Ma mi sta bene, così imparo a fissarmi su un solo ed unico film. E come spesso accade, il frutto di questa fissazione è una cocente delusione. Di che parlo? Di Sucker Punch, l’ultimo film di Zack Snyder, uscito proprio qualche settimana fa.
Trama: una ragazzina viene fatta internare in manicomio dal patrigno. Il suo destino è quello di ricevere una lobotomia entro cinque giorni, e per evitarla la ragazza progetta la fuga, vivendola nella mente come una quest epica…
Per par condicio e anche un po’ per “dispitto”, come diceva Dante, davanti ad un film così complicato e roboante reagirò con una recensione assai breve e concisa, che potrebbe riassumersi con un “mah”. Dopo un inizio meraviglioso e gotico, il logo della Warner ricamato sulla rossa tenda di un teatro, che si alza rivelando un palcoscenico e ci introduce alla più classica e cupa delle favole (ragazzine orfane di madre, lasciate in balia di un patrigno crudele) scandita dalle splendide note di Sweet Dreams, comincia il peggior gioco per X – Box che abbia mai visto su schermo. Mi avessero almeno dato un joystick all’ingresso mi sarei divertita, e invece no: due ore seduta su una poltrona a vedere Snyder che giocava al posto mio e mi spaccava i timpani con esplosioni, urla, musica sparata a mille.
Sì perché in pratica, nonostante i realizzatori di Sucker Punch vogliano vendere allo spettatore una sorta di Black Swan per tamarri, coglionandoli con l’idea di un’opera onirica, psicologica, mentale, pregna di grandi valori (la morale finale, banalissima, è: credici, ce la puoi fare!! Sempre!!!!!! Sì, tu. Proprio TU che stai guardando il film!), in realtà quello che viene offerto dopo l’ingresso della protagonista in un meraviglioso ed inquietante manicomio che viene presto dimenticato è un’accozzaglia di tette e culi (peraltro acerbi, mi domando quale adolescente, anche il più sfigato ed erotomane, possa eccitarsi davanti a qualcosa di simile…) inguainati in vestitini retrò ed infilati in un bordello immaginato dalla protagonista per sfuggire alla triste realtà che la circonda. Poi, siccome la vita di una casa di tolleranza può essere altrettanto triste, ecco che la ragazzetta comincia ad immaginarsi tre/quattro scenari che spaziano dall’antico Giappone alla seconda guerra mondiale cum zombie, al medioevo stile Signore degli Anelli, al treno futuristico con Saturno sullo sfondo. E qui mi immagino già l’ignaro lettore che dice: “EEEEH??” che poi, più o meno, è la reazione che ho avuto io. Riassumendo, lo schema del film è sempre uguale: le ragazze del bordello devono recuperare un oggetto, la protagonista vive la ricerca nella sua mente, trasformandola in un’epica battaglia contro svariate forze del male, una volta ottenuto l’oggetto si ricomincia da capo. Questa cosa sorprende all’inizio, ma siccome ogni quest mentale delle ragazze è l’equivalente di uno sparatutto dalla grafica ineccepibile, il risultato complessivo è una fredda rottura di palle che prende spunto dalle ambientazioni più amate dai nerd.
Per carità, l’impatto visivo è commovente da tanto e fatto bene Sucker Punch, sia per i costumi, che per le scenografie, che per gli effetti speciali e la colonna sonora è di una bellezza rara, ma queste due cose non bastano, non sono mai bastate e non basteranno mai per reggere da sole un film. Tra l’altro la pellicola inciampa spesso e volentieri nel trash involontario a causa della sciagurata trovata usata per scatenare le visioni di Babydoll. La ragazza, infatti, per consentire alle altre di attuare i loro piani balla così bene da ipnotizzare i nemici… peccato che noi spettatori vediamo solo l’inespressiva (e quanto mi fa male dirlo…) Emily Browning che dondola come un bacco di legno per trenta secondi, con lo sguardo perso nel vuoto e poi, dopo il momento “quest” eccola tornare ad aprire gli occhi, con gli astanti che applaudono incantati. E se non bastasse questo, ci si aggiunge anche lo pseudo-musical che accompagna i titoli di coda o battute (sempre pronunciate da una specie di guru che accompagna le ragazze durante i trip mentali) come “Se volete firmare un assegno a parole, assicuratevi prima di poterlo coprire col culo”. Considerato che Sucker Punch è il primo film di Snyder tratto da una storia originale direi… Male, molto molto MALE. Torna a lavorare per altri, vah.
Del regista Zack Snyder ho già parlato qui, mentre un piccolo excursus della carriera di Emily Browning, che interpreta Babydoll, lo trovate qua. Aggiungo che forse, nel ruolo, sarebbe stata meglio la prima scelta Amanda Seyfried.
Abbie Cornish interpreta Sweet Pea (in italiano Sweety). Australiana, la ricordo per film come Un’ottima annata e Elizabeth: The Golden Age. Ha doppiato un episodio di Robot Chicken e il pubblico italiano la ritroverà anche nell’imminente Limitless. Ha 29 anni.
Jena Malone interpreta Rocket. Americana, tra i suoi film segnalo Contact e Donnie Darko, inoltre ha doppiato la versione inglese de Il castello errante di Howl. Anche produttrice, ha 27 anni e tre film in uscita.
Vanessa Hudgens interpreta Blondie. Chiudo gli occhi innanzi alla filmografia della donzella, tra i protagonisti di una delle cose più Urende create da mente umana: High School Musical, al quale ha partecipato per tutti e tre gli episodi. Inoltre ha recitato in Zack & Cody al Grand Hotel e ha doppiato un episodio di Robot Chicken. Americana, ha 23 anni e un film in uscita.
Jamie Chung interpreta Amber. Nonostante il sembiante orientale, è americana e la ricordo solo per un filmaccio come Dragonball Evolution, dove interpretava Chichi. Ha partecipato anche a serie come E.R. e Grey’s Anatomy. Ha 27 anni e due film in uscita.
Carla Cugino interpreta la Dottoressa Gorski. Americana, la ricordo per film come Spy Kids (e seguiti), Sin City, l’orrendo Il mai nato e Watchmen, oltre che per aver partecipato alla serie Alf. Anche produttrice, ha tre film in uscita.
Jon Hamm interpreta il Dottore che dovrà lobotomizzare Babydoll. Americano, virtualmente ha già “partecipato” al Bollalmanacco, visto che compare nei film Paura e delirio a Las Vegas, The A - Team e The Town e inoltre ha prestato la voce per il film Shrek – E vissero felici e contenti e un episodio de I Simpson. Per la tv ha girato le serie Una mamma per amica, Streghe, CSI: Miami, e Numb3rs. Anche produttore, ha 40 anni e due film in uscita.
Scott Glenn interpreta il “saggio” che guida le fanciulle. Americano, ha partecipato a film come Apocalypse Now, Caccia a Ottobre Rosso, Il silenzio degli innocenti, Potere assoluto e The Shipping News – Ombre dal passato. Anche produttore, ha 70 anni.
Se volete veramente vedere bionde mozzafiato che fanno il culo a strisce ai nemici e ricercano vera vendetta, evitate Sucker Punch e guardatevi Kill Bill volumi 1 e 2. Mi ringrazierete. Nel frattempo, vi lascio con il trailer originale del film... ENJOY!!
Tralasciando il fatto che potrei dire peste e corna sul film (ma al momento non ne ho voglia e non mi sembra il caso), si nota che non ti ha soddisfatta solamente leggendo la recensione, che infatti è meno precisa e, se mi è consentito dirlo, un po' più confusa di altre. A dir la verità agli inizi il film non mi dispiaceva nemmeno: una tamarrata, però in chiave abbastanza divertente, o almeno così mi pareva. Poi il divertimento si è trasformato in trash, ed infine in puttanata colossale. Sorvoliamo sulla morale stra-iper-banale che da sola valeva il rogo delle bobine (ma esistono ancora le bobine cinematografiche?). In questo caso più che di bobina io parlerei di bibina, o meglio, di bibino: sì, il regista, al quale sarebbe meglio tirare il collo e bisognerebbe farcire per il Giorno del Ringraziamento. Per lo meno potremmo ringraziarlo per essere stato utile a qualcosa.
RispondiEliminaIl solito utente anonimo che conosci benissimo.
P.S. Gli 8 euri si inflazioneranno a breve, per diventare 8000 euri con i quali, per farti perdonare, mi comprerai un pianoforte. Sallo.
Vado controcorrente perché a me il film non è affatto dispiaciuto o.ò
RispondiEliminaL'inizio è assolutamente da incorniciare, un gioiellino... musica da oscar, scene rallentate, nulla di esplicito, eppure la seguenza riesce a farti sentire tutta l'angoscia e il 'malessere' di quel che accade.
Sarà che in questo film tutte e sottolineo TUTTE le musiche sono azzeccate, ma a me ha incantato. Ovviamente il primo 'trip' lascia un atitmo interdetti. Il cambio di scena improvviso disorienta, ma poco alla volta ci si prende la mano, si inizia a capire cosa accade.
La fotografia è superba.. stili completamente diversi, ma tutti spettacolari da vedere.
E riguardo al finale, siamo così certi sia accaduto quel che si vede? Mah...