Trama: la vita e lo straordinario genio di Wolfgang Amadeus Mozart vengono raccontati dalla voce dell’anziano compositore Salieri, portato alla follia e al suicidio dai sentimenti contrastanti di invidia e profonda ammirazione nei confronti del giovane musicista…
Prima di cominciare a scrivere il post alzerò una prece al “Santo della mediocrità”, Antonio Salieri, al quale oserò anche dare del tu. Antonio, illuminami. Illuminami perché sulla rete ci saranno di sicuro almeno un migliaio di recensioni, analisi e finanche post amatoriali dedicati ad Amadeus che saranno cento volte migliori dei miei. Ma secondo te, perché Cthulhu o chi per lui mi ha dato la passione per il cinema e il desiderio di scriverne assieme alla consapevolezza che non riuscirò MAI a magnificare le lodi di film meravigliosi in maniera originale, interessante ed intelligente? Finirò anche io pazza e in manicomio, convinta di aver portato alla morte fior di critici cinematografici? Mah, speriamo di no ma tu mettici la manina santa e consentimi di arrivare perlomeno alla fine del post senza rendermi ridicola. Bando a tecnicismi, analisi profonde e giri intorno al mondo quindi, siamo mediocri fino in fondo: Amadeus è un film della Madonna. Quando ho cominciato a guardarlo quelle tre ore si stagliavano davanti a me come il monolite nero di 2001 Odissea nello spazio, presagio di probabile camurrìa ed imminente calar di palpebre. Fortunatamente è subito comparso sullo schermo un favoloso F. Murray Abraham, che urlava di avere ucciso Mozart e che cercava di spiegare le sue ragioni ad un prete incredulo, e il suo modo di raccontare una vicenda per me nuova e misteriosa mi ha catturata come mai avrei creduto possibile, forse proprio per la complessità di un personaggio come Salieri. E’ stata la voce narrante incredibilmente umana di Salieri a prendermi per mano e portarmi ad amare Mozart, a riascoltare melodie conosciute apprezzandone l’intrinseca genialità, a disprezzarlo per la boriosa superiorità mostrata nei confronti di tutto e tutti, a vergognarmi per essere riuscita ad empatizzare sia con “Wolfie” (nei momenti di crisi) che con un Salieri al massimo dell’abiezione, comprensibilmente pronto ad arrivare a qualsiasi estento pur di prendersi la sua rivincita su un Dio crudele. Ah, l’Amadeus, l’ “amato da Dio”, incarnato nientemeno che da un reduce di Animal House affetto da una risatina fastidiosa e insinuante! L’odio di Salieri è più che condivisibile ma alla fine ci si affeziona anche a questo geniale folletto del Caos, costretto nelle maglie retrograde di una società ancora legata alle tradizioni dell’Opera e ai voleri di un Imperatore illuminato ma comunque moscio ed ignorante come una capra di Biella, al punto da affermare che la musica di Mozart è bella ma “ha troppe note”. A differenza di Mozart, il bieco ma furbo Salieri sa come trattare con gente simile, come muoversi a Corte e come, senza esporsi troppo, fare terra bruciata attorno ad un nemico il cui genio nulla può senza le giuste conoscenze; schietto ed onesto, Amadeus è fin troppo vulnerabile alle regole di una realtà che non lo accetta e, come i migliori artisti, viene consumato sia da essa che dalla sua smania creativa.
L’interessantissima trama (che, come ama sempre ricordarmi Toto, è MOLTO romanzata rispetto alla realtà della vita di Mozart) consente al film di incastrarsi in due dei generi che più prediligo, quello storico-biografico e, ovviamente, il musical. Un montaggio ispiratissimo e, oserei dire, geniale quanto Mozart, porta lo spettatore a rimanere a bocca aperta davanti al modo in cui le sensazioni ispirate dalla musica in sottofondo animano non soltanto le espressioni ed il linguaggio corporeo degli attori ma diventano una propaggine indispensabile per gli eventi che scorrono sullo schermo; la melodia del Flauto Magico che nasce attraverso prove con gli attori ma anche, e soprattutto, grazie al disastroso incontro con la suocera di Mozart, la composizione del Requiem che si interrompe al momento della morte del musicista (e la cui melodia viene “costruita”, letteralmente, a beneficio delle orecchie dello spettatore), le espressioni di pura meraviglia e sofferenza mentre Salieri legge gli spartiti del rivale figurandosi la musica nella mente, sono tutti momenti di altissimo Cinema che difficilmente spariranno dalla mia memoria. La mia parte "musicalofila" si è poi immensamente goduta non soltanto la bellezza delle esecuzioni musicali (che apprezzo a mo’ di bue Crasso nella mia ignoranza, come il 90% penso delle persone) ma anche e soprattutto dei costumi e delle scenografie, beandomi in particolare del trionfo della Regina della Notte poco prima del finale, senza dimenticare ovviamente Papageno e Papagena, e di quel bel donnino imparruccato di Katerina Cavalieri, vero motore della vicenda, almeno per ciò che riguarda la Director’s Cut. Col senno di poi mi pento di non avere affrontato prima Amadeus, timorosa di trovarmi davanti una vicenda complicata o ad uso esclusivo degli appassionati di musica classica, quando invece avrei dovuto dare fiducia a Milos Forman e al suo modo irriverente e particolare di fare Cinema. Chissà, forse è proprio così che si raggiunge la mediocrità, assecondando la paura di affrontare ciò che è “nuovo”, lontano dal proprio gusto in quanto composto da “troppe note”? In tal caso, continuerò imperterrita a promuovere l’On Demand, così che il genio di qualche lettore illuminato mi porti a scoprire continuamente gemme come questo splendido Amadeus!
Del regista Milos Forman ho già parlato QUI. F. Murray Abraham (Antonio Salieri), Tom Hulce (Wolfgang Amadeus Mozart), Simon Callow (Emanuel Schikaneder), Jeffrey Jones (l'Imperatore Giuseppe II) e Vincent Schiavelli (il cameriere di Salieri) li trovate invece ai rispettivi link.
Cynthia Nixon interpreta Lorl. Americana, famosa per il ruolo di Miranda in Sex and the City, ha partecipato anche a film come La famiglia Addams 2, Il rapporto Pelican, Baby Birba - Un giorno in libertà e ad altre serie quali Nash Bridges, Oltre i limiti, E.R. Medici in prima linea, Dr. House, 30 Rock e Hannibal. Anche regista, ha 50 anni e tre film in uscita.
Tim Curry e Mark Hamill, che avevano entrambi interpretato Mozart a teatro (il primo assieme a Ian McKellen, tra l'altro!), hanno fatto il provino per il ruolo di protagonisti in Amadeus; oltre a questo, nell'autobiografia di Forman si legge che uno studio si era offerto di produrre il film a patto che fosse Walter Matthau ad interpretare Mozart, in quanto grande estimatore del musicista (Ovviamente, Forman ha rifiutato visto che Matthau aveva all'epoca già 60 anni) mentre pare che fosse nelle intenzioni del regista affidare il ruolo ad un giovanissimo Kenneth Branagh, prima di decidere per Tom Hulce. Meg Tilly avrebbe dovuto invece interpretare Constanze ma un infortunio accorsole proprio il giorno prima delle riprese le ha impedito di partecipare al film. Detto questo, se Amadeus vi fosse piaciuto recuperate The Prestige. ENJOY!
Film gigantesco, perfetto ritratto del più grande genio musicale di sempre.
RispondiEliminaGrande recupero Bolla! :)
Ringraziamo il buon Toto per la scelta! :D
EliminaVisto tanti anni fa (forse un po' troppo presto) ne ho un ricordo sfocato, ma mi aveva impressionato.
RispondiEliminaSecondo me questo è uno di quei film da guardare all'età giusta, troppo presto potrebbe causare traumi non indifferenti XD
EliminaNon sapevo non l'avessi mai visto, sai che anch'io quando lo vidi ero parecchio titubante ma dopo averlo visto sono rimasto davvero sorpreso perché nonostante non sia un argomento preferito la musica classica è uno dei film sia musicalmente che narrativamente (ma anche stilisticamente e scenograficamente) più belli in assoluto, grazie non soltanto al regista ma anche all'attore che interpreta Amadeus, divertente, auto-ironico e spassoso come il personaggio descritto, molto diverso dalla realtà ma straordinario ;)
RispondiEliminaEh no, mi intimorivano un po' la lunghezza e l'argomento trattato ma concordo: il film è molto ironico, sebbene non superficiale, ed è una gioia da vedere :)
EliminaIndubbiamente un gran capolavoro arricchito da due grandi interpretazioni, quella di Hulce, che nel corso degli anni si sarebbe un poco perso per strada e quella dell'immenso F. Murray Abrahams. Un gran film, di quelli da far studiare nelle scuole.
RispondiEliminaEh, Hulce è invecchiato male (anche cinematograficamente parlando) come molte "meteore" della sua generazione, peccato.
EliminaAnche io l'ho visto tanti anni fa, addirittura in videocassetta. Non ne ho un gran ricordo, mi annoiò... forse dovrei riprovare a guardarlo!
RispondiEliminaTi dico, ultimamente faccio fatica ad arrivare persino alla fine dei singoli episodi di una serie: questo ho cominciato a guardarlo alle 20 e tre ore dopo ero fresca come una rosa, indice di gradimento sicuro!! :D
EliminaNon lo vedo dai tempi del liceo, gran bel film! Mi manca Milos Forman, peccato che si sia praticamente ritirato dalla regia... :(
RispondiEliminaHai ragione, è davvero una perdita :(
EliminaL'ho visto da regazzino perchè la VHS uscì con Famiglia Cristiana (serius). Davvero un filmone immenso, intenso nel suo scopo!
RispondiEliminaPS: sta volta ho apprezzato particolarmente la tua recensione ;)
Grazie del complimento!! *__*
EliminaFamiglia Cristiana, really? Strano visto i neppure troppo velati insulti contro la divinità...