Trama: un trio di scienziati viene invitato da un vedovo padre di due figli in una casa apparentemente infestata, per cercare di capire cosa perseguiti la famigliola.
Questa sarà una recensione brevissima perché Apartment 143 non spicca né per bellezza, né per bruttezza, men che meno è interessante. Gli ho dato una chance perché di Torrens ricordavo un divertente episodio di The ABCs of Death 2.5 e, soprattutto, il bellissimo Pet, ma fin dall’inizio ho capito che stavolta mi sarei trovata davanti l’ennesimo emulo di Paranormal Activity a base di telecamere nascoste, riprese in soggettiva, finti mockumentary e roba che si muove di notte all’improvviso. In due parole, un film di una banalità incredibile e di una noia mortale. Dire che non succede nulla è riduttivo, i due jump scare che ci sono in tutta la pellicola non fanno nemmeno saltare sulla sedia (anche perché, nell’attesa che arrivino, subentra la letargia) e per il resto i personaggi si limitano ad indagare e parlare del più e del meno fino agli ultimi dieci minuti, nei quali si concentra l’azione “tosta”, come spesso accade in questo genere di film. Apartment 143 ha solo una particolarità, ovvero quella di tenere fede alla sua natura di indagine scientifica fino all’ultimo. Gli scienziati protagonisti, infatti, agiscono in modo da escludere sistematicamente la presenza di entità paranormali, partendo dal presupposto che i fantasmi non esistono, e cercano altre spiegazioni agli inquietanti fenomeni che si manifestano nella casa; il risultato è un film che si appoggia parecchio sui dialoghi, atti a sviscerare le problematiche della famiglia e il cupo passato che ne turba i membri, e sulle inquadrature di particolari strumenti di misurazione opportunamente “censurati”, quasi che Apartment 143 sia stato realizzato per il pubblico dagli stessi scienziati, desiderosi di mantenere la privacy sui loro metodi. Un po’ poco per elevare Apartment 143 dall’infinito novero degli horror mediocri e mi fa quasi strano pensare che sia una produzione spagnola e non americana, ma tant’è. Vi capitasse sotto mano evitatelo!
Del regista Carles Torrens ho già parlato QUI.
Kai Lennox interpreta Alan White. Americano, ha partecipato a film come Allarme rosso, Boogie Nights - L'altra Hollywood, Starship Troopers - Fanteria dello spazio, Pleasantville, Rush Hour - Due mine vaganti, Hitchcock, Green Room, Equals e a serie quali E.R. Medici in prima linea, Grey's Anatomy, Bones e Dr. House. Ha un film in uscita.
A interpretare Caitlin c'è la giovane attrice Gia Mantegna, figlia dell'attore Joe Mantegna. Detto questo, se Apartment 143 vi fosse piaciuto, consiglio il recupero della saga Paranormal Activity, Le origini del male e The Atticus Institute. ENJOY!
Non solo in USA il mercato è saturo di questo genere, fa concorrenza con quelli degli eroi in pigiama. 😁
RispondiEliminaA volte è un bene, spesso è un male!
EliminaAccetterò il consiglio, e se mi capita a tiro lo cestino immediatamente ;)
RispondiEliminaFai bene a darmi retta per una volta! :)
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