Siccome è passato poco tempo dalla scomparsa del regista Ken Russell ho pensato di rendergli omaggio un po' in ritardo riguardando l’unico suo film che avessi mai visto, La tana del serpente bianco (The Lair of the White Worm), diretto nel 1988 e tratto dall’omonimo romanzo di Bram Stoker. Preparatevi perché il post è costellato di foto inquietanti e vagamente trash (ho cercato di limitarmi ma alcune andavano messe!)...
Trama: in un paesino inglese scompaiono alcune persone e viene ritrovato il teschio di quello che parrebbe un enorme serpente. Si scopre così che nel luogo si è insediato un culto di uomini – rettile che tentano di far rivivere un antichissimo serpente bianco, nutrendolo con sacrifici umani…
Ma secondo voi, si fa prima a tagliare una corda o la mano di una persona? E soprattutto, le Manguste vivono bene negli orifizi umani? A queste domande cercherò di dare una risposta più avanti, ovviamente. Nel frattempo, mi chiedo cosa avrebbe pensato Bram Stoker di un simile adattamento perché, se è vero che il Dracula di Coppola è barocco, La tana del serpente bianco lo è talmente tanto da sfociare nel trash e nel kitch più o meno involontari. Il che è strano, perché a riguardarlo è anche un bel film. Credo di averlo visto la prima volta quando avevo più o meno quindici anni e ne ero rimasta talmente scioccata che, fino a qualche giorno fa, lo credevo di una bruttezza rara. Oddio, ho visto horror molto migliori e questo viene affossato più di altri da dialoghi ridicoli, interpretazioni marmoriche e trovate grottesche, ma nel complesso rischia di fare felice più di un cultore dell’horror, perché la storia in sé non è male e alcune trovate registiche precorrono quelle più deliranti di Twin Peaks.
La trama è una variazione sul tema del vampirismo tanto caro a Stoker. Qui i mostri non succhiano sangue ma iniettano veleno, trasformando le persone in uomini – rettile privi di volontà, assai simili a zombie, e servono un solo signore e padrone, il dio serpente Dionin, che altri non è se non l’animale che tanti danni aveva causato ad Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre. La cosa interessante del film, dunque, non è tanto la natura di questi mostri, ma la costante contrapposizione tra la religione cristiana a questo culto pagano, che è il motivo portante dell’intera pellicola e ciò che scatena le sequenze più (s)cult: quando una delle protagoniste tocca un crocefisso ricoperto di veleno si scatena un’inquietante visione orgiastica della morte di Cristo, con un enorme rettile avvolto alla Croce e, ai suoi piedi, legionari romani che seviziano, violentano e uccidono delle suore; durante un sogno, invece, il protagonista interpretato da Hugh Grant vede l’eterno scontro tra bene e male incarnato in un catfight tra la fidanzatina e la sgualdrinissima Lady Sylvia, un trionfo di reggicalze e gambe in bella vista che gli procura un’erezione alla matita (non sto scherzando. ALLA. MATITA. Guardate il film e capirete!). A questo contesto “religioso” si mescolano poi suggestioni del folklore inglese come la leggenda del Lambton Worm, assai simile a quella di San Giorgio e il Drago, dove il nobiluomo del luogo uccide il mostro vermiforme beccandosi tuttavia una maledizione che ricadrà anche sui suoi eredi, uno dei quali è il protagonista del film, per l'appunto.
Ma torniamo a parlare della mano e della mangusta. Se infatti la prima parte della pellicola ci "delizia" coi suoi deliri religiosi, la seconda parte vira più sull'horror classico e sui mezzi utilizzati per liberarsi dalla malvagia Lady Sylvia e dai suoi adepti, con conseguente abuso di trovate illogiche e vagamente trash. Posso accettare che la sinuosa donnaccia perda la testa e si metta a ballare ogni volta che qualcuno suona uno strumento a fiato, come succede ai serpenti quando vengono "incantati", e che i protagonisti sfruttino questo tallone d'Achille per cercare di sconfiggerla. Posso accettare come strumento di morte un fallo puntuto (d'altronde, Tetsuo aveva una trivella...), posso anche chiudere gli occhi davanti alla lubrìca villainess che ne lecca uno con voluttà manco fosse un chupachups mentre la povera suora seviziata giunge le mani e prega... ma che uno riesca a tenersi per almeno 20 minuti una mangusta sotto il kilt no. Povera bestiola!!!! Mi viene in mente Brodie di Generazione X e il suo delirante racconto sui gerbilli... se poi pensiamo anche che chi porta il kilt deve necessariamente andare senza mutande mi viene voglia di chiamare l'ENPA britannico! Ma d'altronde, cosa posso aspettarmi da uno che invece di tagliare la corda per cercare di far cadere la malvagia nel pozzo... si sbatte a tagliare la mano con cui si regge appesa?!? Cosa sei, idiota??? Signur. E questa è la punta dell'iceberg perché, onestamente, anche a dialoghi non stiamo meglio. Le protagoniste devono SEMPRE andare a preparare del the, i poliziotti usano delle scuse inenarrabili per non entrare in servizio e il maggiordomo di Hugh Grant è un pazzo scansafatiche che rammenta infoiato i bei tempi in cui il "padrone" andava a donne in Turchia. Della serie: So Bad It's So Good. Poi c'è una bellissima ballata in stile irlandese nella colonna sonora e il finale è bastardo da morire. A me è già venuta voglia di riguardarlo... a voi?!
Ken Russell (vero nome Henry Kenneth Alfred Russel) è il regista della pellicola. Inglese, lo ricordo per film come Donne in amore (che gli è valso la nomination all'Oscar), I diavoli, Tommy, Stati di allucinazione e Whore - Puttana. Anche sceneggiatore, attore e produttore, è morto quest'anno per un attacco di cuore, all'età di 84 anni.
Hugh Grant (vero nome Hugh John Mungo Grant) interpreta Lord James D'Ampton. Sicuramente uno dei più famosi ed apprezzati attori inglesi, lo ricordo per film come Quattro matrimoni e un funerale, Nine Months - Imprevisti d'amore, Extreme Measures - Soluzioni estreme, Notting Hill e Il diario di Bridget Jones. Ha 51 anni e tre film in uscita.
Amanda Donohoe interpreta Lady Sylvia. Inglese, ha partecipato a film come La pazzia di Re Giorgio e Bugiardo bugiardo. Anche produttrice, ha 49 anni e un film in uscita.
Peter Capaldi interpreta Angus. Scozzese, ha partecipato a film come il bellissimo Le relazioni pericolose, Mr. Bean - L'ultima catastrofe e alla serie Doctor Who. Anche regista e sceneggiatore, ha 53 anni.
Sammi Davis (vero nome Samantha Davis) interpreta Mary. Inglese, la ricordo per film come il geniale Four Rooms e per aver partecipato ad un episodio di Lost. Anche produttrice, ha 47 anni.
Bella recensione!
RispondiEliminaCi troviamo quasi, anch'io lo trovai molto kitsch, a tratti ridicolo, sconclusionato, però nello stesso tempo con qualche buona trovata.
Della Lady ricordo il bel taglio corto, mmmh...
Non si può dire che mi sia proprio piaciuto, cosa che invece dico per I Diavoli e Gothic, quest'ultimo con sprazzi simili a La tana ma nel complesso meno goffo.
ok,lo devo vedere!Holy Trash of this mainchia!^_^
RispondiElimina@Babordo
RispondiEliminaGuardalo, guardalo, poi mi fai sapere le tue opinioni!!
@occhio
Devo recuperare allora i due titoli che hai citato. Comunque mi fa piacere che ci sia qualcuno che conosca La tana del serpente bianco, mi sento meno sola! XD
guarda fa piacere anche a me spesso lo fanno su gold tv nelle seconde serate
EliminaEffettivamente, la prima volta che l'avevo visto era su Italia 7, che credo si sia trasformata appunto in Gold Tv o giù di lì...!
EliminaIo amo questo tripudio di Kitsch estremo! :D
RispondiEliminae sì, me lo rivedo!!
Ahahah ecco il bello di gestire un blog... trovare altri blogger pazzi *__*
RispondiEliminaGrandissima, poi aspetto una recensione!!!
Sempre amato fin dalla prima volta che l'ho visto su Europa 7. Però lì passava tagliato... la scena della Donohoe che lecca il dildo puntuto non c'era. Il dvd contiene la versione integrale ma l'hanno ridoppiato...
RispondiEliminaMagari c'era, ma passa talmente veloce :)
EliminaComunque io l'ho riguardato tramite mulo, quindi può essere che abbia beccato una versione integrale!