Con la tranquillità di chi ormai aveva fatto i suoi compiti per gli Oscar, domenica sono andata a vedere Quello che non so di lei (D'apres une histoire vraie), diretto e co-sceneggiato dal regista Roman Polanski a partire dal romanzo omonimo di Delphine de Vigan.
Trama: Delphine ha appena raggiunto un successo insperato con l'ultimo libro, ispirato alla storia vera della madre, affetta da una malattia mentale che l'ha portata a venire internata, e ora è priva di ispirazione. L'incontro con la misteriosa Lei le offre la possibilità di rilassarsi e ignorare le continue, pressanti richieste di editori e lettori, ma il legame tra le due prende a un certo punto una strana piega...
Se c'è un lavoro che non riesco ad immaginare è proprio quello dello scrittore, soprattutto quello degli scrittori diventati improvvisamente famosi. Quando scrivo che non riesco ad immaginarlo, intendo che non posso nemmeno cominciare a pensare a come dev'essere mettersi davanti ad un foglio word tutto da riempire mentre l'ansia comincia a rodere una mente che dovrebbe essere creativa e costantemente produttiva, perché da essa dipende la vita stessa del suo proprietario. Ansiosa ed insicura come sono (ché già se un post riceve pochi commenti o letture comincio a chiedermi dove ho sbagliato e a meditare la chiusura del blog...), l'idea di scrivere qualcosa che deluda le aspettative degli ammiratori oppure non riuscire più a cavare un ragno dal buco per la bellezza di anni mi sarebbe insopportabile e probabilmente finirei per avere un esaurimento nervoso, che è poi la stessa cosa che succede a Delphine, protagonista di Quello che non so di lei. Delphine Dayrieux, personaggio di un gioco metaletterario trasposto su pellicola, è arrivata a un punto morto della sua carriera dopo avere fatto faville con un romanzo interamente ispirato al calvario della madre, internata per problemi psichici; dopo il successo inaspettato, la donna non sa più come far proseguire la sua carriera, tra idee vaghe per la stesura di un true crime e la vergogna di avere sfruttato le proprie traversie familiari, che le impedisce di proseguire sulla stessa china autobiografica. In mezzo a tutto questo delirio, arriva Lei, affascinante ammiratrice (con una carriera da ghost writer) che di Delphine diventa dapprima consigliera, poi collaboratrice, infine musa, seguendo un alternarsi di odi et amo sempre più estremo. E' facile per Delphine, "abbandonata" dalla famiglia e con un fidanzato spesso in giro per il mondo, lasciarsi completamente andare ed affidarsi interamente ad una figura decisa, sicura di sé e senza troppi peli sulla lingua, tuttavia la dipendenza della scrittrice si traduce presto nell'acuirsi dell'impasse creativa e di un generale atteggiamento di pigrizia e inedia, mentre Lei diventa sempre più furiosa all'idea che la sua autrice preferita rifiuti di mettersi completamente a nudo e riversare il proprio animo tormentato nel nuovo romanzo.
Polanski, qui anche co-sceneggiatore, confeziona un thriller psicologico sicuramente inferiore ad altri suoi lavori ma comunque affascinante, capace di confondere lo spettatore costringendolo a guardare il film in uno stato di tensione costante, la stessa tensione ed incertezza provata da Delphine. L'analisi psicologica stavolta rimane un po' più in superficie rispetto al passato, tuttavia le due protagoniste femminili sono figure a tutto tondo, con le quali si arriva ad empatizzare soprattutto quando viene sottolineata la loro solitudine, l'incapacità di relazionarsi con gli altri per vari motivi, il dolore di un passato impossibile da affrontare. Le due attrici scelte per interpretare Delphine e Lei non potrebbero essere più diverse, eppure entrambe offrono due prove particolarmente convincenti, con una chimica in perfetto bilico tra reciproca seduzione, interdipendenza, timore e persino fastidio. Brutto definire Emmanuelle Seigner "passatella", visto che pure struccata e all'età di 52 anni è più gnocca di quanto potrei essere io dopo una seduta dall'estetista, però l'immagine che da di donna che si sta sfaldando dentro e fuori, vinta dallo sconforto, è perfetta tanto quanto la bellezza "predatoria" di Eva Green, lei sì veramente splendida con quegli occhi che fulminano e il sorriso beffardo, sigaretta tra le dita e unghie laccate di rosso come la perfetta dark lady che è. Veder duettare le due attrici è la cosa più bella del film e fa perdonare qualche momento WTF della trama (SPOILERISSIMO Se è vero che Lei e Delphine sono la stessa persona come diamine ha fatto Delphine a guidare fino alla casa del fidanzato con la gamba rotta? FINE SPOILER), che pure a mio avviso non ha momenti morti e risulta sempre molto coinvolgente, per quanto magari un po' simile a quella di altri film che hanno trattato lo stesso argomento. Comunque, Quello che non so di lei merita sicuramente una visione, non fosse altro che per godersi l'ennesima, sensualissima performance della Green!
Del regista e co-sceneggiatore Roman Polanski ho già parlato QUI. Emmanuelle Seigner (Delphine Dayrieux), Eva Green (Lei), Vincent Perez (François) e Dominique Pinon (Raymond) li trovate invece ai rispettivi link.
Se Quello che so di lei vi fosse piaciuto recuperate Misery non deve morire e magari anche Open Window. ENJOY!
Era già in lista, per la grandezza del regista, che anche quando non è in formissima, come mi pare di capire dalla tua rece, è sempre da vedere. E poi per le attrici, tra le nostre migliori attrici viventi :)
RispondiEliminaSì, è un Polanski "minore" ma loro due valgono il prezzo del biglietto :)
EliminaIl romanzo mi era piaciuto molto. Il film non correrà a vederlo, nonostante Eva, ma lo aspetto ugualmente. :)
RispondiEliminaBene, se mi dici che il romanzo è bello lo infilo nella futura lista di lettura, ormai infinita XD
EliminaNon vedo l'ora di vederlo, dato che adoro Polanski :)
RispondiEliminaNon starà molto ad arrivare, tranquilla.
EliminaNon ho letto lo spoilerissimo, perché mi hai messo curiosità. Anche se inferiore alla restante produzione polanskiana, direi che mi pare un prodotto abbastanza ansiogeno e claustrofobico. Mi piacciono le storie di rapporti morbosi/pericolosi, potrebbe piacermi^^
RispondiEliminaMoz-
A leggere lo spoilerissimo ti saresti rovinato tutto il film :)
EliminaCerca di andarlo a vedere ma occhio perché secondo me giovedì lo avranno già tolto in moltissimi cinema :(
La vedo durissima allora...
EliminaMoz-
Ti confermo che da noi lo hanno già tolto :(
EliminaDevo ammettere che anche io non farò le corse per vederlo. Un mio amico, amante di Polanski mi ha dato un'idea un po' tiepida, non del tutto convinta. Ma Eva Green come hai detto merita a prescindere :D
RispondiEliminaIo non posso definirmi grande appassionata di Polanski ma mi rendo conto che i suoi capolavori sono altri e che questo è un film che avrebbe potuto scrivere e dirigere chiunque. Ma sì, Eva è sempre Eva!
EliminaLa Green è tanto bella quanto brava, ma mi sa che me lo recupererò con calma in dvd :)
RispondiEliminaSì, non c'è tutta questa fretta in effetti :)
EliminaStra-adoro la Dea Verde,lo guarderei solo per quello..ma va nella cartella dei recuperi in solitaria,mi sa.Non lo vedo un film da Khal :(
RispondiEliminaNon è assolutamente da Khal, in effetti. Ma l'importante è recuperarlo se ti piace la Green :)
Elimina