mercoledì 3 maggio 2023

Living (2022)

L'ultimo film che ho recuperato in occasione degli Oscar è stato Living, diretto nel 2022 dal regista Oliver Hermanus e remake del film Vivere, di Akira Kurosawa.


Trama: il distinto ed anziano impiegato Mr. Williams scopre di avere più pochi mesi di vita. Scioccato dalla notizia, cerca di capire quale sia il modo migliore di vivere quello che gli resta...


Iniziamo il post con una promessa, anche se per me mantenere quelle cinematografiche è peggio che difficile: siccome non ho mai guardato Vivere, lo recupererò presto, ovviamente in base ai miei tempi biblici. E' un recupero necessario, in quanto Living, che pur mi è piaciuto moltissimo, è un remake del film di Kurosawa (a sua volta ispirato al romanzo La morte di Ivan Il'ič di Lev Tolstoj), quindi parlarne senza conoscere la fonte mi da un senso di incompletezza ed ignoranza che non avete idea, a maggior ragione visto che l'opera da cui è tratto è giapponese. Ciò detto, questo Living è la commovente storia di un gentiluomo con la G maiuscola, un impiegato del Consiglio Metropolitano di Londra post seconda guerra mondiale, che un giorno scopre di avere più pochissimi mesi di vita. Il peso di un'esistenza fatta di monotonia e di una grigia burocrazia senza sbocchi e senz'anima, unito alla consapevolezza di essere diventato non un gentiluomo, ma uno zombie che si atteggia a tale, rischia di schiacciare Mr. Williams e di fargli sprecare gli ultimi momenti preziosi, e Living, come da titolo, racconta il suo tentativo di cercare il senso della vita o, ancora meglio, un modo di vivere appieno. Dopo una serata di dissolutezze dal sapore allucinato, Mr. Williams decide che è la giovane Miss Harris, ex impiegata del suo ufficio, a detenere la chiave di una vita vissuta assaporando ogni istante, e ne ricerca per questo la compagnia, dando vita ad alcune situazioni tra il divertente e il malinconico, prima che un'illuminazione decisiva colga il protagonista e determini tutte le sue azioni del terzo atto. L'importante messaggio del film, in definitiva, è l'invito a trarre soddisfazione da piccoli gesti di umanità che ogni persona può e deve compiere per aiutare gli altri, senza farsi risucchiare da una grigia apatia dettata da menefreghismo e rassegnazione; come sottolineato da Mr. Williams, non saremo mai eroi, né potremo sperare di venire ricordati da tutti e per l'eternità, e neppure possiamo illuderci che la nostra vita sarà sempre speciale e bellissima, ma basta costruirsi qualche ricordo importante ed essere orgogliosi, almeno una volta, di aver fatto la cosa giusta, per riuscire a trovare un minimo di conforto nei momenti di triste scoramento. 


Non so come sia Vivere, ma Living è un film dolce e delicato, interamente poggiato sulle "fragili" spalle di un Bill Nighy misurato e dignitosissimo anche nel dolore che lo accompagna costantemente, la cui interpretazione viene ulteriormente arricchita dall'interazione con la giovane, carinissima Aimee Lou Wood, qui nei panni di un personaggio all'apparenza ingenuo e svampito, che tuttavia è l'unico che riesce a trattare Mr. Williams come una persona normale e non come una cariatide distante. La sceneggiatura del premio nobel Kazuo Ishiguro, unita alla regia elegante di Oliver Hermanus, dà vita ad una vicenda mai patetica ma sempre "alleggerita", in qualche modo, da momenti addirittura grotteschi, quasi kafkiani; le prime sequenze, ambientate all'interno del folle mondo del Consiglio Metropolitano di Londra e dei riti quotidiani di chi viaggia in treno per raggiungere il posto di lavoro, sono esilaranti nel loro assurdo rigore e nascondono una triste amarezza che sa di sconfitta non solo delle istituzioni, ma anche del genere umano. Nonostante ciò, Hermanus riesce a tirare fuori, anche da una quotidianità prosaica, delle immagini assai poetiche, come se lo stesso regista si sforzasse, come Mr. Williams, di cogliere il bello all'interno del grigiume, un'idea di calore anche sotto la pioggia battente o tra le quattro mura di una casa fotografata con luci calde, in aperto contrasto con la freddezza di sentimenti trattenuti perché, diamine, siamo inglesi! Scherzi a parte, ormai la frenesia da Oscar è passata, prendetevi il tempo di godervi un film dai ritmi dilatati come questo Living, non ve ne pentirete!


Di Bill Nighy, che interpreta Mr. Williams, ho già parlato QUI.

Oliver Hermanus è il regista della pellicola. Sudafricano, ha diretto film come Beauty e Moffie. Anche sceneggiatore, ha 40 anni. 


Tom Burke interpreta Sutherland. Inglese, ha partecipato a film come The Libertine, Mank, Il prodigio e a serie quali Strike. Ha 42 anni e un film in uscita, Furiosa


Se Living vi fosse piaciuto, ovviamente recuperate Vivere. ENJOY!


8 commenti:

  1. io l'ho visto l'originale di kurosawa ed è un capolavoro, io recupero questo ^^

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    1. Immagino sia un capolavoro, spero di avere modo di guardarlo presto ma già questo Living è molto carino!

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  2. Consigliatissimo l'originale, penso che potrebbe piacerti anche perché è un film stupendo. Questo l'ho apprezzato soprattutto per la prova di Bill Nighy, che si carica davvero la storia sulle spalle e recita di sottrazione, ottimo palcoscenico per un grande attore. Cheers!

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    1. L'originale avrei tanto voluto vederlo prima di questo ma vabbé, è già tanto che abbia visto Living! Bill Nighy, lo ribadisco, è patrimonio mondiale da sempre ma qui da davvero una prova grandissima.

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  3. Molto dolce sì, l'originale è più amaro, comunque gran bella sceneggiatura, entrambe occasioni ;)

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    1. Allora se mi si è spezzato il cuore con questo, immagino con Vivere!

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  4. Oh, le lacrime! L'originale grande classico purtroppo manca anche a me e vorrei recuperarlo se smaltisco il ricordo spaccacuore.
    I singhiozzi trattenuti in una sala gelida da aria condizionata, che rendeva ancora più fredda la pioggia inglese.

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    1. Io per fortuna l'ho visto a casa, altrimenti mi sarei dovuta trattenere in silenzio come te!

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