Attirata dalla presenza nel cast di Aubrey Plaza, ho recuperato su Prime Video il film My Old Ass, diretto e sceneggiato dalla regista Megan Park.
Disclaimer con spoiler: il post (che ho ritenuto opportuno non modificare per non alterarne la natura super partes) è stato scritto subito dopo aver guardato il film, visto senza sapere nulla relativamente alle mille controversie che circondano Percy Hynes White, accusato di razzismo e violenza sessuale. Mi sono documentata dopo avere sbirciato una serie di recensioni negative che accusavano My Old Ass di whitewashing, di avere scelto un mostro come love interest della protagonista e di avere usato il personaggio per "instradare" la lesbica Elliott verso l'eterosessualità. Quest'ultimo aspetto è una grossa puttanata, perché la protagonista arriva a definirsi pansessuale (come lo è, del resto, l'attrice che la interpreta), mentre capisco che alcuni spettatori possano provare disagio e disgusto di fronte ad accuse abbastanza pesanti, sebbene ancora non provate. Quindi, prendete sia il mio post che il film con le pinze della vostra sensibilità personale.
Trama: il giorno del suo 18simo compleanno, strafatta di funghi allucinogeni, Elliott incontra la se stessa adulta. I pochi consigli della donna cambieranno l'ultima estate che Elliott passerà prima di andare a vivere lontana dalla sua famiglia...
Non di solo horror vive la Bolla, lo sapete, anche se avrete notato che ho saltato a piè pari tutte o quasi le ultime uscite d'Autore, tra Sorrentino, Coppola e Scott. La verità è che è un periodo svogliato ma anche pieno di belle cose da fare nei weekend, zeppi di viaggi e occasioni di socializzare con gli amici, come non accadeva da un po'. E in settimana, senza nessuno che mi accompagni al cinema, mi viene il culo pesante ad andare da sola. Ma questo non c'entra nulla con My Old Ass, tranne il fatto di avere, per l'appunto, un "ass" che non solo è "heavy" ma anche "old", e di essermi ritrovata una sera con la voglia di ammirare l'adorata Aubrey Plaza. Purtroppo, l'unica attrice che potrebbe convincermi a cambiare sponda si vede poco in My Old Ass, giusto all'inizio e alla fine. Il secondo film di Megan Park, infatti, si concentra sui cambiamenti che Elliott, diciottenne lesbica in procinto di andare via dall'odiato paesino in cui è nata, subisce a seguito dell'incontro allucinato con la sua versione adulta. All'inizio del film Elliott è una teenager sicura del suo futuro radioso e consapevole di ciò che le fa schifo, vittima di quel disprezzo verso le nostre radici che abbiamo avuto tutti a quell'età; non sopporta i suoi strani fratelli minori, è insofferente verso i genitori, non ha intenzione di fare la loro stessa vita, ovvero vivere ai margini delle foreste canadesi nella fattoria di famiglia, a coltivare mirtilli (certo, è anche vero che non sa assolutamente cosa voglia diventare una volta trasferitasi nella grande città. Ma anche questo è tipico di quell'età). Durante i festeggiamenti per il suo diciottesimo compleanno, complice una tisana allucinogena, Elliott si ritrova faccia a faccia con la sua versione quasi quarantenne, la quale, senza troppo esagerare, le dà qualche consiglio che si rivelerà prezioso per trasformare l'ultima estate prima di trasferirsi in città in un percorso di maturazione e comprensione. Da uno spunto quasi fantascientifico, che si sviluppa in modo ancor più surreale sfruttando la tecnologia, Megan Park confeziona un altro slice of life, meno tragico di The Fallout ma comunque attento ad indagare nell'animo di adolescenti a un passo dall'età adulta, frastornati da cambiamenti sui quali non possono avere alcun controllo, con conseguente, somma frustrazione. La Park, però, stavolta parla anche ai nostri vecchi culi, ricordandoci che crogiolarci nella malinconia del passato per evitare di guardare con ottimismo al futuro, confondendo l'incoscienza entusiasta della gioventù per stupidità, è la via più rapida per diventare adulti tristi e pavidi, gli stessi che criticavamo con veemenza a 18 anni. Il risultato è una rom com dolceamara, che a quelli della mia età ricorderà, per qualcosa che non sto a spoilerarvi, uno dei film più spaccacuore di sempre (e, se vorrete, vi dirò quale nei commenti).
My Old Ass alterna momenti assai divertenti, tra i quali il geniale utilizzo della canzone One Less Lonely Girl di Justin Bieber (a tal proposito, il mio ass è veramente old e meno male, mi sono venuti i brividi al pensiero di aver potuto essere una delle beliebers dell'epoca, eeew!!!) e le interazioni tra Aubrey Plaza e Maisy Stella, ad altri commoventi al punto che mi sono ritrovata a spendere copiose lacrime, anche se in questo ho trovato la sceneggiatura leggermente scorretta, salvo ovviamente sul finale. Il punto è che mentre Elliott e Chad sono ben caratterizzati, e Maisy Stella interpreta la protagonista con verve e credibilità sorprendenti, quella famiglia di cui dovrebbe importarci rimane evanescente e in sottofondo fino al momento dei confronti "emotivi", che ci strappano pianti commossi pur non avendo dietro una base solida, a meno che per "base solida" non si intendano gli splendidi paesaggi che Elliott è pronta ad abbandonare. Molto interessante, invece, far sì che la Elliott del futuro imponga solo un divieto alla sua giovane controparte; questo, unito a un dettaglio linguistico assai importante relativamente all'oggetto del divieto, spinge lo spettatore a seguire con maggiore curiosità la vicenda e a chiedersi, come la protagonista, il motivo dietro alla categorica richiesta. Quanto ad Aubrey Plaza, che è poi il motivo che mi ha spinta a recuperare My Old Ass, sfrutta al massimo il poco tempo concessole ed incarna alla perfezione le due anime del film, creando un'adulta imperfetta, cinica e amara, con la quale mi sono rispecchiata parecchio. Anzi, spero vivamente che il messaggio positivo di questo delizioso film mi spinga a cambiare un po' il mio atteggiamento già "vinto" nei confronti dell'esistenza, ché qui la nostalgia del tempo passato e sprecato, oltre alla volontà di fermarlo, è ormai diventata una costante dalla quale è difficile uscire, per di più ottimisti. Anche per questo, vi sconsiglierei di recuperare My Old Ass in un periodo di sconforto, perché la parte drammatica rischierebbe di abbattervi senza possibilità di venire sollevati dai tanti momenti lieti. Vi ho avvisati, ma sappiate che sarebbe comunque un peccato perderlo!
Della regista e sceneggiatrice Megan Park ho già parlato QUI mentre Aubrey Plaza, che interpreta la Elliott cresciuta, la trovate QUA.
Percy Hynes White, che interpreta Chad, era lo Xavier della serie Mercoledì mentre Maddie Ziegler, che interpreta Ruthie, era la co-protagonista di The Fallout. ENJOY!
Anch'io ho guardato My Old Ass per Aubrey Plaza (ho un debole per i suoi occhioni da cerbiatta e quel diastema così sexy che, tra l'altro, le fa notare anche Elliott; a proposito, ma perché le ragazze con quello spazietto tra i denti sono così sexy? Vanessa Paradis, Anna Paquin mentre gli uomini inguardabili... sì, dico a te sir Elton John!). Cmq, io dopo mezz'ora di film ho cominciato a piangere e non ho finito se non dopo i titoli di coda. Volevo parlare del film ma la tua premessa/informazione mi ha fatto girare le scatole (cioè, non sapevo che il film avesse creato tutto questo polverone). Qualcuno ricorda Fausto Brizzi (innocente ma bannato dalla Warner)? Viva il gatantismo. E Luis CK, il più grande comedian in circolazione, censurato da Netflix (ora gli spettacoli se li produce da solo): ok ha sbagliato, chiesto scusa e pagato ma qualcuno sa che la stessa Netflix dopo il 7 ottobre ha fatto sparire dal suo catalogo i film della Palestinian Stories? Viva la libertà. E del povero Woody Allen, assolto da ben due tribunali ma accomunato e insultato a quel criminale di Polanski a Venezia da quattro sfigate e sfigati lì al Lido (e mi dispiace di più per Mira Sorvino, che gli deve un Oscar - credo siano cinque le donne che devono dire almeno grazie ad Allen per l'Oscar - Mira Sorvino - che adoro - e lei sì che ha pagato in prima persona la sporcizia, perché c'è n'è di sporcizia nel cinema - ma che in TV va però a raccontare falsità sui processi ad Allen. Viva la verità. E la povera Scarlett Johansson? Ha dovuto rinunciare a Rub and Tug perché la sceneggiatura raccontava di una persona trans e non sia mai che ad interpretarla sia una cis (col doppio autogol dei settari - settari - LGBT e accoliti cis che hanno perso la possibilità di vedere raccontare una storia loro, ma poi di tutti alla fine, da una grande attrice; senza dimenticare che secondo questa vulgata gli stessi geni hanno precluso ai trans - per proprietà riflessiva - l'opportunità di interpretare personaggi cis!). Viva l'intelligenza. (Un po' come contestare De Niro per aver interpretato La Motta perché non era pugile: si chiama recitare, cavolo!) Come dice Leslie Nielsen in Una pallottola spuntata: "Ed, sono io o il mondo è davvero impazzito?" E così intanto non parliamo di cinema. Ma quale è la rom com più spaccacuore di sempre?
RispondiEliminaRecupero prestissimo. Era notevole anche il precedente della regista!
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