi.


Come già era successo per la recensione del film precedente, non so quanto di quello che scriverò sarà imparziale, perché sono ancora un po' obnubilata dal fascino di Robert Downey Jr., che in questo film riesce ad essere figo anche travestito da donna, da muro e da poltrona (sì sì, non sto vaneggiando!!). Ancor più del primo capitolo, infatti, questo Gioco d'ombre si concentra sulle peculiarità del protagonista, sul suo egoismo, sulla sua "maledizione" di vedere le cose tanto da poter anticipare mentalmente le mosse degli avversari, sulla sua impressionante capacità di travestirsi (finalmente sono riuscita a leggere i racconti di Arthur Conan Doyle e almeno questo punto viene rispettato, confermo!!) e di vincere anche quando sembrerebbe che la sconfitta sia certa e bruciante. Finalmente veniamo a conoscenza di Moriarty, che nel film precedente era solo un nome, per quanto minaccioso, e il malvagio non delude: deliziosamente colto, in grado di predire le mosse dell'avversario tanto quanto Holmes, innamorato della musica e del teatro come un antesignano di Hannibal Lecter. E poi non può mancare Watson, povera vittima dell'investigatore, bello come il sole, ironico come non mai, indispensabile per la buona riuscita di un piano nonostante la sua goffaggine quasi infantile. Altri comprimari d'eccezione, al di là della solita Irene un po' inutile e di una sciapetta Noomi Rapace nei panni della zingara, sono il Mycroft Holmes di Stephen Fry (assolutamente geniale!!!) e la bellissima Kelly Reilly nei panni della moglie di Holmes, due personaggi che purtroppo compaiono meno spesso di quanto dovrebbero.


La storia messa in piedi dagli sceneggiatori non lascia spazio nemmeno ad un attimo di noia; come nel primo capitolo ogni dettaglio, anche il più insignificante, diventa un tassello fondamentale per completare il puzzle finale, con i fili della trama che vengono perfettamente tirati grazie a dei flashback piazzati ad hoc. Le scene d'azione sono girate ottimamente, facendo grande uso di un ralenty per nulla fastidioso che ci aiuta a "vedere" attraverso la percezione di Holmes (splendida la sequenza della fuga dalla fabbrica di armi e quella, al cardiopalma, in cui i nostri devono cercare di scovare la bomba nascosta a Parigi) e anche i combattimenti corpo a corpo sono coreografati in modo ineccepibile. I momenti "tranquilli" sono all'insegna dell'ironia e dei battibecchi tra Holmes e Watson, a riconfermare la perfetta alchimia tra i due attori, oppure sono sottilmente inquietanti quando mettono in scena il confronto tra il protagonista e Moriarty. In questo capitolo c'è anche grande abbondanza di gag assolutamente esilaranti, per la maggior parte imperniate sui già citati travestimenti di Robert Downey Jr. (o sulla sua decisione di cavalcare un pony...) e sulla figura del fratello di Holmes e della sua strana servitù.


La cosa che più mi è piaciuta di Sherlock Holmes - Gioco di Ombre, tuttavia, è l'utilizzo di una splendida colonna sonora. La sequenza ambientata a Parigi, infatti, è introdotta da un'azzeccatissima ouverture tratta dal Don Giovanni opportunamente modificata per "confonderla" con lo score più action della pellicola, che sfocia in una scenografica rappresentazione del momento in cui Don Giovanni viene portato all'inferno con Moriarty che, dal palco, assiste estasiato alla sconfitta del protagonista e dello stesso Holmes. Oltre a questa magistrale sequenza, aggiungo la bellissima musica gitana che si sente nel campo degli zingari e anche la dignitosissima voce di Jared Harris che canta sulle note di Die Forelle di Schubert (grazie Toto per l'informazione colta!!). Insomma, in due parole, sono soddisfattissima di questo film. Purtroppo pare uscirà un terzo episodio nel 2014. Peccato, perché è già andata bene due volte, alla terza si rischia davvero di rovinare la bellezza di questa serie. Anche se Robert è sempre un bel vedere.


Di tutti i coinvolti ho già parlato nei rispettivi link: il regista Guy Ritchie, Robert Downey Jr. (Sherlock Holmes), Jude Law (Watson), Jared Harris (Moriarty), Noomi Rapace (Madame Simza), Kelly Reilly (Mary Watson), Rachel McAdams (Irene Adler).

Stephen Fry (vero nome Stephen John Fry) interpreta Mycroft Holmes. Inglese, lo ricordo per film come Un pesce di nome Wanda, Wilde, Gosford Park, V per Vendetta e Alice in Wonderland. Anche sceneggiatore, produttore e regista, ha 54 anni e tre film in uscita, tra cui Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato.


Con tutto il rispetto per il bravo Jared Harris, gli altri nomi che erano stati fatti per il personaggio di Moriarty sarebbero stati comunque superiori: Brad Pitt, Sean Penn, Javier Bardem, Daniel Day - Lewis e Gary Oldman. Poi davvero non avrei più saputo da che parte dello schermo guardare! Tra le attrici in lizza per il ruolo di Madame Simza c'erano invece Sophie Marceau, Audrey Tatou, Pénelope Cruz, Juliette Binoche, Marion Cotillard e Cécile De France. Se vi è piaciuto il film, comunque, recuperate assolutamente il primo capitolo.

martedì 27 dicembre 2011

La tana del serpente bianco (1988)

Siccome è passato poco tempo dalla scomparsa del regista Ken Russell ho pensato di rendergli omaggio un po' in ritardo riguardando l’unico suo film che avessi mai visto, La tana del serpente bianco (The Lair of the White Worm), diretto nel 1988 e tratto dall’omonimo romanzo di Bram Stoker. Preparatevi perché il post è costellato di foto inquietanti e vagamente trash (ho cercato di limitarmi ma alcune andavano messe!)...


Trama: in un paesino inglese scompaiono alcune persone e viene ritrovato il teschio di quello che parrebbe un enorme serpente. Si scopre così che nel luogo si è insediato un culto di uomini – rettile che tentano di far rivivere un antichissimo serpente bianco, nutrendolo con sacrifici umani…


Ma secondo voi, si fa prima a tagliare una corda o la mano di una persona? E soprattutto, le Manguste vivono bene negli orifizi umani? A queste domande cercherò di dare una risposta più avanti, ovviamente. Nel frattempo, mi chiedo cosa avrebbe pensato Bram Stoker di un simile adattamento perché, se è vero che il Dracula di Coppola è barocco, La tana del serpente bianco lo è talmente tanto da sfociare nel trash e nel kitch più o meno involontari. Il che è strano, perché a riguardarlo è anche un bel film. Credo di averlo visto la prima volta quando avevo più o meno quindici anni e ne ero rimasta talmente scioccata che, fino a qualche giorno fa, lo credevo di una bruttezza rara. Oddio, ho visto horror molto migliori e questo viene affossato più di altri da dialoghi ridicoli, interpretazioni marmoriche e trovate grottesche, ma nel complesso rischia di fare felice più di un cultore dell’horror, perché la storia in sé non è male e alcune trovate registiche precorrono quelle più deliranti di Twin Peaks.


La trama è una variazione sul tema del vampirismo tanto caro a Stoker. Qui i mostri non succhiano sangue ma iniettano veleno, trasformando le persone in uomini – rettile privi di volontà, assai simili a zombie, e servono un solo signore e padrone, il dio serpente Dionin, che altri non è se non l’animale che tanti danni aveva causato ad Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre. La cosa interessante del film, dunque, non è tanto la natura di questi mostri, ma la costante contrapposizione tra la religione cristiana a questo culto pagano, che è il motivo portante dell’intera pellicola e ciò che scatena le sequenze più (s)cult: quando una delle protagoniste tocca un crocefisso ricoperto di veleno si scatena un’inquietante visione orgiastica della morte di Cristo, con un enorme rettile avvolto alla Croce e, ai suoi piedi, legionari romani che seviziano, violentano e uccidono delle suore; durante un sogno, invece, il protagonista interpretato da Hugh Grant vede l’eterno scontro tra bene e male incarnato in un catfight tra la fidanzatina e la sgualdrinissima Lady Sylvia, un trionfo di reggicalze e gambe in bella vista che gli procura un’erezione alla matita (non sto scherzando. ALLA. MATITA. Guardate il film e capirete!). A questo contesto “religioso” si mescolano poi suggestioni del folklore inglese come la leggenda del Lambton Worm, assai simile a quella di San Giorgio e il Drago, dove il nobiluomo del luogo uccide il mostro vermiforme beccandosi tuttavia una maledizione che ricadrà anche sui suoi eredi, uno dei quali è il protagonista del film, per l'appunto.


Ma torniamo a parlare della mano e della mangusta. Se infatti la prima parte della pellicola ci "delizia" coi suoi deliri religiosi, la seconda parte vira più sull'horror classico e sui mezzi utilizzati per liberarsi dalla malvagia Lady Sylvia e dai suoi adepti, con conseguente abuso di trovate illogiche e vagamente trash. Posso accettare che la sinuosa donnaccia perda la testa e si metta a ballare ogni volta che qualcuno suona uno strumento a fiato, come succede ai serpenti quando vengono "incantati", e che i protagonisti sfruttino questo tallone d'Achille per cercare di sconfiggerla. Posso accettare come strumento di morte un fallo puntuto (d'altronde, Tetsuo aveva una trivella...), posso anche chiudere gli occhi davanti alla lubrìca villainess che ne lecca uno con voluttà manco fosse un chupachups mentre la povera suora seviziata giunge le mani e prega... ma che uno riesca a tenersi per almeno 20 minuti una mangusta sotto il kilt no. Povera bestiola!!!! Mi viene in mente Brodie di Generazione X e il suo delirante racconto sui gerbilli... se poi pensiamo anche che chi porta il kilt deve necessariamente andare senza mutande mi viene voglia di chiamare l'ENPA britannico! Ma d'altronde, cosa posso aspettarmi da uno che invece di tagliare la corda per cercare di far cadere la malvagia nel pozzo... si sbatte a tagliare la mano con cui si regge appesa?!? Cosa sei, idiota??? Signur. E questa è la punta dell'iceberg perché, onestamente, anche a dialoghi non stiamo meglio. Le protagoniste devono SEMPRE andare a preparare del the, i poliziotti usano delle scuse inenarrabili per non entrare in servizio e il maggiordomo di Hugh Grant è un pazzo scansafatiche che rammenta infoiato i bei tempi in cui il "padrone" andava a donne in Turchia. Della serie: So Bad It's So Good. Poi c'è una bellissima ballata in stile irlandese nella colonna sonora e il finale è bastardo da morire. A me è già venuta voglia di riguardarlo... a voi?!

Ken Russell (vero nome Henry Kenneth Alfred Russel) è il regista della pellicola. Inglese, lo ricordo per film come Donne in amore (che gli è valso la nomination all'Oscar), I diavoli, Tommy, Stati di allucinazione e Whore - Puttana. Anche sceneggiatore, attore e produttore, è morto quest'anno per un attacco di cuore, all'età di 84 anni.


Hugh Grant (vero nome Hugh John Mungo Grant) interpreta Lord James D'Ampton. Sicuramente uno dei più famosi ed apprezzati attori inglesi, lo ricordo per film come Quattro matrimoni e un funerale, Nine Months - Imprevisti d'amore, Extreme Measures - Soluzioni estreme, Notting Hill e Il diario di Bridget Jones. Ha 51 anni e tre film in uscita.


Amanda Donohoe interpreta Lady Sylvia. Inglese, ha partecipato a film come La pazzia di Re Giorgio e Bugiardo bugiardo. Anche produttrice, ha 49 anni e un film in uscita.


Peter Capaldi interpreta Angus. Scozzese, ha partecipato a film come il bellissimo Le relazioni pericolose, Mr. Bean - L'ultima catastrofe e alla serie Doctor Who. Anche regista e sceneggiatore, ha 53 anni.


Sammi Davis (vero nome Samantha Davis) interpreta Mary. Inglese, la ricordo per film come il geniale Four Rooms e per aver partecipato ad un episodio di Lost. Anche produttrice, ha 47 anni.

lunedì 26 dicembre 2011

Get Babol #4

Siamo arrivati al quarto appuntamento della rubrica che prende spunto dai suggerimenti settimanali del sito GetGlue per capire cosa ci aspetterà in futuro nelle sale. Questa settimana pochi suggerimenti e poco natalizi, stranamente. Uno dei film suggeriti lo conosco e progetto di andarlo a vedere già da un po', quanto agli altri due sono delle incognite. Ma vediamo nel dettaglio.

The Girl With the Dragon Tattoo
Di David Fincher
Con Daniel Craig, Rooney Mara e Christopher Plummer.

Trama (da Imdb): Il giornalista Mikael Blomkvist viene aiutato da Lisbeth Salander, una giovane hacker, a ritrovare una donna scomparsa da quarant'anni...

Getglue me lo consiglia perché mi sono piaciuti Traffic e, ovviamente, i libri di Stieg Larsson. Chi segue da un po' di tempo il mio blog sa che ho già recensito l'originale Uomini che odiano le donne, con una Noomi Rapace allora praticamente sconosciuta, e sa che non mi è piaciuto particolarmente. Oltre a trovarlo inferiore al libro, l'ho trovato anche girato ed interpretato malissimo, quasi a livello di fiction televisiva, piatto e privo di emozione. In virtù di questo, vorrei dare un'opportunità a questa pellicola di Fincher, anche se temo un po' l'americanata. Non amo molto Daniel Craig e Rooney Mara non mi aveva convinta quando l'avevo vista nel remake di Nightmare, ma sono felice perché la presenza di Robin Wright assicurerà sicuramente maggior spessore al bel personaggio di Erika e poi Goran Visnjic nei panni di Armanski... yum!!! In Italia uscirà il 3 febbraio 2012 col titolo Millenium: Uomini che odiano le donne.




Extremely Loud and Incredibly Close
Di Stephen Daldry
Con Thomas Horn, Tom Hanks e Sandra Bullock.

Trama (da Imdb): un ragazzino di nove anni, pacifista e col pallino delle invenzioni, cerca a New York una serratura che combaci con una misteriosa chiave lasciatagli dal padre, morto l'11 settembre 2001 nella tragedia del World Trade Center.

Getglue me lo consiglia perché mi è piaciuto Tempesta di ghiaccio. Effettivamente, avevo adorato quel film, ma in questo ci sono due degli attori che più detesto in assoluto, ovvero quel bolso di Tom Hanks e quella gatta molla di Sandra Bullock. Tra l'altro, temo che sarà un film di una pesantezza e una tristezza più unica che rara, visto che le trame legate all'11 settembre mi fanno venire un magone infinito. E infatti, ho appena finito di vedere il trailer e ho già le lacrime agli occhi. Maledizione. Non so se avrò la voglia di piangere al cinema, ma credo che un'occasione potrei dargliela, a prescindere dai comprimari adulti sto bambino mi piace un botto. E poi c'è Max Von Sydow, che cavolo. In Italia uscirà il 17 febbraio col titolo Molto forte, incredibilmente vicino.




Albert Nobbs
Di Rodrigo Garcìa
Con Glenn Close, Mia Wasikowska e Aaron Johnson.

Trama (da Imdb): Glenn Close interpreta una donna costretta a travestirsi da uomo per poter sopravvivere nell'Irlanda del XIX secolo. Dopo trent'anni passati ad indossare abiti maschili, si troverà intrappolata in una prigione creata da lei stessa.

Getglue me lo consiglia perché mi è piaciuto L'età dell'innocenza. In Italia è già stato presentato al Torino film festival, pare, ma non ne ho letto nulla, sono sincera. La trama mi ispira, l'ambientazione anche e gli interpreti, poi, non ne parliamo (ci sono anche Brendan Gleeson e quel pezzo di figo di Jonathan Rhys Meyers!!), Glenn Close è una grande. Attendo con ansia un'uscita italiana ufficiale, anche se dispero di vederlo dalle mie parti.

sabato 24 dicembre 2011

Babbo Bastardo (2003)

Finalmente. Finalmente l'ho visto anche io. Amici e colleghi a parlarmi di Babbo Bastardo (Bad Santa), diretto nel 2003 da Terry Zwigoff, e io che ero costretta a chinare la testa con vergogna ammettendo di non sapere neppure di cosa stessero parlando. Ma ieri sera, grazie ad una stranamente buona programmazione di Italia Uno, ho colmato la lacuna... perché chi c**** ha detto che a Natale dobbiamo tutti essere più buoni?


Trama: Willie è un ladro ubriacone propenso all'autolesionismo che, ogni Natale, si mette d'accordo col nano Marcus per derubare un centro commerciale dopo averci lavorato come Babbo Natale. Complice anche una guardia corrotta e un bambino solitario, questa volta il colpo non sarà facile...


Babbo Bastardo è davvero una m****. Cioé, è un bel film e fa ridere tantissimo, ma Billy Bob Thornton è davvero uno schifuomo laido e sucido come ce ne sono pochi (durante i titoli di coda si legge di bere vodka responsabilmente, ma l'attore ha ammesso che durante le riprese era davvero parecchio devastato). E il suo Willie è un personaggio disgustoso, patetico, sfigato e per questo assolutamente esilarante. Questa pellicola è l'ideale per le feste natalizie, anche se non riuscirà ad intaccare la mia Top 5, per un semplice motivo: a modo suo è colma di spirito natalizio nonostante i realizzatori, tra cui i fratelli Coen, non chinino il capo davanti al facile buonismo e alla tradizione. Sì, perché anche se Babbo Bastardo si piscia nei pantaloni con i bambini in grembo, bestemmia, insulta le minoranze, si scopa le ciccione nei camerini e passa il suo tempo ad ubriacarsi, nel corso del film riesce in qualche modo a redimersi ma senza snaturarsi, creando un piccolo bastardo tosto e stronzo quanto lui e rendendolo anche felice. D'altronde, la felicità è relativa quanto la bellezza, eh.


Passando agli aspetti più tecnici, Babbo Bastardo può vantare la presenza di ottimi attori a sostegno di una storia grottesca. A fare da "spalla" al protagonista c'è un geniale Tony Cox che, nei panni del nano infame, gli ruba spesso e volentieri la scena (la lotta sul ring a colpi di calci nelle palle e il confronto con Gin sono da antologia...), il ragazzino ciccione è un piccolo gatto di marmo adattissimo al ruolo che ha e persino Bernie Mac, che di solito odio, riesce ad essere simpaticissimo ed indispensabile. L'unica che non riesce davvero a piacermi è quella cretinetti di Lauren Graham, perché in ogni film rifà sempre il solito personaggio di Una mamma per amica, dolce, scemetta e ingenua (ma quale donna la darebbe subito al primo tizio alcoolizzato e travestito da Babbo Natale che ti capita nel bar? Orrore!!!). Per fortuna si vede poco quindi è una presenza sopportabile. Grandiosi anche il personaggio del compianto John Ritter ("uno di voi due ha, um... fornicato nel camerino delle taglie forti?") e la colonna sonora con le classiche carole natalizie in versione distorta. Se, come me, apprezzate il cinismo e non ne potete più di vedere allegri film natalizi in TV o al cinema, allora questa è la pellicola che fa per voi!!


Di Billy Bob Thornton (Willie) ho già parlato qui, mentre John Ritter (Bob Chipeska), alla cui memoria è dedicato il film, lo trovate qua.

Terry Zwigoff è il regista della pellicola. Americano, ha diretto l'interessante Ghost World. Anche sceneggiatore e produttore, ha 62 anni.


Tony Cox interpreta Marcus. Americano, ha partecipato a film come Il ritorno dello Jedi, Balle Spaziali, Beetlejuice - Spiritello porcello, Willow, Il silenzio dei prosciutti, Leprechaun 2 e Io me & Irene. Anche stuntman e regista, ha 53 anni e due film in uscita, tra cui Oz: The Great and Powerful di Sam Raimi.


Lauren Graham interpreta Sue. Diventata famosa come mammina amorevole dell'ammorbante serie Una mamma per amica, la ricordo per film come Nightwatch - Il guardiano di notte e Un'impresa da Dio; inoltre ha partecipato alla serie Una famiglia del terzo tipo e doppiato un episodio de I Griffin. Anche produttrice, ha 44 anni.


Bernie Mac (vero nome Bernard Jeffrey McCullough) interpreta Gin. Comico americano famoso per il suo The Bernie Mac Show, ha partecipato a film come Ocean's Eleven - Fate il vostro gioco, Charlie's Angels: più che mai, Ocean's Twelve e Ocean's Thirteen. Anche sceneggiatore e produttore, è morto nel 2008 per una malattia ai polmoni, all'età di 50 anni.


Brett Kelly, ovvero il ragazzino ciccione, ha partecipato anche al film Trick'r Treat, sempre nei panni di un ciccionetto ma stavolta molto più bastardo, mentre Lauren Tom, che interpreta la fidanzata cinese di Marcus, in originale doppia la Amy di Futurama. All'inizio doveva essere Bill Murray ad interpretare Willie, ma ha rinunciato in favore di Lost in Translation, mentre un altro attore molto interessato, ovvero Jack Nicholson, era già impegnato con le riprese di Tutto può succedere. Del film si sta pensando di fare uscire un seguito, ma nell'attesa vi consiglio di gustarvi il meno natalizio (ma altrettanto esilarante) Burn After Reading - A prova di spia. ENJOY e buon Natale!!!

venerdì 23 dicembre 2011

WE, Bolla! del 23/12/2011

A due giorni dal Natale, le sale cinematografiche si popolano di cazzabubbole adatte alla festività. Questa settimana, nel mio multisala, pochissime nuove uscite e un sacco di riconferme. Rimangono in programmazione il deludente Il gatto con gli stivali, Sherlock Holmes: Gioco di Ombre che andrò a vedere la settimana prossima, Vacanze di Natale a Cortina, Le idi di marzo e Finalmente la felicità (di questi ultimi quattro titoli ho parlato qui). Vediamo quindi le tre novità della settimana.



Il figlio di Babbo Natale
Reazione a caldo: Al pomeriggio, ma che palle!
Bolla, rifletti!: Un po' patisco l'idea di non poterlo andare a vedere. Hanno dato il trailer qualche giorno fa al cinema, e mi è sembrato carino. Sì, sicuramente è la solita americanata che "rivisita" il mito di Babbo Natale, in questo caso affibbiandogli una famiglia che conta il gran vecchio, un suo antenato e due figli, quello militarizzato in grado di consegnare i doni in tempo zero e quello sfigato che alla fine salverà sicuramente la festività per la gioia dell'unica bambina lasciata per sbaglio senza doni... però chissà perché mi era venuta voglia di vederlo. E invece ciccia. Cercherò di recuperarlo in qualche modo.



Il principe del deserto
Reazione a caldo: Ma non potevano mettere questo solo al pomeriggio???
Bolla, rifletti!: Quel che penso del film l'ho già espresso qui. Sinceramente, mi sembra davvero poco natalizio e anche poco interessante. Mi chiedo, a fronte del resto della programmazione, quanta gente andrà a vedere questo polpettone in salsa medio - orientale col Banderas dall'occhio mascarato. Mah.


Capodanno a New York
Reazione a caldo: Ma almeno mettetelo sotto Capodanno, non a Natale!!!
Bolla, rifletti!: Non ce piace, come ho già avuto modo di dire qui. Ben pochi film "corali" vengono bene e devono essere sicuramente particolari, come trama e come realizzazione. Questo mi sembra all'insegna del piattume, e mi spiace per il povero De Niro che, bisognoso di soldi, c'è finito in mezzo.

Il cinema d'élite invece offre nuovamente l'occasione di vedere The Artist, di cui ho già parlato qui. Impegni parentali e Natalizi permettendo, stavolta un salto in sala ce lo faccio! ENJOY e... Auguriii!!!!

giovedì 22 dicembre 2011

Il gatto con gli stivali (2011)

Ay ay ay…. Primi giorni di Natale, prima delusione del periodo cinematografico. Quel Gatto con gli stivali (Puss in Boots) che tanto desideravo andare a vedere, diretto dal regista Chris Miller, si è rivelato un cuccioletto dagli artigli spuntati.


Trama: il Gatto con gli Stivali si ritrova coinvolto dal vecchio amico d’infanzia Humpty Dumpty nella ricerca dei Fagioli Magici che, come tutti sanno, portano ad un castello tra le nuvole dove vive un’oca magica che fa le uova… d’oro.


Che sòla, gente. Il gatto con gli stivali è davvero il film più debole dell’intera franchise di Shrek, forse poco migliore del terzo capitolo ma niente di più. Tutte le grassissime risate che speravo di farmi grazie al personaggio più geniale della saga si sono trasformate in risolini a denti stretti seppelliti da fin troppa melassa e da comprimari non all’altezza del protagonista. E sì che l’inizio, dove il Gatto si presenta come “amante piccante e chupacabras” mi ha fatta praticamente svenire sulla poltrona. Ma a parte questa dichiarazione d’intenti, un paio di gag come la tutina d’oro di Humpty Dumpty, quella dei minimuffins, quella dei tatuaggi e gli occhioni enormi del Gatto c’è davvero poca roba e neppure l’animazione, “sostenuta” da un 3D più inutile del solito, è granché.


In tutto il film, infatti, c’è solo una sequenza davvero bella e mozzafiato, quella della crescita del fagiolo magico. Anche la sfida danzante tra i due gatti non è male, grazie alla colonna sonora veramente azzeccata (l’unica cosa davvero bella dell’intera pellicola) e l’espediente dello split screen è un omaggio ai film di genere sempre gradito, ma alla Dreamworks hanno dimostrato di saper fare molto di meglio. Quanto ai nuovi personaggi, Humpty Dumpty è troppo patetico e stronzo per essere davvero divertente, la “fidanzatina” di El Gato, Kitty Zampe di Velluto, è simpatica ma non è neppure troppo utile all’economia della storia e i due cattivi Jack & Jill (presi paro paro da una delle filastrocche inglesi di Mamma Oca, attenzione: il vero Jack della pianta di fagioli è quel vecchietto stordito che si vede nella prigione) fanno ridere ma fino ad un certo punto. E quindi, cosa rimane da salvare del film? A dire il vero poco o nulla, salvo solo il grandioso doppiaggio di Banderas, visto che anche la storia è debole. Ma lasciamo parlare i bambini, il cartone animato d’altronde dovrebbe essere dedicato a loro. Nella fattispecie, lascio la parola al bimbetto di 5/6 anni seduto qualche sedia più in là nella mia stessa fila: “Papà, quando arriva mezzanotte?? Quando finisce?”. Queste due domande il pargolo le ha ripetute da metà del film più o meno ininterrottamente, fino alla fine. Fate due conti, gente, risparmiate che è meglio. E, per Dio, portate i bambini al cinema quando sono un po’ più grandini!!!


Di Antonio Banderas, doppiatore del Gatto, ho già parlato qui. Salma Hayek doppia Kitty Zampe di Velluto e la trovate qua, mentre Zack Galifianakis, Humpty Dumpty, lo trovate qui. Tra gli altri doppiatori originali figura persino il regista Guillermo Del Toro, qui in veste di produttore. Aggiungo in questo spazio una nota di demerito all’edizione italiana, i cui realizzatori hanno letteralmente rovinato i titoli di coda cancellando i nomi dei doppiatori originali integrati nell’animazione, come già accadeva nel primo Shrek.

Chris Miller è il regista della pellicola. Americano, ha già diretto Shrek Terzo. Anche attore, sceneggiatore, animatore e produttore, ha 36 anni.


Billy Bob Thornton (vero nome William Robert Thornton) in originale doppia Jack. Americano, lo ricordo per film come Proposta indecente, Sfida tra i ghiacci, Armageddon, il bellissimo Soldi sporchi, L’uomo che non c’era, Bandits e Babbo bastardo, inoltre ha prestato la voce per la versione inglese di Princess Mononoke. Anche sceneggiatore, regista e produttore, ha 56 anni e due film in uscita. Ha vinto un Oscar per la sceneggiatura del film Lama tagliente.


Amy Sedaris presta la voce a Jill. Americana, ha partecipato a film come Sei giorni sette notti, The School of Rock, Elf e Jennifer’s Body, oltre ad aver già doppiato Cenerentola in Shrek Terzo. Ha prestato la voce anche per le serie American Dad!, Spongebob Squarepants e partecipato ad episodi di Sex and the City e My Name is Earl. Anche sceneggiatrice, ha 40 anni.


Se siete fan del Gatto e di Shrek recuperate almeno i primi due capitoli, e se avete voglia di vedere un bel cartone animato “moderno” buttatevi sulla trilogia di Toy Story ma mi raccomando non spendete 10 euro per questa roba. Come cadeau natalizio vi trascrivo la nursery rhyme Jack & Jill così come viene tramandata nei paesi anglosassoni: “Jack and Jill went up the hill To fetch a pail of water. Jack fell down and broke his crown, And Jill came tumbling after. Up Jack got, and home did trot, As fast as he could caper, To old Dame Dob, who patched his nob With vinegar and brown paper”. ENJOY!

martedì 20 dicembre 2011

Bolla's Top 5 - Christmas Movies

Siccome in questi giorni non avrò tempo di guardare abbastanza film natalizi e scriverne conseguentemente le recensioni e siccome mi piacciono assai le Top 5 che vedo in altri blog ben più degni del mio, ho deciso di emulare il protagonista di Alta fedeltà e stilare una piccolissima classifica dei film che a Natale sono per me imprescindibili. Ovviamente mi baso su quelli che ho visto… e sì, mi vergogno a dirlo ma Miracolo sulla 34esima strada o La vita è meravigliosa non ho mai avuto occasione di guardarli. Christmas Hankies su di me, quindi, portate pazienza e siate buoni, in fondo è Natale! ENJOY!!

5 - Mamma, ho perso l'aereo
(Home Alone, 1990)

Un motivo per amarlo: Joe Pesci e Daniel Stern a parte, chi non avrebbe voluto passare un Natale così, completamente liberi da parenti fastidiosi? (Magari nel secondo episodio avreste anche potuto farlo fuori sto pargolo camurrioso, eh.)



4 - Il Canto di Natale di Topolino
(Mickey's Christmas Carol, 1983)

Due motivi per amarlo: 1) Nonostante il titolo fuorviante, Zio Paperone è protagonista quasi assoluto e assolutamente perfetto. 2) La storia di Dickens è comunque una delle più natalizie mai scritte ed è adattissima ai personaggi Disney.



3 - S.O.S. Fantasmi
(Scrooged, 1988)

Tre motivi per amarlo: 1) Bill Murray. 2) Lo strepponissimo Fantasma del Natale passato interpretato da David Johansen e le sue "Cascate del Niagara". 3) Il tocco horror del Fantasma del Natale futuro, impagabile.



2 - Gremlins
(Gremlins, 1984)

Quattro motivi per amarlo: 1) L'assoluta tenerezza di Gizmo, soprattutto quando canta la canzoncina accompagnato dalla pianola . 2) La colonna sonora, che contiene due delle mie canzoni natalizie preferite (diventate tali proprio dopo aver visto 300 volte il film), Do You Hear What I Hear e Christmas (Baby Please Come Home). 3) La coraggiosa decisione di mostrare il Natale dei "poveri", senza retorica né lacrime facili, solo tanta amarezza e malinconia. 4) I maledetti, stupendi Gremlins e le loro scene madri: l'attacco alla signora Deagle, i casini al bar e al cinema, la distruzione della casa del signor Futterman con lo spazzaneve.



1 - The Nightmare Before Christmas
(The Nightmare Before Christmas, 1993)

Cinque motivi per amarlo: 1) Lo zampino di un Tim Burton ancora in formissima. 2) La colonna sonora semplicemente perfetta, già bella in lingua originale e resa ancora migliore nella versione italiana, impreziosita dalla splendida voce di Renato Zero. 3) La malinconica dolcezza della bambolina Sally e la storia d'amore tra lei e Jack. 4) La genialità nel decidere di stravolgere una festività intoccabile come il Natale e di mostrarla dal punto di vista di chi vive nel macabro paese di Halloweentown, con tutto quel che ne consegue. 5) Sandy Claws, o Babbo Nachele che dir si voglia, insaccato dai tre figli del Babau e le scuse che il povero Jack deve ad un terrorizzato Coniglio Pasquale.






lunedì 19 dicembre 2011

Bag of Bones (2011)

Da brava fan di Stephen King, non ho potuto evitare di cercare Bag of Bones, miniserie televisiva in due parti uscita negli USA la settimana scorsa, diretta da Mick Garris e tratta appunto dal romanzo Mucchio d’ossa. Il libro non mi aveva fatta impazzire all’epoca e la miniserie si è purtroppo rivelata deludente.


Trama: Mike Noonan è un famoso scrittore la cui vita viene completamente distrutta con la morte dell’adorata moglie Jo. Per superare il lutto e il conseguente impasse creativo, Mike decide di andare sul Dark Score Lake, dove scopre che la moglie aveva parecchi segreti legati all’oscuro passato del luogo…


Mucchio d’ossa lo avevo letto nel 1998, l’anno della sua uscita. Avevo diciassette anni e figuriamoci se avrei potuto apprezzare degnamente un romanzo interamente dedicato all’elaborazione del lutto, riflessivo, intimista, intricato ed allucinato. Infatti, Mucchio d’ossa è uno dei pochi libri del mio amato Re che non ho mai riletto e che ricordo, anzi, con una certa noia. Immaginate quindi con che animo ho affrontato la miniserie: una vaghissima idea della trama, la quasi certezza che mi sarei trovata davanti un mattone indigeribile e la sicurezza che comunque un prodotto televisivo non avrebbe mai reso giustizia all’opera di King. Devo dire che l’ultimo punto è stato ampiamente rispettato da Mick Garris e compagnia, quanto alla mattonata non c’è stata, ma per il semplice motivo che Mucchio d’ossa è stato trasformato in una linearissima serie di eventi che conduce per mano lo spettatore attraverso la vicenda senza dargli alcuno spunto di riflessione e consentendogli di spegnere il cervello e persino di chiudere gli occhietti e riposarli di tanto in tanto, visto che non succede davvero nulla.


La miniserie comincia con il sogno della moglie del protagonista, imperniato su bambine che vengono annegate. Sogno inutile, perché le stesse scene verranno riproposte almeno trecento volte (giusto per ribadire l’argomento della serie) durante le quasi quattro ore di filmato, nel quale vedremo un bolsissimo Pierce Brosnan barcamenarsi per risolvere il mistero della “Dark Score Craziness”, bere come un carcamanno, infuriarsi con la moglie per delle presunte corna, fare salti di tre metri ad ogni suono o apparizione all’interno della casa infestata, aggirarsi per boschi e laghi, becciarsi la bellezza di tre donne nell’arco di 5 minuti e palpare un albero a forma di donna (porco, porco, porco!!) venendo giustamente punito con una vomitata stile Esorcista. Appena avrete una domanda, un dubbio, vi verrà subito scodellata la risposta da personaggi compiacenti che sono lì apposta per risolvere misteri o da parole crociate, sciarade e letterine calamitate che si spostano sul frigo, non temete, quindi è inutile che ve ne parli io (ecco, l’unico dubbio che ho è cosa diamine c’entri Boo’ya Moon con Bag of Bones, visto che era un luogo de La storia di Lisey. Qualcuno mi sa aiutare?). Dal custode dell’inizio, alla vecchia impicciona che va a fare le pulizie in casa Noonan, passando per l’inutile personaggio di Mattie e concludendo con il vecchio paralitico dell’ospizio, tutti incredibilmente sanno quel che vorrebbe conoscere Mike e hanno una risposta per ogni domanda. Il paese è piccolo e tutti mormorano, va bene, ma qui si esagera! Come si esagera anche nell’appiattire personaggi potenti come quello della cantante Sara Tidwell, vero fulcro del romanzo e qui usata come spauracchio e nota di “colore” giusto per fare ascoltare un paio di canzoni d’atmosfera, o quello del bastardissimo Max Devore, ridotto a vecchio rincoglionito che ridacchia manco fosse la strega di Biancaneve. Il che mi porta a fare una riflessione sugli attori, sulle interpretazioni e sugli effetti speciali della miniserie.


Della bolsaggine del povero Brosnan ho già parlato, non infierirò ancora. Melissa George a me non è mai piaciuta ma qui tocca davvero il fondo. Mattie è un personaggio semplicemente idiota, un essere dal QI di 3 punti, che nei quindici minuti in cui compare ha un solo obiettivo: scoparsi lo scrittore. Ma io non la ricordo così questa povera madre coraggio che si sbatteva per non farsi portar via la figlia da Devore!! E quest’ultimo cos’è? Un vecchio che lancia sguardi incarogniti e minaccia al telefono accompagnato da una megera che devono aver tirato fuori dall’ultimo bugigattolo di Broadway per quanto è teatrale la sua interpretazione. Mancava solo che portasse la mano alla fronte durante la scena di morte e cacciasse un “OOOOOHHH!!” lamentoso… oh cavolo, l’ha fatto. L’unica che si salva è la bambina, o meglio, la bambina quando piange. Straziante, povera piccina, io non so dove l’hanno trovata questa pupa, sembra davvero terrorizzata e devastata, tutte le volte che compariva mi veniva il magone… peccato che poi quando ride, è felice e gioca con Mike verrebbe voglia di annegarla per davvero nel lago. Fastidiosa come la madre e come la scena in cui, davanti a ben sei cadaveri (due dei quali diventati tali durante uno scontro tra un cavo elettrico e un camioncino che ha subito preso fuoco, sì, come succede nelle parodie de I Simpson o I Griffin…), lo scrittore se la prende e se la porta in gita in canoa. Ma bambin, hai rischiato di venire annegata più o meno una quindicina di volte e lasci che un tizio praticamente mai visto né conosciuto ti porti in un fiume? Contenta te…


Chiusa la parentesi attori apro quella "effetti speciali d’atmosfera". Ecco, Atmosphear mi viene in mente, quel bel gioco con la strega in videocassetta che diventava sempre più orribile man mano che il tempo passava. Mi viene in mente perché era fatto molto meglio delle raccapriccianti trasformazioni di Sara Tidwell in zombie prima e in albero semovente che prende a schiaffi Noonan (holy shit…) poi. Facile immaginare, quindi, come Bag of Bones non provochi nemmeno un piccolo brivido, una qualsivoglia emozione. Nemmeno durante l’unica scena d’impatto e ben girata, quella in cui la povera Sara maledice i suoi aguzzini. Un po’ poco un’unica scena in quattro ore di film, gente. Giusto un povero mucchietto d’ossa, per l'appunto. Stephen, ti prego, io lo so che di cinema non capisci un razzo, lo so. Ma se ti propongono altri adattamenti televisivi delle tue opere rinuncia e punta al cinema. Punta a Frank, che lo sai che ti vuole davvero bene. Ed è l’unico che ti capisce davvero.


Di Pierce Brosnan, che interpreta Mike Noonan, ho già parlato qui, Melissa George, alias Mattie, la trovate qua.

Mick Garris (vero nome Michael Allan Garris) è il regista della pellicola. Americano, è uno dei registi più fedeli del Re, visto che ha diretto I sonnambuli, la miniserie L'ombra dello scorpione, l'orrendo Stephen King's Shining e due film TV che devo ancora vedere, Riding the Bullet e Desperation; ha diretto anche due episodi di Masters of Horror. Anche sceneggiatore, produttore e attore, ha 60 anni.


Annabeth Gish (vero nome Anne Elisabeth Gish) interpreta Jo. Americana, la ricordo per film come Wyatt Earp, il carinissimo Una cena quasi perfetta e Desperation, inoltre ha partecipato alle serie X - Files, CSI: Miami, Criminal Minds e CSI: Scena del crimine. Ha 40 anni e due film in uscita.


Jason Priestley interpreta Marty. E chi se lo scorda l'uomo che, assieme a Dylan, aveva fatto innamorare tutte le mocciose degli anni '90 nei panni del Brandon di Beverly Hills 90210? La sua carriera è poi praticamente morta lì, visto che si è limitato a comparire in serie come
21 Jump Street, MacGyver, Oltre i limiti, Tru Calling, Senza traccia, Masters of Horror, Medium, My Name is Earl e a doppiare un episodio di Biker Mice From Mars. Canadese, anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 42 anni e un film in uscita.


Matt Frewer interpreta Sid. Americano, ha partecipato a film come Monty Python: il senso della vita, Supergirl la ragazza d'acciaio, Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi, L'ombra dello scorpione, L'alba dei morti viventi, Riding the Bullet, Desperation e Watchmen, doppiato Hercules e serie come Tiny Toon Adventures, Batman, Bonkers, Aladdin e Gargoyles; ha inoltre preso parte a episodi di Miami Vice, Oltre i limiti, Taken, Masters of Horror e Supernatural. Anche sceneggiatore e produttore, ha 53 anni e un film in uscita.


Anika Noni Rose, che interpreta Sara Tidwell, ha doppiato Tiana, la protagonista del delizioso La Principessa e il ranocchio. Nessun film da consigliarvi dopo questa visione, che ha avuto un solo risultato positivo. Mi ha fatto venire voglia di rileggere il libro. Fatelo anche voi e... ENJOY!!

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