Il post viene pubblicato in contemporanea anche su La fabbrica dei sogni. ENJOY!
Trama: Rosetta è una ragazza che vive in povertà all'interno di una roulotte e fatica a trovare un lavoro fisso. Costretta a badare ad una madre alcoolizzata e prostituta, la poverina vorrebbe soltanto una vita normale ed onesta ma ogni volta trova ad ostacolarla dei muri insormontabili.
Il punto di vista di Arwen...
Cosa penso di Rosetta?
Innanzitutto è un film dalla forza umana disarmante, un opera che mette in scena due lati dell'umanità, quella altruistica, e quella egoistica.
Allo stesso tempo però i Dardenne - questo è il secondo film che vedo diretto da loro - non giudicano i personaggi, ma fanno si che noi spettatori ci mettessimo sotto esame, tanto per dire, e tu come faresti se fossi al posto suo?
Rosetta è tutti noi, chi non si riconosce in lei? Rosetta è tutti quei ragazzi disoccupati, senza un futuro e una via d'uscita, logico che si fa la prima cosa buona per noi per uscire da tutta quella miseria, quella disperazione, anche se vuol dire tradire una persona che ci ha aiutati, cosa che in altri contesti non sarebbe accaduta.
Eppure Rosetta è un film che rispecchia la realtà, esattamente come viene filmata dai due fratelli belgi, senza sotterfugi senza nessun contentino di fondo.
La complessità del film sta nel voler sottolineare che si fa qualsiasi cosa pur di non badare a una madre ubriacona, che invece di occuparsi di te, sei tu adolescente che devi fare questo con lei, poi c'è la negazione dei rapporti umani, non per una precisa scelta, ma per la difesa della propria dignità di persona.
Poi ovviamente c'è la società, i fratelli fotografano una realtà di gente povera, senza prospettive per il futuro, e senza possibilità di un cambiamento, in cui vige la legge del più forte, e del più furbo, mors tua vita mea, non importa se un altra persona perde il posto.
Questo è umanamente sbagliato, ma è giusto dire cose del genere a una ragazzina?
Rosetta mi ha ricordato molto i vecchi film italiani del neorealismo, soprattutto Ladri di Biciclette di Vittorio De Sica, il motivo è lo scenario, privo di certezze e futuro dei protagonisti.
La cosa che più sconcerta di un film come Rosetta è l'assoluta integrità della protagonista, ma non sconcerta in negativo, ma in positivo.
Non si tratta certo di tornaconto personale, quello si ha per fare uno sgambetto agli altri quando tu non ne hai bisogno, anche se in apparenza può sembrare così; si tratta per lo più di fare una scelta, anche se può far del male agli altri, noi scegliamo sempre la cosa migliore per noi, inteso come persone, anche se questo dovesse tradire la fiducia di un amico.
L'aspetto sociologico al positivo e al negativo del film è quello che più tocca in fondo al cuore degli spettatori, la classica guerra tra poveri, vince sempre chi è più forte, negando gli aspetti umani che in fondo in fondo sono dentro di noi.
Possiamo condannare Rosetta per le sue scelte? E chi ne avrebbe il coraggio? Se c'è un colpevole è la società meschina che ha negato il valore fondamentale dell'altruismo, potreste dire ma è la vita...bisogna andare avanti...ma così facendo il mondo non cambia, resta sempre uguale a se stesso, giorno dopo giorno, non ci vuole la bacchetta magica per capire che il cambiamento deve cominciare dalla società.
In conclusione, un grandissimo film, che rasenta il capolavoro se già non lo è.
Innanzitutto è un film dalla forza umana disarmante, un opera che mette in scena due lati dell'umanità, quella altruistica, e quella egoistica.
Allo stesso tempo però i Dardenne - questo è il secondo film che vedo diretto da loro - non giudicano i personaggi, ma fanno si che noi spettatori ci mettessimo sotto esame, tanto per dire, e tu come faresti se fossi al posto suo?
Rosetta è tutti noi, chi non si riconosce in lei? Rosetta è tutti quei ragazzi disoccupati, senza un futuro e una via d'uscita, logico che si fa la prima cosa buona per noi per uscire da tutta quella miseria, quella disperazione, anche se vuol dire tradire una persona che ci ha aiutati, cosa che in altri contesti non sarebbe accaduta.
Eppure Rosetta è un film che rispecchia la realtà, esattamente come viene filmata dai due fratelli belgi, senza sotterfugi senza nessun contentino di fondo.
La complessità del film sta nel voler sottolineare che si fa qualsiasi cosa pur di non badare a una madre ubriacona, che invece di occuparsi di te, sei tu adolescente che devi fare questo con lei, poi c'è la negazione dei rapporti umani, non per una precisa scelta, ma per la difesa della propria dignità di persona.
Poi ovviamente c'è la società, i fratelli fotografano una realtà di gente povera, senza prospettive per il futuro, e senza possibilità di un cambiamento, in cui vige la legge del più forte, e del più furbo, mors tua vita mea, non importa se un altra persona perde il posto.
Questo è umanamente sbagliato, ma è giusto dire cose del genere a una ragazzina?
Rosetta mi ha ricordato molto i vecchi film italiani del neorealismo, soprattutto Ladri di Biciclette di Vittorio De Sica, il motivo è lo scenario, privo di certezze e futuro dei protagonisti.
La cosa che più sconcerta di un film come Rosetta è l'assoluta integrità della protagonista, ma non sconcerta in negativo, ma in positivo.
Non si tratta certo di tornaconto personale, quello si ha per fare uno sgambetto agli altri quando tu non ne hai bisogno, anche se in apparenza può sembrare così; si tratta per lo più di fare una scelta, anche se può far del male agli altri, noi scegliamo sempre la cosa migliore per noi, inteso come persone, anche se questo dovesse tradire la fiducia di un amico.
L'aspetto sociologico al positivo e al negativo del film è quello che più tocca in fondo al cuore degli spettatori, la classica guerra tra poveri, vince sempre chi è più forte, negando gli aspetti umani che in fondo in fondo sono dentro di noi.
Possiamo condannare Rosetta per le sue scelte? E chi ne avrebbe il coraggio? Se c'è un colpevole è la società meschina che ha negato il valore fondamentale dell'altruismo, potreste dire ma è la vita...bisogna andare avanti...ma così facendo il mondo non cambia, resta sempre uguale a se stesso, giorno dopo giorno, non ci vuole la bacchetta magica per capire che il cambiamento deve cominciare dalla società.
In conclusione, un grandissimo film, che rasenta il capolavoro se già non lo è.
...e quello della Bolla!
Rosetta è il mio primo film dei Dardenne e non potevo cominciare meglio sebbene, causa periodo un po' stressante, abbia dovuto fare una pausa verso metà film perché la situazione in cui si trova la protagonista è incredibilmente angosciante. Senza fare della falsa retorica i Dardenne mostrano un periodo limitato della vita di una ragazza cresciuta in povertà ed impossibilitata ad uscire dalla sua condizione perché circondata da un ambiente che non lascia scampo, dove è in corso una costante guerra tra poveri. Di Rosetta conosciamo poco (non ci viene detto, per esempio, dove sia il padre) ma sappiamo quanto basta per empatizzare con lei. Sappiamo che non è particolarmente brillante né particolarmente bella, sappiamo anche che non è neppure particolarmente fortunata ma sicuramente ha una grande forza d'animo, un carattere orgoglioso e un'incredibile dignità: nel corso del film arriviamo a capire che questa combine devastante le porterà solo sofferenza in una cittadina dove prosperano lo squallore, i piccoli espedienti e soprattutto la disoccupazione. Rosetta ci tocca il cuore quando elenca una serie di "dati di fatto" che nascondono altrettanti, ardenti desideri: io sono Rosetta, non sono su una strada, ho un lavoro, ho trovato un amico (il collega Riquet). Quattro cose banalissime all'apparenza, forse la prima è la più banale di tutte, ma non è sempre possibile definirci come individui. Se è vero, infatti, che "il denaro non fa la felicità", è altrettanto vero che una persona, per mantenere la stima di sé stessa, ha bisogno dei soldi guadagnati per garantirsi un'indipendenza economica e sociale, per non "rimanere su una strada"; Rosetta ha sicuramente vergogna di sé e della madre ubriacona e prostituta, ha vergogna della propria impossibilità di trovare un lavoro e, di conseguenza, molto probabilmente Riquet è la prima persona che possa definire amica. Terribilmente ironico che la guerra tra poveri di cui parlavo prima arrivi a causare l'inevitabile rottura di quest'amicizia nuova, fragile e preziosa, che in un altro luogo avrebbe forse potuto trasformarsi in amore.
I Dardenne, dal canto loro, non danno giudizi né cercano di "manipolare" lo spettatore ma si limitano a raccontare una storia di vita quotidiana, attraverso una messa in scena se vogliamo un po' squallida (lungi da me utilizzare questo aggettivo con accezione negativa, semplicemente i Dardenne portano su pellicola l'atmosfera della società che desiderano ritrarre) ma sicuramente efficace. Il loro occhio spia Rosetta, soffermandosi su dettagli all'apparenza trascurabili ma sicuramente utili per capire la protagonista e l'ambiente in cui è costretta a vivere: l'ossessiva ripetizione di determinati luoghi o di determinate sequenze, come quella in cui Rosetta recupera l'attrezzatura da pesca, cerca lavoro oppure sistema il furgoncino delle goffres, testimoniano la natura ciclica e soffocante della vita della protagonista, un circolo vizioso dal quale è molto difficile uscire e dove la "tentazione" è sempre dietro l'angolo (quante volte vengono inquadrati cibo e denaro, sempre a portata di mano dell'orgogliosa protagonista che, se volesse, potrebbe rubarli e scappare per non venire mai più ritrovata). E Rosetta, interpretata magnificamente dalla giovane Émilie Dequenne, essendo molto umana non è insensibile alle tentazioni, abbracciate di malavoglia e sempre per cercare di raggiungere i suoi semplici desideri, tanto più dolorose perché ricercate con consapevolezza, tanto più dannose perché il mondo non fa sconti a chi ha un animo puro ed è costretto a cambiare per non soccombere. Questo era vero nel 1999 ed è vero soprattutto oggi, nel 2014, in Italia. Se Rosetta venisse proiettato nelle scuole chissà se il grido "Siamo tutti Rosetta" servirebbe a svegliare il nostro governo com'è servito a svegliare almeno un po' quello Belga nell'anno dell'uscita del film?
Jean-Pierre e Luc Dardenne sono i registi e sceneggiatori della pellicola. Entrambi belgi, hanno diretto insieme film come Il figlio, L'enfant, Il ragazzo con la bicicletta e il recente Due giorni, una notte. Anche produttori, Jean-Pierre ha 63 anni mentre Luc ne ha 60.
Émilie Dequenne interpreta Rosetta. Belga, ha partecipato a film come Il patto dei lupi e La meute. Ha 33 anni e un film in uscita.
Se Rosetta vi fosse piaciuto provate a recuperare Bread and Roses o Due giorni, una notte. ENJOY!
Lorsignore hanno ordinato Friccassea di gonadi a' la julienne?
RispondiEliminaU__U A me è piaciuto. E io tendo a frantumarmi le gonadi mooolto facilmente :P
Eliminadopo aver adorato due giorni, una notte mi toccherà guardarmi pure questo...
RispondiEliminaIo invece devo ancora guardare quello. Facciamo scambio, dai! :)
Eliminae anche questa volta, ci siamo superate :D
RispondiEliminaEh, il materiale di partenza era buono! :)
EliminaHo vaghissimi ricordi perchè lo vidi da ragazzino, ma ricordo che mi piacque.
RispondiEliminaDovrei rivederlo con una testa più matura.
Indubbiamente è uno di quei film da vedere con la testa un po' più consapevole e meno svagata.
EliminaPorca di quella miseria, che mi ero persa!
RispondiEliminaNon so come, ma mi era sfuggito questo post su questo capolavoro. E siete state bravissime, tutte e due, a parlarne.
Rosetta è un film che sembra (purtroppo, aggiungerei) girato l'altro ieri. È così attuale che ti fa venire voglia di metterti a urlare. Ed è un film indispensabile.
Sì, è volutamente fastidioso, nel senso che è terribile che una persona debba essere costretta a vivere nelle condizioni di Rosetta.
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