venerdì 20 agosto 2021

Blood Red Sky (2021)

Anche l 'estate di Netflix, oltre a quella di Shudder, regala qualche gioia. Non siamo ovviamente ai livelli degli horror recenti di Netflix, ma Blood Red Sky, per esempio, diretto e co-sceneggiato dal regista Peter Thorwarth, non mi è dispiaciuto affatto.


Trama: una donna, in volo assieme a suo figlio perché diretta verso una clinica che potrà curarla da una rara malattia, si ritrova a dover gestire un attacco terroristico dalle diramazioni inaspettate...


Blood Red Sky
è uno di quei film che non bisognerebbe spoilerare ma che purtroppo viene spoilerato già da Netflix nelle anticipazioni fotografiche e testuali, quindi diciamo che proverò a non essere troppo esplicita, tanto si spera l'abbiate già visto. In caso, contrario, andate, guardatelo e tornate qui. Fatto? Occhei. Blood Red Sky è, in pratica, Snakes on a Plane con il 90% di motherfuckers e di umorismo trucido in meno e coi vampiri al posto dei serpenti, ovvero un thriller horror sufficientemente claustrofobico proprio in virtù del suo essere ambientato in una scatoletta di metallo (grande quanto volete ma pur sempre scatola è) sospesa in aria, all'interno della quale al primo accenno di problema subentrano grandissimi ca**i per i passeggeri. Il grandissimo ca**o, si capisce già dalle prime scene, per la protagonista è già rappresentato dal volo in sé: la malattia incurabile dalla quale deve essere guarita è infattamente il vampirismo, e non siamo tutti Cassidy in Preacher, il rischio di venire trasformati in cenere da una virata troppo esposta al sole è tangibile, ovviamente. In più, la protagonista ha anche un altro grandissimo problema, ovvero quello di fare sempre più fatica a tenere a bada la sua natura di non morta grazie a un siero recuperato non vi dico dove, che è un po' l'unico vero WTF del film (sì, c'è anche il momento in cui il figlio non viene risucchiato da un portellone aperto grande come una casa quando mezz'ora prima l'esplosione di un finestrino fa più danni che il colera, ma non starei a spaccare il capello), quindi anche un volo di otto/nove ore, per quanto diretto, non è proprio una passeggiata. Infine, come cinguetta da mesi Orietta Berti, "hai risolto un bel problema/e va bene così/ ma poi te ne restano mille" e il millesimo problema, in questo caso, sono terroristi che scelgono di dirottare l'aereo, uno dei quali è ovviamente uno psicopatico dal grilletto facilissimo che innescherà un delirio senza fine. 


Il primo punto di forza di Blood Red Sky è dunque questa trama sicuramente particolare, che i realizzatori riescono a non sfilacciare troppo nonostante l'incredibile durata del film (due ore e fischia, per un action horror, rischiano di essere illegali) sia pompata da flashback, dilemmi filosofici e una cornice fatta di increduli militari che minacciano di fare ancor più casino, e direi che anche il ritmo si mantiene alto dall'inizio alla fine: ovviamente, gli sceneggiatori giocano al rialzo e, ad ogni minuto che passa, alla situazione già complessa si aggiungono ulteriori elementi di disturbo/delirio e se si sceglie di stare al gioco il risultato è quello di guardare un film divertentissimo per una serata estiva. Altro punto di forza del film è un bel make-up vampirico, debitore di un look alla Nosferatu che priva i non morti di qualsivoglia tipo di fascino, rendendoli dei mostri senz'anima (o quasi) più animali che esseri umani, incarnazioni stesse del Male incontrollato e incontrollabile, e per fortuna ci sono un paio di attori tra quelli teutonici (la protagonista Peri Baumeister è dura e materna quanto basta e l'overacting di Alexander Scheer è molto gradevole anche se qualcuno dovrebbe ricordargli che no, non è Udo Kier e nemmeno Kinski) che riescono a non dare quella sensazione che spesso provo davanti ai film tedeschi, ovvero quella di stare guardando un episodio de Il commissario Rex o Squadra Speciale Cobra 11. Sicuramente, questa volta la Germania batte gli immigrati Dominic Purcell e Graham McTavish, che passano e vanno senza nemmeno lasciare un vago ricordo. Voi invece, se leggete questo post, ricordatevene e date una chance a Blood Red Sky, ché l'estate rimarrà ancora un po' con noi e per i filmoni in sala di metà settembre c'è ancora da aspettare. 


Di Dominic Purcell (Berg) e Graham McTavish (Colonnello Alan Drummond) ho già parlato ai rispettivi link.

Peter Thorwarth è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Tedesco, come regista non conosco nemmeno uno dei suoi altri film ma come sceneggiatore ha scritto L'onda. Anche attore e produttore, ha 50 anni. 



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