mercoledì 25 novembre 2009

Il settimo sigillo (1957)

Visto che il mio è fondamentalmente un blog stupido e senza alcuna pretesa (i più attenti lettori vedranno che tra le mie righe non si usa quasi mai un linguaggio riservato agli addetti ai lavori, né tantomeno cerco di lanciarmi in dissertazioni filosofico – cinematografiche…) mi vergogno da matti quando arriva il momento di parlare di qualche caposaldo. Con The Addiction di Abel Ferrara avevo fatto quello che potevo, ma uno degli ultimi film che ho visto è davvero un capolavoro: Il settimo sigillo (Det sjude inseglet), diretto nel 1957 dal grande regista svedese Ingmar Bergman. Visto che è già stato detto il dicibile su questo film, vediamo di essere assai semplici e dire semplicemente perché mi è piaciuto!


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Partiamo con la trama: di ritorno dalle Crociate il cavaliere Antonius Block viene raggiunto dalla Morte. Desideroso di continuare a vivere, almeno per un po’, la sfida ad una partita a scacchi: se riuscirà a batterla, rimarrà in vita, altrimenti dovrà necessariamente seguirla. Nel tempo che gli rimane, tra una mossa e l’altra, il Cavaliere vaga per un mondo afflitto dalla peste assieme al suo cinico scudiero Jons, incontrando molti altri strani personaggi…


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Come ho promesso, la farò più breve e semplice possibile, perché il mio scopo è convincere la gente a vederlo questo film. Non tanto perché è un caposaldo. Questa è la bufala dietro alla quale si nascondono quelli che si fanno del male per vedere cose tipo La corazzata Potiemkin magnificandone le lodi quando magari avrebbero interrotto la visione alla seconda scena. Bugia bugia bugia. Il settimo sigillo, invece, è davvero bello. In primis, anche se la formula  “film in bianco e nero + film di Bergman = orchite” è assurdamente radicata nella mente dei più, la pellicola in questione è godibilissima, scorrevole e per nulla pesante. La storia è semplice ed universale, che più non si può: in un’epoca buia e dominata dalla Fede, un Cavaliere che dovrebbe combattere per essa la perde, e vuole cercare risposte prima di sprecare quel po’ di vita che gli rimane. La Morte incombe, in ogni fotogramma, incarnata da superstizione, violenza, ignoranza, peste, ognuna, a modo loro, una piaga, una malattia sociale. In mezzo a tutta questa bruttura, ci si appiglia a quel che si può per fuggire alla Morte, e se quello a cui credevamo viene meno rimane solo il vuoto, che dobbiamo riempire per non impazzire: E’ quello che fa il Cavaliere, privo di Fede, che ritrova una ragione per andare avanti prima nella paura di morire per nulla, e poi nel desiderio di combattere non per un Dio che potrebbe anche non esserci, ma per la felicità di una semplice Famiglia di attori, che vivono alla giornata, nutrendosi dell’amore reciproco, qualcosa che al Cavaliere da troppo tempo manca.


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Sembrano concetti “pesanti”, per così dire, ma sono messi in scena con molta leggerezza, creando anche siparietti divertenti. La Morte è molto seria, è vero, ma non disdegna qualche scherzo macabro. La figura del cinico scudiero è meravigliosa, ed eclissa di molto quella del Cavaliere, triste e cupo, perso nei suoi cogitabondi pensieri. La famiglia di attori è deliziosa ma non stucchevole, e le scenette tra il Capocomico, il Fabbro e la moglie di quest’ultimo sono esilaranti, decisamente non ciò che ci si aspetterebbe da un film di Bergman. Anche i dialoghi sono facilmente comprensibili e colmi di un’ironia che a volte è amara, altre è sentita, ma che comunque rimane sempre molto attuale, anche se il film è ambientato nel Medioevo. Alla bellezza del film concorrono ovviamente la bravura degli attori, su cui svettano Gunnar Bjornstrand e Bibi Andersson, e l’abilità del regista, che riesce a creare immagini macabre ed affascinanti come quella dei flagellanti che invadono la piazza, della strega bruciata sul rogo, e della Totentanz finale, che è entrata di diritto nella Storia del Cinema, quello con la C maiuscola. Guardatelo, e non ve ne pentirete. Io l’ho fatto per ben due volte e lo rifarò molte altre, spero.


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Ingmar Bergman è il regista del film, universalmente conosciuto come uno dei più bravi e profondi autori in assoluto. Grazie ad un monografico per l’esame di Storia del Cinema ho avuto l’opportunità di vedere parecchi suoi film, e anche se alcuni sono davvero degli orridi mattoni, come Come in uno specchio, Luci d’inverno, Sussurri e grida e L’uovo del serpente, altri sono splendidi e gradevolissimi, come Sorrisi di una notte d’estate, Il posto delle fragole e Fanny & Alexander. Basta provare senza pregiudizi. L’autore svedese è morto nel 2007, all’età di 89 anni e, scandalosamente, pur essendo stato nominato per ben 9 volte agli Oscar, non ne ha mai vinto uno.


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Max von Sydow interpreta il Cavaliere Antonius Block. Versatilissimo attore svedese, stretto collaboratore di Bergman, è diventato universalmente conosciuto, tanto da venire utilizzato anche in conosciutissime produzioni USA come l’Esorcista, dove interpreta padre Merrin, ed italiane. Tra i suoi film ricordo Il posto delle fragole, Il volto, La fontana della vergine, Come in uno specchio, Luci d’inverno, Il deserto dei tartari, L’Esorcista II: l’eretico, Flash Gordon, Conan il barbaro, Agente 007 Mai dire mai, Dune, Risvegli, il kingiano Cose Preziose, Dredd – La legge sono io, Al di là dei sogni, l’orrendo ed argentiano Non ho sonno, Minority Report, Rush Hour: missione Parigi. Scopro ora che in originale dava anche la voce al geniale Vigo il Carpatico apparso in Ghostbusters II. Basta questo per renderlo un mito. Per la TV ha partecipato ad episodi de Il giovane Indiana Jones e alla megasaga I Tudors. Ha 80 anni e tre film in uscita.


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Gunnar Bjornstrand interpreta lo Scudiero Jons. L’attore svedese è diventato il mito mio e di Toto durante la partecipazione al suddetto monografico di Storia del Cinema, visto che compariva praticamente in ogni film di Bergman, tra cui Come in uno specchio, Luci d’inverno, Sussurri e grida, Sorrisi di una notte d’estate, Il posto delle fragole e Fanny & Alexander. E’ morto nel 1986, all’età di 77 anni.


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Ora, probabilmente Bergman si rivolterà nella tomba... ma io non posso farne a meno, AMO questi del Nido del Cuculo!! Beccatevi il doppiaggio di una scena clù! ENJOY!!




7 commenti:

  1. chissà se il cinema ci regalerà più registi come bergman... impossibile non amare il posto delle fragole

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  2. Un capolavoro.
    Secondo me se vuoi convincere la gente a vederlo, basterebbe postare la scena finale, quella della morte che sale su per il pendio, insieme ai personaggi, e sembrano ballare, e c'è quella luce, e ci sono quelle nuvole, e c'è quell'atmosfera....

    E' davvero bellissimo, e anche se realmente è stato detto veramente tutto su questo film, in realtà non basta mai, ci sono sempre nuove generazioni che hanno bisogno di conoscerlo, è un loro diritto!

    E complimenti a te, sembre gran bel blog :)

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  3. @Tolstoj:
    Sono assolutamente d'accordo con te... e ti dico che ormai registi come Bergman non torneranno più...

    @Testavuota:
    Grazie per i complimenti ^__^
    Effettivamente volevo mettere quella scena, ma ne ho parlato e ho voluto lasciare che la gente vedesse il film e potesse immaginarsela piuttosto che trovarsela già davanti.

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  4. Film talmente bello che è quasi incommentabile. Gran bel post, gli hai reso perfettamente omaggio.

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  5. sarà che ho poca dimestichezza con questi film di altri tempi, ma cavolo se si vede la differenza con il cinema di oggi.. o.ò
    La trama procede senza fretta, con ripetute pause in cui non serve nemmeno la parola, basta la riflessione.

    La figura dello Scudiero poi è assolutamente azzeccata. Cinico e burbero fino all'ultimo, ma fondamentalmente un buono e un giusto.
    Modi diversi di reagire al solito orrore... il Cavaliere è decisamente quello che l'ha presa peggio, gh.

    Comunque non mi è affatto dispiaciuto..

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  6. @Ale55andra:
    Grazie mille!
    Detto da te, visto il bel blog che hai, è un onore *__*

    @IlRanocchio:
    Sai che mentre lo riguardavo pensavo: i NOSTRI Scudieri dovrebbero essere come questo? *__*

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  7. oddio.. se fossero così, mi farebbero un pò paura XD
    ma certo darebbero un pò di sostanza che decisamente manca.. o.ò

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