Continuiamo a scalare la classifica di Lucia, arrivando al settimo posto occupato da Hunter Hunter, diretto e sceneggiato nel 2020 dal regista Shawn Linden. Vi avviso, metà post sarà "normale", metà zeppo di spoiler.
Trama: la dura vita di una famiglia isolatasi nei boschi si fa anche più pericolosa quando un lupo comincia ad aggirarsi nei dintorni...
Hunter Hunter è uno di quei film che parte lentamente, molto lentamente, e poi a un certo punto arriva ad una svolta che lascia impietriti e persino sconvolti sul finale. Si comincia infatti con una situazione "già vista", prodromo ideale di un
survival thriller, nella quale facciamo la conoscenza di Joseph, Anne e Renee, famigliola costretta dal padre cacciatore, survivalista, stundaio e quant'altro (
Devon Sawa. Irriconoscibile causa vecchiaia) a vivere ai margini della società, all'interno di una casa nel bosco dove non arriva nemmeno l'elettricità. Joseph contribuisce all'economia familiare andando a caccia assieme alla figlia tredicenne Renee mentre madre, oltre a fare i lavori di casa, va a prendere l'acqua nel fiume e vende le pellicce degli animali uccisi, ricavandone un sostentamento ben misero.
Hunter Hunter inizia in un momento assai duro per la famigliola, percorsa da comprensibili tensioni tra Joseph e Anne, l'unica a capire che una vita simile non è l'ideale per una ragazzina e che presto i soldi finiranno, mentre Joseph non vuole sentire ragioni; ad aggravare il tutto spuntano i segni di un lupo, che oltre a cibarsi degli animali presi in trappola da Joseph e figlia rischia anche di mangiarsi loro, prima o poi, il che porta l'uomo ad armarsi di tutto punto e andare a caccia. E qui non aggiungo altro sulla trama, perché a un certo punto il film prende una biforcazione inaspettata che porta lo spettatore su un territorio simile a quello di partenza, altrettanto ansiogeno e "conosciuto" ma gestito comunque con furbizia e coerenza ancora più angoscianti se si ripensa a tutto quello che ha dato origine alla "valanga" di eventi. I personaggi, tutti tratteggiati alla perfezione con pochissime battute e grande espressività da parte degli attori coinvolti, entrano magari non nel cuore (alcuni sono odiosi, altri semplicemente ciechi, soprattutto quelli secondari) ma sicuramente nello stomaco dello spettatore, che non può fare a meno di lasciarsi coinvolgere dall'atmosfera cupa e lugubre di un film che allontana la gioia di vivere sin dalla prima sequenza; la vita di Anne e Renee non è quella bucolica e avventurosa di
Flo, la piccola Robinson, con tutto l'amore che si può avere per la natura, e se all'anacronismo ci si aggiunge una buona dose di testardaggine e machismo, la rabbia diventa inevitabile. Alcuni siti,
tra cui uno assai rispettabile, non parlano benissimo di
Hunter Hunter ma io vi consiglierei di fidarvi di Lucia, se non di me, e dargli una chance perché è uno degli horror più interessanti dell'anno passato, oltre che ben diretto e ben recitato e dotato di un favoloso uso della colonna sonora. Proseguirò con un po' di
SPOILER quindi non leggete oltre.
A LISA, nel caso passasse da queste parti, dico solo di evitarlo, ora che si sta appassionando all'horror, perché potrebbe non reggere il colpo.
SPOILER, ho detto.Se alla stupidaggine tutta umana e d'altri tempi di Joseph ci si aggiunge l'elemento altrettanto umano di una folle crudeltà, l'equazione porta sullo schermo un uomo che, davanti a un cimitero di corpi profanati, invece di affidarsi ad una polizia che pure è inutile, decide di "cacciare" predatori a due zampe, convinto di avere tutta la situazione in pugno. In realtà, come direbbe Rupert Sciamenna, Joseph è un coglione, che con la sua coglionaggine condanna una figlia capace di riconoscere le tracce dei lupi ma non di spianare un fucile in faccia a un pazzo e una moglie che in tutti i modi ha cercato di convincerlo a cambiare stile di vita, ricevendo in cambio solo dei "ho tutto sotto controllo". Il finale di Hunter Hunter è qualcosa di agghiacciante, la rappresentazione letterale di una mente che si spezza e agisce non per vendetta, né per soddisfazione, ma solo perché impossibilitata a trovare qualcosa a cui aggrapparsi in un mondo che è andato in frantumi e ha lasciato solo il vuoto; è qualcosa che non è catartico nemmeno per lo spettatore perché non c'è trionfo nelle azioni di Anna (soprattutto non dopo la tremenda eleganza con cui viene rivelato l'agghiacciante destino di Renee, interamente dipinto sul volto di un'attrice bravissima e per me sconosciuta, Camille Sullivan, che per metà film viene "nascosta" dai riflettori puntati sul risoluto Joseph e sull'apparentemente sgamatissima Renee) e si può solo rimanere lì, a guardare inebetiti una delle sequenze più gore dell'anno con la stessa espressione incredula di chi ha preso le richieste di aiuto di una donna disperata e le ha considerate semplicemente l'ennesima stranezza di persone relegate ai margini della società. Assieme a The Dark and the Wicked e The Swerve, Hunter Hunter è probabilmente l'horror più deprimente dell'anno e non risparmia nulla allo spettatore, vi avverto. Ma vi consiglio anche, di nuovo, di recuperarlo comunque.
Di Devon Sawa (Joseph) e Nick Stahl (Lou) ho già parlato ai rispettivi link.
Shawn Linden è il regista e sceneggiatore della pellicola. Canadese, ha diretto film come Nobody e The Good Lie ed è anche produttore.
Camille Sullivan interpreta Anne. Canadese, ha partecipato a film come
The Butterfly Effect e a serie quali
Dark Angel, Ai confini della realtà e
Taken. Anche sceneggiatrice, ha 46 anni e un film in uscita.
Summer H. Howell interpreta Renee. Canadese, ha partecipato a film come
La maledizione di Chucky,
The Midnight Man,
Il culto di Chucky e a serie come
Channel Zero. Ha 16 anni.
Vidi Hunter Hunter diverso tempo fa e delle molte recensioni la tua (che ho letto solo oggi) mi è piaciuta perché l’ho trovata più equilibrata rispetto a molti commenti, un po’ settari, critici, sia sul film ma soprattutto sulla figura di Joseph. Però vorrei provare a portare una lettura di sensibilità più "socio-culturale" ad Hunter Hunter (e rivedere così anche il personaggio di Joseph). Infatti, se Joseph, anziché stundaio (termine che non conoscevo, e che ho scoperto essere tipicamente ligure, ma che ben lo descrive) o cocciuto fosse semplicemente ferino? Ma ferino etimologicamente senza nessuna ulteriore connotazione: perché come qualsiasi fiera lui caccia per sostentamento non per diporto, per sopravvivenza non per gioco; insomma più vicino al Deer Hunter Robert De Niro di Michael Cimino che impiega un solo colpo in canna (“un colpo solo se no non è leale”) rispetto alla gentry inglese occupata ad una caccia alla volpe immortalata da un Robert Nightingale qualsiasi. È soprattutto in questo ritorno (o tentativo di ricerca) a una società premoderna che Hunter Hunter si fa film survivalista e dove Joseph si trova a rappresentare quasi il mito del Buon Selvaggio di rousseauiana memoria, lui, in contrapposizione all’ingresso della civiltà e sua corruzione nella storia (in Walkabout Nicolas Roeg contrappone natura/cultura scegliendo un montaggio parallelo tra il macello del canguro del giovane aborigeno e una scena con la preparazione della carne bovina fatta da un macellaio: inutile dire per chi parteggi Joseph). Sotto questa luce il giudizio su Joseph dovrebbe farsi più neutro e meno critico senza contare che la scelta di vita di Joseph non si è fatta prevaricatrice, certo non è stata imposta ad Anne (e lei stessa a dirlo, “io ho scelto questa vita”); dopotutto ciò che Anne gli rimprovera è un indirizzo di vita dentro la quale sente costretta la figlia la quale, tuttavia, per tutto il film pare invece accoglierla con entusiasmo (in fin dei conti lungo qualsiasi latitudine un genitore - più o meno inconsciamente - costringe i figli dentro una apparente scelta culturale libera). Naturalmente si potrebbe obiettare che anche Joseph non è poi più libero di Renee dal momento che la scelta di campo compiuta è solo in contrapposizione a un’altra e, la sola a scegliere liberamente (ma costretta dall’amore?), è Anne. Poi però [SPOILER] arriva quel finale icastico e senza appello nel quale Anne, non per vendetta ma per disperazione, mette in pratica ciò che ha imparato dalle tecniche di Joseph rimarcando così ancora una volta, sì la distanza dal marito - perché il suo gesto è, più che ferino belluino (pieno di umana bestialità e lontano dall’istinto di un predatore dei boschi) - tuttavia in quel suo gesto - necessaria - si trova anche una comunione più profonda con Joseph e Renee: anche le insomma si mostra senza una vera possibilità di scelta [FINE SPOILER]. Hunter Hunter è un film fortemente pessimista e dove tutti escono sconfitti; ne esce sconfitta su tutte la società che l’uomo civilizzato ha costruito ma anche il suo tentativo di rifuggirla che, come dimostra Joseph, non è più possibile.
RispondiEliminaGrazie mille per il commento articolatissimo e interessante (tra l'altro, citi Il cacciatore, che ho visto e adorato, ma anche Walkabout, che metterò in watchlist perché mi manca), che, ti assicuro, mi spingerà a riguardare presto il film cercando proprio di vedere il personaggio di Joseph in un'ottica diversa. Vediamo se mi ci ritroverò, intanto ancora grazie per lo spunto di riflessione (molto meglio della mia recensione, te lo assicuro!!).
EliminaHo provato a dare un'altra (una delle tante) lettura sul film. L'ho postata qui perché si sente in ogni riga che scrivi quanto ami il cinema ma anche quanto ti piace, non solo condividere questa tua passione con gli altri ma anche prestare attenzione ai contributi della community.
EliminaLa community è fondamentale. Senza te e tutti gli altri appassionati che ho conosciuto online non avrei scoperto un sacco di perle e rimarrei chiusa nel mio mondo che, per quanto cerchi di liberare da pregiudizi, comunque un po' di preconcetti li ha!
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