Spuntato un po' a sorpresa qualche mese fa nelle anteprime, è miracolosamente arrivato anche a Savona The Menu, diretto dal regista Mark Mylod.
Trama: un gruppo di persone selezionate si ritrova nel ristorante dello Chef Slovik per degustare quella che si preannuncia una raffinatissima cena da gourmet, almeno finché non cominciano a succedere cose strane...
Negli ultimi anni, scellerati palinsesti televisivi hanno trasformato quelli che una volta erano normali mestieranti, magari più fantasiosi o bravi di altri, in mega star pronte a far spendere centinaia di euro all'incauto consumatore, il quale magari non capisce una ralla dell'"arte" in questione. No, non sto parlando di pittori o scultori, ma di cuochi, pasticceri o simili, anzi, scusate, dovrei dire chef. Ormai chiunque è costretto a capirsene di cucina (anzi, scusate, food) e a guardare con indulgenza questi figuri aprire locali su locali che, di base, propinano ciò che io mangerei come merendina spacciandolo come primo/secondo annegato in un mare di salsine dubbie e cazzabubbole assortite, dentro un piatto grande come uno scudo, per poi chiedere l'equivalente di un rene al grido di "Eh, ma non devi guardare quanto mangi, bensì all'ESPERIENZA in sé". Io, che nasco bestia e animale brutto morirò, preferisco andare nella taverna rustica o nella pizzeria banale ma buona piuttosto che gettare soldi in queste scempiaggini ma, de gustibus, ognuno fa come crede o come impongono le mode, e mi è parso che fosse quest'ultima motivazione la base di partenza di The Menu, commedia nera tinta di horror ambientata, appunto, all'interno di un ristorante esclusivissimo. All'interno di The Menu i "casi umani" sono ben riconoscibili, anche se non troppo caricati, e ce n'è per tutti i gusti, perché il film non indulge in un banale scontro "ricchi contro poveri"; autocelebrazione che sconfina in un completo distacco dalla realtà, esperienze mordi e fuggi fatte giusto perché "si può", mancanza totale di empatia, esistenze consacrate al nulla, vuota ostentazione, sono solo alcuni degli orrori serviti sul piatto preparato da Mark Mylod, che mescola sapientemente momenti grotteschi al limite dell'esilarante, aspetti thriller e un pizzico di horror, il tutto filtrato da un'estetica accattivante e, sì, molto gustosa.
C'è da divertirsi parecchio a scoprire ogni singola portata del menu, partendo da quelle più eccentriche ma "normali" per arrivare a quelle maggiormente perplimenti e pericolose, e seguire il percorso filosofico/culinario del luciferino Chef Slovik (condannato a destreggiarsi tra piaggiatori e maleducati arricchiti) viene reso ancora più interessante dalla presenza di un punto di vista esterno ma vicino a quello dello spettatore, il quale si ritrova a condividere gli stati d'animo della giovane Margo, commensale suo malgrado. Quest'ultima è una delle punte di diamante di un cast eccellente. Come ho già scritto in passato, Anya-Taylor Joy non sbaglia un film e, anche quando lo sbaglia (penso al recente Amsterdam ma anche New Mutants), riesce comunque rendere tridimensionale e interessante il suo personaggio; la Margo di The Menu non fa eccezione ed è degno complemento del favoloso Ralph Fiennes, impegnato nell'interpretazione sul filo della follia di un uomo ormai privo di uno scopo nella vita, eppure ancora colmo di dignità e desiderio di rivalsa verso chi non l'ha mai capito. Anche il resto del cast è molto interessante, in primis il fastidioso (ma adorabile) Nicholas Hoult e John Leguizamo, quest'ultimo ormai abbonato al ruolo di caratterista di lusso e sempre dotato di una forte presenza scenica, ma non bisogna dimenticare la freddissima cortesia di Hong Chau, i cui modi compiti all'interno del caos fungono da perfetto esempio delle assurdità grottesche di cui The Menu è costellato. Sarò anche bestia per quanto riguarda il cibo e non posso consigliarvi ristoranti stellati in cui andare a mangiare, ma se volete un film appetitoso e ottimo per passare una serata al cinema, fidatevi della cVitica Bolla e correte in sala prima che questa primizia venga relegata agli sciapi palati dello streaming!
Di Ralph Fiennes (Chef Slovik), Anya Taylor-Joy (Margo), Nicholas Hoult (Tyler), Janet McTeer (Lillian) e John Leguizamo (Stella del cinema) ho già parlato ai rispettivi link.
Emma Stone era stata scelta per il ruolo di Margo quando si pensava che il regista sarebbe stato Alexander Payne. Se The Menu vi fosse piaciuto recuperate Fresh, The Feast, Silent Night e Flux Gourmet. ENJOY!
Ammetto che avrei pensato anche io ad una svolta simile ma sai che ho preferito questa? Più machiavellica e divertente!
RispondiEliminaFilm carino, arguto e intelligente. Come parlare di lotta di classe senza per forza scomodare Loach o i Dardenne... e come prendere per il culo certi posti dove paghi "l'esperienza" ! :)
RispondiEliminaBeh, qui direi che l'esperienza è decisamente unica e, soprattutto, irripetibile! Non puoi nemmeno lamentarti col cuoco XD
EliminaEntrarci a pancia, ehm, mente vuota ha aiutato: non sapevo cosa aspettarmi, come potesse evolvere la situazione.
RispondiEliminaAcchiappata dal primo all'ultimo minuto, ah, ce ne fossero di più di film così sorprendenti e a loro modo originali!
Vale lo stesso per me: come al solito, non avevo letto nulla sul film e sono stata ampiamente ripagata!
EliminaVisto di recente dopo secoli di assenza tra dalle sale cinematografiche! Concordo con te Bolla, davvero una piccola rarità ai giorni d'oggi. Una piacevolissima sorpresa. Solo continuo a non capire perchè categorizzare come "Horror" un titolo che di fatto di di orrido non ha nulla. Il buon vecchio Thriller non esiste più? Se leggo Horror io mi aspetto che il cameriere mangi la testa ad uno dei commensali dopo essersi trasformato in un demone amorfo.. Boh! anche per UCI cinema è una commedia/horror, sarò io..
RispondiEliminaIo l'avrei definita commedia grottesca ma in effetti ha alcuni elementi horror, come la tortura dei commensali, un paio di scene "gore", la generale aria di follia che permea il tutto... meglio la definizione di commedia/horror che quella di dramma di Bones and All, viste le reazioni scioccate degli spettatori che si aspettano una storiella d'amore!
EliminaLasciamo perdere l'argomento gourmet perché mi trovi pienamente d'accordo. Viva la trattoria!
RispondiEliminaLa critica a questa moda è l'unica cosa che ha funzionato in questo film, secondo me.
Tutto sommato, stavolta non mi hai fatto cambiare idea su quanto ho scritto di questo (brutto, per me) film. Non basta neanche la bravura degli attori, altra cosa che condiviso con te.
Ma sai che non è mia intenzione far cambiare idea ai miei sparuti lettori, ognuno ha i suoi gusti e ne sono ben consapevole! E adesso scusa ma devo andare a preparare il filettino mignon con riduzione di broccoletti di Bruxelles colti a mano durante le notti di luna piena rossa!
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