domenica 14 aprile 2019

Nosferatu - Il principe della notte (1979)

Tant'è, ce l'ha fatta. Mirco è riuscito nell'intento di guardare e farmi vedere Nosferatu - Il principe della notte (Nosferatu: Phantom der Nacht), diretto e sceneggiato da Werner Herzog nel 1979.


Trama: l'agente immobiliare Jonathan Harker viene mandato nel castello del conte Dracula per l'acquisto di un maniero. Lì scopre la natura mostruosa del conte e viene dallo stesso imprigionato, mentre Dracula salpa alla volta di Wismar, portando con sé morte e pestilenza.



Ho visto il Nosferatu di Murnau un paio di volte ai tempi dell'università ma quello di Herzog, per una sorta di follia di cui non mi sento di dover rendere conto in quanto, appunto, follia, l'ho sempre relegato inconsciamente nel novero di b-movie immeritevoli di una visione. Lo so, secondo me il motivo è da ricercarsi nella presenza di Kinski e nell'esistenza di Nosferatu a Venezia ma per fortuna i due film non sono nemmeno lontanamente paragonabili e Nosferatu - Il principe della notte si è rivelato ai miei occhi come l'opera pregevole che è. Herzog, anche in veste di sceneggiatore, restituisce ai personaggi di Bram Stoker i loro nomi e reinterpreta la versione malata, terrorizzata e pessimista del Nosferatu di Murnau, costringendo i personaggi ad affrontare non già un vampiro carismatico ed affascinante ma una specie di ratto mutante, l'incarnazione stessa della morte e della peste nera, privo di quella sensualità che già non era appannaggio del povero Max Schreck. Desideroso di amore ma costretto a piegarsi alla sua brama di sangue e morte, Nosferatu (o Dracula) è una figura tragica per la quale è comunque difficile provare pietà, infatti la povera Lucy, moglie dell'altrettanto sfortunato Jonathan, non ne mostrerà e lo stesso vale per Herzog; se, infatti, Nosferatu prevedeva un lieto fine dopo lo sterminio di un'intera popolazione, con la luce che sconfiggeva letteralmente le tenebre, nella versione del 1979 il sacrificio della luce viene vanificato dall'ineluttabilità del male, dal morbo che si diffonde senza possibilità di venire fermato e si manifesta in forme sempre nuove e differenti, forse addirittura più rassicuranti, il che è molto angosciante.

Tipica accoglienza ligure
Mai angosciante, ovviamente, quanto le immagini di desolazione mostrate da Herzog, quella sfilata inquietante di bare preceduta dall'invasione di ratti disgustosi, per non parlare degli ambienti asettici e squallidi del castello di Dracula o del mare sterminato che reca ben poco conforto ai personaggi positivi. Mai angosciante, neanche a dirlo, quanto il vecchio Klaus. Ora, passando a cose più facete, il povero Mirco c'è rimasto male. Già ha intrapreso la visione del film plagiato da QUESTO video che il fidanzato conosce a menadito, in più si aspettava qualche mattana di Kinski ma niente: terrificante, inusualmente compassato e calmo, misuratissimo sotto un makeup che lo rende un mostro fuori da ogni umana concezione, il Dracula di Kinski si impone col suo mero carisma, buca lo schermo attraverso la sua silenziosa disumanità e tuttavia, per una volta, non inghiotte il film facendo scomparire tutto il resto. Merito di un Herzog che, a quanto pare, lo spingeva a inenarrabili sfuriate prima di entrare in scena, così che Klaus fosse bello spompato e quasi trasognato ma non meno efficace. Altro punto a favore del film, un Renfield mai così matto, interpretato da Roland Topor che, lungi dall'aggiungere un comic relief alla trama (nonostante gli scherzi ai danni della guardia), infonde nello spettatore ancora più angoscia in quanto si fa testimone dell'ineluttabilità della malattia, della follia e del male in generale. Insomma, ce ne ho messo di tempo a vederlo, pensavo non mi sarebbe piaciuto e invece ecco che Nosferatu - Il principe della notte mi ha riconciliata con un attore che sono arrivata ad associare solo a gran ciofeche. Recuperatelo, se non lo avete mai visto.


Del regista e sceneggiatore Werner Herzog (che compare nel film come l'uomo che infila un piede in una bara e viene morso da un ratto) ho già parlato QUI. Klaus Kinski (Nosferatu), Isabelle Adjani (Lucy Harker) e Bruno Ganz (Jonathan Harker) li trovate invece ai rispettivi link.


Nei panni di Renfield compare l'artista Roland Topor, scrittore de L'inquilino del terzo piano e creatore del Mouvement panique assieme ad Alejandro Jodorowski e Fernando Arrabal. Il film ha un seguito non ufficiale sempre con Klaus Kinski, l'orripilante Nosferatu a Venezia. Meglio recuperare il Nosferatu originale e magari anche Dracula e Dracula di Bram Stoker. ENJOY!

14 commenti:

  1. Un grande film di un grandissimo regista. Non so se sai che esiste in due versioni: Herzog lo ha girato infatti due volte, una volta in inglese e una volta in tedesco. Non si tratta di un ridoppiaggio: ha proprio girato le stesse scene (a volte cambiando inquadrature, profondità o movimenti di macchina) due volte, chiedendo agli attori di recitare in lingue diverse! Che pazzo... Sul DVD della RHV ci sono entrambe le versioni (ma solo quella in inglese, mi pare, è stata doppiata in italiano).

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    1. Sì, avevo letto questa cosa ma non sapevo come inserire l'informazione nel pezzo. Ora lo so: nei commenti u.u

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  2. E comunque, per fare pace definitivamente con Kinski, tutti i film che ha girato insieme a Herzog vanno benissimo, in particolare "Aguirre furore di Dio" e "Fitzcarraldo"... :P

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    1. Devo dirlo al fidanzato che ormai si è appassionato :P

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  3. Concordo sulla sensazione di disagio continuo riguardo alla visione di molte scene, sicuramente un capolavoro ma abbastanza disturbante

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  4. Hai visto uno dei capolavori di Herzog. Manca la parte eversivo-romantica presente in Bram Stoker (l'amore inconscio e folle che Mina finisce per sviluppare per il "mostro") e messo su pellicola da Coppola.
    Qui c'è un'interpretazione solo di morte e pestilenza. E Mina qui è fedele al suo amato umano, è lei a vincere sul vampiro mostruoso. Però visivamente è uno splendore, dai, questo film :decadente da morire , raffinato. Film da cinema d'elite (come lo chiami tu). Murnau lo vidi ai tempi universitari e non riuscirei più a rivisitarlo. Questo di Herzog è più vicino alle atmosfere di Murnau. Entrambi meno vicini al testo di Stoker di quanto lo sia il meno blasonato ma più fedele Dracula di Coppola.

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    1. Infatti, non me ne vogliate, ho preferito il Dracula barocco di Coppola anche se il personaggio di Mina/Lucy qui è molto meno "disprezzabile".
      Tuttavia, sia il Nosferatu di Murnau che quello di Herzog sono due film splendidi e di quest'ultimo ho apprezzato soprattutto quel finale pessimista e affascinante.

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    2. Io sono d'accordo con te, preferisco il Dracula di Coppola. Perchè è il più rispettoso del testo di Stoker ,al netto di alcune licenze registiche. Stoker scrisse un romanzo velatamente anti-conformista per i tempi che con Mina alludeva alla trasgressione ben poco borghese e con Van Elsing bacchettava certa psicologìa nascente ben poco scientifica e piena di scemenze esoteriche. Dracula poi è personaggio prettamente Romantico ,del tutto simile al "monstrum" che spaventa ma attrae , molto "umano" a ben vedere .....come La belle Dame sans Merçi" di Keats.
      Poco gotici e molto coerenti con l'estetica e la poetica Romantica anglo-sassone e tedesca.
      Scritto ciò in un gruppo di cinema mi sono attirata bacchettate da cinefili seri : il Dracula di Coppola è film commerciale, quelli di Murnau ed Herzog son film d'autore. Uh! Ma leggessero meglio Bram Stoker, capirebbero che solo Coppola l'ha trasposto nel modo più fedele.
      Ciao Erica!

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. Il brutto dei gruppi di cinefili è che c'è gente che non accetta la cosa più bella davanti a un'opera cinematografica: il gusto personale, alimentato dalla cultura e dalla sensibilità del singolo.
      Io ho adorato leggere Dracula, è uno dei miei libri preferiti, riletto più e più volte e concordo con te: per chi vuole bene alla concezione romantica di Dracula (nel senso letterario del termine, ovviamente) non può che gioire dinnanzi al film di Coppola, con tutti i suoi difetti :)

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    5. Ehm guarda che Dracula nel libro non è per niente sentimentale

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    6. Non si parla di "sentimentale", ma di concezione legata al romanticismo letterario, soprattutto del sublime ma anche, come scriveva Patrizia su, del monstrum che spaventa ma attrae. La licenza poetica della sceneggiatura del Dracula di Coppola è quella di avere creato una storia d'amore radicata nei secoli, di cui Bram Stoker non ha mai fatto cenno, ma a mio avviso non tradisce lo spirito del romanzo originale.

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