martedì 19 febbraio 2013

Al di là della vita (1999)

Parlare dei miei autori preferiti è contemporaneamente un piacere ed una sfida. Oggi tocca al divino Martin Scorsese, che nel 1999 dirigeva questo particolarissimo Al di là della vita (Bringing Out the Dead), tratto dall'omonimo romanzo di Joe Connelly.


Trama: Frank è un paramedico perseguitato dai fantasmi delle persone che non è riuscito a salvare. Privato del sonno e carico di alcool ed altre sostanze, non sarà facile per il povero Frank superare i turni di notte sull'ambulanza e mantenere il contatto con la realtà...


Scorsese nella sua veneranda e venerabile carriera ne ha girati di film strani... ma Al di là della vita è forse uno dei più particolari. A suo modo grottesco e allucinante come potevano essere Fuori Orario e Taxi Driver, ma allo stesso tempo più maturo e "pulito", già sulla strada che avrebbe portato ad altri lavori forse meno personali come quelli più recenti, Al di là della vita si mantiene in equilibrio tra queste due fasi della carriera di Marty e si conferma, almeno dal mio punto di vista, una sorta di mosca bianca da riguardare ed apprezzare a poco a poco. Per quanto riguarda la regia, la fotografia e il montaggio, posso tranquillamente parlare di capolavoro: l'odissea di Frank è un delirio di immagini rallentate, accellerate all'improvviso, scandite da musica "nera", con prospettive ribaltate, scene oniriche e contorni sgranati che conferiscono alla pellicola un'aria a tratti allucinata e a tratti quasi religiosa, soprattutto nei momenti in cui le immacolate divise degli infermieri si animano di una bianca luce soffusa.


La stessa vicenda di Frank assomiglia, mi si perdoni il paragone, a quella di un Cristo moderno. Il protagonista di Al di là della vita percorre una sorta di via crucis nelle strade di una caotica e pericolosa Manhattan, dividendo il suo cammino verso la salvezza in tre "tappe" che corrispondono a tre giorni e tre colleghi diversi: il primo giorno con il pragmatico Larry, dei tre il più cinico e coi piedi ben piantati in terra, il secondo giorno con il religioso e filosofico Marcus e il terzo con il folle Tom, bramoso di sangue e violenza. Perseguitato dai fantasmi e dal senso di impotenza, consapevole di non avere la facoltà di salvare tutte le vittime della strada e per questo schiacciato dalla responsabilità, il povero Frank si ritrova come sballottato, inerme e confuso davanti a questi modi così diversi di affrontare la vita e la morte, allo stesso tempo comprensibili ed alieni. Unica ancora di salvezza dal caos che alberga nella vita e nella città del paramedico è Mary, che il protagonista idealizzerà fin dall'inizio del film. Più Maddalena che Maria, la ragazza, con tutti i suoi difetti, diventerà emblema di purezza e pace per Frank, che per tutto il film cercherà di starle accanto e confortarla dopo i frequenti malori del padre, anche a costo di far soffrire quest'ultimo e tenerlo in vita contro la sua volontà. Soltanto nel finale il protagonista imparerà che la salvezza e la pace risiedono anche nella morte e che un medico non potrà mai essere Dio: pensarlo, vivere come una colpa ogni vita persa e ogni intervento andato male porta soltanto alla follia e all'impossibilità di avere un'esistenza serena.   


Probabilmente ho sproloquiato, ma per parlare della poetica di Scorsese servirebbe un esperto di cinema, cosa che io non sono. Passiamo dunque, molto più prosaicamente, agli attori. E partiamo dal protagonista, uno stupendo Nicolas Cage. Con quella faccia perennemente strafatta, moscia, inespressiva, è assolutamente perfetto per il ruolo dell'allucinato Frank, preda delle visioni, della stanchezza e dell'alcool. Davanti al folle Nicolas tutti gli altri attori, persino John Goodman, scompaiono. E i duetti con Patricia Arquette sono contemporaneamente dolcissimi e grotteschi, con lui che cerca palesemente di conquistarla (a modo suo, ovviamente) e lei che giustamente è preoccupata solo per suo padre. La brava Patricia, col la sua voce particolare e quell'aspetto innocente che nasconde un passato poco pulito è l'interprete ideale per un personaggio ambiguo come quello di Mary e la fanciulla si riconferma una delle mie attrici preferite. Lascio a voi il piacere (o la pazienza, se avete voglia di leggere ancora un po') di scoprire gli altri ottimi attori che arricchiscono questo splendido film. Una pellicola non per tutti i gusti, sicuramente, ma che non dispiacerà ai fan di Scorsese e a quanti vogliano godersi un'interessante opera d'autore.


Del regista Martin Scorsese (che si nasconde anche dietro una delle voci che comunicano via radio con i paramedici) ho parlato qui. Nicolas Cage (Frank Pierce), John Goodman (Larry), Ving Rhames (Marcus) e Queen Latifah (la voce di Love) li trovate invece ai rispettivi link.

Patricia Arquette interpreta Mary Burke. Sicuramente una delle mie attrici preferite, la ricordo per film come Nightmare 3: I guerrieri del sogno, il meraviglioso Una vita al massimo, Ed Wood, L’agente segreto, Strade perdute, Nightwatch – Il guardiano di notte, Stigmate e per la serie Medium. Americana, anche regista, ha 44 anni e quattro film in uscita.


Tom Sizemore (vero nome Thomas Edward Sizemore Jr.) interpreta Tom Wolls. Americano, lo ricordo per film come Nato il quattro luglio, Una vita al massimo, Assassini nati, Heat – la sfida, Relic – l’evoluzione del terrore, Salvate il soldato Ryan, Nemico pubblico,  Pearl Harbor L’acchiappasogni, inoltre ha anche partecipato alla serie CSI: Miami. Anche produttore, sceneggiatore e regista, ha  51 anni e ben diciassette film in uscita. 


Segnalo anche la presenza nel cast del cantante Marc Anthony (il tossico Noel), ex marito di Jennifer Lopez, e di Aida Turturro, che amo ricordare come odiosa sorella del boss Tony Soprano, nei panni dell’infermiera Crupp. Per concludere, se Al di là della vita vi è piaciuto consiglio la visione di Taxi Driver, sempre di Scorsese. ENJOY!

10 commenti:

  1. Macchè "stupendo Nicolas Cage" ! Se questo film lo faceva un chicchessia qualsiasi veniva fuori un capolavoro! Invece con lui si ammoscia tutto...Si vede subito che non è un'interpretazione ma una messa in scena della faccia e del parrucchino di quella mezza calzetta, dai!

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    1. No no, sono assolutamente consapevole di quel che ho detto e lo riconfermo: Cage è perfetto per il ruolo di Frank!!
      Il suo personaggio è uno sconfitto, uno scoppiato, un mollo (aggiungere altro aggettivo a piacere, prego) e la faccia di Nicolas è l'unica in grado di racchiudere in sé tutta la non-espressività necessaria.
      Ovvio, de gustibus, ma te lo dice una che non ama l'attore in questione!

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    2. L'unico film in cui era a pennello fu Via da L.V.
      E se è vero che qui ha una parte davvero simile, continuo a pensare che se ci mettevano un altro sarebbe stato molto più di impatto e di spessore.

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    3. Via da Las Vegas devo ancora vederlo, però è inutile, a me Nic sorprende con i film più "autoriali", come per esempio Il ladro di Orchidee, anche lì è perfetto.

      Però scusa, facciamo un po' di "fantacinema", così pour parler: tu chi ci avresti messo nel ruolo di Frank? :P

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    4. MA COME NON HAI VISTO VIA DA LV??? -_-

      ..Sapevo che me l'avresti fatta, stà domanda...Boh se non si dovesse disturbare un Oldman (pare troppo),un Dafoe ci stava, per dire.Oppure pensalo con Daniel Day Leuis...

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    5. No, sono quasi sicura di non averlo visto :PP

      Uff, allora sono prevedibile.
      Hmmm tra tutti quelli che hai nominato punto un (più giovane, via, quarantenne) Oldman. Ma lui è un pazzo troppo carismatico per questo personaggio u__u

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  2. Amo questo film. Amo persino Cage in questo film.

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  3. ah, ho letto il libro in una versione intitolata Pronto Soccorso, mi pare, e regge perfettamente il confronto con il film... al contrario.

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    1. Non l'ho mai letto in effetti, non sapevo nemmeno l'avessero pubblicato in Italia!

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