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martedì 25 ottobre 2016

Urban Legend (1998)

E' giunto il momento di parlare di uno degli horror che preferivo negli anni dell'adolescenza, Urban Legend di Jamie Blanks, uscito nel 1998.


Trama: in un college americano gli studenti cominciano a venire uccisi da qualcuno che ha deciso di riproporre nella realtà le più famose leggende metropolitane...



"Mi ha detto mio cuGGino che una volta si è svegliato in un fosso tutto bagnato che gli mancava un rene!". Così cantavano gli Elii nell'immortale Mio cuggino, la celebrazione tutta italiana delle cosiddette leggende metropolitane, situazioni paradossali e fondamentalmente terrificanti che TUTTI giureremmo siano capitate all'amico, dell'amico, dell'amico del cuGGino appunto. Le leggende metropolitane sono nate in America, almeno quelle più famose, ma alzi la mano chi non se n'è mai sentita raccontare una da ragazzino: io da bambina tremavo ascoltando quella della "mano leccata" ma girava anche la versione cattolica di Bloody Mary, quella in cui se qualcuno avesse recitato l'Ave Maria al contrario (ma perché???) davanti allo specchio avrebbe visto Satana nel riflesso, e sicuramente mille altri racconti atroci che ora non rammento. Scopo delle leggende metropolitane, così si dice, è quello di educare l'utente a non compiere le azioni che condannano i protagonisti alla morte o alla follia (se sei una baby sitter poco attenta probabilmente un assassino arriverà ad ucciderti) oppure a fare attenzione all'ambiente che lo circonda (bisognerebbe controllare SEMPRE il sedile posteriore della macchina, se non addirittura quello che si cela sotto la stessa) e, in generale, contengono una morale assai simile a quella delle antiche fiabe. Il film di Jamie Blanks si basa interamente su questo folklore moderno americano e crea un serial killer particolarmente fantasioso che sceglie di trasformare i malcapitati studenti di un college nei protagonisti di queste leggende metropolitane, imbastendo attorno a questi omicidi una storia fatta di sospetti, segreti passati e vendette postume. Il risultato di questo collage di leggende è una pellicola simpatica, zeppa di citazioni e guest star, interessante nella misura in cui lo spettatore decide di farsi prendere dalla curiosità e approfondire l'argomento: per esempio, io conoscevo la fonte primaria di tutti gli omicidi tranne uno e cercando in rete per colmare questa lacuna ho scoperto il macabro retroscena legato alla canzone Love Rollercoaster , peraltro presente nella colonna sonora di Urban Legend.


Poi, ovviamente, c'è da dire che guardare Urban Legend a diciott'anni non è proprio come guardarlo ora. All'epoca sorvolavo su moltissime cose e badavo essenzialmente all'aspetto folkloristico e gore della pellicola, visto oggi il film di Jamie Blanks è una belinata, per quanto simpatica, e diventa ancora più scemo per chi, come me, si è divorato la prima stagione di Scream Queens. Nella serie creata da Murphy, Falchuk e compagnia i personaggi e le situazioni sono caricati all'estremo ma la somiglianza con Urban Legend ha dell'incredibile: al di là dei soliti studenti stereotipatissimi, ci sono una guardia giurata di colore (mai stupenda quanto Denise Hempville, ah-ha, no sir!), lo studentello giornalista che si atteggia manco lavorasse per il Time e decide di aiutare la protagonista a risolvere il mistero, professori e "decani" che guardano dall'altra parte scegliendo di coprire gli scandali della scuola, killer mosso da sentimenti condivisibili che tuttavia sbrocca facendola fuori dal vaso e scemenza distribuita a palate, tutti aspetti della trama che sono praticamente gli elementi cardine di entrambe le opere. Gli attori, nemmeno a dirlo, sono dei mezzi cani ed era giusto il doppiaggio italiano a mettere una pezza alle vocette monocordi di tutti i coinvolti. L'unico che ancora oggi merita considerazione e simpatia è Joshua Jackson, talmente pronto a prendersi in giro per l'iconico personaggio di Pacey da prestarsi non soltanto alla gag della macchina che si accende sparando "annouannauei" a tutto volume (cosa che mi fa ridere tuttora) ma anche ad omaggiare una delle scene madri di Animal House. E se è vero che Robert Englund, John Neville, Brad Dourif e Danielle Harris sono sempre un bel vedere, soprattutto all'interno di un horror, bisogna anche ammettere che Alicia Witt è una protagonista senza nerbo, Jared Leto un povero minchietta alle prime armi e Rebecca Gayheart un'imbarazzante quasi trentenne costretta nei panni palesemente troppo giovani di una studentessa del college. A parte questo, per passare una serata tra leggende metropolitane e strilli di terrore Urban Legend è perfetto e per mille motivi, non ultima una questione di amore nostalgico, non mi sento di volergli male.


Di Jared Leto (Paul Gardener), Alicia Witt (Natalie Simon), Rebecca Gayheart (Brenda Bates), Joshua Jackson (Damon Brooks), Tara Reid (Sasha Thomas), Robert Englund (Prof. William Exler), Danielle Harris (Tosh Guaneri) e Brad Dourif (che interpreta il benzinaio Michael McDonnel, non accreditato) ho già parlato ai rispettivi link.

Jamie Blanks è il regista della pellicola. Australiano, ha diretto film come Valentine - Appuntamento con la morte. Anche compositore, sceneggiatore e produttore, ha 55 anni.


Michael Rosenbaum interpreta Parker Riley. Americano, ha partecipato a film come Mezzanotte nel giardino del bene e del male, Cursed - Il maleficio, Catch .44 e a serie come Smallville (dove interpretava Lex Luthor). Anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 44 anni e un film in uscita.


Loretta Devine interpreta Reese Wilson. Americana, ha partecipato a film come Nikita, spie senza volto, Urban Legend: Final Cut, Mi chiamo Sam e a serie come Ally McBeal, Supernatural, Cold Case, Glee e Grey's Anatomy; inoltre, ha doppiato un episodio di The Cleveland Show. Anche produttrice, ha 67 anni e un film in uscita.


John Neville interpreta il decano Adams. Inglese, lo ricordo per film come Le avventure del Barone di Munchausen, Baby Birba - Un giorno in libertà, Piccole donne, Il quinto elemento, X-Files - Il film e Spider, inoltre ha partecipato a serie come X-Files. E' morto nel 2011, all'età di 82 anni.


Julian Richings interpreta il bidello. Inglese, ha partecipato a film come Il pasto nudo, Mimic, Cube - Il cubo, X-Men - Conflitto finale, Saw IV, Survival of the Dead - L'isola dei sopravvissuti, The Conspiracy, Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet, The Witch e a serie come Kingdom Hospital, Mucchio d'ossa, Hemlock Grove, Supernatural e Hannibal. Ha 61 anni e un film in uscita.


Sarah Michelle Gellar aveva accettato il ruolo di Sasha ma aveva dovuto rinunciare perché già impegnata con le riprese della serie Buffy - L'ammazzavampiri mentre sia Reese Witherspoon che Melissa Joan Hart hanno rifiutato la parte di Natalie. Tra i mille inside joke di cui il film è pieno, molti dei quali comprensibilissimi anche per il pubblico italiano, ce n'è uno che effettivamente può essere apprezzato solo dagli americani: sul finale, una delle studentesse dice "E scommetto che Brenda era la ragazza nella pubblicità della Noxzema" ed effettivamente Rebecca Gayheart, che interpreta Brenda, aveva partecipato a parecchi spot di quel marchio. Il film ha generato ben tre seguiti, tutti di qualità discutibile: Urban Legend: Final Cut è l'unico in qualche modo direttamente collegato poi ci sono Urban Legend 3 (dai risvolti sovrannaturali e legato alla figura di Bloody Mary) e Ghosts of Goldfield (nato come ennesimo capitolo della serie e poi andato per i fatti suoi), entrambi distribuiti straight-to-video; se Urban Legend vi fosse piaciuto eviterei tutti e tre i sequel e punterei invece su So cos'hai fatto, la saga di Scream e Final Destination. ENJOY! 


venerdì 5 dicembre 2014

Bad Girls! - Amiche cattive (1999)


Dopo la rassegna contro la violenza nei confronti delle donne vediamo cosa succede quando è proprio il gentil sesso a mostrare denti ed unghie e a diventare... cattivo! Su proposta di Arwen noi blogger ci siamo riuniti per parlare delle Bad Girls cinematografiche e a me è subito venuto in mente un guilty pleasure visto tanti anni fa, Amiche Cattive (Jawbreaker), scritto e diretto nel 1999 dal regista Darren Stein. ENJOY!


Trama: quando la reginetta del liceo compie diciassette anni le sue tre migliori amiche decidono di imbavagliarla, rapirla, chiuderla in un bagagliaio e portarla a festeggiare. La bravata però si conclude con la morte della ragazza...



Amiche Cattive è la versione thriller del mio guilty pleasure per eccellenza, Ragazze a Beverly Hills. A riguardarlo oggi è semplicemente imbarazzante ma se dicessi che non vado matta per questa sagra della cattiveria gratuita liceale, che nel finale cita persino Carrie - Lo sguardo di Satana, mentirei. E pensare che tutto quello che succede dopo lo sconvolgente inizio ha del surreale, la trama di Amiche Cattive è talmente pretestuosa ed incoerente da rasentare la follia. Courtney, Julie e Foxy ammazzano senza volerlo la loro migliore amica, la reginetta del liceo Liz Purr (detta Miao, nientemeno), perché Courtney ha la brillante idea di rapirla tappandole la bocca con un'enorme caramella dura e tonda detta "spaccamascelle" (da cui il titolo originale); fin qui tutto bene, se non fosse che, dopo aver scoperto di aver ucciso Liz, in 30 secondi Courtney si dimentica di essere stata una delle sue migliori amiche e diventa la versione femminile del Governatore di The Walking Dead mentre le altre due decidono in automatico di non essere colpevoli, perlomeno del reato di stupidità congenita, ed entrambe scaricano ogni responsabilità sulla squilibrata Courtney sgravandosi così le coscienze. A complicare le cose ci si mette la sfigata della scuola, Fern Mayo (detta Maionese), che ovviamente sgama le tre furbone mentre riportano Liz in camera e cercano di simulare una violenza sessuale finita male, salvo poi decidere di non raccontare l'accaduto quando Courtney le offre di farla diventare popolare come loro in cambio del suo silenzio. Da lì in poi ogni pretesa di coerenza va a farsi benedire, tra Fern che prende il nome di Vylette e si finge una nuova studentessa senza che né la preside né nessun altro professore si chiedano a) che fine abbia fatto Fern e b) perché mai una tizia sconosciuta all'improvviso decida di seguire dei corsi al liceo, Courtney che diventa sempre più malvagia (ove per malvagità si intende "dare aria alla bocca e minacciare a vanvera" oppure darla a Marilyn Manson) e Julie che, riscoperta una coscienza pur rimanendo convinta della propria estraneità verso i fatti, decide di consacrare la sua esistenza non già a consegnare Courtney alla polizia, bensì a sputtanarla davanti a tutta la scuola.


Eppure, nonostante tutto questo bailamme di incoerenza, amo Amiche Cattive. Lo amo innanzitutto per la sfacciataggine con cui Darren Stein pretende di darci a bere tutte le vaccate di cui sopra e poi per lo stile trash tipico degli anni '90 con cui le mette in scena. Scene al ralenti, visioni, flashback inquietanti, momenti di esasperante cattivo gusto e, soprattutto, dei colori vivacissimi sono gli elementi distintivi della pellicola, che potrebbero condensarsi nelle terrificanti mise delle protagoniste (soprattutto nella cofana finale di Courtney e nei completini rossi di Vylette) e nell'ossessiva immagine dello spaccamascelle, tanto colorato e pop all'esterno quanto duro ed ostico all'interno. Quanto alle protagoniste, io le adoro ma vogliamo stendere un velo pietoso? Innanzitutto le attrici erano tutte quasi sulla trentina ed interpretavano delle diciassettenni (palese, ennesimo omaggio a Carrie - Lo sguardo di Satana) poi la loro recitazione è davvero imbarazzante: tra tutte si salvano giusto, e per un pelo, Rebecca Gayheart e Judy Greer (la Greer in particolare, forse per la metamorfosi a cui va incontro il personaggio), mentre Julie Benz è di una pochezza terribile e Rose McGowan gigioneggia in modo indegno senza esserne in grado (alla McGowan voglio bene ma non è mai stata un'attrice, al limite un sex symbol...) ma perlomeno si porta dietro l'allora fidanzato Marilyn Manson come bonus, per di più con mustacchio da pedofilo. Ah, ovviamente amo Amiche Cattive anche per l'omaggio tarantiniano alla stupenda Pam Grier, ingaggiata come tostissima e minacciosa ispettrice... e per la colonna sonora adolescenziale, non dimentichiamolo! Se volete passare una serata "cattiva" e ad alto tasso di ignoranza anni '90 dovete assolutamente recuperare questo Amiche cattive... e proseguire leggendo i cattivissimi post dei miei colleghi blogger! ENJOY!


Oggi in rete trovate già i post di La Fabbrica dei Sogni e Pensieri Cannibali, nel bellissimo banner che segue ci sono invece gli altri imperdibili appuntamenti dei prossimi giorni!





martedì 26 aprile 2011

Scream 2 (1997)

E’ la regola base dei sequel. Finito di vedere Scream – Chi urla muore, sono passata a Scream 2, diretto nel 1997 sempre da Wes Craven. La seconda regola dei sequel, spesso e volentieri, recita che il secondo capitolo è inferiore al primo, e questo film non fa eccezione.


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Trama: sono passati due anni dagli eventi narrati nel primo film. Sidney si è trasferita in un’altra città e ha trovato degli altri amici e un nuovo fidanzato, ma la sua quiete comincia ad essere scossa dall’uscita del film Stab, ispirato proprio alle sue disavventure di due anni prima, e dal fatto che un altro killer ha cominciato a seguire le orme di Ghostface…


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Le regole per ottenere un buon sequel, enunciate da Randy a metà film, sono: numero uno, aumenta il numero dei morti. Numero due, le morti devono essere più elaborate rispetto al primo capitolo, e più sanguinose. Numero tre, mai presumere che il killer sia morto. Craven in Scream 2 fa il furbetto, ma la verità è che sono solo la prima e la terza regola a venire rispettate, e il regista ne crea una quarta, ovvero cambiare poco o nulla rispetto al primo capitolo e perseverare in quel gioco di ammiccamenti allo spettatore che era la forza del primo Scream. Un gioco che, a lungo andare, stanca e rende il film in parte fiacco, anche perché la regola numero due non viene rispettata: la morte iniziale del primo capitolo rimane, a mio avviso, insuperata, e anche se il “body count” aumenta e si vede addirittura un occhio impalato verso la fine del film, il povero Ghostface da il suo meglio solo all’inizio della pellicola, trasformando un cinema affollato in un perfetto luogo dove commettere un doppio omicidio. L’urlo straziante della seconda vittima davanti ad una folla di ragazzini horror – maniaci inorriditi fa accapponare la pelle, ed è il picco di un film che purtroppo prosegue affossandosi e prendendo in giro lo spettatore. Infatti, la neppure tanto velata critica verso coloro che pensano che siano stati i film horror a rendere la società in cui viviamo così malata e schifosa, che era il fil rouge del primo capitolo, avanza allo step successivo in questo secondo episodio, fornendo al killer una motivazione davvero troppo ridicola per essere accettata, neppure l’essere umano più idiota ed ignorante potrebbe sostenerla; di conseguenza il finale di questo Scream 2 risulta abbastanza tirato per i capelli, una parodia di sé stesso.


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In definitiva, le cose più interessanti nel film risultano l’aspetto metacinematografico e l’autocitazionismo (che purtroppo spesso sfocia nella banale ripetizione di situazioni prese paro paro dal primo Scream). I fan ricorderanno come, in Scream – Chi urla muore, Sidney avesse detto all’amica Tatum: “Se faranno un film su questa storia, come minimo la mia parte la daranno a Tori Spelling”. Detto, fatto. Nel corso di Scream 2, infatti, viene citato spesso e proiettato il fantomatico film tratto dagli omicidi di Woodsboro, ovvero Stab; proprio alla prima di questo “film nel film” avvengono i primi due omicidi (una prima imbarazzante: se si considera che gli omicidi che ispirerebbero il film sono tratti da eventi reali, vedere gente che vende gadget o maschere di Ghostface e altre persone che vanno in giro brandendo coltelli finti e ridendo, la critica alla stupidità del pubblico medio e alla società americana guidata dai mass media diventano spietate) e, dalle immagini mostrate, si capisce come Craven abbia cercato di rendere Stab molto meno realistico di Scream, infarcendo le scene e i dialoghi di cliché horror (Casey in Stab viene mostrata mentre si fa la doccia, non mentre sta cuocendo i popcorn…) ed utilizzando attori famosi come Heather Graham, Luke Wilson, la già citata Tori Spelling nei panni, appunto, di Sidney, e anche David Schwimmer, che non viene mostrato ma solo citato. Riassumendo, Scream 2 è un film che comincia ad andare bene giusto per i fan, ma che può ancora regalare qualche momento di suspance. Nella media.


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Squadra che vince non si cambia: del regista Wes Craven (che compare anche qui in un cameo, stavolta nei panni di un dottore), Neve Campbell, Courtney Cox e David Arquette ho già parlato qui, mentre il post su Liev Schreiber lo trovate qua. Di Sarah Michelle Gellar, che interpreta Cici, ho invece parlato qui. In Scream 2, nella parte di Mickey, trovate anche Timothy Olyphant, di cui ho già parlato qua e Jerry O'Connel nei panni di Derek, il fidanzato di Sid.

Jada Pinkett Smith interpreta Maureen. Moglie di Will Smith, la ricordo per film come il bellissimo I racconti della cripta - il Cavaliere del male, Il professore matto, Matrix Reloaded, Matrix Revolution e per aver prestato la voce all’ippopotama Gloria nei due film dedicati alla serie Madagascar, di cui sta per uscire un terzo episodio. Americana, anche produttrice, sceneggiatrice e regista, ha 40 anni.


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Rebecca Gayheart interpreta Lois. Non so perché ma l’attrice americana è diventata una delle mie preferite, sarà per quell’aria un po’ particolare, la bellezza quasi “classica” o forse perché parecchi suoi film mi sono piaciuti, come Urban Legend, il particolare Amiche cattive, Urban Legend Final Cut, anche se le sue partecipazioni più consistenti si trovano in serie come Beverly Hills 90210, Hercules, Nip/Tuck, CSI: Miami e Ugly Betty. L’attrice, anche regista, ha 40 anni e un film in uscita.


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Portia De Rossi (vero nome Amanda Lee Rogers) interpreta Murphy. L’attrice australiana, al momento sposata con la “lesbica più famosa di Hollywood”, Ellen De Generes, ha partecipato a film come Sirene, Stigmate e l’orrendo Cursed – il maleficio, ma ciò che l’ha resa famosa sono serie come Ally McBeal e Nip/Tuck. Ha 38 anni e un film in uscita.


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Oltre ai già citati Heather Graham, Tori Spelling e Luke Wilson, che compaiono in relazione a Stab (i cui spezzoni sono stati girati, tra l’altro, da Robert Rodriguez), nel film fanno una comparsata anche il Pacey di Dawson’s Creek, Joshua Jackson, nei panni di uno studente di cinema, Selma Blair di cui si sente solo la voce mentre parla al telefono con Sarah Michelle Gellar, e Matthew Lillard, uno degli studenti alla festa della Sorellanza. Inutile dire che, se vi è piaciuto il secondo capitolo della saga, vi consiglio di passare al terzo, Scream 3. Questa volta vi lascio con le papere dal set, assai gioiose  ma assolutamente da NON guardare prima del film... ENJOY!!!


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