Tant’è, alla fine l’ho trovato, ce l’ho fatta. La curiosità era troppa, e mi sono messa a guardare 2001 Maniacs! di Tim Sullivan dopo averlo erroneamente definito una schifezza dalle letture che hanno preceduto la visione di 2000 Maniacs di Herschell Gordon Lewis, di cui questa pellicola è il remake.
La trama è pressoché identica, aggiornata al nuovo secolo: durante lo Spring Break tre ragazzetti in cerca di gnagna e passabili di espulsione dall’università cercano di raggiungere Palm Beach ma trovano una deviazione e finiscono a Pleasant Valley, in tempo per essere gli ospiti d’onore del Guts and Glory Jubilee (più guts che glory aggiungerei) assieme ad una triade di ninfomani/bisessuali e una multietnica coppia di motociclisti/sadomasochisti. Ovviamente i pittoreschi abitanti della cittadina sudista cercheranno di non fare uscire vivi i maledetti nordisti…
I remake mi fanno sempre un po’ storcere il naso, soprattutto quelli dei film che ho amato. Bisogna però dire che ormai i primi gore anni ’70 sono apprezzabili in senso filologico, ma offrono davvero poco allo spettatore odierno che, ovviamente, è abituato a ben altre prodezze. Belli ed interessanti, assolutamente indispensabili per mostrarci e farci apprezzare i pionieri del genere, ma spesso poco divertenti e poco piacevoli da rivedere. I remake troppe volte li rendono ancora più insipidi, regalandoci solo una patinata fotografia da videoclip ed interpreti belli, sconosciuti e spesso incapaci. Non è il caso di questo 2001 Maniacs! che offre allo spettatore gag alla Porky’s, carismatici caratteristi d’eccezione come Robert Englund e Peter Stormare, un umorismo nero decisamente esilarante (basta anche solo citare il cammeo iniziale di Eli Roth armato di armadillo, ho riso per mezz’ora!) e ovviamente gore a palate.
Molti elementi della pellicola originale vengono mantenuti, ma viene il tutto aggiornato ai giorni nostri. E i giorni nostri per il vecchio sud sono decisamente sconcertanti: basta vedere le facce dell’esilarante sindaco interpretato da Robert Englund quando si trova davanti una coppia formata da una cinese e un “negro”, impensabile negli anni della guerra di secessione ed assai rara anche ai tempi del primo film (anche se in I Drink Your Blood il binomio si presenta…), oppure il ragazzino bisessuale, nonostante i figli/nipoti del nostro non siano normalissimi, uno zoofilo (la pecora Jezebel è un mito) e uno altrettanto omosessuale suo malgrado, senza contare il piccolo difetto del cannibalismo. E’ interessante vedere come nel tempo lo stereotipo del campagnolo bifolco si sia radicato ed estremizzato. I sudisti del primo film erano strani e stereotipati ma neppure troppo. Il remake è un trionfo di relazioni incestuose (tra cugini, ovviamente), procaci donnine ingenue ma maiale, dentature scompagnate (che si trasformano per l’occasione in metalliche zannine), e viene citato sia a parole che in immagini anche il film Un tranquillo weekend di paura che ha sdoganato il modello del montanaro bifolco pervertito armato di pettorina e banjo.
Gli omicidi invece sono più o meno simili all’originale, ovviamente più gore e verosimili. Manca assolutamente il senso di “dubbio” che pervade il primo film, perché la natura dei 2001 Maniacs viene palesata a metà film e ribadita fino alla fine ed il finale è molto più cattivo di quello della prima pellicola. Il film viene privato di quell’”innocenza” che in qualche modo caratterizzava il film di Lewis tant’è che, se non sbaglio, uno dei ragazzini sudisti veniva ingannato con la promessa di un giro in macchina dal protagonista, espediente che qui viene riproposto ma fallisce.
Inoltre, per fortuna, è stato mantenuto l’azzeccatissimo “Rebel Yell” come colonna sonora e nella scena finale viene riproposto in stile Rammstein.
Se cercate del “sano” divertimento horror questo è il film che fa per voi, nell’attesa degli inaspettati sequel 2001 Maniacs: Beverly Hellbillys e 2001 Maniacs: The Hillbillys Have Eyes, di prossima uscita, tutti diretti da Tim Sullivan e ovviamente interpretati da Robert Englund. Il regista americano non è nuovo nel mondo del cinema, soprattutto come produttore, ma la sua carriera di regista e scrittore è, si può dire, appena cominciata. Ha 45 anni e tre film in uscita, tra cui i due seguiti sopraccitati.
Robert Englund interpreta il Maggiore Buckman, sindaco di Pleasant Valley. Quest’uomo può decisamente essere definito l’attore horror per eccellenza, colui che si cela sotto la maschera di Freddy Krueger in tutti e sette i film della saga di A Nightmare On Elm Street. La sua filmografia è sterminata, non sempre eccelsa ma quasi tutta di genere: Quel motel vicino alla palude, Un mercoledì da leoni, Le notti proibite del Marchese de Sade (oh, se lo recensirò prima o poi..), The Mangler – La macchina infernale, Wishmaster, Urban Legends, Freddie vs Jason, l’italianissimo Il ritorno di Cagliostro. Ha collezionato anche un’infinita serie di partecipazioni televisive, a partire dallo storico Visitors in cui, paradossalmente, interpretava Willie, l’alieno buono: Charlie’s Angels, Chips, Hunter, MacGyver, Supercar, Freddie’s Nightmares, Nightmare Café (due serie storiche che devo ritrovare), I Simpson (come voce di Freddie Krueger ovviamente), Streghe, Masters of Horror. Ha 62 anni e cinque film in uscita tra cui, ovviamente, i seguiti di questo 2001 Maniacs e, udite udite, la nuova serie di Visitors!! Holy crap!
Lin Shaye interpreta la simpatica e folle Nonna Boone. L’attrice di Detroit ha già collaborato con Englund in Nightmare – Dal profondo della notte (dove interpretava un’insegnante), e Nightmare nuovo incubo (dove invece interpretava un’infermiera) e con i fratelli Farrelly per la maggior parte dei loro film (una donna da sposare, insomma). Ha partecipato a film come Critters, lo splendido L’Alieno, Palle in Canna, Una moglie per papà, Scemo e più scemo, Ancora vivo, Tutti pazzi per Mary, Snakes on a Plane. Per la TV ha lavorato in Ai confini della realtà e My Name is Earl. Ha 65 anni e ben dieci film in uscita, tra cui i succitati seguiti!
Peter Stormare interpreta l’insegnante di storia, un ruolo veramente marginale, ma anche l’attore svedese ha un posto nel mio cuore, come ben sa chi mi conosce, soprattutto per la splendida interpretazione in Fargo, dei fratelli Coen. Tra i suoi altri film ricordo Fanny e Alexander, Risvegli, Il mondo perduto – Jurassic Park, Il grande Lebowsky, Codice Mercury, Armageddon, 8 MM – Delitto a luci rosse, The Million Dollar Hotel, Chocolat, Minority Report, Lo smoking, Constantine, The Brothers Grimm (no, non userò MAI il titolo italiano!!), Nacho Libre. Per la TV ha recitato in Prison Break e CSI. Ha 56 anni e sette film in uscita.
Ecco il trailer, giusto per farvi un'idea e anche perché non riesco a trovare il Rebel Yell (sigh!!)... ENJOY!!!
Doverosa lettura della recensione di un film il cui titolo non mi giunge nuovo, anche se la storia mi è del tutto ignota.. o.ò
RispondiEliminaChe dire.. sto iniziando a cogliere i tratti salienti di questo genere, esilarante per certi versi, imbarazzante per altri XD
2001 Maniacs non mi ispira come altri, ma chissà... : P
Santo cielo, mi manca!
RispondiEliminaHo visto il seguito di "Blood feast" (e chiaramente anche l'originale), ma questo remake mi manca. Avevo adocchiato il trailer su YouTube e letto svariate recensioni positive, ma in italiano pare introvabile.
La tua recensione mi fa tornare la voglia di recuperarlo, anche se non so dove.
Ottima disamina, comunque.
Non concordo soltanto su un passaggio della rece: "i primi gore anni ’70 sono apprezzabili in senso filologico, ma offrono davvero poco allo spettatore odierno... spesso poco divertenti e poco piacevoli da rivedere". Io credo invece che questo discorso sia perfetto per il cinema horror-gore degli ultimi dieci-quindici anni.
Ma la questione è complessa, per poterla affrontare nello spazio di un commento. Magari ci scrivo un post nel mio blog.
Ciao,
Aldo
@ IlRanocchio: profano è__é
RispondiEliminaConvertiti alla potenza del Dio Englund!!
@ AldoMoscatelli: contenta che la recensione ti sia piaciuta ^^
Ho visto il tuo blog e l'ho inserito tra i link, se e quando scriverai quel post fammi sapere!
Opinione personale, alcuni film dell'epoca mi hanno assai deluso, come L'Ultima casa a sinistra che invece è riconosciuto universalmente come un capolavoro.
Invece Non aprite quella porta è fresco e terrificante oggi com'era allora.
Per quanto riguarda 2000 Maniacs non mi era dispiaciuto ma decisamente preferisco questo remake!
Adesso capisco. Ti riferivi a "quel" cinema gore.
RispondiEliminaIo credo (parlerò anche di questo argomento sul mio blog, prima o poi) che il termine "gore" associato al cosiddetto New Horror americano sia una delle più grandi prese in giro della storia del cinema. Per due motivi: il primo è che il gore puro esisteva già da anni; il secondo è che i film americani di Craven e Hooper di grandguignolesco avevano davvero poco. Anche "Non aprite quella porta", ad esempio, sul piano visivo non è che mostri chissà cosa. Peggio ancora quella mezza cavolata di "Quel motel vicino alla palude". Io facevo riferimento a tutt'altro cinema gore. Quello di registi come H.G. Lewis (appunto), Freda (cito "Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea"), Bava ("Reazione a catena"), Marins ("Lo strano modo di Zé do Caixão"), Margheriti, i gialli sanguinolenti del primo Fulci e del primo Argento, e così via.
Ecco spiegato il qui pro quo.