Nonostante Lucia ne avesse parlato molto bene, ammetto che non avrei dato una lira a The Beach House, produzione Shudder diretta e sceneggiata dall'esordiente Jeffrey A. Brown, invece...
Trama: due ragazzi decidono di passare un weekend nella casa sul mare del padre di lui. Lì, troveranno due ospiti inattesi e qualcos'altro...
Giustamente, sulla sua recensione Lucia consiglia di non leggere nulla su The Beach House, e io mi sono attenuta alle sue istruzioni, godendomelo e morendo d'ansia dall'inizio alla fine. Se volete, potete fare altrettanto e smettere di leggere qui: The Beach House è un film che comincia palesando una natura di "thriller drammatico" e poi sconfina in territori tra il lovecraftiano e il cronenberghiano, e più non dimandate. Se volete continuare, cercherò di non fare spoiler. The Beach House è un crescendo di ansia, che si viene a creare non tanto grazie alla sceneggiatura (benché alcuni dialoghi siano profetici e rivelatori) quanto piuttosto attraverso i piccoli dettagli di una regia che riesce a far paura sia nei momenti in cui i personaggi si ritrovano immersi nella nebbia e al buio, sia quando si trovano su una splendida spiaggia assolata, là dove mare blu si stende fino a perdita d'occhio. L'ansia si trova nelle riprese ravvicinate di acqua, pulviscolo, piccoli animali invertebrati, gusci di ostriche, ma anche nelle panoramiche di una cittadina sonnacchiosa, dove la stagione balneare non è ancora cominciata (oppure è praticamente finita), cosa che accresce il senso di spaesato isolamento in cui si verranno a trovare i due protagonisti, giovani universitari con un rapporto in crisi, costretti a condividere una casa con due sconosciuti nel momento esatto in cui "qualcosa" va storto. Complice una tavoletta di cioccolato "simpatico", i nostri non si accorgono di ciò che sta succedendo finché non è troppo tardi... ma sarebbe servito a qualcosa aprire gli occhi un po' prima e scappare? Jeffrey A. Brown pensa di no.
Il senso di angoscia trasmesso da The Beach House è palpabile, è una piccola apocalisse dalle enormi implicazioni, ancora più terribile perché i personaggi si ritrovano ad essere completamente impotenti, nessuno escluso; se il ragazzo della coppia, Randall, è un povero minchione che non troverebbe l'acqua in mare, compreso nei drammi esistenziali di un ragazzotto che non sa ancora cosa fare della sua vita, Emily è invece uno dei quei rari esempi di personaggio intelligente e pieno di risorse senza essere una supereroina, peccato che nel mondo creato da Brown intelligenza sia semplicemente sinonimo di tragica consapevolezza rispetto al nostro valore di caccole cosmiche passabili di venire schiccherate via al minimo accenno di squilibrio all'interno di un ecosistema che spesso sottovalutiamo. La seconda metà del film è una corsa scellerata verso un finale inevitabile, all'interno della quale comincia ad essere difficile respirare persino per lo spettatore, schiacciato da un senso di claustrofobia crescente a cui non giovano un paio di cliché horror particolarmente efficaci, che siano trasmissioni televisive interrotte o cose ancora più abominevoli, attraverso le quali The Beach House mostra comunque di sapersi difendere molto bene anche a livello di effetti speciali, particolarmente disgustosi ed efficaci. E pazienza se gli attori, soprattutto Noah Le Gros, sono un po' dei cani maledetti, perché The Beach House è uno degli horror più interessanti e onestamente ansiogeni visti recentemente. Dategli un'occhiata.
Jeffrey A. Brown è il regista e sceneggiatore della pellicola, al suo primo lungometraggio. Principalmente location manager, è anche produttore.
Jake Weber interpreta Mitch. Inglese, ha partecipato a film come Nato il quattro luglio, Vi presento Joe Black, The Cell - La cellula, L'alba dei morti viventi e a serie quali Medium e Dr. House. Ha 56 anni e due film in uscita.
Noah Le Gros, che interpreta Randall, aveva partecipato anche a Depraved. Se il film vi fosse piaciuto, recuperate quelli a cui si è ispirato Jeffrey A. Brown per realizzarlo: L'invasione degli ultracorpi, Terrore dallo spazio profondo, Il demone sotto la pelle, Alien e L'astronave atomica del dott. Quatermass. ENJOY!
Concordo pure con le virgole. L'intelligenza e la preparazione di lei non le servono ad altro che ad avere ancora più consapevolezza del terrore a cui sta andando incontro. Agghiacciante.
RispondiEliminaUn po' come succedeva, tra l'altro, in Sea Fever, nonostante le buone, anzi, ottime idee della protagonista. Le donne si stanno riprendendo il posto che meritano ma l'universo è un luogo crudele.
EliminaE' ancora inedito qui da noi o sbaglio?
RispondiEliminaIn rete non trovo nulla :-(
Ancora inedito. E' sulla piattaforma Shudder, che però ovviamente non è per noi italiani ç_ç
EliminaNon lo conosco e come al solito solletichi la mia curiosità.
RispondiEliminaMi fa piacere di riuscire a incuriosire i lettori :D
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