Per il mese di Aprile la Midnight Factory ha portato sul mercato home video il bellissimo 31 di Rob Zombie e Il Passo del diavolo (The Dyatlov Pass Incident), diretto nel 2013 dal regista Renny Harlin, molto ma molto meno bello rispetto al lavoro del buon Zombie.
Trama: cinque studenti americani volano in Russia per girare un documentario sull'incidente di Dyatlov, durante il quale degli studiosi erano stati trovati inspiegabilmente morti e mutilati. Ovviamente le cose non si metteranno benissimo...
Renny Harlin ha un curriculum in buona parte invidiabile: ha diretto Nightmare 4, 58 minuti per morire, Cliffhanger e Blu profondo prima di perdersi in cantonate o robetta quali L'esorcista - La genesi, Cleaner e Hercules - La leggenda ha inizio. Il cosiddetto "incidente del passo Dyatlov" è invece un mistero parecchio interessante, come si può evincere da QUESTA pagina Wikipedia dove, riassumendo, si racconta di come nel 1959 nove studenti fossero morti in circostanze misteriose sui monti Urali, ritrovati dai soccorritori ben lontani dalla tenda (lacerata dall'interno), praticamente con addosso quasi solo la biancheria intima, alcuni con fratture mortali e, si dice, persino contaminati da un alto livello di radioattività. Unendo un regista capace ad un mistero "reale" non si dovrebbe poter sbagliare, mi vien da dire, peccato che Il Passo del Diavolo sia una noia mortale, il compendio di tutti i cliché che si possano trovare all'interno di un found footage, un'ora di nulla che diventerebbe interessante (vagamente, solo vagamente) giusto negli ultimi 30 minuti, se fossimo ancora negli anni '90 e coinvolti dalle indagini complottare di Mulder e Scully. La lunghissima introduzione non risparmia nulla allo spettatore: personaggi insipidi e dalle motivazioni risibili, per di più interpretati da attori già penosi in lingua originale e per nulla aiutati da uno dei peggiori doppiaggi mai uditi (nota per i traduttori: quando un superiore dice ad un soldato "At Ease!" a mio avviso sarebbe meglio utilizzare un "Riposo!" non un "Libero!", ma libero da cosa...?), scaramucce amorose nate dal nulla, villici ostili che avvertono i nostri di farsi i fatti loro e altri villici meno ostili che, chissà perché, scelgono di confidare determinati misteri solo ai nuovi arrivati, teorie complottiste, sproloqui nerd sull'attrezzatura audiovisiva, finti telegiornali, immagini di repertorio e, soprattutto, tanta, tanta neve. Ah, la monotonia del paesaggio che concilia il sonno anche quando i personaggi tengono la macchina da presa ferma (succede spesso, a Il Passo del Diavolo concedo la quasi totale assenza di movimenti vomitilli)!
Se riuscirete a non addormentarvi durante la prima ora (vi consiglio di procurarvi un fidanzato immune al sonno da schermo televisivo, così da farvi tirare un colpo ogni volta che chiuderete gli occhi, com'è successo a me), potrete godere delle pochissime cose positive di un film che, poco prima del finale, scivola nell'horror fantascientifico diventando così persino guardabile, a patto di far finta di nulla davanti a buchi logici grandi come voragini e di riuscire ad accettare i paradossi temporali che alcuni miei amici tanto detestano. E a patto, ovviamente, di non avere mai letto/visto nulla degli X-Men, ché io continuavo a pensare a Nightcrawler e a farmi grasse risate. In questa ultima parte si concentrano gli elementi horror e anche la maggior parte degli effetti speciali, che nel "primo tempo" si limitano a qualche interferenza video e un paio di esseri che scivolano alle spalle dei protagonisti senza essere visti; nulla di eclatante, in quanto il make-up delle creature non è proprio bellissimo, e sangue non se ne vede neppure per sbaglio, ma perlomeno le sequenze ambientate nell'oscurità del sottosuolo sono nitide, comprensibili e, quel che è meglio, decisamente claustrofobiche, l'ideale per risvegliarsi dopo un sonno ristoratore. Inoltre, per chi ama i finali a effetto e la cosiddetta "chiusura del cerchio", va detto che la sceneggiatura di Vikram Weet in tal senso fila liscia come l'olio e rischia di lasciare lo spettatore col sorrisino soddisfatto di chi si è lasciato prendere in giro fin dai primi dieci minuti. Un po' poco per dare la sufficienza a Il Passo del Diavolo ma, chissà: magari se non siete satolli di mockumentary/found footage e non vi piace l'horror troppo "spinto" potreste anche gradirlo. Dal canto mio, preferisco altro genere di pellicole, sorry.
Renny Harlin (vero nome Lauri Mauritz Harjola) è il regista della pellicola. Finlandese, ha diretto film come Nightmare 4 - Il non risveglio, 58 minuti per morire - Die Harder, Cliffhanger - L'ultima sfida, Corsari, Blu profondo, L'Esorcista - La genesi e Cleaner. Anche produttore, sceneggiatore, attore e stuntman, ha 58 anni e un film in uscita.
Il curatissimo DVD della Midnight Factory, anche troppo ben fatto per un film simile, contiene due featurette dal titolo Renny Harlin: Un regista rock'n'roll (un'interessante intervista al regista incentrata soprattutto sul lato horror della sua produzione) e Speciale: le montagne della follia (un'introduzione al film fatta dal regista durante il Neuchatel Fantastic Film Festival nel 2013), oltre ad un making of del film e al libretto esplicativo curato da Nocturno Cinema. Se Il Passo del Diavolo vi fosse piaciuto recuperate The Chernobyl Diaries e Il quarto tipo. ENJOY!
si non è granchè come film ^_^ io l'ho visto anni fa e come horror non mi ha convinta.
RispondiEliminaIo come al solito rimango indietro come i gamberi ma... avvertitemi la prossima volta! XD
Eliminahahaha, ok, anche io sono rimasta indietro con gli horror, e infatti sto spulciando sia il tuo blog che quello di Lucia Patrizi, a cui ieri ho lasciato diversi messaggi, e infatti da me sto facendo la maratona per "recuperare" tantissimi titoli xD
EliminaAd avere tempo di fare maratone ci metterei la firma, guarda. Se riesco a guardare un film al giorno (ovviamente lasciando da parte serie TV, libri, fumetti, ecc.) è un miracolo!
EliminaE povera Bollicina, ti capisco :D
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