A ridosso dell'uscita italiana delle tre edizioni distribuite dalla
Midnight Factory mi sono ritrovata a guardare la cosiddetta "versione europea" di
Zombi (
Dawn of the Dead), scritto e diretto nel 1978 da
George A. Romero e ri-montato da
Dario Argento.
Trama:
l'apocalisse zombi iniziata ne La notte dei morti viventi sembra ormai inarrestabile e quattro persone decidono di lasciare la città in elicottero, dirigendosi verso un centro commerciale ormai abbandonato. Ricominciare una nuova vita sarà però molto difficile...
Come tutti i primi tre film a tema diretti da
George A. Romero, anche
Zombi mi era capitato di vederlo durante gli anni del liceo. A differenza de
La notte dei morti viventi, al quale mi ero già "abboccata" grazie al remake di
Tom Savini, né
Zombi né il seguente
Il giorno degli zombi sono mai entrati nel novero dei miei film preferiti, probabilmente perché all'epoca preferivo un horror più grezzo e meno adulto, il che, se ci si pensa, è ironico. Leggendo qui e là onde documentarmi prima di scrivere il post sono venuta infatti a sapere che la versione Romeriana della pellicola (quella, cioé, distribuita essenzialmente solo in America) era stata ritenuta da
Dario Argento troppo bambinesca, piena di inutili momenti ironici ed introspettivi, persino troppo "colorata" per quel che riguarda la fotografia e non parliamo poi della colonna sonora, signora mia!, quindi il buon Darione era intervenuto rimaneggiando la versione europea e consegnando alla Bolla adolescente un film per molti aspetti diverso da quello che avrebbe voluto il regista americano. Il motivo per cui
Argento ha potuto compiere una simile operazione va ricercato nel suo ruolo di co-produttore del film e in quello di "ospite" di un
Romero che ha ricercato la tranquillità romana per scrivere la sceneggiatura di
Zombi e che, per racimolare i fondi necessari, ha accettato di farseli prestare dai produttori italiani
a condizione che
Argento potesse rimontare a piacimento il film per il mercato europeo, giapponese e medio-orientale; il risultato di questa operazione è stato un horror tout-court, molto cupo ed incentrato sulle scene d'azione, accompagnato dalla colonna sonora degli immancabili
Goblin, con zombi che non si limitano a grugnire ma sussurrano eterei. Non avendo mai avuto modo di vedere la versione "americana" posso solo dire che riguardare
Zombi dopo almeno 20 anni è stata un'esperienza affascinante e persino "nostalgica", non tanto per le immagini quanto proprio per la colonna sonora che, nel frattempo, ho avuto modo di ascoltare più volte in un paio di CD tra i miei preferiti, ovvero la OST di
Shaun of the Dead e la raccolta di successi argentiani
Puro Argento Vivo. La musica dei
Goblin è insinuante, mette inquietudine e segue la volontà Argentiana di rendere l'azione più incalzante, soprattutto quando gli zombi attaccano in branco le loro vittime privandole di un posto dove fuggire ed è l'elemento che più mi è rimasto impresso guardando
Zombi sia la prima che la seconda volta.
Ora come ora, dopo anni di serie "patinate" incentrate sui morti viventi, l'altra cosa che ho adorato è l'aspetto vintage degli zombi, poveri figuri dal colorito grigio-bluastro (grazie
Tom Savini e non te la prendere se il risultato finale non ti è piaciuto!!) che staccano, letteralmente, brandelli di carne dalle loro vittime: gli effetti speciali danno proprio l'idea di un boccone succulento che viene troncato di netto dal corpo degli esseri umani e non importa che il sangue sia rosso come un pomodoro e abbia la consistenza della vernice, vedere delle scene simili richiama alla mente il gusto dell'artigianalità e della passione, alla faccia della maniera verosimile in cui gli zombi si accaniscono, per esempio, contro i protagonisti di
The Walking Dead (quando succede, ovvio!). Passando alla trama, è un peccato che la versione europea non indulga nell'approfondimento psicologico dei personaggi ma a mio avviso anche dalla versione Argentiana si evince un senso di sconfitta umana difficilmente superabile. Chi si ritrova a dover affrontare gli zombi soffre all'idea di dover uccidere persone che una volta erano vive e probabilmente comprende che di fronte ad un simile ribaltamento delle leggi naturali e delle convenzioni morali non rimane altro che il suicidio (il film originariamente doveva concludersi con DUE suicidi...); chi sceglie di sopravvivere, come i quattro protagonisti di
Zombi, lo fa sapendo che potrà avere solo un pallido surrogato della "vita" come viene comunemente intesa e che non basteranno tutti i centri commerciali di questo mondo, i lussi un tempo tanto importanti e persino legami come il matrimonio o la maternità/paternità ad assicurare un futuro che valga la pena di affrontare. Quello che non hanno capito i personaggi che infestano
The Walking Dead, tanto meno gli sceMeggiatori della serie, è l'impossibilità di tornare a vivere come se nulla fosse successo, perché ormai i vivi sono costretti a "mangiare" e accaparrarsi il necessario per sopravvivere proprio come quegli zombi che, spinti da un inquietante quanto atavico senso di "necessità consumistica", vengono attirati dal centro commerciale come fossero delle falene. Che
Romero, già nel 1978, fosse riuscito a spiegarci con un solo film il vero significato di Apocalisse e Fine del mondo, due catastrofi che sono innanzitutto qualcosa di personale e molto umano, senza ricorrere alla serialità che rischia davvero di trasformarci tutti in zombie, fa di lui un genio dell'horror e di
Zombi una di quelle pellicole da conservare e tramandare in
saecula saeculorum.
Del regista e sceneggiatore
George A. Romero (che compare anche nei panni del regista e di uno dei motociclisti) ho già parlato
QUI.
Ken Foree (Peter) e
Tom Savini (uno dei motociclisti) li trovate invece ai rispettivi link.
Scott H. Reiniger, che interpreta Roger, è tornato nel remake diretto da
Zack Snyder nei panni del Generale mentre
Gaylen Ross, che interpreta Francine, prima di intraprendere la carriera di regista ha partecipato al film
Creepshow, nell'episodio
Alta marea. Il film segue
La notte dei morti viventi ed è stato seguito nel tempo da
Il giorno degli zombi, La terra dei morti viventi, Le cronache dei morti viventi e
Survival of the dead - L'isola dei sopravvissuti oltre ad essere stato rifatto da
Zack Snyder e distribuito in Italia col titolo
L'alba dei morti viventi. Se il film vi fosse piaciuto recuperate tutti questi titoli e considerate l'idea di acquistare una delle tre versioni home video distribuite dalla
Midnight Factory e restaurate in 4K; da non fan all'ultimo stadio quale sono mi è bastato il DVD doppio con la versione montata da
Argento e un sacco di contenuti speciali (Interviste a
Tom Savini, Nicolas Winding Refn, Dario Argento, Michele De Angelis e
Gianni Vittori, conferenza stampa tenuta al Festival del Cinema di Venezia con presentazione in sala alla proiezione del film restaurato, trailer e spot televisivi, per non parlare del bel packaging con all'esterno un artwork di
Refn e le locandine originali dei vari paesi nella custodia rigida interna) ma per i più esigenti c'è la versione in 4 Blu Ray (che contiene anche la versione voluta da
Romero e la
Extended Version presentata a Cannes nel 1978) e soprattutto quella in 6 Blu Ray, che contiene le versioni
4k Ultra HD e
Full Frame della versione europea. A prescindere, tutte le edizioni contengono 5 cartoline con fan art a tema selezionate da
Nicolas Winding Refn e il solito, esaustivo libretto curato da
Manlio Gomarasca e
Davide Pulici di
Nocturno Cinema con tanto di botta e risposta tra
Romero e
Argento, quindi potrebbe essere un bel regalo di Natale. ENJOY!