Nonostante il mondo intero congiurasse contro di me attraverso mala distribuzione, allerta meteo, affari di famiglia e altre varie amenità, martedì ho preso macchina ed autostrada e sono andata a vedere assieme a due carissimi amici
The Neon Demon, l'ultima fatica di
Nicolas Winding Refn, qui in veste di regista e sceneggiatore (Seguono due paragrafi di delirio. Se non avete voglia di leggerli saltate al terzo).
Trama:
Jesse è una sedicenne intenzionata a sfondare nel mondo della moda. La sua naturale bellezza attira gli sguardi e l'ammirazione di chi la circonda ma anche l'invidia e la brama...
Questa è la prima volta in cui mi sento inadatta, lo confesso. Mi rendo conto di non avere né la capacità espressiva né le conoscenze cinematografiche adatte per parlare di
The Neon Demon, un'esperienza emotiva, visiva e sensoriale talmente travolgente che alla fine del film ho avuto difficoltà ad alzarmi dalla poltrona e tornare nel mondo reale.
The Neon Demon è un film che si mangia con gli occhi, da bere come se fosse la Milano di un vecchio spot pubblicitario, da godere in tutti gli elementi che lo compongono, un'opera d'Arte da vedere, ascoltare e "sentire" in loop continuo, nel bene e nel male. E pensare che tutto parte dalla semplicità di una favola vecchia come il mondo, quella della giovane ragazzina di provincia decisa a far parte di un mondo affascinante e spietato come quello della moda (ma potrebbe anche essere il mondo dello spettacolo in generale, della musica, del cinema), dotata dell'"unica cosa che conta" per sfondare non solo lì ma nella vita: la bellezza. Jesse, questo il nome della protagonista, è bella. Punto. Di una bellezza naturale, non artefatta, illuminata da quel "je ne sais quoi" che potrebbe tradursi in tremila caratteristiche positive, non ultima il fascino, e che la fa spiccare, assieme alla sua innocenza, nel mare di bambolotte rifatte che quotidianamente scalciano e mordono per arrivare in cima alla catena alimentare del mondo della moda. C'è chi si trucca, chi si uccide di diete, chi deve andare a letto con chiunque per ottenere un decimo di quello che Jesse ottiene semplicemente presentandosi struccata davanti a fotografi, manager e stilisti che cadono in deliquio davanti ai suoi capelli biondi e ai suoi occhioni. E ciò, ovviamente, scatena le invidie delle poveracce di cui sopra, il desiderio di possedere questa piccola e quasi magica creatura, di imitarla o distruggerla, con tutte le conseguenze del caso. Ecco, due parole ci vogliono per riassumere il film di
Refn. Facile, nevvero? E allora cos'è che lo rende un'opera d'arte come raramente se ne sono viste al cinema in tempi recenti? Cos'è questo Neon Demon che campeggia tronfio nel titolo?
Il problema è che la trama di
The Neon Demon è praticamente un pretesto. Un pretesto per afferrare la mano dello spettatore e trascinarlo in un trip fatto di sequenze simboliche alle quali il singolo può dare l'interpretazione che vuole. Eravamo in tre a vedere
The Neon Demon e ad ognuno di noi il film di
Refn ha sussurrato parole diverse, lasciando che fossimo noi stessi a ragionare, trarre conclusioni ed anticipare gli eventi in base alla nostra sensibilità e alle nostre conoscenze, tanto che il mio cervellino non ha mai smesso di far girare le rotelle, ponendosi domande continue che hanno avuto ben poche risposte. E normalmente mi sarei arrabbiata, lo ammetto. Ma il cervello, vedete, non può nulla contro il cuore. E il mio è stato letteralmente rapito, trasformandosi in una spugna pronta ad assorbire tutto quello che
Refn aveva da dargli in pasto in termini di immagini, sequenze e musica.
The Neon Demon è bellissimo. Come Jesse. E come Jesse ipnotizza fin dalle prime immagini, che vedono la splendida
Elle Fanning ricoperta di sangue, le membra disposte seguendo linee di fuga perfette, il corpo illuminato da luci rosse, bianche e blu, i colori predominanti dell'intero film, mentre una musica inquietante e al tempo stesso tremendamente accattivante scandisce il ritmo dei flash che stanno consacrando la giovane attrice a memoria imperitura (dei personaggi ma anche del pubblico). Potrei scrivere paragrafi interi magnificando ogni sequenza del film o parlandovi del tuffo al cuore provato davanti a un simile dispiego di perizia registica e fotografica ma vi tedierei fino alla morte e non avrei i mezzi per esprimermi adeguatamente perché la visione di
The Neon Demon è un'esperienza da provare sulla pelle, rigorosamente in una sala buia. Vi dico solo che il simbolismo delle immagini è talmente preponderante che i dialoghi sono ridotti all'osso, la maggior parte delle scene affidate all'espressività facciale e corporea di attrici di indubbio carisma tra le quali spiccano un'inaspettata
Jena Malone (costretta a prestarsi alla scena più disturbante del film, difficilissima da sostenere) e una
Abbey Lee che spero faccia moltissima strada, entrambe "ancelle" della piccola dea
Elle Fanning, un trionfo di innocente sensualità e perfido candore. La sua interpretazione è talmente sottile, così asservita all'ermetismo del regista, che per capire quanto di Jesse sia realtà, quanto finzione e quanto ci abbia messo le zampe il triangolato Neon Demon (ma esisterà? O è una metafora pure quella?) dovrei probabilmente riguardare il film altre venti volte. Il che non sarebbe un problema.
Mi rendo conto di avere scritto un mare di stron*ate, quindi la faccio breve.
The Neon Demon è un film da vedere? Assolutamente sì. Ve lo dico col cuore, che come sapete appartiene a
Quentin e conseguentemente si spezzerà dichiarando che il film di
Refn è una spanna sopra a
The Hateful Eight. E' palesemente una pellicola d'autore, il che non significa che il regista sia uno snob desideroso di tediarvi o farvi impiccare per la frustrazione una volta usciti dalla sala ma semplicemente che non gliene frega nulla di fare un film che piaccia al pubblico, basta girarne uno VOLUTO, totalmente sotto il suo controllo. Di conseguenza, vi dico anche che
The Neon Demon è una pellicola estremamente difficile. Se cercate certezze, una trama lineare, un horror
tout court, degli spiegoni, una morale, qualsiasi cosa possa farvi andare a dormire senza arrovellarvi costantemente su ciò che avete appena finito di vedere evitate il film di
Refn come la peste. Ma se avete una voglia pazza di respirare nuovamente quelle belle atmosfere Lynchiane, Kubrickiane, persino Argentiane che pensavo non avrei mai più provato sulla pelle dal giorno benedetto in cui vidi
Arancia Meccanica al cinema ringraziando la settima arte di esistere, questo è il film che dovete assolutamente vedere quest'anno. Perché la bellezza non è tutto. La bellezza è l'unica cosa.
Del regista e co-sceneggiatore
Nicolas Winding Refn ho già parlato
QUI.
Keanu Reeves (Hank),
Elle Fanning (Jesse),
Jena Malone (Ruby),
Bella Heathcote (Gigi) e
Alessandro Nivola (il fashion designer) li trovate invece ai rispettivi link.
Christina Hendricks interpreta Jan. Americana, ha partecipato a film come
Drive, Dark Places - Nei luoghi oscuri, Zoolander 2 e a serie come
Angel, E.R. Medici in prima linea, Tru Calling, Cold Case e
Hap & Leonard; come doppiatrice, ha partecipato alla serie
American Dad! e alla versione inglese de
La collina dei papaveri. Ha 41 anni e quattro film in uscita.
Abbey Lee, che interpreta Sarah, era una delle mogli di Immortan Joe in
Mad Max: Fury Road e dovrebbe partecipare anche al film tratto da
La torre nera nei panni di Tirana, una dei seguaci del Re Rosso.
The Neon Demon avrebbe dovuto intitolarsi
I Walk With the Dead e prevedeva la presenza di
Carey Mulligan, poi rimpiazzata dalla
Fanning quando il progetto ha preso tutta un'altra direzione. Detto questo, se
The Neon Demon vi fosse piaciuto provate a guardare
Suspiria o
Starry Eyes. ENJOY!
QUI trovate l'articolo di
Lucia
QUI l'anteprima di
Cuore di celluloide, di cui vi invito anche a piacciare
la nuova pagina FB
QUI l'imprescindibile nonché indispensabile articolo di
Hell sulle simbologie di
The Neon Demon