Nonostante detesti fare queste cose, sabato scorso mi sono “concessa” al gusto popolare per il semplice piacere di andare al cinema con i miei, per la prima volta dopo più di 10 anni. Quasi quasi me ne pentivo, data la ressa di pecore che, dopo più di due settimane e fischia di programmazione, ancora si sono radunate in massa all’ultimo spettacolo per vedere l’ormai famosissimo Benvenuti al sud di Luca Miniero, remake del francese Giù al Nord (Bienvenue chez les Ch’tis) girato nel 2008 da Dany Boon. Però per una volta il gusto popolare ha vinto, il film mi è piaciuto, nonostante non sia privo di difetti.
La trama: Alberto è un impiegato delle poste che abita in uno squallido paesino della Brianza con l’ipocondriaca e apprensiva moglie Silvia ed il figlioletto. Dopo avere cercato, con un inganno, di farsi trasferire alla sede di Milano, per punizione viene mandato nel paesino di Castellabate, vicino a Napoli. Psicologicamente pronto per entrare praticamente in una zona di guerra, compianto da amici e parenti, Alberto scoprirà invece una grande verità: il forestiero che va a Sud piange due volte. Una volta quando arriva, e una volta quando se ne va.
C’è voluto Bisio per risollevare le sorti della commedia italiana, affossata da anni e anni di cinepanettoni o filmetti “corali” costellati di comici televisivi e stelline della televisione. Ovvio che una cosa così non poteva essere farina del nostro sacco, e chissà quanti italiani si sono ingollati come degli ignari bibini un prodotto al 70% francese senza nemmeno saperlo, ma tant’è: Benvenuti al sud è un film simpatico, ben confezionato e talmente furbo da riuscire a nascondere i suoi difetti. Furbo perché affonda i denti in clichè e stereotipi esistenti praticamente dai tempi dell’unità d’Italia se non prima, e sicuramente lo spettatore del nord potrà riconoscersi negli esagerati (ma nemmeno poi tanto…) comportamenti di Alberto e consorte. Il primo è un povero impiegatucolo che vede Milano come un regno di meravigliose promesse economiche e illusioni di successo e che, quando viene mandato a sud, per ricordarsi la “bella” Brianza si porta dietro delle forme di puzzolentissimo gorgonzola e un immancabile giubbotto antiproiettile; la seconda è la tipica “bauscia” che appena sente nominare Napoli in tv si fa il segno della croce, e che predice al marito un futuro decisamente mortifero, vuoi per estemporanee epidemie di tifo, vuoi per mafia o rapine. Un’immagine che potrebbe forse offendere i leghisti, ma della quale essenzialmente il “nordico” con un po’ di cervello ride, quindi politically correct, anche perché alla fine i nostri si mostrano di larghissime vedute. Pubblico del nord accontentato. Per accontentare quello del sud invece ci viene presentato un paesino della provincia di Napoli che è praticamente un paradiso terrestre: tutti (o quasi) sono amici, tutti sono felici, non esistono criminalità né mafia, la gente vive libera e garrula, c’è un panorama della madonna e chi più ne ha più ne metta. In pratica immaginatevi il paesello dei tempi di Don Camillo ma più a sud, però con personaggi simili, pieni di difetti “umani” e per questo simpaticissimi. L’ovvio finale ci fa capire che la verità, così come la virtù, sta sempre nel mezzo, e che la soluzione ideale ai problemi che affliggono l’Italia sarebbe quella di venirsi incontro e aprire la mente al “diverso”, cercando sempre il meglio di ogni cultura. Un’utopia, diciamo.
Ovviamente la trama, semplicissima e un po’ “caricata”, è un pretesto per mostrarci situazioni comiche interpretate con la solita garbata leggerezza dal buon Bisio, che si riconferma un ottimo attore, e da un affiatatissimo cast di supporto dove spiccano la grandiosa Angela Finocchiaro (la adoro, con quegli occhioni, la vocetta ansiosa, il piglio da milanesotta) e Nunzia Schiano, che interpreta la madre di Mattia, espressivissima come attrice e in grado di rendere il suo personaggio simpatico e verosimile da morire. Le gag saranno un po’ banalotte e parecchio vecchio stile, ma a me hanno fatto ridere, e sicuramente preferisco una comicità che prende in giro in maniera allegra gli stereotipi che dobbiamo affrontare tutti i giorni piuttosto che una “comicità” basata sul numero di “arivaffanculooooo!!” in cui si profonderanno De Sica, Boldi e allegra compagnia prima di riuscire a portarsi a letto il bagascione di turno. Fermo restando, e non posso evitare di dirlo, che di questi tempi un film simile non vale gli 8 euro spesi, non quando è possibile scaricarselo o guardarlo in streaming. Non desidero la morte del cinema, soprattutto di quello italiano, ma se penso che nella mia famiglia già abbiamo dovuto pagare 24 euro totali per un’ora e mezza di film mi viene da chiedere se non siano quelli che gestiscono sale e distribuzione a doversi mettere un po’ mano sulla coscienza e ritoccare i prezzi per tornare ad invogliare la gente ad andare al cinema. Sorvolando su questa mia postilla (ovviamente da buona ligure...), vi consiglio di mettere mano al portafoglio e andare a vedere Benvenuti a sud, perché è una commedia carina e ben fatta.
Luca Miniero è il regista della pellicola. Napoletano, ha girato il seguito del “caso” Notte prima degli esami, Questa notte è ancora nostra, e alcuni episodi di Ho sposato uno sbirro. Ha 44 anni.
Claudio Bisio interpreta Alberto. Famosissimo comico piemontese, attualmente al timone della trasmissione Zelig, lo ricordo volentieri per film come il bellissimo Mediterraneo, Puerto Escondido e il particolare Nirvana, tutti di Salvatores peraltro. Ha 53 anni e due film in uscita; al momento, inoltre, potete trovarlo nelle sale con un'altra pellicola che, sicuramente, non andrò a vedere, ovvero Maschi contro femmine.
Angela Finocchiaro interpreta Silvia. Bravissima comica milanese, ha cominciato a lavorare nei film di Maurizio Nichetti, come Ratataplan, Ho fatto splash, Volere volare, per poi continuare con Il portaborse, La bestia nel cuore, Mio fratello è figlio unico e, di recente, Il cosmo sul comò. Per la tv ha lavorato, oltre che come comica nella trasmissione Zelig, anche nelle serie Dio vede provvede e Dio vede e provvede 2. Ha 55 anni e due film in uscita, tra cui Bar Sport, dove tornerà a recitare proprio con Bisio.
Tra le guest appearence del film segnalo quella del regista di Giù al Nord, Dany Boon, nei panni del francese che va in posta per spedire un pacco, e quella di Naike Rivelli, figlia di Ornella Muti, nei panni della poliziotta che ferma Bisio in autostrada. Della fortunata pellicola è già in preparazione un seguito con gli stessi interpreti, Benvenuti al nord, dove immagino i ruoli saranno invertiti. Ovvio il consiglio, che seguirò anche io, di guardare l’originale francese, anche se sicuramente a noi italiani farà molto meno ridere. A questo proposito, vi metto il trailer di Giù al nord: è incredibile come ogni scena che viene mostrata sia identica a quello del film di Miniero, nelle battute e persino nelle inquadrature e nei movimenti dei personaggi! ENJOY!
ma... è impressionante... cioè, Benvenuti al Sud è la fotocopia di Giù al Nord! XD
RispondiEliminaGuarda, giusto perché il film mi è piaciuto, Bisio è un grande e il tipo che parla napoletano stretto è un grande, altrimenti ciao : P
però non si scopiazza le gag in questo modo.. diventa imbarazzante, dai.. possibile non ci sia uno straccio di idea originale? solo film fatti con lo stampino? cinepanettoni e commediole con incroci ed equivoci? o.ò
Effettivamente dopo aver visto il trailer dell'originale... che dire, mi è scaduto un pò, è davvero la copia carbone, persino la caduta della carrozzella è identica o___O
RispondiEliminaBeh, se faranno benvenuti al Nord immagino dovranno partire (quasi) da zero XD