domenica 16 aprile 2017
イースターおめでとう!
lunedì 10 novembre 2014
Il Bollodromo #5: Lucca Comics 2014
Giorno 1:
Il primo giorno si è aperto così.
Le prime persone che ho incontrato a Lucca sono state Jean Jacques e la sua simpaticissima morosa. C'è da dire che quest'uomo è Occhio di falco in disguise, ché io non riconosco neppure gente che ho visto tremila volte, figuriamoci una persona che ho visto solo in foto! Grandissimo inizio di giornata, comunque!
Dopo l'incontro fortuito sono corsa allo stand Rizzoli, dove Bryan Lee O'Malley firmava copie del suo ultimo lavoro, Seconds, e non solo: io infatti mi ero portata dietro anche una bella copia inglese di Scott Pilgrim (che ha causato non poco scompiglio tra gli appassionati, convinti che io avessi tra le mani una nuovissima copia italiana...) e mi sono fatta autografare entrambi i volumi, OLE'!
Incurante di una borsa dal peso specifico di una tonnellata, sono anche passata dallo stand Salda Press per acquistare Le ragazzine stanno perdendo il controllo. La gente le teme. La fine è azzurra di Ratigher, un volume autoprodotto di cui avevo sentito parlare benissimo. Il gentilissimo commesso mi ha consigliato di tornare alle 17 per farmelo autografare e così ho fatto, godendomi lo spettacolo di un Autore in grado di creare un'immagine vivissima con due semplicissimi tratti neri e un paio di colori. Grande, non vedo l'ora di leggere Le ragazzine!
Il resto della giornata l'ho passato fotografando i vari cosplayer e visitando la nuovissima (e affollatissima) Japan Town dove ho scialacquato lo stipendio dietro ai gadget di Sailor Moon e un paio di oggettini fatti a mano (portacellulare di Le Chat Noir Cutisserie e una tazza in ceramica di Totoro), segnandomi ovviamente un altro paio di altre cose da acquistare nei giorni seguenti.
Giorno 2:
Giorno della Zombie Walk!! Armata di camicia sporca e bucata e calze straccionate passo prima dallo stand della Infinite Statue ad adottare un Piccettino e poi di corsa nel Baluardo San Donato, sede della Umbrella Corporation, punto di partenza della Zombie Walk, dove una bravissima truccatrice mi ha trasformata in questo modo!
In codesta spaventevole guisa ho vagato per Lucca, provando per la prima volta l'emozione di venire fermata, fotografata, molestata e schifata (mi spiace per la bimba che ho spaventato al bar!) dai passanti. Sempre in codesta spaventevole guisa mi sono messa in fila per farmi firmare A come ignoranza dal bellissimo, simpaticissimo e folle Daw che mi ha anche omaggiata di uno Sbranzo. No bla bla. Disegno (Poiché detengo il dottorato)
Nell'attesa della Zombie Walk mi sono poi avventurata nell'area Games per un saluto alla dolcissima Aislinn con l'inseparabile Luca Tarenzi, ai ragazzi di Caos e per ammirare Immanuel Casto in tutta la sua Squillosa beltade (una coda e tanti di quei bodyguard che neanche per George Clooney, che esagerazione!); nel frattempo ho comprato anche la scatola base di Munchkins, un gioco che puntavo da un po'. Sarà bello? Sarà brutto? Mah! Lo scopriremo solo vivendo!
Ore 16: spettacolo all'Umbrella Corporation e inizio Zombie Walk! Più che una walk è stata una run (non tutti concepivano l'idea di camminare lenti ma oh, esistono anche zombie veloci!) ma l'idea di inframezzare alla parata delle scenette in cui gli zombie attaccavano i sopravvissuti è stata geniale e mi sono divertita un casino! Menzione d'onore al gruppo di morti viventi truccati da nazisti, monaci e quant'altro, a dir poco perfetti. Inutile dire che sono tornata a Pisa senza togliere il trucco, per la gioia di turisti e passeggeri sul treno.
Giorno 3:
Ovvero, la sfida a Zerocalcare e alla folla oceanica del sabato. Dopo un viaggio da incubo in treno, assimilabile per quantità e qualità dell'aria a quella che respiravano gli ebrei nelle camere a gas, con Dimentica il mio nome in saccoccia arrivo alle 9.30 davanti allo stand Bao, dove il tizio mi dice "La fila per Zerocalcare è già chiusa" "Anche per la sessione delle 15?" "SI" O_O. Ora, i "cancelli" a Lucca aprivano alle 9, Zerocalcare firmava alle 11, ammetterete che ho fatto il possibile ma evidentemente non è bastato. Ho urlato "ZERO!" al povero Zerocalcare appena giunto e gli ho stretto la mano, un gesto che, è bene specificare, non è stato quello di una fangirl davanti ad un suo idolo, ma quello di una guerriera che accetta la supremazia del più forte e giura solennemente di non provare MAI PIU' ad ottenere un disegnetto. Ecchecca', uno deve anche sopravvivere. Stacce.
E a proposito di sopravvivere, per superare il diludendo sono andata a fare brunch alla Japan Town così da evitare code devastanti: Curry Rice e Tsukune, il primo ottimo, le seconde troppo dolcine per i miei gusti ma comunque buone. Dopo il brunch luculliano ho fatto gli ultimi acquisti nipponici (orecchini di Totoro e t-shirt della Milkshop) e mi sono recata con tranquillità allo stand Rizzoli, dove Aislinn è stata così carina da firmarmi la copia di Angelize II aggiungendo una dedica che mi ha commossa! Grazie ancora!!!
Non paga della Zombie Walk, prima di dedicarmi ad attività più statiche mi sono aggregata alla Walking Cage. Non posso spiegarvi la genialità di quest'idea nata per scherzo su Facebook, spero che la foto basti a farvi capire.
Sabato sono anche riuscita ad andare a vedere le interessanti mostre su Silver, The Walking Dead, Dylan Dog e Gabriele Dell'Otto, le cui meravigliose tavole mi hanno lasciata letteralmente a bocca aperta.
Per evitare la folla poi, via con le attività "culturali": prima sono andata a vedere Rocco Siffredi che presentava il gioco Orgasmo (acquisto obbligato per eventuale foto e autografo, 20 euro, ma per favore!!! XD) e mi sono fatta delle grasse risate con la sua Rocchitudine, quindi con tutta tranquillità sono andata alla presentazione di Atomico, dove il Doc Manhattan e un sacco di validissimi collaboratori parlavano del nuovo progetto descritto QUI. Avrei voluto palesarmi come Antrista ma, che volete, l'innata timidezza me l'ha impedito quindi mi sono limitata a fare un gesto del minollo non vista e ad augurare ogni bene a Doc & Co.. Avrei anche dovuto andare alla prima di Vittima degli eventi ma il Signuruzzu ci ha messo la mano e qualcosa mi ha detto di recarmi prontamente in stazione senza aspettare le 21 perché avrei rischiato altrimenti di rimanere a Lucca e dormir per strada vista la marea di gente che ha letteralmente bloccato la stazione!!
E con questo si conclude il resoconto della fiera, un'esperienza decisamente positiva! Tre giorni a Lucca, per una non addetta ai lavori, sono decisamente troppi e ora l'ho capito ma l'anno prossimo sicuramente uno o due... chissà! Intanto vi lascio con le foto degli acquisti! ENJOY!!
Robe cartacee... |
Gadget... |
Dettaglio orecchini totorosi... |
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E per finire Piccettino vi saluta!! |
lunedì 18 giugno 2012
El Almanaque de la Burbuja
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Ma anche le tapas e la sangria... porqué no? |
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BaBBa Bia!! |
E il cinema spagnolo, direte voi? Non è morto, anche se questa settimana si fa sentire con un’unica uscita, Iceberg, peraltro di un regista che non conosco, Gabriel Velásquez. Il film è una pellicola priva di adulti dove i protagonisti sono tre ragazzi che stanno diventando uomini e donne nel modo più difficile e doloroso. Come un’iceberg, il film mostra solo “la punta” del mondo dell’adolescenza, che nasconde però molto altro sotto il pelo dell’acqua... certo, se l'opera rispecchia il gusto del trailer c'è da stare freschi. Se fossi spagnola credo punterei decisamente verso altri lidi, perché va bene il minimalismo, ma qui si esagera! Vedere per credere... io vi saluto qui! Hasta luego!
giovedì 15 aprile 2010
Il Bollalmanacco On the Road: Barcellona - Palma di Maiorca - Ajaccio
Eccoci qui di nuovo con la rubrica che unisce cinema e viaggio, che purtroppo non curo tanto quanto vorrei. Questa volta la Bolla si fa il regalo di compleanno e parte per una piccola crociera “per siuri” (giusto per citare il sempre degno Alan Ford) che toccherà Barcellona, Palma de Mallorca e Ajaccio. Tralasciando titoli ovvi come Natale in crociera, che non guarderei nemmeno se mi costringessero, e un tira – jella come il più famoso Titanic di James Cameron, spero davvero di non fare la fine dei malcapitati all’inizio dell’horror Ghost Ship, con Gabriel Byrne, che si ritrovano segati in due proprio durante una cena di gala su una nave.
Al di là di queste amene ed ottimistiche prospettive, vediamo un po’ se i luoghi che visiterò sono stati set di qualche film, importante o meno. La Spagna è luogo di provenienza di alcuni dei più famosi registi al mondo, tra cui il controverso Pedro Almodovar o il recente cantore dell’horror catalano Jaume Balaguerò, senza contare attori come Pénelope Cruz o il suo compagno Javier Bardem. Le famose Ramblas di Barcellona, nella fattispecie, hanno fatto da set a parecchi film, anche piuttosto recenti. Una delle ultime pellicole di Woody Allen, Vicky, Cristina, Barcellona vede le due star spagnole sopra citate recitare assieme alla bionda Scarlett Johansson. Non l’ho visto, non amo molto Allen, ma chi lo ha fatto ha detto che è molto bello, quindi rimedierò, magari proprio al ritorno dalla mia visita. Rimanendo nei territori che più mi sono congeniali, ovviamente non mancherò di cercare il palazzo infestato dove Balaguerò ha girato Rec e il suo seguito, Rec2. Inaspettatamente, anche Profumo - Storia di un assassino è stato girato in parte a Barcellona (e mi piacerebbe sapere dove, in effetti…) e anche The Orphanage, due film che ho visto, apprezzato, e di cui ho già parlato sul Bollalmanacco.
Un altro film splendido, che mostra luoghi meravigliosi come la Sagrada Familia è Tutto su mia madre di Almodovar, che ha vinto l’Oscar come miglior film straniero nel 1999 e che tutti, almeno una volta nella vita, dovrebbero vedere; Almodovar, e so che ora mi ucciderete, non mi fa impazzire, ma Tutto su mia madre merita davvero, e anche La mala educaciòn, sempre dello stesso regista e sempre ambientato a Barcellona, è molto bello, ma forse un po’ “crudo”, e decisamente non per tutti. Per chi volesse qualcosa di più “pruriginoso” c’è un film di Bigas Luna con un titolo che è tutto un programma, ovvero Prosciutto Prosciutto (mai visto, dovrò informarmi con l’amico Toto che sicuramente non se l’è perso XD), mentre chi si sente intellettuale nell’animo e non disdegna raffinati “polpettoni” vorrà sapere che anche Professione: Reporter di Michelangelo Antonioni, conJack Nicholson, è stato girato in parte a Barcellona. Il mio massimo sollucchero invece è sapere che attraccherò allo stesso porto dove un tempo giunse anche la storica Love Boat… “Mare, profumo di maareeee!!!”.
Per quanto riguarda Palma di Maiorca, pare che sia una location molto quotata anche da produzioni tedesche e persino giapponesi. Noi italiani la portammo agli onori nazionali nel 1960, quando il regista Giorgio Bianchi prese due grandissimi attori come Alberto Sordi e Gino Cervi per girare il suo Brevi amori a Palma di Majorca. Sicuramente, non uno dei film più memorabili di Albertone, una classica commedia all’italiana dell’epoca, basata su amori impossibili e fuggevoli. Inoltre sembra che, al momento, stiano girando in loco un action thriller inglese, per la regia di una povera disgraziata al suo secondo film (il primo era una biografia, credo la duecentesima, su Lady Godiva… ho paura…).
Niente da fare invece per Ajaccio, che a quanto pare non è rinomata meta cinematografica, nemmeno per francesi o italiani. In compenso, ogni anno, si tiene lì un festival del cinema italiano. E ora vi lascio con una storica chicca trash... la sigla di Love Boat!! ENJOY!
giovedì 19 novembre 2009
Il Bollalmanacco on the road: LISBONA
Dopo Santorini, il Bollalmanacco On The Road approda a Lisbona, dove sarò il prossimo weekend. Parlare di film ambientati a Lisbona significa parlare di una filmografia sterminata ma, ahimé, a me sconosciuta o quasi, ovvero quella portoghese.
Un cinema particolare e soprattutto “d’autore” quello Portoghese, almeno quello che viene esportato nei festival o nei cinema d’essai e quindi viene conosciuto al grande pubblico, ma anche un cinema ricco di documentari, scorci di vita vissuti, temi importanti come la religione, il sesso, la politica.
La figura cardine del cinema Portoghese è senza dubbio il regista Manoel de Oliveira, nato nel 1908, tuttora vivente ed attivo, nonostante diriga, produca e scriva film sin dagli anni ’30. Devo di nuovo ammettere che la sua opera mi è completamente ignota anche se la gran parte dei suoi film sono arrivati in Italia. Le sue pellicole trattano temi universali e “conflittuali”: vita contro morte, santità contro peccato, bene contro male, il tutto condito dall’annoso tema della solitudine umana. Pesantino, mi verrebbe da dire, ma non è detto che un giorno non mi possa mettere a guardare qualche suo film. Tra i suoi film ambientati proprio a Lisbona segnalo Benilde o la vergine madre, dramma datato 1975, dove una ragazza rimane “inspiegabilmente “ incinta e cerca di convincere la famiglia tutta di essere una novella vergine Maria, appunto; La Divina Commedia (1991), film ambientato in un manicomio dove i pazienti si credono personaggi storici, letterari e religiosi; la commedia A Caixa (La scatola), del 1994, storia di un mendicante cieco che nasconde tutti i suoi risparmi in una cassetta nera mentre i vicini, vedenti e pigri, invece di cercare lavoro passano le giornate cercando di capire come fare a rubargliela; Inquietudine (1998), film composto da tre episodi uniti da un fil rouge legato alla morte e all’eternità.
Tra i film girati invece sempre a Lisbona ma da altri autori, cito un classico trash/horror come Le Tombe dei resuscitati ciechi, diretto nel 1971 dallo spagnolo Amando de Ossorio. Meravigliosa la trama, dove un gruppo di Templari dediti alla magia nera vengono uccisi e lasciati ai corvi, che si cibano dei loro occhi. Ai giorni nostri poi un gruppetto di studentelli si ritrova proprio nel luogo dove sono stati sepolti i cadaveri, ed ecco che comincia lo zombie – movie. Donnine discinte, vampirismo, zombie e finale aperto a tre seguiti sono i tre elementi chiave di questo film.
Restando sempre in tema horror, nel 1999 Roman Polanski ambientava gran parte del suo La nona porta nella città portoghese. Pasticciaccio confuso di cui ricordo assai poco, tratto dal romanzo Il Club Dumas del bravo Arturo Perez – Reverte. L’unica nota positiva del film è la presenza di Johnny Depp che però non si impegna troppo, visto che il suo personaggio è perso in un’intricata storia di libri esoterici e porte infernali. Se dovessi fare un sunto preciso, non ne sarei in grado, così come credo di non ricordare un singolo fotogramma della pellicola, tanto meno il finale. Peccato, peccato.
Famosissimo (anche se io non l’ho mai visto) è Lisbon Story di Wim Wenders, del 1994. In esso un regista cerca di portare a termine la realizzazione di un film su Lisbona, appunto, ma inutilmente. Solo l’arrivo del tecnico del suono, che rimane affascinato dalla città, lo convincerà a tornare sui suoi passi e a realizzare il film. Conoscendo Wenders, regista tedesco autore di raffinati “mattoni” come Il cielo sopra Berlino e The Million Dollar Hotel, non sarà una passeggiata di pellicola, ma senza dubbio sarà assai suggestiva. Probabilmente dopo essere stata a Lisbona mi verrà voglia di provare a vederla, chissà.
Nel 1996 anche noi italiani siamo approdati nella città Portoghese, dove è stato girato parte del film Sostiene Pereira di Roberto Faenza, tratto dall’omonimo romanzo di Tabucchi, storia di un giornalista che, nel pieno regime di Salazar, comincia ad aprire gli occhi sulla realtà politica che lo circonda. Non l’ho mai visto, come nessuno dei film citati qui d’altronde, ma ha un cast di tutto rispetto, nel quale spiccano Marcello Mastroianni (in una delle sue ultime apparizioni, visto che è morto nello stesso anno, ahimé…) e Joaquim De Almeida, uno dei più famosi attori portoghesi, che io ricordo per aver partecipato anche allo splendido 24. Altri interpreti sono Daniel Auteuil, Nicoletta Braschi (bleah…) e Stefano Dionisi.
Insomma, ridendo e scherzando sto per andare in un posto che trasuda amore per il cinema da ogni angolo, e non posso che esserne contenta, in effetti! In attesa di scoprire quali prodezze cinematografiche potrà regalarmi Strasburgo… rimaniamo legati al trash iberico, col trailer "urlato" de La notte dei resuscitati ciechi! ENJOY!
martedì 23 giugno 2009
Il Bollalmanacco on The Road: SANTORINI
Siccome di essere nerd la Bolla, ovvero io, non ne ha mai abbastanza, inauguro con il viaggetto che mi porterà in quel di Santorini una rubrica cinematografica che scriverò ogni qualvolta mi muoverò dalla terra natìa, cercando di capire se i paesi visitati hanno meritato, almeno una volta, di essere immortalati in una pellicola che non fossa quella di telegiornali/documentari.
Santorini è, in breve, un isola vulcanica greca, appartenente all'arcipelago delle Cicladi. E' l'isola maggiore di un arcipelago in miniatura che conta anche Thirasia, Aspronisi, Palea Kameni e Nea Kameni, dove si trova un vulcano ancora attivo. La leggenda narra che da quelle parti potesse trovarsi la famigerata Atlantide, ma ovviamente la faccenda non si può dimostrare!
Per una cinefila come me, inaugurare una rubrica simile con Santorini è un pò una barzelletta, visto che ha funto da location per film che non sarei andata a vedere nemmeno se mi avessero puntato un cannone alla testa; d'altronde negli ultimi tempi la Grecia viene vista come un paradiso bucolico (vedi il recente Mamma mia!) dove la gente è caciarona e genuina, e dove gli americanacci abbruttiti dal lavoro e dallo stress della vita cittadina possono trovare un novello Eden. Detto questo, è facile capire che tipo di film possano richiedere una simile location: commedie adolescenziali, romantiche, tamarrate della peggior specie.
Al di là di serie tv olandesi e greche, documentari e sporadici pornazzi (d'altronde, Bisio lo diceva che la sua fidanzata, con l'amica Giovanna, in Grecia ci andavano solo per fare la P***ana, come mostra la famosa canzone Rapputt) pochi sono i film più o meno famosi ambientati tutti o in parte a Santorini.
Nel 1982, il regista Randal Kleiser (Navigator), continuava a scodellare film sentimentali dove gli amori nascevano grazie all'influenza di isole incontaminate, sulla scia del successo della sua opera più famosa, Laguna Blu. Così, decise di ambientare a Santorini, e in generale in Grecia, il film Summer Lovers, storia di un triangolo tra due americani, rispettivamente la splendida Daryl Hannah (Kill Bill) e Peter Gallagher (che si faceva allegramente la moglie di Kevin Spacey in American Beauty), e un'archeologa francese. La villa che i due americani affittano pare sia ubicata ad Oia, e che ora sia un negozio di souvenir che porta lo stesso nome della pellicola.
Nel 2003, abitanti e turisti dovettero inchinarsi, quando al largo delle acque incontaminate, apparvero due canotti di proporzioni epiche, accompagnati da ancor più grandi boe: l'Angelina Jolie ancora non signora Pitt infatti deliziava i teenagers di mezzo mondo cercando tesori sommersi nell'incipit di Lara Croft Tomb Raider: la culla della vita (Lara Croft Tomb Raider: The Cradle of Life), dell'olandese Jan De Bont.
Due anni dopo toccava alla figlia di Una mamma per amica, Alexis Bledel (Sin City) ad ammorbare l'aria del luogo, nel quale è stato ambientata parte del film 4 amiche e un paio di jeans (The Sisterhood of the Travelling Pants), filmetto tratto da un bestseller che racconta le esperienze di vita di quattro ragazzette che per la prima volta nella loro vita devono separarsi per le vacanze estive, che ognuna si fa per i fatti propri, crescendo e scoprendo... l'aMMMMore! Evviva. Il film ha avuto anche un seguito, uscito l'anno scorso, con le stesse attricette.
Ma non paghi di accogliere fuffa made in USA, gli abitanti di Santorini hanno lasciato che anche il cinema "moderno e GGGiovane" italiano andasse ad insozzare le spiagge incontaminate, e che raccontasse l'ennesima storia della svolta esistenziale di un branco di giovinastri di belle speranze appena usciti dalla maturità, che si renderanno conto che c'è altro nella vita, oltre a ciò che vorrebbero per loro i genitori. L'orrore in questione è Che ne sarà di noi, diretto nel 2004 da Giovanni Veronesi (Il mio West, Manuale d'amore ed il suo seguito) e recitato, tra gli altri da, orrore!!!!, Silvio Muccino e dalla meno orrenda Violante Placido.
Insomma, la morale è: andate in vacanza a Santorini, ma per carità, gentili abitanti del luogo, vedete di tenere lontani i registi o non verrà più nessuno!!! E ora, l'avete voluta voi... la versione originale del Rapputt..! di Bisio! ENJOY!