Per un pelo, visto che mercoledì era l'ultimo giorno di programmazione savonese, ho recuperato il bellissimo A Quiet Place: Un posto tranquillo (A Quiet Place), diretto e co-sceneggiato dal regista John Krasinski.
Trama: in un futuro non precisato, una famiglia è costretta a sopravvivere senza far rumore, circondata da orribili creature scatenate da qualsiasi tipo di suono.
Non mi sono mai trovata a riflettere su quanto sia rumoroso il mondo. A pensarci, anche in questo istante sto facendo casino, battendo le dita sulla tastiera, mentre ascolto la musica e il vicino di casa sta passando il tosaerba, i pargoli a strillare non si sa bene per quale motivo; tutte queste cose non le classifichiamo come "rumori", al massimo come suoni di fondo ad accompagnare la quotidianità delle nostre giornate, ma cosa succederebbe se questa naturale "colonna sonora" implicasse la nostra morte istantanea? E' incredibile pensare a quante attività si fermerebbero, a come sarebbe impossibile anche solo spostarsi se non a piedi, comunicare con le persone lontane, persino lavare i piatti, ché comunque le stoviglie fanno rumore anche maneggiandole con attenzione. Insomma, ogni attività, anche la più banale, diventerebbe un terno al lotto per la sopravvivenza. In questa condizione di estremo disagio viene a trovarsi la famiglia Abbott, isolata in un mondo che è diventato ormai un "posto tranquillo", dove ognuno deve tentare di sopravvivere come può sperando che i mostri (alieni?) sparsi ovunque non vengano attirati dal minimo rumore; l'idea che si riversa potente sullo spettatore è quella di persone costrette a vivere in un clima di costante tensione, soppesando ogni singolo movimento e comunicando attraverso il linguaggio dei segni, al punto che qualunque suono un po' più forte di un sussurro viene vissuto anche dal pubblico come qualcosa di orribile e pericoloso, da evitare a tutti i costi. Qui risiede la bellezza di A Quiet Place, un film che sfrutta al meglio il sonoro e l'assenza dello stesso, permettendosi il lusso di portare al cinema una storia praticamente priva di dialoghi e a tratti persino di colonna sonora. Abituando l'orecchio dello spettatore all'assenza di suono e coinvolgendolo con una trama che sottolinea costantemente il pericolo insito in qualsiasi tipo di rumore, si ottiene un effetto di "orrore sonoro" e un perfetto meccanismo thriller che scatena la paura non tanto quando compaiono le creature, quanto piuttosto quando un personaggio si ritrova in una situazione all'interno della quale non è umanamente possibile rimanere in silenzio.
Questa scelta azzeccatissima non influisce soltanto sull'aspetto horror della vicenda ma funziona anche per quel che riguarda l'approfondimento psicologico dei personaggi e, soprattutto, l'empatia che lo spettatore arriva a provare verso questi ultimi. Gli Abbott non sono persone dotate di abilità o conoscenze particolari, tuttavia il loro desiderio di sopravvivere a tutti i costi, rimanere insieme e vivere un'esistenza normale, per quanto possibile, li porta a difendersi al meglio delle loro possibilità e fin dall'inizio speriamo che tutte le loro precauzioni consentano ai singoli membri di rimanere vivi e magari, perché no, di sconfiggere la piaga aliena che infesta la Terra. Sono i piccoli dettagli che mi hanno conquistata, i gesti e gli sguardi che si scambiano alcuni personaggi, specchio di una profonda spaccatura tra i vari membri della famiglia per motivi che non vi sto a spoilerare, la ricerca di gratificazioni quotidiane come una semplice canzone da ascoltare con le cuffie, soprattutto mi ha spinta alle lacrime la necessità di reprimere le urla, non tanto quelle di dolore quanto quelle "naturali" di frustrazione e rabbia: il pensiero di odiare il mondo e la propria condizione senza potere nemmeno sfogarsi urlando o tirando pugni perché una cosa simile significherebbe richiamare una morte orribile mi ha letteralmente fatto venire voglia di distruggere la poltrona del cinema per il nervoso, aumentando ancora di più il mio amore verso la sfortunata famiglia protagonista del film. Recentemente ho guardato It Comes at Night e non posso fare a meno di pensare come, pur presentando situazioni molto simili, i due film siano diversissimi per quel che riguarda la capacità di trasmettere emozioni al pubblico, al di là della semplice tensione derivante da una forma di isolamento combinata a un pericolo incombente, e come A Quiet Place gli sia nettamente superiore pur mancando di velleità "autoriali", o forse proprio per questo. Il film di Krasinski (qui anche convincente attore assieme alla moglie nella vita reale, Emily Blunt, semplicemente perfetta) è semplice nella realizzazione, tocca forse delle corde più "primordiali" rispetto a quello di Shults e, a pensarci bene, presenta qualche ingenuità a livello di trama ma al momento rappresenta un'alta asticella che altre pellicole di genere faticheranno a superare quest'anno, testimonianza del fatto che l'horror "commerciale" non ha esaurito tutte le sue cartucce da sparare finché ci saranno sceneggiatori e registi desiderosi di realizzare opere originali e curate a prescindere dal budget.
Di Emily Blunt, che interpreta Evelyn Abbott, ho già parlato QUI.
John Krasinski è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, inoltre interpreta Lee Abbott. Americano, marito di Emily Blunt, ha diretto film mai arrivati in Italia come Brief Interviews with Hideous Men e The Hollars e alcuni episodi della serie The Office. Anche produttore, ha 39 anni.
Millicent Simmonds, che interpreta Regan, è davvero sorda fin dall'infanzia e ha recitato anche nel film La stanza delle meraviglie, che dovrebbe uscire in Italia a giugno. A Quiet Place ha "rischiato" di venire prodotto come parte del franchise di Cloverfield ma per fortuna la Paramount ha deciso alla fine di realizzarlo come film a sé stante, completamente originale. Detto questo, se A Quiet Place vi fosse piaciuto recuperate Signs, Man in the Dark e Hush. ENJOY!
Ha qualche faciloneria di troppo nel finale e troppo mostra, ma fra sobbalzi e tensione alle stelle si è rivelato davvero un gioiellino di suspance e montaggio sonoro. Vallo a vedere poi da solo, in una sala semivuota allo spettacolo delle cinque...
RispondiEliminaNon credo mostri più di quanto sia necessario invece, gioca parecchio di suggestione almeno fino al finale e lì credo fosse doveroso mostrare un confronto più "ravvicinato".
EliminaPer il resto, noi eravamo all'ultimo spettacolo di mercoledì e saremo stati una decina al massimo ma ti assicuro che nessuno osava muoversi sulle poltrone per paura di fare casino XD
Credo che sia davvero uno dei migliori film horror a cui abbia assistito in questi ultimi anni.
RispondiEliminaSì, davvero. Senza essere "eclatante" o innovativo, ha un meccanismo di tensione che è perfetto.
EliminaDevo Vederlo!
RispondiEliminaAssolutamente! Corri al cinema prima che lo tolgano!!
EliminaIo non so se riuscirò a vederlo, ma sembra interessante dal trailer che ho visto. Comunque la morale della favola è: i bambini devono stare muti! XD
RispondiEliminaE non solo i bambini :PP
EliminaComunque corri a vederlo!!!
Molto intrigante. Avrei davvero voglia di vedere questo film. "Non far rumore se non vuoi morire" è un tema tanto abusato nell'horror ma ,come dire, come "contorno" all'elemento di spavento primario. Che qui sia l'elemento cardine della paura lo trovo potenzialmente originale. Mi incuriosisce. Naturalmente non è neanche lontanamente in programma nella mia sperduta (cinematograficamente parlando) città. Spero di poterlo recuperare in qualche modo. Ciao !
RispondiEliminaChe non sia distribuito è una vergogna perché è uno degli horror più belli usciti di recente. Ma qui, per esempio, è durato solo una settimana quindi tanta grazia...
EliminaTrovato! Grazie grazie alla tua rece. È bellissimo! Grande sorpresa positiva.
RispondiEliminaGrazie a te per avere letto e avermi dato retta! :)
EliminaSempre utile seguirti! Non mi sarei neppure accorta dell'esistenza di questo film che è passato un pò in ritardo e solo per pochi giorni in sala. Mi sarei persa una chicca.
EliminaHo visto che lo hanno tenuto davvero poco. Sono dei cretini, c'è poco da fare, anche perché in America sta sbancando!
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