Per la serie “il film bello che non ti aspetti”, il post odierno lo dedicherò interamente a 1921 – Il mistero di Rookford (The Awakening), film diretto nel 2011 dal regista Nick Murphy, ovviamente mal distribuito nei cinema italiani e fortunatamente recuperato.
Trama: nel 1921 un’esperta di fenomeni paranormali viene chiamata presso un collegio maschile, dove pare che un fantasma abbia già ucciso uno degli studenti. Inizialmente scettica, la donna dovrà ricredersi quando la misteriosa entità comincerà a prendere di mira proprio lei…
1921 – Il mistero di Rookford è quel genere di thriller soprannaturale che io adoro, sottilmente inquietante, molto malinconico e in grado di tenere incollati allo schermo fino alla fine. L’elemento horror o comunque fantastico viene utilizzato per indagare su emozioni molto reali e umane, come la solitudine, il senso di colpa, il dolore e l’elaborazione del lutto; a fronte di queste sensazioni spesso le persone si chiudono in sé stesse o si svuotano, diventando dei gusci vuoti impenetrabili agli stimoli esterni e incapaci di relazionarsi con gli altri, in pratica dei fantasmi essi stessi. Nella pellicola tra vivi e morti c’è poca differenza, poiché entrambi sono accomunati da un soverchiante senso di perdita e solitudine, incapaci di superare la loro condizione, la protagonista in primis: Florence non riesce a credere all’esistenza degli spiriti, eppure li cerca con una passione quasi disperata, punendosi per non essere riuscita ad essere felice quando l’uomo che amava era ancora in vita, mascherando il dolore con la freddezza e lo scetticismo. Quando scopre che il collegio nasconde effettivamente qualcosa di inspiegabile, saranno la paura e la speranza a incrinare la costante maschera di indifferenza che indossa, e a portarla a scoprire la verità su quel luogo, su se stessa e su chi la circonda.
I personaggi che popolano 1921 – Il mistero di Rookford hanno quindi tutti un loro scheletro nell’armadio, qualcosa che li blocca nella loro condizione di anime infelici. Per fortuna la bravura degli interpreti impedisce alla pellicola di scivolare nel patetico o di creare delle figure stereotipate e monodimensionali, e l’elemento psicologico si fonde perfettamente con quello soprannaturale, creando un film in grado di intrattenere e rendere partecipi allo stesso tempo. La parte thriller, infatti, funziona alla perfezione, perché pone davanti allo spettatore un mistero facilmente risolvibile con un po’ di attenzione e metodi di indagine ortodossi, che tuttavia apre le porte ad una vicenda molto più complicata dove nulla e ciò che sembra, seminando qui e là degli indizi che, nel finale, verranno ripresi per rivelare tutta la verità e nient’altro che la verità. A proposito della quale arriviamo a parlare dell’aspetto tecnico del film.
Nonostante Nick Murphy sia al suo primo lavoro cinematografico, 1921 – Il mistero di Rookford è visivamente molto bello, come raramente succede di questi tempi. La fotografia ha un sapore antico e malinconico, inoltre i personaggi e gli ambienti sembrano immersi in una nebbiolina fredda e costante, come se gli spiriti non li abbandonassero mai. Il regista non cerca il facile espediente horror per far saltare sulla sedia lo spettatore, ma infila qua e là degli elementi inquietanti, come la casetta delle bambole con i pupazzetti che ripropone fedelmente alcune scene del film, oppure inquadrature attraverso passaggi segreti ed aperture che, idealmente, consentono di vedere quello che le persone vorrebbero tenere nascosto. Un paio di sequenze mi sono piaciute molto, in particolare, come quella rivelatoria del finale, dove la stessa scena si ripropone più volte agli occhi della protagonista con un effetto a dir poco vertiginoso, oppure l’inizio, dove l’atmosfera spettrale della seduta spiritica viene cancellata con un inaspettato colpo di mano che rivela la recita messa in piedi da un gruppo di truffatori. Essendo anche curatissimo dal punto di vista della colonna sonora, molto adatta alle tristi atmosfere della pellicola, 1921 – Il mistero di Rookford è una delle poche produzioni recenti che merita sicuramente una visione, sono sicura che non ve ne pentirete.
Di Rebecca Hall, che interpreta Miss Cathcart, ho già parlato qui.
Nick Murphy è il regista della pellicola. Inglese, ha alle spalle episodi di varie serie televisive e documentari. Anche sceneggiatore, produttore e attore, ha un film in uscita.
Dominic West (vero nome Dominic Gerard Fe West) interpreta Robert. Inglese, ha partecipato a film come Sogno di una notte di mezza estate, 300 e Hannibal Lecter – Le origini del male. Anche regista e produttore, ha 43 anni e un corto in uscita.
Imelda Staunton (vero nome Imelda Mary Philomena Bernadette Staunton) interpreta Maud. Inglese, la ricordo per film per aver interpretato la perfida Dolores Umbridge in Harry Potter e l’Ordine della Fenice e Harry Potter e i doni della morte – parte I, inoltre ha partecipato ad altri film come Shakespeare in Love, serie come Little Britain e Doctor Who, doppiato personaggi di Alice in Wonderland e Galline in fuga. Ha 56 anni e un film in uscita.
Se il film vi fosse piaciuto vi consiglio di guardare The Others oppure, andando un po’ più sul "pesante", The Ward di John Carpenter. ENJOY!
L'ho visto quando è uscito e pur non avendo gridato al miracolo l'ho trovato sicuramente interessante per alcune cose, tipo la trovata della casetta davvero inquietante.
RispondiEliminaLa casetta mi ha messo ansia, come tutte le cose legate alle bambole e ai burattini.
EliminaAdesso sto guardando The Woman in Black, le atmosfere sono assai simili, e le bambole dall'aspetto inquietante abbondano!! ç__ç
babol ... ma lei alla fine muore oppure no???
EliminaSecondo me no, ma effettivamente il finale è ambiguo.
EliminaA me non ha entusiasmato più di tanto, le atmosfere e la fotografia sono ottime, la storia un pò meno...diciamo che The Others, al quale somiglia o cerca di somigliare, era un prodotto superiore:)
RispondiEliminaSicuramente The Others era superiore, ovvio!!
EliminaPerò è un genere di film che mi piace, e anche Il mistero di Rookford ne è un ottimo esempio ^__^
molto ben confezionato ma troppo derivativo per i miei gusti: ma già trovare un film confezionato per benino con tutte le cosine al posto giusto è un pregio mica da poco...
RispondiEliminaNon hai torto, forse è per questo che mi è piaciuto così tanto. Alla fine sono tradizionalista, se queste storie sono girate bene m'innamoro!!
Eliminalovelovelove!
RispondiEliminaAmo questo tipologia di "horror" ti ringrazio assai per questo consiglio.Dovrei vedere anche Fragile,mah....
Anche io devo ancora vedere Fragile, tra l'altro ne ho sempre sentito parlare molto bene!
Eliminabello...l'ho visto domenica scorsa...bella fotografia,bbella regia...bella storia.
RispondiEliminaFragile credo di essere una delle poche persone a cui è piaciuto
Mi incuriosisce questo Fragile, purtroppo in coda ho almeno altri mille film da guardare, bisognerebbe non avere tempo di fare altro XD
EliminaComunque sono contenta che The Awakening ti sia piaciuto ^^
Ho visto entrambi ( mi riferisco anche a The Woman in Black) e sebbene siano due film molto simili e anche con dei chiari rimandi a "il Giro di vite" che personalmente amo molto mi hanno soddisfatto molto più di quel che mi aspettavo. :-)
RispondiEliminaLa settimana prossima dovrei riuscire a postare la recensione di The Woman in Black, ma non mi è piaciuto tanto quanto questo.
EliminaPer quanto riguarda Il giro di vite, mi vergogno ma non sono mai riuscita a leggerlo, devo rimediare!!
e il piccolo e bravissimo Isaac Hempstead-Wright noto anche per interpretare il piccolo Bran Stark in Game of Thrones...io quel bimbo lo adoro,è troppo espressivo
RispondiEliminaEcco, io devo essere l'unica (o quasi) persona al mondo a non seguire GOT... avevo provato a leggere il primo libro e mi aveva ammorbata così tanto che ho rinunciato a guardare la serie.
EliminaUn giorno mi ci metterò...
ok io sono una nerd di " a song of Ice and Fire" la serie non è male se non ti è piaciuto il libro...lungi da me convincerti che sia uno dei fantasy più belli del mondo eh...la serie tv può essere una valida alternativa
RispondiEliminaSai cosa..?
EliminaAvevo appena cominciato a lavorare dopo una vita da studente, dovevo ancora abituarmi ai nuovi ritmi di non-lettura, purtroppo. Forse per questo l'ho vissuto come un'opera pesantissima da seguire.
Magari ora che sono rodata potrei rimettermici, ma dopo avere finito altri libri ^^
Anche perchè se li leggi in lingua originale te ne devi sciroppare 5 se li leggi in italiano 11,quindi ci vuole una predisposizione psicologica
EliminaAh.
EliminaSicuramente in lingua originale ne avrei ancora meno voglia, però diamine, 11 libri sono un'infinità! XD
ma lei alla fine è morta o no?
RispondiEliminaNel mio ottimismo penserei di sì, ma il finale è ambiguo!
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