In questi giorni, spinta da curiosità, ho deciso di cercare e guardare 1911 (Xinhai Geming), diretto nel 2011 dal buon Jackie Chan, che tutti conosciamo come pazzo e acrobatico cinese protagonista di mille action movie e che qui offre invece un’inusuale interpretazione drammatica.
Trama: il film racconta la storia della rivoluzione cinese del 1911, quando le forze ribelli guidate da Huang Xing e Sun Yat – Sen riuscirono a spodestare la dinastia Qing e ad instaurare la prima repubblica.
1911 non è un film facile per un occidentale che di storia cinese non sa praticamente nulla. Il fatto che si svolgesse nello stesso periodo de L’ultimo imperatore di Bertolucci (visto una volta da bambina e poi mai più dimenticato né riguardato, visti i traumi che mi aveva causato…) mi ha un po’ aiutata a contestualizzare il tutto e a capire, ma tenere a mente la marea di nomi e facce, praticamente tutti e tutte uguali, dei personaggi che popolano la pellicola è praticamente un’impresa epica. 1911 tuttavia viene incontro al pubblico ignorante occidentale intervallando lo scorrere degli eventi con del testo scritto in sovrimpressione, che racconta, riassume e sintetizza un po’ alcune vicende, inoltre introduce quasi tutti i personaggi con un’altra didascalia che mostra il loro nome e il loro ruolo all’interno della società cinese. Questa piccola premessa era d’obbligo, perché 1911 è davvero un film splendido e sarebbe un peccato rinunciare ad “affrontarlo” per il timore di non capire nulla e ritrovarsi davanti un polpettone storico indigeribile.
Jackie Chan dirige con una classe e una bravura che farebbero impallidire registi ben più “seri” e scafati, avvalendosi della collaborazione del direttore della fotografia Li Zhang. Il risultato è un fluido scorrere di immagini splendide e molto forti dal punto di vista emotivo, che mescolano il sangue, il dolore e la frenesia della guerra a momenti più riflessivi e quasi lirici, accompagnati da una colonna sonora di incredibile bellezza. I dialoghi penalizzano un po’ il film, perché sono conditi da un’inevitabile retorica, ma il bello è che, nonostante questo, 1911 non è un film utopico che celebra la rivoluzione chiudendo gli occhi su tutte le cose negative che porta con sé, anzi. E' vero che Sun, il primo presidente cinese, viene dipinto come un altruista assoluto, pronto a rinunciare al potere per il bene del popolo, a condividere la gloria con l'amico e guardia del corpo Huang Xing, a farsi da parte se necessario, ma viene anche mostrato come i rivoluzionari siano dovuti scendere a patti con generali corrotti e governi stranieri pronti a cambiare bandiera a seconda della convenienza economica, oppure come la rivoluzione non abbia portato i risultati sperati, lasciando nella povertà la maggior parte del popolo, già provato da un terribile bagno di sangue costato moltissime vite. Inoltre, anche la famiglia imperiale non viene stigmatizzata come "il nemico", ma viene mostrata come un gruppo di persone fragili, ignoranti (la sequenza in cui la rivoluzione francese viene considerata una "leggenda" occidentale usata solo per spaventarli mette i brividi..), testardamente aggrappate ai loro privilegi e dipendenti dalle parole di una donna sola e spaventata o da quelle di un bambino troppo piccolo per poter diventare imperatore.
Il fulcro del film è principalmente la dicotomia tra Sun, "la mente" portatrice delle idee rivoluzionarie all'estero, e Huang Xing, "il braccio" armato tuttavia anche di grande cuore e lungimiranza, disposto a rimanere nell'ombra perché, a detta sua, quello di portare in giro per il mondo la parola e lo spirito della rivoluzione è un compito molto più arduo e difficile di quello di condurre una guerra. Grande importanza, tuttavia, viene anche data alla figura della donna. 1911 si apre con le strazianti immagini di una rivoluzionaria condannata a morte, pronta ad affrontare il suo destino per i propri figli e tutti quelli dei suoi compatrioti e, nel corso della storia, introduce la compagna di Huang Xing, l'unica in grado di riportarlo alla ragione, o la figlia dell'ambasciatore cinese in Inghilterra, una ragazza dalla mentalità aperta che da fiducia a Sun e gli consente di parlare ai rappresentanti delle nazioni straniere nonostante la mentalità conservatrice del nobile padre. Jackie Chan, infine, non rinuncia neppure ad un'ironica autocelebrazione di sé stesso, nonostante l'assoluta serietà del proprio personaggio, e si profonde così in un breve, acrobatico e velocissimo combattimento in solitaria contro alcuni attentatori. Insomma, 1911 è un film che mi sento di consigliare; sicuramente non è adatto a tutti e a tratti risulta sicuramente un po' pesantino, ma secondo me merita comunque una visione.
Di Jackie Chan, qui nel doppio ruolo di regista e interprete di Huang Xing, ho già parlato qui. Li Zhang invece è l’altro regista della pellicola, qui alla sua prima esperienza. In precedenza, aveva lavorato come direttore della fotografia in film che purtroppo non conosco e, sempre purtroppo, su di lui non trovo né foto né informazioni ulteriori. Se qualche cinefilo orientaleggiante è all’ascolto e vuole aiutarmi…
Bingbing Li interpreta Xu Zonghan. Attrice cinese, la ricordo per film come Diciassette anni e L’impero proibito. Ha 39 anni e un film in uscita, Resident Evil: Retribution.
Joan Chen (vero nome Chong Chen) interpreta l’imperatrice Longyu. Cinese, la ricordo innanzitutto per avere interpretato l’affascinante e fragile Jocelyn Packard ne I segreti di Twin Peaks, poi per film come L’ultimo imperatore, Fuoco cammina con me e Dredd – La legge sono io. Ha partecipato anche a serie come Supercar, Miami Vice, MacGyver, Nightmare Café e Oltre i limiti. Anche regista, sceneggiatrice e produttrice, ha 51 anni e cinque film in uscita.
Nel film compare anche Jaycee Chan, figlio trentenne di Jackie Chan, nei panni di Zhang Zhenwu. Non ho film da consigliarvi in caso piacesse 1911, ma personalmente cercherò di recuperare L’ultimo imperatore e affrontare così questo demone d’infanzia! ENJOY!
grandissimo!!!Questo lo devo assolutamente vedere e avere.Dopo la sssr e la sua storia,quella cinese è il mio pallino fisso,insieme alla storia jugoslavia e quella del partito baath nel mondo arabo.
RispondiEliminaSegnato e grazie millissime per la segnalazione!
Di nulla!
RispondiEliminaE pensare che ho messo la recensione tanto per, giusto per piacere personale, pensavo che un film simile non interessasse a nessuno XDXD
a me piacciono i film storici,sopratutto di questo tipo.In cina c'è una serie di film:axis of war che parlano della rivoluzione maoista e altre cose simili.
RispondiEliminaLa rivoluzione comunque è un atto di guerra prima e poi di strategia politica.Quindi quelli che tu chiami aspetti negativi,sono tragedie necessarie.Mi fa piacere che il buon Jackie ne abbia tenuto conto
Sì, per gli aspetti negativi io intendo soprattutto l'assenza di una "vittoria" nel vero senso della parola e gli inevitabili magheggi poco puliti che fanno a pugni con lo spirito "puro" della rivoluzione. Alla fine del film viene evidenziato come per il popolo (o meglio, per la maggior parte di esso) sia cambiato davvero poco.
RispondiEliminaComunque guardalo, poi mi fai sapere!!
?? Non l'avevo mai sentito nominare! Però mi ispira... anche perché studiando a scuola questi fatti non ho capito praticamente nulla!
RispondiEliminaSecondo me potrebbe piacerti, alla fine l'approccio di Jackie è abbastanza "semplice", ecco, alla portata anche di noi occidentali!
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