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martedì 21 febbraio 2012

Cloverfield (2008)

Oggi parlerò dell’ennesimo mockumentary, genere che va parecchio per la maggiore ultimamente. Nella fattispecie, il Bollalmanacco sta per affrontare quel famoso Cloverfield, diretto nel 2008 dal regista Matt Reeves, che avevo snobbato all’uscita nei cinema (non ricordo se volutamente o meno, in effetti…).


Trama: attraverso un filmino amatoriale assistiamo alla totale distruzione dell’isola di Manhattan, dopo che New York viene invasa da un non meglio specificato mostro marino…


Il mockumentary, si diceva. Una volta, questo sconosciuto, adesso invece genere quotatissimo nell’industria cinematografica. Cloverfield è uno degli ultimi esempi del genere e, per quanto ne ho potuto capire, anche uno dei più interessanti. Essendo abituata, fin dai tempi di The Blair Witch Project, al vedere mostrato poco o nulla oppure ad ambienti chiusi come quelli che si possono vedere in Rec o Paranormal Activity, l’idea di girare con questa tecnica un film di mostri all’interno di una metropoli già di per sé è originale e anche vedere la sconvolgente immagine della creatura e i danni che infligge irrimediabilmente ad una città come New York mozzano il fiato. A prescindere, infatti, dalla furbissima campagna promozionale che io, però, non ho vissuto (video finti, falsi account myspace dei personaggi, miriadi di siti internet dedicati ai temi trattati… d’altronde, il produttore è J.J. Abrams, che di pubblicità ne sa quasi più di Spielberg!), Cloverfield è un bel film, inquietante, ansiogeno e ben diretto.


Quello che mi è piaciuto di più è la totale assenza di spiegazioni, com’è giusto che sia. Ad un certo punto, in tutte le pellicole come queste i personaggi, in modo più o meno gratuito, si beccano lo “spiegone” di cui beneficia di rimando anche lo spettatore. Qui spiegazioni non ce ne sono e tutte le cose che accadono, dalla comparsa del mostro alla causa della morte violenta di uno dei protagonisti per esempio, sono avvolte nel mistero, restano nei limiti di quello che Hud, il “regista” per così dire, riesce a sapere e mostrare con la telecamera. Tutto avviene in tempo reale e rispetta la durata di una semplice cassettina per telecamera portatile, consentendoci così di vivere in diretta le emozioni, la paura, l’incertezza dei protagonisti che, nel bel mezzo di una festa, testimoniano la fine della loro esistenza e della città in cui abitano. L’apocalisse tascabile, insomma, intervallata da spezzoni di un vecchio e più felice filmato che, come la vita dei personaggi coinvolti, viene a poco a poco cancellata dagli eventi di Cloverfield e conclude il film con un beffardo “è stata una bella giornata”.


Ovviamente, la pellicola non è priva di quell’aura di “bufala” che maledice quasi tutti i mockumentary. Personalmente, non capirò mai come sia possibile far passare per verosimile l’idea di uno che, nel bel mezzo di un’invasione di zombie, mostri o affini, si incolla la telecamera alla mano e continua a girare finché non gli staccano di netto l’arto, o peggio. Posso capire in Rec, dove si parla di giornalisti professionisti, ma quello di Cloverfield è l’americano medio dal cervellino sottosviluppato. Certo, a volte spegne la telecamera, altre volte la fa cadere, ma fondamentalmente poi è sempre lì a recuperarla e riaccenderla, anche quando gli tocca scalare un grattacielo in bilico dove i suoi compari fanno fatica a camminare con le mani libere. E non sia mai che il suo amico fesso la lasci a terra nemmeno dopo l’incidente finale o dopo essere stato a tu per tu col mostro!! Miseria, che manie di protagonismo, altro che Grande Fratello! Ma scherzi a parte, un’occhiata a Cloverfield la darei, perché è molto ben fatto. A mio avviso, purtroppo, perde molto su piccolo schermo, non oso immaginare l’effetto che avrà fatto al cinema ai fortunati che lo hanno visto… io, sicuramente, andrò a vedere il seguito.


Del regista Matt Reeves ho già parlato qui mentre Mike Vogel, che interpreta Jason, lo trovate qui. Della partita anche Odette Yustman ( o Annable, che è il suo vero cognome), già approdata sui lidi bollalmanacchici qua.

Lizzy Caplan (vero nome Elisabeth Anne Caplan) interpreta Marlena. Americana, ha partecipato a film come Mean Girls e 127 ore, oltre a serie come Smallville, Tru Calling, True Blood e ad aver doppiato alcuni episodi di American Dad!. Anche produttrice, ha 29 anni e quattro film in uscita.


Nel 2014 dovrebbe uscire un prequel (o un seguito? D’altronde durante i titoli di coda si sente dire “Help us”… ma se lo si riproduce al contrario, suona molto come “It’s still alive” ARGH!!) del film, sempre diretto da Matt Reeves. Nell’attesa, avete tutto il tempo di vedervi con calma Cloverfield, quindi… ENJOY!

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