L'horror più sorprendente dell'anno è, al momento, The Empty Man, diretto e co-sceneggiato dal regista David Prior. Se avete voglia di leggere, vi spiego perché...
Trama: anni '80, Buthan. La vacanza di quattro ragazzi finisce malissimo dopo un macabro ritrovamento. Ai nostri giorni, l'ex detective James Lasombra riceve dalla vicina di casa la richiesta di rintracciare la figlia, scomparsa dopo avere lasciato in bagno una scritta inquietante: "The Empty Man made me do it", ed entra in contatto con un mistero dalla portata mondiale...
Tagliamo subito la testa al toro. Non ho scritto sopra che The Empty Man è il film horror più bello dell'anno, perché ha qualche difetto su cui tornerò più avanti, ma di sicuro è il più sorprendente ed interessante perché, fino all'ultimo, riesce a spiazzare qualunque spettatore, anche quello che ha visto miliardi di pellicole d'orrore e crede di saper prevedere dall'inizio alla fine quello che succederà. Purtroppo per questo genere di spettatori, The Empty Man è, letteralmente, tre film in uno: comincia come una specie di tesissimo survival horror a sfondo sovrannaturale, di quelli capaci di far agitare parecchio sulla poltrona, continua come una di quelle cretinate per adolescenti dove i personaggi scemi fanno cose stupide (nella fattispecie: invocare l'Empty Man del titolo) per poi morire malissimo, e a un certo punto cambia completamente faccia e abbandona le velleità teen per diventare un horror "noir" a base di complotti mondiali e stravolgimenti cosmici da cardiopalma, quelle cose Lovecraftiane che ti fanno pregare di non capire MAI cosa ci sia oltre il velo della realtà (spoiler: cose brutte, ovviamente). Abbandonarsi a queste tre anime è bellissimo, rende un horror di più di due ore scorrevole come se durasse la metà e mette in campo tanta di quella carne al fuoco che sarebbe meglio far passare qualche mese e poi riguardare The Empty Man col senno di poi, giusto per godersi quei quattro/cinque passaggi che magari non avevamo colto appieno ad una prima visione. In un'epoca di horror usa e getta, di film magari bellissimi ma comunque realizzati con due lire oppure "concentrati" sul nucleo della storia (giusto quelli di Ari Aster e La cura dal benessere vanno in controtendenza), un'opera come quella di David Prior, che si prende tutto il tempo di divagare, di giocare sulle atmosfere, di indulgere in dettagli magari insignificanti, è davvero una mosca bianca e per questo ancora più piacevole.
Come ho detto sopra, certo, The Empty Man non è esente da difetti. David Prior a volte pare perdere un po' il filo della sceneggiatura imbastita, tanto che a rifletterci dopo la visione ci sono alcune cose che non tornano, soprattutto quando il film si inoltra nel territorio pericolosissimo del thriller sovrannaturale ambizioso, e onestamente non ho apprezzato granché la CGI sul finale, che fa a pugni con una realizzazione altrimenti splendida. Prior è infatti un regista con la R maiuscola e, senza fretta alcuna, gira delle scene splendide e inserisce dei raccordi assai raffinati tra l'una e l'altra (la lunga introduzione è un capolavoro di suspance che sfrutta l'ambiente montano per mettere ancora più ansia, senza bisogno di jump scare, ma c'è una sequenza di puro delirio cosmico che mette i brividi al solo ricordo, e questo per fare un paio di esempi), sfruttando alla perfezione anche il sonoro e dei sussurri particolarmente fastidiosi, che si insinuano nel cervello facendolo prudere davvero. Anche il comparto attori non è male, a partire dal protagonista James Badge Dale, che ha quell'aria da detective "fincheriano", mentre la giovane Sasha Frolova, già vista in Kindred Spirits dove spiccava per le doti recitative in un film altrimenti dimenticabile, è una di quelle facce da tenere d'occhio. Lo stesso, ovviamente, vale per The Empty Man, un film a cui dovreste dare una chance, sia che siate appassionati di horror o che semplicemente abbiate voglia di guardare una pellicola intrigante, per una serata un po' diversa.
Di James Badge Dale (James Lasombra), Marin Ireland (Nora Quail), Aaron Poole (Paul), Stephen Root (Arthur Parsons) e Owen Teague (Duncan West) ho già parlato ai rispettivi link.
David Prior è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo primo lungometraggio. Americano, è anche produttore, montatore, fotografo, attore, tecnico degli effetti speciali, compositore e scenografo. Ha 52 anni.
Sei riuscita a incuriosirmi moltissimo.Spero di vederlo presto.Ormai so che mi posso fidare!
RispondiEliminaGrazie della fiducia! :D
EliminaMolto interessante. Ma siccome si sta ricominciando ad avere una vita sociale outside, non so se riuscirò a vederlo a breve.
RispondiEliminaBeato te che ne hai una! Io sono ancora un po' titubante visto che qui, appena hanno riaperto un po' di cose, è diventata la Casa della Libertà guzzantiana, dove "ognuno fa il cazzo che gli pare".
EliminaJames Badge Dale mi è piaciuto moltissimo nella serie tv Rubicon. Questo film, comunque, a prescindere sembra molto interessante.
RispondiEliminaE' una serie che non conosco, così come, in effetti, non conoscevo granché l'attore. Ma il film merita, dagli una chance!
EliminaIl coinvolgere fino all'ultimo è un'arma a doppio taglio. Ne riconosco il merito ma poi quando l'epilogo è una delusione (99% delle volte) rischio di spaccare il televisore con un pugno... per fortuna mi limito a un "ma vaffanculo" o a qualche bestemmia per aver buttato minuti preziosi della mia vita.
RispondiEliminaCome hai letto da me, lo avrei preferito con 20-30 minuti in meno, quindi a me non è scorruto-- non ha scorso-- va be', spero tu abbia capito, perché come diceva Fantozzi, l'italiano è una lingua complicata 🤣
Comunque, anche se non concordiamo sul giudizio finale, concordiamo sui difetti. Per i pregi, punti di vista differenti ma partono dalla stessa base.
Originale, diretto in modo ottimo ma sceneggiato col culo.
Ci sta avere punti di vista diametralmente opposti, e anche che il film ti abbia fatto venire il nervoso. Sapessi quanti film incensati da tutti non sono piaciuti a me!
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