Trama: Maureen, personal shopper di un'attrice famosa, cerca di superare la morte del fratello gemello e di contattarlo attraverso i suoi poteri di sensitiva...
Via il dente, via il dolore, su. Da brava cinefila ignorante qual sono (oserei quasi dire cinOfila a questi punti...) quella di Personal Shopper è stata la mia prima esperienza con Olivier Assayas, se non contiamo la visione di Quello che non so di lei, di cui il regista è co-sceneggiatore. Onestamente, non posso dire di esserne rimasta entusiasta e, miracolo!, non a causa dell'interpretazione di Kristen Stewart, qui impegnata nel ruolo di depressa cronica che più le si confà e quindi (ossignore domani si apriranno le sette porte dell'inferno Lenziano) decisamente brava, ma proprio per il film in generale. Thriller psicologico raffinato, governato a tratti dalle regole della ghost story moderna, quella becera a base di jump scare per intenderci, il film di Assayas è uno spaccato della vita di Maureen, giovane personal shopper che ha appena perso il fratello gemello a causa di una malformazione congenita al cuore. La ragazza è intrappolata in un lavoro che le fa schifo, è costretta rimanere a Parigi perché desidera entrare in contatto con lo spirito del fratello e passa le sue giornate immobilizzata in un limbo, lontana dall'affetto del fidanzato che vive all'estero per lavoro, mentre tutti intorno a lei sembrano andare avanti e vivere la propria vita. Quel che rimane a Maureen sono le briciole di quella altrui, in quanto lei di suo non ha nulla: la ragazza fa da personal shopper ma non può provare gli abiti della cliente che non vede mai, attraverso i suoi poteri deve "disinfestare" la casa che era di suo fratello affinché altri possano andare ad abitarvi, se raggiungerà il fidanzato vivrà come ospite mentre lui lavorerà, la ex del gemello le è amica ma si sta già ricostruendo un'esistenza con un altro uomo... insomma, Maureen è disperatamente sola ed alienata e se inizialmente pare che la questione non la scalfisca da un certo punto del film in poi essa parrebbe intaccare persino la sua sanità mentale. O magari sbaglio io, per carità. Personal Shopper è uno di quei film che ha un inizio lineare e poi si sfilaccia rimanendo sospeso, al punto che ogni spettatore può dare l'interpretazione che vuole e avere un 50% di possibilità di aver capito tutto oppure nulla.
Ciò farebbe di Personal Shopper una pellicola terribilmente affascinante, se non fosse che le vicende di Maureen non mi hanno toccata e il suo personaggio mi ha lasciata completamente indifferente. Forse non sono abbastanza profonda da riuscire a scavare nell'animo di una protagonista sofferente con la quale non è facile empatizzare di primo impatto, chissà. Ribadisco, non è per la faccia della Stewart che sì, continua a starmi immensamente sulle balle: la sua bellezza alternativa, sfuggente, è perfetta per delineare una ragazza costretta a stare nelle retrovie ma impossibile da non notare, dotata di una durezza di carattere che fatica a rimanere nascosta, inoltre l'attrice regge il film da sola, anche impegnata in sequenze non facili, quindi tanto di cappello. Ma davvero, sul finale non mi è importato più di tanto capire quale fosse il suo problema, se mai ce n'è stato uno. Inoltre, non ho particolarmente apprezzato le intrusioni nel campo dell'horror, che a mio avviso non aggiungono nulla al film e lasciano il tempo che trovano anche per quel che concerne la loro realizzazione, dal retrogusto leggermente "fasullo"; molto meglio le riprese insistite di abiti, negozi, ambienti lussuosi ma deserti e soprattutto dell'indispensabile cellulare, veicolo di alienazione e follia molto più inquietante di qualsiasi fantasma mostrato sullo schermo. Insomma, come già è capitato per Annientamento, apprezzo tantissimo la confezione, l'Autorialità di Assayas (al quale darò di sicuro un'altra chance) e il coraggio della Stewart, sempre più impegnata in film particolari e lontana dalla Sgnaccamaroni di Twilightiana memoria, però non posso dire che Personal Shopper mi abbia convinta né che lo riguarderei. Quello che posso fare è però consigliarvi di "provarlo", in quanto a moltissime persone che di cinema ne capiscono ben più di me è piaciuto quindi non date retta ai miei sproloqui!
Di Kristen Stewart, che interpreta Maureen, ho già parlato QUI.
Olivier Assayas è il regista e sceneggiatore della pellicola. Francese, ha diretto film come Il bambino d'inverno, Irma Vep e Sils Maria. Anche attore, ha 63 anni e un film in uscita.
Kristen Stewart, Lars Eidinger, Nora von Waldstätten e Benoit Peverelli hanno partecipato tutti al film precedente di Assayas, Sils Maria, che non ho ancora visto e che quindi non posso consigliarvi anche se mi dicono sia molto bello! ENJOY!
Sono nella tua stessa condizione di qualche giorno fa, è nel limbo dei film da recuperare ma non riesco a decidermi a guardarlo. La tua recensione non mi aiuta :D
RispondiEliminaIo alla fine mi sono decisa ma... boh. Ribadisco, sarò ignorante io ma non mi ha entusiasmata.
EliminaCome ben sai, la penso grossomodo uguale. Molto affascinante, ma alla fine viene da chiederti "E quindi?"
RispondiEliminaSì. Il problema è che se mi chiedo "e quindi??" vuol dire che con me il film non ha funzionato XD
EliminaPerché è un horror questo?
RispondiEliminaPerché Assayas sfrutta i cliché del genere horror e sovrannaturale per condurre un proprio discorso personale. Ma la contaminazione è palese :)
EliminaMi dispiace che non ti sia piaciuto. A me era sembrato imperfetto ma godibile. Finalmente un film dove la Steward-smorfietta l'ho digerita.
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Sì qui la Steward è molto brava... o, come ho detto, il personaggio era finalmente nelle sue corde :P
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