Buon 2018 a tutti! Vi faccio gli auguri oggi perché il post di El Bar l'avevo già scritto mesi fa mentre questa è la prima volta che mi metto a scrivere sul blog con l'anno nuovo e spero di non essere arrugginita perché vorrei parlare bene di Coco, diretto e co-sceneggiato nel 2017 dal regista Lee Unkrich e co-diretto (nonché co-sceneggiato) da Adrian Molina. NO SPOILER, ovvio.
Trama: desideroso di diventare un musicista benché osteggiato dalla famiglia, il piccolo Miguel ruba una chitarra dalla tomba del famosissimo Ernesto de la Cruz proprio nel dia de los muertos e, a causa di una maledizione, finisce per rimanere bloccato nell'aldilà...
L'ho già scritto su Facebook ma lo ripeto anche qui: Coco è uno dei film più belli del 2017 e, come ha detto il buon Sauro di Solaris, ha fregato tutti i blogger che, come me, avevano già stilato le loro classifiche. Ben lontano dall'essere una pallida imitazione de La sposa cadavere o, come avrei temuto, del pregevole Il libro della vita, Coco è un'altra vittoria della Pixar, che è riuscita a confezionare l'ennesimo capolavoro non solo di animazione ma anche e soprattutto di sceneggiatura. L'idea di partenza, oltre alla caratterizzazione del protagonista, è in effetti molto simile a quella del film di Gutiérrez; ne Il libro della vita c'era un torero che voleva diventare musicista, qui abbiamo il piccolo rampollo di una famiglia di calzolai che vorrebbe intraprendere la stessa strada ma, mentre Manolo veniva da una stirpe di toreri che con la musica non avevano mai avuto nulla a che fare, Miguel sa che la sua antenata ha espressamente vietato ai propri discendenti di approcciarsi alla musica dopo essere stata abbandonata da un marito spinto dal desiderio di diventare famoso. Coco si apre dunque col triste racconto di Mamá Imelda, prima di una serie di matriarche forti e determinate, molto vicine all'immagine di "donna del sud" sdoganata dai simpatici sketch di Casa Surace, armate di ciabatta e pronte a rifocillare gli amati nipotini ma anche impossibili da contraddire e incredibilmente testarde e fiere, e continua nel modo più bello possibile. Coco infatti non parla solo di contrasti familiari e di desideri di libertà affidati al solito protagonista intraprendente e baciato dal talento ma è soprattutto una pellicola sulla Famiglia con la F maiuscola e su un concetto di morte che è quanto di più distante da quello cupo e disperato sdoganato in anni di animazione per bambini, una diversità che non si limita alla rappresentazione coloratissima di un aldilà da sogno; Coco, per la prima volta da che ricordi, parla della morte con naturalezza rendendola parte dell'inevitabile ciclo vitale e sottolinea l'importanza della commemorazione dei defunti come fonte di forza per chi è rimasto in vita, anche quando sembra che le memorie ad essi legate siano solo negative oppure terribilmente tristi. La testardaggine di Miguel, al quale vanno sin dall'inizio le simpatie dello spettatore, si trasforma nel corso del film in un'arma a doppio taglio che fa riflettere sulla necessità di "ascoltare tutte le campane" senza lasciarsi accecare da rabbia e pregiudizi e, soprattutto, senza allontanarsi da chi, benché sbagliando e per quanto in modo maldestro, ci ha comunque sempre voluto bene.
L'importanza di "ascoltare" e cercare di capire le ragioni degli altri si traduce, ironicamente, in un film a tema musicale che di musica, fortunatamente, ne ha ben poca all'interno. A differenza del corto che precede la pellicola, quel Frozen - Le avventure di Olaf sul quale tornerò più avanti, Coco non è zeppo di numeri musicali, anzi, è molto parco e si riduce a quattro, massimo cinque siparietti assolutamente funzionali alla trama ed importantissimi, brevi e molto accattivanti (senza parlare, ovviamente, dello score "di sottofondo", realizzato da un Michael Giacchino particolarmente ispirato). La musica, d'altronde, ha tenuto la famiglia di Miguel arroccata sulle sue posizioni per decenni e probabilmente ha costretto la maggior parte dei membri a prendere una strada diametralmente opposta alle loro aspirazioni ed è giusto che essa venga dosata con parsimonia nel corso del film, come qualcosa che Miguel, giovane ed entusiasta, deve ancora imparare a gestire... e anche come una magia capace di richiamare ricordi, emozioni e gioia di cantare. Quel che non manca a Coco è invece la bellezza di sequenze animate mozzafiato, all'interno delle quali spicca un aldilà non soltanto coloratissimo e soffuso della magica luce arancione del tagete messicano, ma anche strutturato in modo che ogni cosa all'interno dello skyline vintage della città dei morti (solcato da magnifici spiriti guida) ricordi il volto di un calavera; e se le citazioni a Frida Kahlo, favolosa nume tutelare del film, sono allo stesso tempo esilaranti e bellissime (il numero delle ballerine sulla papaya mi ha uccisa sulla poltrona) e il flashback iniziale realizzato animando i festoni di carta è un piccolo capolavoro, quello che mi ha colpita di più guardando Coco è stata la delicatezza del character design. Con questo non mi riferisco tanto agli eleganti teschi dipinti che popolano il regno dei morti, per quanto comunque bellissimi, ma piuttosto alla verosimiglianza con cui gli animatori hanno riportato in maniera stilizzata i tratti somatici tipici di un popolo fino a creare quel capolavoro di nonnina tutta rughe e lunghe trecce bianche che ha rischiato di strapparmi il cuore dal petto proprio ora che la mia, di nonna, non sta troppo bene; la nonna di Miguel è bellissima, con una faccia tenera tutta da amare come si farebbe con qualunque vecchina veneranda ed è la prima volta che mi capita, sempre in un film per bambini, di vedere la vecchiaia riproposta, pur con tutti i suoi difetti (malattie comprese, ché qui si parla di alzheimer), in maniera così dolce e rispettosa quando di solito gli anziani vengono usati o come delle specie di Yoda o messi a mo' di burberi rompiscatole. Quindi andate, andate a vedere Coco, portatevi manciate di fazzoletti, preparatevi a ridere, emozionarvi e piangere senza ritegno... e, soprattutto, armatevi di santa pazienza prima che inizi.
Sì perché prima di Coco c'è, ahinoi, il "corto" Frozen - Le avventure di Olaf. VENTIDUE MINUTI difficili da sopportare persino per me (che ho adorato Frozen e mi sono divertita anche col corto precedente, Frozen Fever), durante i quali un bambino si è alzato è ha detto al padre "Ma papà, io mi sto annoiando!". E ne hai ben donde, povero patato! Il problema non è che Olaf, il pupazzo di neve con la voce da pittima che "ama i caldi abbracci", sia il protagonista praticamente assoluto, quanto piuttosto che i VENTIDUE MINUTI siano TUTTI cantati. Tutti, santiddio. L'unico momento in cui mi sono esaltata/commossa è stato quando le note di "Do You Want to Build a Snowman?" hanno fatto capolino, per il resto se nel 2019 mi daranno un Frozen 2 interamente cantato e imperniato per l'ennesima volta sulla tristezza derivante dall'infanzia perduta di Elsa e Anna andrò ad impiccarmi a un albero di Natale perché, signore mie, quanto ancora la vogliamo tirare avanti con sta storia di Elsa che si deprime perché per colpa sua Anna non ha mai avuto una famiglia, una festa, un legame fraterno, un chediaminenesò? E basta, dai, tiriamo fuori un po' di palle! Anche perché diverse catene cinematografiche americane hanno ritirato il corto, quindi non devo essermi rotta le scatole solo io... (e poi non avete idea di quanto sia piacevole guardare i colori di Coco dopo venti minuti di toni freddi)
Del regista e co-sceneggiatore Lee Unkrich ho già parlato QUI mentre Cheech Marin (la voce originale del poliziotto che parla con Hector) lo trovate QUA.
Adrian Molina è il co-regista e co-sceneggiatore del film. Americano, è alla sua prima esperienza come regista ma ha già lavorato in casa Pixar come sceneggiatore e animatore in Ratatouille, Monster University e Il viaggio di Arlo. Ha 32 anni.
Gael García Bernal è la voce originale di Hector. Messicano, ha partecipato a film come Amores perros, Y tu mamá también - Anche tua madre, I diari della motocicletta, La mala educación e a serie come Mozart in the Jungle. Anche produttore, regista, cantante e sceneggiatore, ha 40 anni e due film in uscita.
Benjamin Bratt è la voce originale di Ernesto de la Cruz. Americano, ha partecipato a film come Demolition Man, Catwoman, Doctor Strange e La fratellanza mentre come doppiatore ha lavorato in Cattivissimo me 2. Anche produttore e cantante, ha 55 anni.
La voce originale di Papá Julio è quella del regista Alfonso Arau. Se Coco vi fosse piaciuto, potete trovare su internet il corto Dante's Lunch: A Short Tail, avente per protagonista il cane guida di Miguel e, in aggiunta, potete guardare Ratatouille, Inside Out, Il libro della vita e Up. ENJOY!
Per questo io le classifiche le faccio sempre a fine stagione... ;)
RispondiEliminaScherzi a parte, è vero: "Coco" è un film meraviglioso, uno dei migliori Pixar degli ultimi anni (e non è facile, per una casa che ha fatto così tanti capolavori, mantenere sempre le aspettative). Peccato solo per la scelta (della Disney) di imporre la versione doppiata in italiano, che snatura molto le canzoni del film: in lingua originale - ne sono sicuro - sarebbe stato ancora più bello!
p.s. del corto che precede il film ne parlate tutti malissimo... alla proiezione cui ho assistito io non l'hanno dato: fortuna? :)
Io ho avuto la fortuna di guardarlo a Ciudad de Mexico a novembre, ovviamente in versione "latina" (differente da quella "castigliano peninsulare").
EliminaSpecialmente per chi conosce almeno un po' il Messico, la loro tipica la cadenza e l'accento fanno una gran differenza in questo film, tutto incentrato sulla cultura messicana. Il "Dia de Muertos" (una settimana di festeggiamenti) è per loro molto più importante di Natale ecc.
Se puoi, cerca la versione originale e vedrai che Coco ti piacerà ancora di più.
@Kris
EliminaTi ho citato perché avevo letto il tuo post. Le classifiche per me sono un divertissement, quindi le faccio quando riesco... sotto le vacanze di sicuro non avrei tempo, le lascio a chi ha più tempo o competenza di me :)
Frozen è davvero una schifezzuola, meglio che tu non l'abbia visto così ti sei goduto Coco con la mente più riposata. Rispondo anche a @Giovanni dicendo che sarebbe molto bello poter sentire in lingua almeno le canzoni, in effetti, ma capisco che per i bambini (ai quali il film è principalmente rivolto) avrebbero molte difficoltà a capire.
Comunque Coco è una di quelle pellicole di cui vorrei avere il bluray quindi prometto che mi cimenterò nella visione in lingua appena possibile!
@Babol ... traducono anche le canzoni?!?!?
EliminaL'unica che hanno lasciato in lingua è quella cantata da Mamá Imelda che, mi par di capire, sia una canzone popolare messicana. Le altre tutte tradotte, tranne qualche parola sparsa come loco, seňor e varie declinazioni della parola.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaL'ho trovata ... La llorona, famosa canzone che si riferisce ad una leggenda popolare. Nel film "Frida" la cantava la famosa Chavela Vargas con la sua inconfondibile voce
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=kqUSiM-BU_4
E se avessi tempo da perdere e volessi saperne di più in merito al mito della "llorona" questo è un post dedicato esclusivamente a tale leggenda
Eliminahttp://discettazionierranti.blogspot.com.es/2016/08/la-llorona-il-piu-famoso-fantasma.html
Grazie mille per i link, appena riesco li vado a vedere!
EliminaUna delle mie prossime visioni sicuramente, adoro i cartoons xD
RispondiEliminaBuona visione allora :)
EliminaIo sono molto contento di avere aspettato a fare la mia classifica, nell'ultima settimana di dicembre ho visto due film che finiranno in top ten!
RispondiEliminaDevo correre a vedere qual è il secondo!
EliminaEcco, i 22 minuti, 22!!, del corto di Frozen sono ciò che finora mi hanno tenuto lontana da Coco che, sia per il suo sguardo animato verso una cultura insolita per la Pixar che per le tematiche, mi ispira molto. Insomma, dovrò armarmi di parecchio coraggio! ;)
RispondiEliminaDipende dal cinema, ti do un indizio: se all'ingresso regalano il poster di Olaf allora ti becchi il cortometraggio, altrimenti ti salvi.
EliminaMa non farti fermare da Frozen perché Coco merita questo e ben altri sacrifici!!
Allora posso smettere di lamentarmi per la mancata proiezione di Olaf al mio spettacolo, assieme ad altre famiglie sono rimasta fino alla fine dei titoli di coda per vedere se rimediavano. Fiù. mi è andata bene.
RispondiEliminaQuanto a Coco, fazzoletti a volontà, occhi sbarrati dalla meraviglia che fan dimenticare anche quella struttura della sceneggiatura (vado di qua, poi di qua, poi di qua) che non mi ha convinta del tutto. Il messaggio finale, insomma, vale molto di più.
Ma ci mancherebbe anche! Proiettarlo alla fine significherebbe portare via di peso gli spettatori addormentati XDXDXD
EliminaAh, io ero talmente rapita dalla bellezza dei paesaggi che mi sono goduta completamente anche la sceneggiatura "itinerante" :)
Questa cosa dei fazzoletti mi sta spaventando e stuzzicando allo stesso modo. Mi lancio nella sfida: io che ormai piango anche per i soffii di vento, in certi film, resisterò?
RispondiEliminaA parte gli scherzi hai fatto una bellissima recensione, sono sicuro che non ne rimarrò deluso. A me piacque tanto anche Inside Out.
No, te lo assicuro. Si è commosso persino Mirco!
EliminaGrazie dei complimenti e se ti è piaciuto Inside Out corri a vedere Coco!
No, te lo assicuro. Si è commosso persino Mirco!
EliminaGrazie dei complimenti e se ti è piaciuto Inside Out corri a vedere Coco!
Devo assolutamente recuperarlo quindi preparo i fazzoletti. Non gli avrei dato molte chance anche perché in genere non amo troppo i film di animazione (nel senso sono gli ultimi che recupero in genere) ma continuo a leggerne troppo bene :D
RispondiEliminaCoco è davvero splendido, anche per chi non apprezza molto il genere. Dai che nelle sale dovrebbe esserci ancora!
EliminaUn'altra recensione entusiastica per un film che, alla vigilia, mi attraeva poco.
RispondiEliminaLo vedrò con la tribù nel weekend, se è una bomba come scrivete tutti, quasi quasi lo inserirò nelle classifiche duemiladiciotto! ;)
Io l'ho letteralmente adorato e sono strafelice che abbia portato a casa un Golden Globe. Spero sia piaciuto a tutta la famiglia!
EliminaCoco lo devo vedere, ma sono felice di leggere pareri così positivi.
RispondiEliminaIl corto di Olaf l'ho visto in tv... Mammamia che zozzeria melensa!
Sono felice che è stato mal percepito... Ultimamente la Disney gongolava troppo su "Frozen". Può darsi che queste critiche le facciano raddrizzare il tiro su quel brand.
Sì sapevo che lo avrebbero dato anche in TV e molti così se lo sono ciucciati doppio, poveracci XD
EliminaSpero davvero che le critiche servano o il prossimo Frozen sarà da suicidio collettivo...
Andrò a vedere Coco questo fine settimana perché mi ha incuriosito veramente un sacco (molto più di Frozen all'epoca!)... non penso mi deluderà facilmente :D
RispondiEliminaNon penso nemmeno io, è pura magia Pixar :))
EliminaAnch'io temevo una scopiazzatura di Il libro della vita e, anche se qualcosa somiglia, Coco è stato una bellissima sorpresa! Per fortuna alla fine non mi sono cavata gli occhi nonostante il corto di Frozen!
RispondiEliminaIl corto di Frozen è stato un bell'autogol ma fortunatamente Coco ci ha ripagati di ogni sofferenza!
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