Altro film consigliato da Lucia, altro regalo. Oggi parlerò di Offseason, presentato al Torino Film Festival 2021, scritto e diretto nel 2021 dal regista Mickey Keating.
Trama: dopo che dei vandali hanno distrutto la tomba della madre, Marie è costretta a tornare sull'isola dove sono nate entrambe e si ritrova bloccata senza possibilità di tornare sulla terraferma...
Offseason è uno di quei film che mi fa venire voglia di prendere
Providence e di rileggerlo da capo, oltre ovviamente di rimettere mano alle opere lovecraftiane, da cui il film prende dichiaratamente ispirazione, soprattutto da
La maschera di Innsmouth. Film come
Grano rosso sangue (un esempio famoso su mille) dimostrano che non è sempre facilissimo sfruttare un cliché horror apparentemente collaudato come "i protagonisti si recano in una città dove tutto sembra normale e si ritrovano a dover sopravvivere agli abitanti votati a un male senza nome"; il rischio, come successo anche in quel sequel (che non voglio nemmeno nominare e no, non sto parlando del
remake con Nicolas Cage) di
The Wicker Man, è di allontanare lo spettatore sia dai protagonisti sia dalla
weirdness dei cittadini, annoiandolo con siparietti e fughe episodiche, per così dire, sfilacciando l'inquietudine e riducendo il tutto a uno
slasher folk. Ciò non accade, fortunatamente, in
Offseason, film che, nonostante il basso budget, coinvolge l'appassionato del genere portando sullo schermo atmosfere stranianti e una vicenda che risulta sbagliata fin dall'inizio, sin dall'agghiacciante monologo della madre di Marie, che si mostrerà assai rivelatorio col prosieguo della storia. Marie e il suo (ex?) compagno si recano, per l'appunto "fuori stagione", sull'isola dov'è nata la madre di lei, uno di quei postacci dove, finita la stagione turistica, tutto diventa morto, grigio e triste; il motivo è che la tomba della donna è stata vandalizzata, ma c'è anche la questione che la madre di Marie non voleva assolutamente essere sepolta nell'isola e la figlia non sa più a chi chiedere ragione del mancato rispetto delle sue volontà. Finita l'estate, inoltre, il ponte che collega l'isola alla terraferma viene alzato e, fino all'anno successivo, nessuno può più entrare o uscire, e i due protagonisti sono arrivati nell'isola proprio il giorno di chiusura. Considerato che il manovratore del ponte è quel simpatico omino di
Richard Brake, cosa mai potrà andare storto, vi chiederete?
Mickey Keating, con due soldi di budget sfruttati probabilmente per il finale, mette in scena un orrore cosmico da manuale, di quelli che portano sia i protagonisti sia gli spettatori a farsi delle domande relativamente al proprio posto all'interno del cosmo e a piangere spauriti e probabilmente impazziti; l'isola di
Offseason è un luogo molto più piccolo di quello che si pensi, soprattutto paragonato a ciò che si nasconde nel suo passato, eppure i campi lunghi a base di spiagge sterminate e boschi, inframmezzati a inquietantissimi scorci di cimiteri nebbiosi e vicoli abbandonati mai baciati dal sole, perennemente immersi in in colori plumbei, la trasformano in una dimensione senza tempo né spazio, dalla quale non è possibile uscire e non solo per via di un ponte sollevato. Le immagini e alcuni flash stranianti sono molto più efficaci di un paio di discorsi ad hoc messi in bocca ad alcuni personaggi e danno proprio l'idea di un destino ineluttabile, che neppure la fuga in una realtà fatta di successo e prestigiose firme notarili (ma quanto "sbagliate"?) può arginare per troppo tempo, perché a cosa vale essere una briciola, un "dito di una mano", quando quella stessa mano decide di chiudersi? La scoperta di ciò che si nasconde sull'isola, al di là di ovvie immagini fatte di persone assenti ed echi di voci spettrali, passa tutta sul volto di
Jocelin Donahue, che regge praticamente da sola l'intero film e che, con la sua bellezza mai sfacciata, aiuta ancor più lo spettatore ad immedesimarsi in un personaggio "normale" ed umano, dai problemi anche troppo comuni, e a provare ancora più ansia davanti al terribile destino che le si prospetta. Se vi piacciono questo genere di storie pessimiste, con sprazzi di gotico e folk, direi che avete trovato il film che fa per voi!
Di Joe Swanberg (George Darrow), Richard Brake (l'uomo del ponte), Jeremy Gardner (il pescatore) e Larry Fessenden (H. Grierson) ho già parlato ai rispettivi link.
Mickey Keating è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come Carnage Park. Anche produttore e attore, ha 31 anni.
Jocelin Donahue interpreta Marie Aldrich. Americana, ha partecipato a film come
The Burrowers, The House of the Devil, Holidays, Doctor Sleep e a serie quali
CSI - Scena del crimine. Ha 41 anni.
Se Offseason vi fosse piaciuto, fate un salto QUI e recuperate tutto questo ben di Cthulhu. ENJOY!
Al Torino film Festival spero di venire quest'anno, anche se, mancando la sezione Le stanze di Rol, a mio avviso perderà un po' di valore.
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