mercoledì 3 aprile 2019

The Prodigy - Il figlio del male (2019)

Il primo dei millemila film da vedere al cinema questa settimana è stato The Prodigy - Il figlio del male (The Prodigy), diretto dal regista Nicholas McCarthy.


Trama: il piccolo Miles si rivela un genio fin dai primi mesi di vita ma crescendo i suoi genitori si accorgono che il lui alberga anche un'oscurità pericolosissima...



C'era una volta At the Devil's Door, conosciuto in Italia come Oltre il male, horror all'apparenza "banale" che in realtà spingeva lo spettatore a riflettere sulla natura del Male e sulla possibilità di accoglierlo come entità "neutra", una delle tante energie cosmiche bisognose di una casa dove dimorare e mettere radici, non peggiore di tante altre. At the Devil's Door era il secondo lungometraggio di Nicholas McCarthy, da lui scritto e sceneggiato (il primo, The Pact, purtroppo non l'ho ancora visto), e si distingueva da altri film a base di infestazioni/possessioni demoniache per una certa malinconica personalità; in The Prodigy McCarthy è solo regista e si vede, perché la sceneggiatura scritta da Jeff Buhler (quello di The Midnight Meat Train ma anche quello che dovremo maledire/benedire per l'imminente adattamento di Pet Sematary) è molto più convenzionale e priva di sorprese, anche se qualche zampatina e tentativo di essere originali riesce a piazzarli. Fulcro della vicenda è il rapido cambiamento del piccolo Miles, genietto in fieri che, con l'avvicinarsi degli otto anni, comincia a manifestare inquietanti squilibri e una doppia personalità minacciosa. I "sintomi" sono quelli di una possessione demoniaca, salvo per il vomito, perché il pargolo bisbiglia cose in lingue sconosciute compiendo atti orribili, e ovviamente i genitori perplessi non sanno bene che fare, tra granitici sentimenti materni e il papà che invece vorrebbe vedere il figliolo appeso per i pollici. Tutto nella norma di un banale film di possessioni, se non fosse che l'inevitabile soluzione proposta dallo specialista di turno viene subito scartata a causa di una malizia e cattiveria che di sovrannaturale hanno poco o nulla e che alimentano la disperazione di una mamma che, avendo atteso troppo l'arrivo di un figlio, è disposta a superare ogni limite per il bene del piccolo. Più della connotazione del "bambino malvagio" di turno, è interessante vedere come all'interno del film si combatta la battaglia solitaria di una donna che sperava di avere un figlio "speciale" e ha ottenuto molto più di quanto desiderato ma lo stesso non riesce ad accettare l'orribile realtà di avere ormai per le mani uno psicopatico sconosciuto.


Ciò porta la protagonista a compiere errore irreparabile dopo errore irreparabile, convinta di condurre un gioco di cui in realtà è solo una pedina, ed è questo che tiene vivo l'interesse dello spettatore nonostante la scelta di attori un po' sciapi (la migliore, ovviamente, è Brittany Allen ma compare troppo poco) e l'inevitabile piattume di un doppiaggio italiano che, come sempre, rende i bambini dei piccoli idioti monocordi e lagnosi. Nicholas McCarty, infatti, non punta a creare un horror infarcito di jump scare, li centellina quasi fossero uno scotto necessario da pagare per un horror commerciale e li relega al ruolo di aspetto meno interessante della pellicola, peraltro in parte già spoilerato dal trailer; le inquadrature, piuttosto, si concentrano sui primi piani del piccolo Miles, concentrato di innocenza con un'oscurità orribile che serpeggia negli sguardi offerti alla mamma sconvolta, in quel modo che ha di toccarla con le manine, di canticchiare una canzone che dovrebbe essergli sconosciuta. L'innocenza del male al suo apice, dunque, testimone silenziosa e perfida dello scontro tra l'istinto materno di una madre disperata e la razionalità di una donna che non riesce più a nascondere la testa sotto la sabbia davanti alla malvagità del figlio, una battaglia che rende il film più interessante dei suoi cugini "maligni" (grazie sempre ai titolisti italiani che ci credono dei belinoni) e per questo una valida aggiunta al filone "bambini evocatori della Sindrome di Erode".


Del regista Nicholas McCarthy ho già parlato QUI. Colm Feore (Arthur Jacobson) e Brittany Allen (Margaret St. James) li trovate invece ai rispettivi link.


Il piccolo Jackson Robert Scott, che interpreta Miles, è stato il Georgie del recente It. Se The Prodigy - Il figlio del male vi fosse piaciuto, recuperate Il giglio nero, Il villaggio dei dannati e The Children, film consigliati dallo stesso Nicholas McCarty. ENJOY!


4 commenti:

  1. Risposte
    1. Peccato perché non è affatto male nell'attesa che escano pezzi grossi come Noi, Pet Sematary, Ma ed It!

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  2. Cercherò di sfruttare la promozione di questo periodo ( sempre che la mia città decida di non partecipare ).
    Siete già in due ad avermi convinto a vederlo oggi.

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