Trama: Art, assieme alla moglie incinta, torna a far visita al padre con cui aveva litigato. Proprio nello stesso periodo, all'interno della ditta di onoranze funebri gestita da quest'ultimo arriva il cadavere di un uomo morto in circostanze assai misteriose e cominciano a manifestarsi inquietanti fenomeni...
Non mi aspettavo nulla da The Offering, invece mi sono molto divertita guardandolo. Abituata come sono ai film à la The Conjuring o, comunque, legati a doppio filo a tradizioni occidentali o cattoliche, l'utilizzo di un background ebreo ortodosso è stato una novità interessante, non tanto per la natura del demone (alla fine, queste creature desiderano sempre il male delle persone e i metodi utilizzati per ottenere i loro obiettivi sono simili), quanto per la serie di riti ed usanze più o meno reali che vengono mostrati nel corso del film, ambientato all'interno di una ditta di onoranze funebri dove la religione si mescola spesso e volentieri a qualcosa di più esoterico, come per esempio la cabala, e dove i vivi non rinnegano la presenza costante di un legame coi morti. A tal proposito, il fulcro della trama, nonché l'occasione che consente al demone di prosperare indisturbato, è proprio lo scontro culturale tra chi è rimasto arroccato alle proprie tradizioni e chi è fuggito per allontanarsi da queste ultime, se non addirittura a rinnegarle a causa del dolore; un demone ingannatore come quello mostrato in The Offering, se già non ha vita troppo difficile con chi crede ma può comunque cadere vittima delle sue illusioni, ha la strada completamente spianata con chi ha dimenticato tutto delle proprie radici ed è per questo guardato con sospetto dall'intera comunità. E' il caso, ovviamente, di Art, il quale è andato a sposarsi in Inghilterra con una shiksa (dicasi donna non ebrea) e decide di tornare quando quest'ultima rimane incinta, non tanto per ricucire i rapporti col padre, quanto piuttosto per convincerlo ad impegnare la casa di famiglia, con onoranze funebri annesse, per pagarsi gli ingenti debiti di cui nessuno, neppure la moglie, è a conoscenza. Trovatosi per caso a dover sistemare il cadavere di un anziano suicida, Art non ha né i mezzi né le conoscenze per proteggersi da ciò che ha indotto l'uomo a togliersi la vita, e così facendo condanna se stesso e la propria famiglia (passata, presente e futura) a diventare vittime di un demone antico come il mondo.
Quest'ultimo è la vera sorpresa del film, ed ovviamente non farò spoiler in merito. Diciamo solo che mi sarei aspettata il classico mostrone in CGI che si vede giusto per 30 secondi sul finale, invece il demone Abyzou si mostra spesso e volentieri, apice inquietantissimo di una serie di jump scare tutti più o meno efficaci e che lasciano ben poca tranquillità allo spettatore, anche perché The Offering, a tratti, ricorda molto il tesissimo Autopsy (tanto che mi sono chiesta se non fosse stato girato nella stessa location ma non riesco a trovare informazioni in merito), una pellicola che mi dà gli incubi ancora oggi. Altro aspetto assai apprezzabile di The Offering è, infine, l'attenzione alle scenografie, vero e proprio motore perturbante dell'intera opera in virtù del fatto che il film è quasi interamente ambientato in interni, un modo, a parer mio, assai intelligente di rappresentare la natura chiusa ed elitaria di una comunità fortemente religiosa. Tanta cura nei dettagli scenici, purtroppo, non si ripropone all'interno della trama, dove i protagonisti (che pure mi sono sembrati ben interpretati, soprattutto il padre di Art, probabilmente il personaggio scritto meglio e meno banale) incappano in tutte quelle scelte poco sagge tipiche di un horroretto fatto a tirar via, al punto che in un paio di momenti mi è scappata persino una risata di fronte alla dabbenaggine di Art e, soprattutto, della moglie completamente clueless che, nonostante la gravidanza e i chiari segnali di presenze sovrannaturali all'interno della casa, non schioda il chiulo manco a morire. Peccato, perché con un po' d'impegno in più sarebbe potuto uscire non dico un film memorabile ma sicuramente molto più interessante, invece The Offering rischia di rimanere il dimenticabile divertimento di una serata comunque gradevole.
Oliver Park è il regista della pellicola, al suo primo lungometraggio. Inglese, lavora anche come attore, sceneggiatore, produttore e scenografo. Ha 36 anni.
Il demone Abyzou è comparso anche in un altro film, The Possession, che non ho mai visto. Se vi fosse piaciuto The Offering, recuperatelo e aggiungete Autopsy (li trovate entrambi su Amazon Prime Video) e The Vigil. ENJOY!
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