Nonostante non fossi proprio pienamente convinta, venerdì ho guardato A proposito di Davis (Inside Llewyn Davis), diretto nel 2013 da Joel ed Ethan Coen e candidato a due premi Oscar, miglior fotografia e miglior sonoro.
Trama: Llewyn Davis è uno squattrinato musicista folk che vaga per l'America cercando di ottenere ingaggi e raggiungere il successo...
"Se non è nuova e non invecchia allora è musica folk". La chiave per interpretare A proposito di Davis sta tutta nella frase pronunciata dal protagonista come conclusione dell'esibizione che viene mostrata due volte, all'inizio e alla fine del film. Llewyn Davis è un musicista che non riesce a rinnovarsi e che, di conseguenza, non invecchia, rimanendo sempre identico a sé stesso, immutabile, dall'inizio alla fine della pellicola che è, di fatto, un cerchio perfetto raccontato come un lungo flashback. Llewyn è il classico "perdente" tipico della filmografia dei Coen, un ometto bizzoso e orgoglioso che non accetta di essere un musicista mediocre ma non riesce nemmeno a staccarsi dall'immagine che ha di sé stesso: per tutto il film lo vediamo fare couch surfing in quanto privo di casa e, più o meno sfacciatamente, appoggiarsi agli altri per ogni cosa, dal cibo, al lavoro, all'automobile, agli ingaggi, persino alla musica. Alla dignità di artista, infatti, si accompagnano la consapevolezza di valere poco come solista e il dolore di avere perso il partner, suicidatosi apparentemente senza spiegazione alcuna, lasciandolo così impossibilitato a raggiungere il tanto bramato successo e la sicurezza economica. Lasciato solo, Llewyn fa un casino dietro l'altro e letteralmente fugge da qualsiasi responsabilità, che sia una paternità non prevista, un vecchio malato da accudire o un povero gatto scappato di casa che, per inciso, fa da degno contraltare ad un protagonista incapace di vivere tenendo fede al profetico nome di Ulisse.
Le grottesche disavventure di Llewyn Davis vengono messe su pellicola dall'accurata regia dei Coen, che immergono i personaggi in una gradevole atmosfera vintage, formata da immagini che richiamano spesso e volentieri le immagini dei vecchi vinili. Più della regia però, ho adorato la splendida fotografia permeata di colori freddi, con qualche "macchia" calda qui e là come il pelo del micione rosso o gli abiti dei protagonisti, e anche la colonna sonora, che pur non incontra i miei gusti musicali, è semplicemente perfetta, anacronistica, malinconica e ripetitiva come il povero Davis. Oscar Isaac offre un'interpretazione misurata ma convincente e, assieme a guest star come Carey Mulligan e John Goodman (meraviglioso ed esilarante!) da vita a duetti grotteschi ma assai realistici, probabilmente i momenti migliori della pellicola. Detto questo, mi è piaciuto A poposito di Davis? Sì e no. Come già accaduto con L'uomo che non c'era, probabilmente avrei bisogno di riguardarlo tra qualche anno perché mi è sembrata una di quelle pellicole "da meditazione", che vanno gustate in momenti ben precisi della propria esistenza. Tecnicamente l'ho trovato ineccepibile ma la storia, come già temevo prima ancora di accingermi alla visione, non mi ha entusiasmata tanto quanto avrebbe dovuto e alcuni passaggi mi hanno ammazzata di tedio... forse perché, come la Mulligan, se mi trovassi davanti uno come Llewyn Davis (o come Ed Crane) lo ricoprirei di insulti fino a fargli desiderare di scomparire dalla faccia della terra, chissà. Comunque, A proposito di Davis è senza dubbio un film che vale la visione, quindi lo consiglio.
Dei registi e sceneggiatori Joel ed Ethan Coen ho già parlato qui. Carey Mulligan (Jean), John Goodman (Roland Turner) e F. Murray Abraham (Bud Grossman) li trovate invece ai rispettivi link.
Oscar Isaac (vero nome Oscar Isaac Hernandez) interpreta Llewyn Davis. Guatemalteco, ha partecipato a film come Robin Hood, Sucker Punch, Drive e W. E. - Edward e Wallis. Ha 34 anni e quattro film in uscita.
Nel film compare anche il cantante Justin Timberlake, che si esibisce assieme a Carey Mulligan nei panni del fidanzato Jim. Se A proposito di Davis vi fosse piaciuto guardate anche Fratello, dove sei? e L'uomo che non c'era. ENJOY!
Io l'ho trovato decisamente buono. Una parabola non da poco sui losers e sul concetto del "uno su mille ce la fa".
RispondiEliminaMorandiano, dunque? :P
EliminaScherzo, come ho detto lo recupererò tra qualche anno, al momento lo reputo buono ma con riserva!
io vorrei vederlo ma, l'unica cosa che mi trattiene, è che l'accoppiata coen/gatto mi spaventa. per il gatto intendo.
RispondiEliminaTi posso assicurare che il gatto è quello che sta meglio. Guardalo in fiducia! :)
Eliminaallora sì ^^ avevo il timore che lo facessero esplodere >_>
Eliminalo vedrò lo vedrò!
Ma no, non parliamo mica di Eli Roth :P
EliminaBene, bene, abbiamo pubblicato il post in contemporanea... per me è un gioiellino impeccabile, come sanno fare i Coen; concordo con te, che sia un film "da meditazione", come un buon vino rosso, come il gatto. Splendida la fotografia, sì, che ricorda quei dischi (come la locandina ricorda un mitico album di Bob Dylan). Vorrei l'Oscar al mio gatto ;)
RispondiEliminaE' realizzato in maniera magistrale ma, come ho detto, non mi ha presa... forse perché sono poco "meditativa"? :P
EliminaLa pensiamo nella stessa maniera Bolla!!!
RispondiEliminaAmmetto che sudavo freddo a scrivere la recensione, mi aspettavo appassionati insulti e botte di "non capisci un razzo!" XD
Eliminacredo che lo patirò perchè non è che mi attiri così tanto ma una chance gliela concedo volentieri...
RispondiEliminaIo un'occhiata gliela darei. Partivo anche io prevenuta e non mi ha soddisfatta appieno, ma è comunque un bel film!
Eliminarispetto ad altri filmetti dei coen, l'ho trovato parecchio meglio.
RispondiEliminaperò sono presenti anche alcuni difetti come hai messo in evidenza e i personaggi di carey mulligan e john goodman avrebbero meritato ben più spazio...
Io i Coen li adoro ma li preferisco un po' più "violenti", grotteschi e meno meditativi :P Per me il non plus ultra è Fargo!
EliminaIl film non mi era dispiaciuto (visto tre mesi fa al TFF) all'epoca, ma. in qualche modo, mi aveva lasciata un po'... meh. L'ho trovato poco "coeniano", e la cosa mi aveva un po' deluso.
RispondiEliminaPerò il gatto è splendido.
Il gatto è meraviglioso, un tocco di colore ed astuzia felina, altro che quel mollo di Davis XD
EliminaComunque sì, la sensazione è la stessa che ho provato io, più o meno...
Oscar Isaac e la Mulligan erano marito e moglie in Drive di Refn!
RispondiEliminaEh ho notato :) Hanno sempre un rapporto un po' conflittuale nei film, nevvero? :P
EliminaChennessò: non riesco a guardare nè l'uno nè l'altra...Lei perchè...cioè....(!)
EliminaLui perchè è uguale a Marrachesh........
Ahahahah oddio la somiglianza non l'avevo notata... forse perché sti strepponacci reppusi non rientrano nelle mie corde :P
EliminaI nostri timori sul micio erano abbastanza infondati, visto?
RispondiEliminaFilm che a me, per il suddetto felino, per il protagonista e per la musica, è piaciuto tanto.
Per fortuna :) Però ho letto che dopo questo film i Coen sono diventati insofferenti ai gatti XD
EliminaSono sulla tua linea ma credo che, nonostante i suoi pregi, non sia un film che consiglierei, ne un film che rivedrei.
RispondiEliminaIo invece vorrei riprovare tra qualche anno :)
EliminaPiaciuto anche a me, peccato solo che quella fotografia così fredda mi abbia conciliato 10 minuti di sonnellino al cinema!
RispondiEliminaAmmetto che, dopo la "scomparsa" di Goodman, un pelo di palpebra è calato anche a me!
EliminaSe proprio devi riguardetene uno. Riguardati L'uomo che non c'era. Ma ancor di più, meditativamente parlando, A serious man ;)
RispondiEliminaA Serious Man devo proprio vederlo, non ho mai avuto occasione!
EliminaMah un compitino ben fatto no perché secondo me c'è parecchio sentimento dentro, si vede che i Coen ci tenevano a raccontare questa storia. Però, giusto per rimanere in tema musicale, non è riuscita a toccare le mie corde :)
RispondiEliminaSì, capisco benissimo quello che intendi ed è un peccato perché effettivamente una storia simile avrebbe potuto sfociare in un capolavoro!
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