Lo si aspettava al varco Tim Burton, regista del nuovo Dumbo, ennesimo remake live action della Disney. Vediamo com'è andata.
Trama: all'interno di un circo in difficoltà economiche nasce un piccolo elefante dalle orecchie spropositate. Tutti sono sconvolti e denigrano la bestiola ma due bambini scoprono che proprio quel difetto fisico consente all'elefantino, battezzato Dumbo, di volare.
Partiamo da un paio di necessarie premesse. E' vero, i remake live action della Disney sono delle bieche operazioni commerciali senz'anima. La cosa si può criticare quanto volete ma sta di fatto che la gente, me compresa, va a vederli e consente alla Casa del Topo di incassare fior di quattrini in tutto il mondo, quindi, per quanto apparentemente non necessari, vendono e ciò spinge la Disney a continuare a mungere la vacca Clarabella, semplice semplice. Come ho scritto poco su, la Disney è una major e ciò implica, come dimostrano anche i film Marvel e quelli della saga di Star Wars, un controllo pressoché totale su ogni pellicola sfornata, anche a costo di soffocare la personalità di eventuali registi (salvo rare eccezioni, ma qui parliamo di classici Disney, non di MCU). Il Dumbo di Tim Burton, qui anche produttore esecutivo, non si distacca dalle regole auree che governano questi remake live action fin dalla loro prima comparsa nelle sale e proprio per questo non si può parlare di un Tim Burton "bollito", come si legge da più parti. Al limite, di un Burton fagocitato dalle necessità Disneyane, questo sì, ma se paragoniamo Dumbo a roba improponibile come Alice in Wonderland e Miss Peregrine si può solo che essere felici e tornare a volere almeno un po' di bene al regista di Burbank. Allo stesso modo, possiamo criticare la trama di un film che nel 1941 durava poco più di un'ora e che, riproposto nel 2019, arriva a toccarne due? Certo, possiamo secondo il principio per cui "questi live action sono inutili" ma siccome esistono e li si guarda, dobbiamo prenderli come opere a sé stanti senza fare troppi paragoni o pretendere chissà che. Di fatto, il nocciolo del Dumbo originale è stato rispettato. La trama continua a concentrarsi sull'ingiusto odio per chi è diverso e quindi considerato inferiore o "dumb", sulla fiducia necessaria a far sì che le persone trovino la forza di essere migliori e compiere miracoli, sulla bellezza intrinseca anche in ciò che è "strano", e queste caratteristiche si estendono da Dumbo a tutto il codazzo di esseri umani che abitano il circo in cui è nato, a partire da due bimbi orfani di madre. Si può discutere del fatto che, una volta esaurita la storia "originale", gli sceneggiatori si sono letteralmente seduti su un plot visto e stravisto mille volte (supercattivone arriva apparentemente a salvare il circo solo per poi rivelarsi spinto essenzialmente dalla volontà di avere Dumbo per sé e farci soldi licenziando il resto del personale, che si scoprirà invece una grande famiglia in grado di salvare tutti i suoi membri) e popolato da figurette monodimensionali mutuate da parecchi film di Burton ma, ribadisco, parliamo di un film Disney destinato essenzialmente a un pubblico di bambini, non di cinèfili dell'internet, il cui unico "dovere" nei confronti degli adulti è quello di strizzare l'occhio con rimandi alla pellicola originale atti a far sorridere, piangere come delle fontane oppure indinniare (sì, a mio avviso l'unico vero difetto del film è aver trasformato un incubo da ubriachi in un innocuo spettacolo di bolle).
Chi si aspettava di più e per questo non si è fatto catturare dai buoni sentimenti, dalla tenerezza di Dumbo e dalla semplicità della storia, con tutto il rispetto, è un pirla. Ribadisco, nel caso non fosse ancora chiaro: E' Burton? No, è DISNEY che assolda Burton. E possiamo commuoverci quanto vogliamo nel vedere il Pinguino riunirsi a Batman (o bestemmiare perché il cattivo interpretato da Michael Keaton è imbarazzante) oppure piangere perché la visionarietà artigianale di Burton si è persa nel 2003 con Big Fish, sepolta sotto un utilizzo sempre più estensivo della computer graphic, ma perlomeno Dumbo è delicato e sposa tematiche da sempre assai care al regista, tanto da non sembrare solo un prodotto senz'anima fatto su commissione. Saranno gli occhioni azzurri del meraviglioso Dumbo, più gattino frugnante che elefantino, a rendermi più tenera di quanto questo film meriterebbe? O sarà l'effetto Pavlov di una colonna sonora realizzata da un Danny Elfman svogliato, pronto ad autoplagiarsi brutalmente profondendosi in melodie praticamente identiche a quelle strappacuore dell'adorato Edward Mani di Forbice? Chissà. Sta di fatto che, con tutti i suoi limiti, Dumbo mi è piaciuto con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Tra i primi c'è comunque una certa grandeur a livello di scenografie e costumi, la scelta di riproporre le scene topiche del Dumbo originale contestualizzandole all'interno del film senza renderle la saga del cosplay venuto male, la già citata bellezza dell'elefantino, l'utilizzo di vecchie melodie mai dimenticate e la presenza di un Danny De Vito in gran spolvero; tra i secondi, a proposito di attori, c'è un Colin Farrell assolutamente fuori parte, un Michael Keaton che sul finale fa cose stupide "perché sì" e l'orrore di un paio di sequenze in cui Eva Green (sempre splendida ed elegantissima) cavalca un elefantino che pare appiccicato allo schermo con lo sputo, alla faccia dell'effetto speciale venuto male. E il finale, con tutta la letizia cheesy di un film anni '40 (appunto) sarà anche il trionfo della banalità Disneyana ma a me ha fatto venire un magone grosso come una casa e uscire dal cinema col sorriso sulle labbra. Quindi, per me è sì. Non mi è venuta voglia né di rivalutare Burton né di correre a vedere Aladdin ma lo stesso, per questa volta, sono tornata un po' bambina. E pensare che a me Dumbo non è mai piaciuto!
Del regista Tim Burton ho già parlato QUI. Colin Farrell (Holt Farrier), Michael Keaton (V. A. Vandevere), Danny De Vito (Max Medici), Eva Green (Colette Marchant) e Alan Arkin (J. Griffin Remington) li trovate invece ai rispettivi link.
Roshan Seth interpreta Pramesh Singh. Indiano, ha partecipato a film come Gandhi, Indiana Jones e il tempio maledetto e Street Fighter - Sfida finale. Anche sceneggiatore, ha 77 anni.
Nico Parker, che interpreta Milly Farrier, è l'esordiente figlia dell'attrice Thandie Newton. Nell'edizione italiana del film la canzone Bimbo mio è cantata da Elisa, che doppia anche Miss Atlantis. Will Smith, Tom Hanks, Casey Affleck, Christopher Walken e Chris Pine erano il lizza per dei ruoli ma hanno tutti rinunciato per dedicarsi ad altri progetti. Ovviamente, se il film vi fosse piaciuto, non potete esimervi dal recuperare il Dumbo originale . ENJOY!
Mai piaciuto neanche a me, eppure il film, appena visto, è stata una visione piacevole ed edificante, con un Burton che almeno nella scena degli elefanti rosa c'è e si vede. La scrittura così così, l'elefantino adorabile ma la bambina... Quanto è cane?
RispondiEliminaIo la scena degli elefanti rosa l'ho un po' patita. Poetica quanto si vuole ma che ipocrisia: De Vito che poco prima dice "i bambini non dovrebbero bere alcool" e subito dopo "Elefanti rosa?". Meh.
EliminaPer il resto, come ho detto, delizioso.
E la bambina più che altro ha un viso inquietantissimo, sperando che crescendo migliori.
Anche io non ho mai amato il cartone Disney, infatti non lo volevo vedere. Poi però ho accompagnato un bambino al cinema e ho dovuto fare questo "sacrificio". Effettivamente non era male e devo ammettere che ad ogni volo di Dumbo mi batteva forte il cuore (mentre nella testa pensavo: ma di che mi emoziono? forse soffro "solo" di tachicardia).
RispondiEliminaIn conclusione l'ho trovato carino ma diciamo che non correrei a rivederlo. ^^
Vedere Dumbo volare ha fatto emozionare anche me; credo sia normale, si associa il volo alla libertà e a un senso di riscatto e il piccolo Dumbo, così tenero, li meritava entrambi.
EliminaForse non lo riguarderei nemmeno io ma per il tempo di durata è davvero un film gradevole!
Chiarisco subito che non ho visto, perchè dopo gli ultimi film Burton lo guardo in Home Video in attesa che si riprenda un poco. Dal trailer traspare parecchio come sia stato girato a uso e consumo di botteghino, perchè diciamocelo, il regista americano ha bisogno di un successo e questo "Dumbo" sembra esserlo.
RispondiEliminaDiciamo che è meno peggio di altri film recenti che ha fatto. Per il resto, per me Burton deve ancora tornare in forma!
EliminaSono entrata in sala pronta a vedere uno scempio, ne sono uscita non conquistata, ma consapevole di aver visto un film per famiglie targato Disney in cui la mano di Burton non è così riconoscibile. Insomma, Dumbo è quello che in realtà dovevo aspettarmi, senza salire su palchi o gogne. E vista la commozione qua e là (e qualche stortura di naso, che Keaton è davvero imbarazzante) va bene così a questo giro. Almeno ci si è sforzati e la storia la si è cambiata, dando da lavorare a uno sceneggiatore.
RispondiEliminaLe aspettative all'ingresso della sala erano le medesime ma sarà che Bimbo mio è sempre bella e Dumbo sempre tenerissimo, alla fine ha vinto il cuore.
EliminaUn altra ragione per non perdermi Dumbo...la presenza di Michael Keaton, dopo Johnny Depp, è lui l'attore Burtoniano per eccellenza xD
RispondiEliminaPeccato che stavolta Keaton sia imbarazzante, poveraccio...
EliminaVabbuò ne abbiamo parlato fino a stamattina. Take it or leave it, pirla. Non tu, ma i pirla a cui ti sei riferita. :-p E sennò applause a tutta forza XD
RispondiEliminaSoprattutto applause!
EliminaIo spero solo che non sia per Burton un flop, non lo merita...
RispondiEliminaE' Disney ed è Dumbo, la sala era strapiena. Difficile sia un flop XD
EliminaConcordo in pieno con la tua rece ... ci siamo commossi e divertiti, trovando, secondo noi, un Burton in forma (piena forse no, ma il film si vede che ha anche la sua mano, e questo è indubitabile).
RispondiEliminaA tratti, sempre troppo poco, ahimé.
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