martedì 30 marzo 2021

Hunted (2020)

Shudder, lo ha dimostrato in pandemia, ci vuole bene. E continua a dimostrare il suo amore verso il pubblico horroromane con una serie di film che dovrebbero uscire da qui a fine marzo, uno alla settimana. Il primo è stato Hunted, diretto e co-sceneggiato nel 2020 dal regista Vincent Paronnaud.

Trama: una ragazza viene rapita da due uomini ma riesce a fuggire in un bosco, dove dovrà cercare di sopravvivere. 


Hunted
non è un film innovativo, lo si capisce fin dal titolo. Tratta, come da trama, di una donna che, una sera, entra un po' troppo in confidenza con un uomo e ne paga il fio, finendo per venire rapita e, una volta liberatasi, costretta a sopravvivere nei boschi mentre viene inseguita. E' un rape & revenge senza rape, fortunatamente, che parte da un presupposto antipatico e che ormai ha anche un po' rotto le palle (Eve è straniera in terra straniera, ha un fidanzato col quale è probabilmente in rotta e che la chiama sul cellulare ma lei preferisce non rispondere e andare in un club, ubriacarsi e, orrore!, tentare anche la prima mossa su un uomo che l'approccia. In breve: se l'è cercato il rapimento, ovvio) per trasformarsi in una sorta di favola nera che cita a piene mani Cappuccetto Rosso, a partire dalla mise della protagonista per arrivare al ghigno famelico di un attore talmente laido e leppegusu, nonostante la sua bellezza lupina, che probabilmente scalzerebbe Vincent Cassel dal podio degli attori che mia madre trova repellenti. In quanto favola, l'aspetto gretto di un rape & revenge filtrato dall'occhio di un uomo si riempie di elementi dissonanti, che fanno a pugni con una messa in scena realistica e violenta; introdotto dal racconto di una "survivalista", Hunted dà ad intendere che l'essere femminile sia l'unico capace di sacrificarsi senza egoismo, pensando innanzitutto al bene di altri, e che questo suo punto debole di cui buona parte degli uomini rischia di approfittare è quello che più lo avvicina alla natura, all'istintualità delle bestie, le quali in virtù di ciò non si fanno remore a proteggere e dare rifugio ad Eve, cosa che spesso accade nel corso del film. 


La violenza secca e brutale di alcune immagini, con sequenze parecchio gore che a tratti lasciano sconcertati, si alterna a momenti di pura poesia naturale, fatta di natura selvaggia e rigogliosa ed animali che paiono quasi avere sentimenti umani, ed è molto interessante non solo la sequenza iniziale a ombre animate ma anche il "barbatrucco" nel prefinale, per quanto sicuramente un po' tirato per i capelli, che trasforma Eve da fanciulla indifesa a barbara urlante coperta da colori di guerra. A proposito di Eve, lì per lì l'attrice protagonista mi diceva davvero poco ma andando avanti acquista sempre più personalità, fino ad imprimersi indelebilmente nella mente dello spettatore anche se non, bisogna dirlo, come l'efferatissimo Arieh Worthalter, il cui uomo senza nome rischia di causare incubi a chiunque non abbia un minimo di pelo sullo stomaco e fare venire schifo e odio anche ai più scafati. Questi ultimi, probabilmente, non apprezzeranno granché Hunted, lo troveranno banale e scontato, cosa verissima, anche perché si mantiene nei binari e nei canoni del genere, mentre altri, come me, rimarranno sconvolti per il tempo della sua durata e, a mente fredda, si convinceranno di aver visto un film un po' scorretto, più che superato. Ciò non toglie che è messo in scena con uno stile tutto particolare, quindi una visione la consiglio comunque. 


 Del regista e co-sceneggiatore Vincent Paronnaud ho già parlato QUI.

4 commenti:

  1. Meglio di quanto la copertina (che pare un meme sulla canzone di Aiello che urla a Sanremo) lascia intuire, mi sa!

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  2. Mi sa che Parry batte la Satrapi in solitaria :D

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    Risposte
    1. Ma parli di Voices? A me è piaciuto di più quello, invece :)

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