Altro pezzo della Summer of Chills di Shudder, questo interessante Son, diretto e sceneggiato dal regista Ivan Kavanagh.
Trama: la vita di Laura e del figlioletto scorre serena finché, un giorno, il bambino non viene colpito da una malattia inspiegabile, legata al terribile passato della madre...
Nell'anno del Signore 2021 sono ben pochi gli argomenti non ancora trattati dagli horror, e ancora meno le opere che possano definirsi originali, quindi ultimamente valuto il valore dei singoli film in base al modo in cui "rimaneggiano" cliché ormai consolidati. Nel caso di Son, l'argomento trattato è tra i più abusati all'interno del genere, ovvero la nascita di un piccolo, simpaticissimo Anticristo. Solitamente, mi vengono in mente per esempio Rosemary oppure la signora Thorn, le mamme di detti pargoletti non sono proprio consapevoli di quello che hanno messo al mondo (sì, ok, Rosemary lo scopre non molto tempo dopo mentre la signora Thorn il suo lo ha adottato, quindi forse ho scelto dei cattivi esempi) e proseguono a vivere in lieta ignoranza finché il pikkolo anCielo non comincia a smattare o portare sfiga, mentre nel caso della protagonista di Son la questione è leggermente diversa; nonostante un pesante ciclo di cure psichiatriche che l'hanno portata a dimenticare, Laura sa cos'ha partorito, almeno inconsciamente, e vive aspettando la spada di Damocle che, prima o poi, le cadrà sulla testa, attesa dal momento in cui è fuggita dal culto che la teneva prigioniera. Questa consapevolezza si unisce ad una scelta particolare per quanto riguarda la manifestazione del "male" presente nel piccolo David, che non si esprime attraverso i soliti poteri atti a portare alla morte quanti sospettano della sua natura, bensì attraverso una malattia che rischia di uccidere il bambino, curabile in un solo, terrificante modo.
Zeppo di momenti gore e dotato di alcune sequenze che mettono davvero paura, Son si prende comunque tutto il tempo di approfondire la psicologia di Laura e il suo tentativo di liberarsi da un passato di violenze, sopraffazioni e orribili misteri cercando di preservare un figlio inizialmente non voluto, creandogli attorno la migliore delle atmosfere possibili; Laura cerca in ogni modo di evitare il dolore a David, di consentirgli di vivere come un bambino normale, anche se questo significa rinunciare ogni volta a pezzi della propria anima, ed è per questo che lo spettatore (anche grazie alla bravura di Andi Matichak) arriva a volere bene a Laura e a tifare sia per lei che per il suo dannato pargolo, soprattutto in quel pre-finale che svela il 90% delle carte in tavola (un 10% viene lasciato per l'ultimo, bastardissimo twist) e cancella una volta per tutte l'incertezza tra realtà e illusione, tra i deliri di una mente fragile e riti capaci di provocare davvero la fine del mondo. Tutti questi elementi, ne sono ben consapevole e lo ripeto, sono presenti in mille altri film simili a Son (ed è per questo che David non conquisterà mai un posto accanto a Damien e agli altri suoi fratellini cinematografici), ciò nonostante credo che Ivan Kavanagh li abbia rimaneggiati molto bene, realizzando una pellicola capace di intrattenere ed interessare lo spettatore dall'inizio alla fine e a mettergli anche qualche brivido. Se riuscite a recuperarlo, ne consiglio la visione!
Di Emile Hirsch, che interpreta Paul, ho già parlato QUI.
segnato ^_^
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