Trama: dopo il suicidio di un suora, un prete e una novizia vengono mandati in un convento di clausura in Romania ad indagare. Scopriranno che il convento è infestato dalle forze del male...
Dopo essersi palesata in The Conjuring - Il caso Enfield in tutta la sua Marilynmansonica bruttezza, la suora demoniaca ha finalmente ottenuto un film tutto suo. Film che, nonostante l'abbondanza di momenti perplimenti, protagonisti mosci e jump scare prevedibilissimi, non è nemmeno male come avrei pensato, soprattutto in virtù di un setting molto affascinante che non si limita alle mere location esterne ma anche e soprattutto agli ambienti in cui si ritrovano a soffrire e fuggire i personaggi principali. Ma partiamo dai difetti, suvvia, anche perché essi sono concentrati essenzialmente a livello di trama e caratterizzazione dei personaggi, al punto che, forse, di tutti i film derivanti dall'universo creato da James Wan, The Nun è il più debole ed involontariamente ridicolo in questo senso. Padre Burke e Sorella Irene sono, infatti, la summa degli stereotipi dell'horror a tema religioso, partendo da L'esorcista fino ad arrivare a robette recenti come, che so, qualsiasi pellicola che nell'adattamento italiano si sia vista affibbiare un "del male" all'interno del titolo. Lui è l'esorcista top del Vaticano, colui che viene mandato dagli alti prelati a risolvere le beghe della Chiesa benché porti dentro di sé il dolore di non essere riuscito a salvare un pargolo dalla possessione demoniaca (pargolo che riciccerà fuori più volte nel corso della pellicola) mentre lei, nonostante sia ancora postulante e nemmeno novizia, viene scelta dal Vaticano perché dotata del dono della "vedenza". In pratica, i due dovrebbero essere, almeno sulla carta, il Superman e la Wonder Woman della Chiesa, peccato che il demone faccia fare ad entrambi (soprattutto al primo) delle figure da cioccolatai talmente grandi che spesso mi sono ritrovata vittima di facepalm compulsivi. Ad accompagnare i due allegri fringuelli, un ragazzotto francese dotato della funzione di spalla comica, l'occhio "esterno" e laico di cui in effetti non si sentiva il bisogno. Questo trio, all'erta e pieno di brio, si destreggia tra uno jump scare e l'altro, vagando per conventi, boschi e cimiteri infestati da suore malvagie e demoni assortiti prendendo ogni scelta sbagliata possibile ed immaginabile (si separano, seguono creature che sono palesemente demoni per poi lamentarsi se questi ultimi fanno brutte cose, ficcano il naso dove non devono, ecc. ecc.) fino all'inevitabile risoluzione finale che arriva a citare, attenzione, persino Il cavaliere del male, l'unica cosa che mi ha fatto saltare il cuore in petto, sì, ma di pura gioia.
Se i protagonisti sono sull'imbecille andante, la suora demoniaca non è da meno o, meglio, è un po' indecisa. Di base, se è vero che al demone serve un corpo per incarnarsi, non sarebbe opportuno possedere Irene invece di star tanto lì a menarsela con visioni e preticelli? Invece, il demone Valak adora sbattere gente contro i muri e spaventarla, lasciando alle sue vittime tutto il tempo di fare ricerche, conversare, visitare conventi, gingillarsi con fantasmi o demoni minori e persino farsi pisolini tra un buco di sceneggiatura (solo la storia della chiave all'inizio e dei bombardamenti che svegliano il Male sono dei maccosa grossi come una casa) e l'altro. Però, in tutto questo, c'è da dire che The Nun è assai evocativo e dotato di un'interessante e piacevole atmosfera gotica. Gli ambienti, interamente ricostruiti in studio, ché in Romania (dov'è stato girato il film) è vietato riprendere l'interno degli edifici religiosi, sono davvero molto belli e, come giustamente suggeriva il mio esaltatissimo compagno di visioni, a tratti evocano le atmosfere de La Chiesa di Michele Soavi; regia e fotografia sono molto raffinate per una pellicola simile, fanno grande uso di nebbie rarefatte e di una pazzesca illuminazione che rende corridoi, stanze e boschi molto inquietanti e peccato che questo senso di inquietudine venga spezzato dalla banalità della suora che ciccia fuori nell'ombra, giusto dietro le spalle dei protagonisti oppure veloce veloce davanti alla cinepresa, perché se i realizzatori avessero scelto di lasciare l'orrore sottopelle, ispirandosi interamente al compianto Bava e appoggiandosi un po' di più ad alcune suggestioni fulciane gettate qui e là, probabilmente avremmo avuto un capolavoro. Bravo quindi il regista Corin Hardy, costretto ahimé a piegarsi alle regole dell'horror commerciale, un po' meno bravi gli sceneggiatori, adagiati sugli allori di una storia banale che svilisce di rimando anche la bellezza di regia e fotografia. Insomma, non proprio un diludendo ma nemmeno un film memorabile o particolarmente spaventoso. Aspettiamo ora i prossimi, inevitabili capitoli del franchise, tanto dubito di essermi liberata definitivamente della terribile Nun!
Di Demián Bichir (Padre Burke), Taissa Farmiga (Sorella Irene) e Michael Smiley (Vescovo Pasquale) ho già parlato ai rispettivi link.
Corin Hardy è il regista della pellicola. Inglese, ha diretto il film The Hallow. Anche sceneggiatore, animatore e produttore, ha 43 anni.
All'interno di The Nun vengono riprese intere sequenze da The Conjuring - Il caso Enfield (nel prologo) e L'evocazione - The Conjuring (durante l'epilogo, benché le sequenze siano state ovviamente rimaneggiate nelle immagini e nei dialoghi), così da garantire la continuità con quello che è spin-off ma anche prequel della saga; per avere un quadro più completo dell'universo di The Conjuring recuperate quindi questi due film e aggiungete Annabelle e Annabelle: Creation, nell'attesa che arrivino The Conjuring 3 e The Crooked Man. ENJOY!