Sotto Natale è giusto guardare cartoni animati ma, visto che quest'anno l'offerta televisiva è stata poco varia e il maltempo ha svampato i segnali, ho deciso di ripescare Lupin III: La leggenda dell'oro di Babilonia (ルパン三世 バビロンの黄金伝説 - Rupan sansei: Babiron no Ôgon densetsu), terzo lungometraggio cinematografico dedicato alla creatura di Monkey Punch e diretto nel 1985 da Seijun Suzuki e Shigetsugu Yoshida.
Trama: Lupin e soci decidono di andare alla ricerca del famigerato oro di Babilonia, un enorme tesoro probabilmente di natura aliena, bramato dal boss della mala Marchiano e misteriosamente legato alla vecchia ubriacona Rosetta...
Persino una fan accanita di Lupin come la sottoscritta non può sottrarsi all'evidenza dei fatti: La leggenda dell'oro di Babilonia è una roba a dir poco atroce. A differenza dei due lungometraggi che lo precedono, due capolavori dell'animazione nipponica, il film è infatti carente innanzitutto dal punto di vista grafico oltre che del character design: sul secondo potrei quasi sorvolare, visto che si basa interamente sulla terza serie di Lupin (quella con la giacca rosa, per intenderci), già bruttarello di suo ma comunque ancora passabile, ma gli sfondi e le animazioni sono qualcosa di imbarazzante. Tra macroscopici errori di continuità (per dire, in una sequenza Lupin è già legato con una corda a Zenigata, che gli lancerà le manette almeno due minuti dopo, infatti la corda a un certo punto sparisce...), intere sequenze riciclate, interminabili inseguimenti fatti di schemi ripetuti almeno una decina di volte nella stessa scena e personaggi secondari appena abbozzati, quasi privi di proporzioni anatomiche normali, c'è da stupirsi che un simile prodotto sia arrivato nelle sale e cinematografiche e che la sua diffusione non sia rimasta confinata al mercato degli OAV.
Passando alla trama, un delirio avventuroso-fantascientifico che vorrebbe somigliare a La pietra della saggezza ma non gli va nemmeno lontanamente vicino, gli sceneggiatori hanno mandato totalmente alle ortiche quel minimo di introspezione psicologica che vantava Il castello di Cagliostro, e sono rimasti assai più adesi alla caratterizzazione estremamente basica di Monkey Punch: abbiamo dunque una serie di scenette attaccate alla bell'e meglio, legate come unico fil rouge dall'enigmatico personaggio di Rosetta (che riesce a raggiungere a piedi Parigi partendo da New York, non fate domande...), nelle quali Lupin decide di cercare l'Oro di Babilonia senza nessun motivo particolare ma facendo sfoggio di parecchia tecnica, sapienza e fame atavica nei confronti di qualunque femmina nei dintorni. Jigen, Goemon, Fujiko e persino Zenigata vengono invece ridotti a meri personaggi di contorno, i primi due costretti a cavar d'impaccio Lupin con le loro abilità, Fujiko messa a mo' di decoro (letteralmente, visto che a un certo punto viene infilata persino in una sfinge) accanto a Lupin o Marchiano e Zenigata dipinto come un povero rincoglionito incapace, costretto a far da balia a una serie di stereotipatissime agenti internazionali dell'Interpol. Anche guardato in lingua originale, doppiaggio e dialoghi risultano imbarazzanti, l'unica cosa vagamente gradevole è la nenia cantata da Rosetta in un improbabile inglese "nipponizzato". Vista la presenza di un co-regista visionario come Seijun Suzuki parlerei davvero di occasione sprecata trasformata in incoerente e mortale noia. Peccato.
Seijun Suzuki (vero nome Seitaro Suzuki) è il co-regista della pellicola, alla sua prima e unica esperienza per quel che riguarda gli anime. Giapponese, tra i suoi film più conosciuti e arrivati anche in Italia segnalo Tokyo Drifter, La farfalla sul mirino, Melodie zigane, Kagero-za e Yumeji. Anche attore, sceneggiatore e produttore, ha 90 anni.
Shigetsugu Yoshida è il co-regista della pellicola. Giapponese, ha diretto episodi di Tommy, la stella dei Giants, Mimi e la nazionale di pallavolo, della seconda e terza serie di Lupin, Hello Spank! e Georgie. Anche animatore e sceneggiatore, ha 82 anni e di lui non riesco a trovare foto, sorry.
Su consiglio di Hayao Miyazaki, il film avrebbe dovuto essere diretto da Mamoru Oshii, futuro regista del capolavoro Ghost in the Shell e, all'epoca, reduce dalla serie Lamù; il suo approccio troppo moderno, purtroppo, ha spaventato i responsabili della Tokyo Movie Shinsha e non se n'è fatto nulla. Cacca su di loro, dunque. A voi invece, se La leggenda dell'oro di Babilonia fosse piaciuto, consiglio la visione de Il castello di Cagliostro e La pietra della saggezza. ENJOY!
Che rabbia, anche quest'anno mi sono perso un passaggio televisivo di un film della serie, io, che da bambino avevo una venerazione per la serie di cartoon Lupen III...non mi sono mai visto un film, mi devo decidere a prendere qualche dvd, altrimenti impazzisco.
RispondiEliminaSe ti può consolare, non l'hanno passato in TV ma ce l'avevo io in casa :)
EliminaI film sono tutti di qualità altalenante, conviene recuperare solo La pietra della saggezza e Il castello di Cagliostro!
Questo mi manca... e devo dire la verità che ne vengo a conoscenza solo oggi!
RispondiEliminaPensavo di averli visti tutti
Non ti sei perso nulla, tranquillo!
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