Trama: dopo gli eventi accorsi in Civil War, Scott Lang è agli arresti domiciliari e gli è stato proibito di contattare Hope Van Dyne o Hank Pym. Le visioni della moglie scomparsa di Pym lo costringono però a tornare in azione...
Sono passati tre anni dal primo Ant-Man e due da Civil War eppure, col sovraccarico di uscite annuali del MCU, pare quasi trascorso un secolo soprattutto per chi, come me e il Bolluomo, non ha minimamente tempo di indulgere in recuperi che possano rinfrescare la memoria relativamente a pellicole usa e getta, che entusiasmano il tempo di un mese per poi venire subito cancellate dall'uscita successiva. Questo per dire che, se io ricordavo poco o nulla di Ant-Man (occavolo, Scott Lang aveva una figlia???) e di Civil War, il mio povero fidanzato non rammentava nemmeno che il personaggio avesse partecipato ad una delle più attese scene di botte tra supereroi della storia dei cinecomic, quindi continuava a chiedermi perché mai Scott Lang fosse agli arresti domiciliari dopo aver aiutato Captain America. E vi dirò, noi probabilmente staremo anche cominciando l'allegro viaggio verso i prodromi dell'alzheimer, ma posso mettere la mano sul fuoco relativamente al fatto che Ant-Man and the Wasp subirà lo stesso destino dei film che lo hanno preceduto e in meno della metà del tempo. Se le altre pellicole Marvel erano dei ricchissimi fazzolettini usa e getta, il film di Peyton Reed è infatti l'allegro vuoto tra le parole Ma e Quindi (?), il sequel di un film simpatico al quale tuttavia aggiunge poco o nulla, sia in termini di trama che in termini di approfondimento psicologico dei personaggi, affiancati da villain presi direttamente dal discount della malvagità. La mia è una critica, è vero, però non mi ci arrabbio nemmeno più di tanto, anche perché Ant-Man and the Wasp fa il suo dovere di intrattenere per tutta la sua durata, che è probabilmente il compito per cui era stato progettato, oltre a rispondere alla domanda (se qualcuno se la fosse posta) "perché Ant-Man in Infinity War non c'era?" e riempire l'attesa per il prossimo filmone Marvel con qualcosa di non troppo impegnativo. Abbiamo quindi tutti gli ingredienti che rendevano gradevole Ant-Man con pochissime variazioni; se nel primo film Scott Lang era un criminale in quanto ladro, qui lo è in quanto supereroe "in disgrazia", se là il rapporto con Hope era teso, benché romanticamente in evoluzione, proprio per l'ambigua natura di Lang, in questo sequel la disaffezione trova radici in quello che è successo in Civil War. La trama, per il resto, è totalmente incentrata sull'universo Quantico nominato nel primo film, croce e delizia dei vari personaggi, più o meno tutti toccati, buoni o malvagi che siano, dall'esistenza di questa dimensione parallela.
Il pregio principale del film, al di là della trama, resta l'umorismo lieve e tipico di alcune commedie americane, di cui si fanno portavoce il sempre simpatico Paul Rudd, un po' guascone e un po' clueless come giustamente impone il ruolo, lo spassoso Michael Peña che riporta sullo schermo il suo esilarante Luis con tanto di dialoghi messi in bocca ad altri personaggi, e soprattutto un Michael Douglas che riesce a fare ridere senza risultare ridicolo quanto, chessò, uno Skarsgård nudo o un tristissimo Anthony Hopkins in Thor. Anzi, diciamo pure che Ant Man and the Wasp segna la rivincita dei sex symbol anni '80 anche perché la visione della pellicola vale anche solo per la presenza di una Michelle Pfeiffer splendida, capace di dare dei punti a tutto il resto del cast femminile a fronte di un'apparizione totale di nemmeno un quarto d'ora; non è che Evangeline Lilly e la new entry Hannah John-Kamen (tanto affascinante quanto, diciamolo tranquillamente, poco utile) siano da buttare via ma il confronto tra giovinezza e "vecchiaia" stavolta risulta impietoso per la prima, non certo per la seconda. Mettendo un attimo da parte le considerazioni di una persona che ha sempre venerato la Pfeiffer e tornando in campo un po' più "tecnico", l'altra cosa apprezzabile di Ant-Man and the Wasp sono i gradevoli effetti speciali a base di oggetti e persone che si rimpiccioliscono e ingrandiscono a dismisura, particolarmente azzeccati nelle sequenze di lotta ben coreografate, dove il cambio di dimensione diventa fondamentale per conferire dinamismo alle scene, soprattutto quando entra in gioco l'intangibilità di Ghost, personaggio che avrebbe potuto (e avrebbe dovuto) essere utilizzato al meglio delle sue infinite e mortali possibilità, non come un "di più" da affiancare al tristissimo uomo d'affari interpretato da Walton Goggins. Su Ant Man and the Wasp c'è quindi poco altro da dire. Riassumendo, un "classico" cinecomics poco sensazionale ma comunque valido per passare una serata in lieta spensieratezza; non ho idea di come sia la versione 3D (azzarderei a dire "inutile") ma, a parte questo, vi consiglierei di non alzarvi dalla poltrona fino alla fine dei carinissimi titoli di coda perché ci sono ben due scene post-credit, una anche molto interessante.
Del regista Peyton Reed ho già parlato QUI. Paul Rudd (Scott Lang/Ant-Man), Evangeline Lilly (Hope Van Dyne/Wasp), Michael Peña (Luis), Walton Goggins (Sonny Burch), Bobby Cannavale (Paxton), Judy Greer (Maggie), David Dastmalchian (Kurt), Michelle Pfeiffer (Janet Van Dyne/Wasp), Laurence Fishburne (Dr. Bill Foster) e Michael Douglas (Dr. Hank Pym) li trovate invece ai rispettivi link.
L'immancabile Stan Lee compare nel film nei panni di un signore che si ritrova la macchina rimpicciolita. Ovviamente, Ant Man and the Wasp è da vedersi dopo Ant-Man e Captain America: Civil War e, pur collocandosi cronologicamente prima di Avengers: Infinity War, sarebbe meglio che abbiate visto l'ultimo film degli Avangers prima di tornare a divertirvi con Scott Lang. Se il film vi fosse piaciuto recuperate inoltre Captain America: Il primo vendicatore, Iron Man, Iron Man 2, L'incredibile Hulk, Thor , The Avengers, Iron Man 3, Thor: The Dark World, Captain America: The Winter Soldier, Guardiani della Galassia, Guardiani della Galassia vol. 2, Avengers: Age of Ultron, Doctor Strange, , Spider-Man: Homecoming , Thor: Ragnarok e Black Panther. ENJOY!
Lo consideravo anch'io "solo" un intermezzo simpatico... e invece poi un amico espertissimo di fumetti ha fatto notare come proprio in questo film abbiano invece infilato in sordina la chiave per risolvere il secondo Infinity war! Se vuoi ne parliamo in privato su Facebook ;-)
RispondiEliminaLa questione della chiave è interessante :D
EliminaQuindi dici che ci sarà la possibilità di vedere Lang anche in Infinity War 2?
Ne parliamo su FB, sì :)
Mado' quanto è bbono Paul Rudd :D
RispondiEliminaSta invecchiando benissimo u__u
Elimina